Capitolo 18
Genova, 18 febbraio 2017
Lorenzo migliorava di giorno in giorno: le visite di Elena, dei suoi amici e dei loro nipoti facevano fare progressi alla sua salute.
Venivano a visitarlo anche i suoi figli legittimi, quelli che aveva avuto dal matrimonio con Flora, la defunta moglie: di tutti e tre, solo Daniela manifestava la sua insofferenza nei confronti del viavai di gente che entrava e usciva dalla stanza di suo padre.
Per quanto Elena pensasse che la donna potesse avere le sue ragioni, riteneva di essere innocente rispetto a a tutta quella storia: magari Daniela in tutti quegli anni si era sentita una figlia di serie B, ma non era giusto che la Sebastiani ne facesse le spese.
Se non fosse stata così sfuggente, sicuramente l'avrebbe affrontata.
Perciò, quando capitò che si trovassero entrambe in ospedale, decise di affrontarla.
<< Signora Marra... Daniela! >> la chiamò. Questa si girò e la guardò come se avesse visto un fantasma.
<< Si può sapere che vuole da me? Non si è già presa l'affetto di mio padre? Vada da lui e mi lasci in pace... >> si mise sulla difensiva la donna.
<< Voglio parlarle. E questa volta con sincerità. Senza filtri >> le giurò la figlia di Antonio Sebastiani.
<< E va bene. Ma si sbrighi, non ho molto tempo >> concesse Daniela.
Si diressero sulla terrazza del primo piano, perché Lorenzo non le sentisse e quindi non si agitasse.
***
Non appena furono all'esterno, Daniela si piazzò di fronte ad Elena a braccia conserte, guardandola come se volesse incenerirla.
<< Allora? >> fece spazientita.
<< Ascolti, io non conosco ancora tutta la storia. Posso solo immaginarlo, con tutte le premesse dei racconti che ho ascoltato. Ma non ho alcuna intenzione di portarle via suo padre, che sicuramente le ha voluto bene, così come ai suoi fratelli... >> esordì la Sebastiani.
<< Ma proprio lei viene a farmi questo bel discorso? Lei, che è cresciuta senza madre, con un padre e una matrigna che le hanno nascosto la verità per venticinque anni? Dovrebbe conoscere cosa significa l'indifferenza, lo specchio di un'altra vita negli occhi di chi dovrebbe occuparsi di te... Alba ha vissuto la stessa cosa. L'avvocato Guerrieri, il suo padre putativo, non le ha mai voluto bene. Le ha sempre rimproverato di essere altro, rispetto a lui, di non avere il suo sangue... Come se fosse il sangue a fare una famiglia... >> sbuffò la Marra.
<< Proprio perché lo so, perché anche mia madre lo sapeva, che vorrei che deponessimo l'ascia di guerra. Siamo sulla stessa barca, vittime di scelte sbagliate, di circostanze avverse che non abbiamo innescato noi. La prego, Daniela. Metta un freno a questo astio... >> la supplicò l'una.
L'altra la osservava attentamente, cercando di capire se quello della sua interlocutrice fosse un desiderio sincero, o se si trattava di parole circostanziali per ingraziarsela.
<< Ho bisogno di tempo. Magari un giorno, ma adesso non ce la faccio. Davvero, non ce la faccio... >> le rispose, tornando dentro di corsa e lasciandola da sola.
***
Elena non tornò dentro: decise di sedersi in un angolo e di tirare fuori il diario di sua nonna e leggere il prosieguo delle vicende della sua famiglia.
Sfogliò il quaderno di cuoio e arrivò alla pagina che datava 13 giugno 1967: Chiara e Rita erano rientrate, e si parlava di mare, di congedo dal lavoro e di tragedie sfiorate.
Così cominciò a leggere quelle parole che la facevano sentire più vicina a Giulia Fioretti:
Genova, 13 giugno 1967
Caro diario,
ormai sono quasi al quinto mese di gravidanza.
La pancia comincia ad essere evidente, e con essa cresce anche la freddezza di Andrea: da quando siamo tornati dal viaggio di nozze a Taormina siamo come due estranei; infatti il giorno ognuno sta sul proprio posto di lavoro, mentre la sera siamo ciascuno per conto nostro, come se non fossimo sposati. Potremo consumare il nostro matrimonio solo quando avrò partorito mio figlio. O mia figlia: mi auguro proprio che sia femmina, e che viva in un mondo più libero di questo, dove una donna incinta non sia costretta a lasciare il proprio lavoro, come sta accadendo a sua madre.
Ma Eliana, Rita, Chiara e io saremo amiche per sempre, ed è proprio per questo che dobbiamo festeggiare quello che sarà solo un arrivederci: una giornata al mare, tutte insieme.
In realtà solo Eliana è ancora in forse: ormai non ci frequenta più molto, anzi passa il tempo prevalentemente con il dottor Donati, a rubare attimi d'amore quando lui non è con la sua famiglia ufficiale; spero che almeno questa giornata non la porterà a pensare, almeno per qualche ora, quella dipendenza che si ostina a chiamare amore.
***
Genova, 15 giugno 1967
<< Rita! Ma quanto ci stai mettendo? Aspettiamo solo te! >> chiamava Giulia, mentre con Chiara aspettavano l'amica sotto casa dei genitori coi quali si era riconciliata.
Infatti i coniugi Roversi, non appena la loro figlia era partita per Roma a fare la costumista per uno sceneggiato targato Rai, si erano dovuti ricredere.
Inoltre la Nobili in quei mesi aveva anche preso la patente, per cui lei e la Fioretti coniugata Guerrieri attendevano Rita poggiate su una cabriolet rossa.
<< Ragazze, non vi preoccupate. Adesso arriva, eh! >> le rassicurò la madre della ragazza, affacciandosi dal balcone.
<< Non si preoccupi, noi aspettiamo! >> fece Giulia.
<< Ma non troppo! >> aggiunse ridendo Chiara.
A un certo punto il portone si aprì e ne uscì fuori la Roversi.
<< Eccomi, ragazze! Scusate il ritardo... >> disse raggiungendo di corsa le amiche.
<< Ti dovevi vestire per andare alla Scala di Milano? >> la prese in giro la Nobili.
<< Non ci avrò mai impiegato il tempo che ci impiegavi tu a Roma! >> replicò sorridendo la Roversi, ripensando con un'ombra di nostalgia alla Capitale e al tempo passato con Rosario Frigia. Ma essere tornata a Genova aveva riportato in lei antichi sentimenti che la spingevano verso ben più umili mansioni di un dirigente Rai. Verso un cameraman, per la precisione: Renato Lo Monaco.
<< Prima però vorrei fare una cosa >> propose la castana, mentre tutte e tre montavano in macchina e la bionda metteva in moto.
<< Cosa? >> chiese quest'ultima.
<< Vorrei passare un attimo sotto casa di Eliana per vedere se anche lei potesse venire con noi a Rapallo... >> ipotizzò la moglie di Andrea Guerrieri.
<< Ne dubito. Ormai lei va solo in località esclusive in compagnia del suo amante, figurati se viene a Rapallo con noi... >> commentò la rossa.
<< A me sembra giusto provarci, però >> insistette Giulia.
<< Giulia ha ragione, provare non costa nulla >> l'appoggiò Chiara, e fecero così quella deviazione fino all'appartamento di Eliana regalatole da Marco Donati.
***
Quando arrivarono al Quartiere Nervi, proprio sotto al palazzo dove ormai viveva Eliana, Chiara parcheggiò e Giulia scese dall'auto per andare a citofonare al campanello della ballerina.
<< Chi è? >> fece la voce della Martinetti.
<< Sono Giulia. Sto con Chiara e Rita, alla fine abbiamo deciso di festeggiare il mio congedo andando al mare a Rapallo. Che fai, vieni con noi? >> rispose la Fioretti.
<< Mi dispiace, ma ho già un impegno. Marco e io partiremo per Capri, ci restiamo per una settimana >> spiegò la ballerina, al colmo della felicità.
<< Ah, capisco... Va bene, allora sarà per un'altra volta, magari dopo il parto... >> replicò mesta l'una.
<< D'accordo. Semmai ti veniamo a trovare dopo il nostro ritorno >> concluse l'altra, riattaccando frettolosamente il citofono.
La ex sarta del Teatro del Casinò rimase in silenzio per alcuni secondi.
<< Allora? >> la incalzò Rita.
<< Eliana non viene. Parte per Capri col dottor Donati >> spiegò la Guerrieri.
<< Peccato per lei. Vedrà panorami da sogno, ma si perderà una giornata in compagnia... >> dedusse Chiara, riaccendendo il motore mentre l'amica riprendeva posto.
Poi l'auto ripartì alla volta di Rapallo.
Pochi minuti dopo l'invito delle amiche, Eliana ricevette una telefonata.
<< Pronto? >> rispose.
<< Amore, sono io >> replicò Marco.
<< Amore, ciao. Non vedo l'ora di partire con te... >> gioì la Martinetti.
<< A proposito del nostro viaggio... Non possiamo partire >> rivelò Donati.
<< Come? >> fece lei in tono apprensiva.
<< È sopraggiunto un impegno... Sai, mia moglie, i miei figli... I genitori di Silvia ci hanno invitati nella loro casa a Lerici. Mi dispiace, sarà per un'altra volta... >> motivò lui.
<< Ah, ok... Allora ciao >> tagliò corto l'una, mentre l'altro aveva già riattaccato.
Anche la ballerina fece lo stesso, poi guardò le valigie pronte e una terribile sensazione di tristezza e sconforto le annebbiò la ragione.
***
Giulia, Rita e Chiara si divertirono molto al mare, passando ore liete e mangiato piatti a base di pesce e dolci al limone; la fame della Fioretti era il doppio del solito a causa della gravidanza.
Tuttavia qualcosa la impensierì per tutta la giornata: le era parso infatti che Eliana, quando le aveva risposto al citofono, fosse talmente infelice che era possibile che quella della partenza per Capri con Donati fosse una scusa.
Perciò insistette nel tornare da lei.
<< Secondo me ti sbagli e faremo un viaggio a vuoto >> dichiarò Rita, mentre erano arrivate sotto al palazzo nel Quartiere Nervi.
<< Rita ha ragione. Magari ti sbagli, ed è già felice a Capri com dottor Donati >> le diede manforte Chiara.
<< E va bene, magari mi sbaglio. Ma preferisco verificare >> dichiarò la Fioretti, suonando al campanello. Non ricevette risposta.
<< Magari è partita >> commentò la Nobili.
<< Io riprovo >> insistette la Guerrieri, risuonando il campanello. Ancora nessuna risposta.
A un certo punto una figura femminile circospetta comparve da dietro il vetro del portone e lo aprì.
<< Chi siete? >> berciò.
<< Siamo amiche della signorina Eliana Martinetti >> spiegò la Fioretti.
<< Sono Armida Valli, la portinaia. La signorina Martinetti mi aveva detto di tenere le sue chiavi in portineria perché sarebbe partita in mattinata, solo che non l'ho più vista... >> ammise la donna.
<< E non ha suonato per andare a verificare se stesse bene? >> volle sapere Giulia.
<< E perché avrei dovuto? La signorina scoppia di salute, specialmente quando riceve il suo amante... >> confessò la portinaia con una punta di malizia.
<< Possiamo avere una copia delle chiavi, per favore? >> insistette la Guerrieri.
La Valli le guardò con ancora più circospezione.
<< La prego, è importante >> la supplicò la futura madre.
La signora Armida fece loro strada fino alla portineria, dove consegnò le chiavi.
Le tre ragazze la ringraziarono e salirono velocemente le scale.
***
Fu Giulia a far girare la chiave nella serratura e ad aprire la porta, seguita dalle altre due.
<< Eliana? >> cominciò a chiamarla la Fioretti.
<< Non risponde... >> osservò Rita.
<< Andiamo a vedere in camera sua... >> propose Chiara.
Seguirono il consiglio della Nobili e si diressero nella direzione della camera da letto della Martinetti, ma lo spettacolo che comparve loro davanti le spiazzò: la ragazza era riversa sul letto, con in mano un flacone di barbiturici mezzo vuoto, di cui alcune pastiglie erano cadute per terra.
<< Oh mio Dio, no! Eliana! >> fece subito Giulia, seguita da Rita.
<< Guardate qua... >> le richiamò Chiara, trovando un foglio con su scritto a caratteri cubitali: "COSÌ MUORE UNA STELLA".
<< Dobbiamo chiamare qualcuno... >> le avvertì la Guerrieri.
<< Vado a chiamare un'ambulanza >> propose la Roversi, precipitandosi in direzione del telefono.
<< E io vado a cercare i suoi recapiti, poi scendo in portineria e cerco di avvertire familiari e amici... >> aggiunse la Nobili, non menzionando apposta Marco Donati; doveva essere stato a causa sua se Eliana aveva tentato il suicidio.
E mentre le due ragazze si mobilitavano, Giulia rimase a cercare di tenere in vita la Martinetti.
<< Non te ne puoi andare anche tu... >> le sussurrò, sorreggendola.
Non avrebbe assistito ad un altro suicidio, non dopo quello di Tenco a Sanremo.
***
Le tre viaggiarono con l'amica sul retro dell'ambulanza, e attesero in silenzio mentre la operavano.
Nel frattempo, la sala d'attesa dell'ospedale dov'era stata portata si riempì di gente, a partire da una donna incredibilmente somigliante ad Eliana.
<< Come sta mia figlia? >> domandò subito, accompagnata da quello che doveva essere il suo fidanzato.
<< Signora Marianna... Non sappiamo ancora niente. Stiamo aspettando anche noi >> disse subito Rita.
<< Sono stata una cretina... Sempre presa da me stessa e dai miei amori, non ho mai cercato di capire cosa la turbasse... >> si lamentò la madre di Eliana, accasciandosi su una delle sedie della sala d'attesa.
<< Non ti devi rimproverare di nulla, Marianna. Tu hai fatto il possibile... >> cercò di rassicurarla Armando Rondoni, il suo compagno.
<< E invece non era abbastanza, non è mai stato abbastanza. Sono una madre snaturata, e l'ho capito solo adesso che mia figlia rischia di... >> pianse disperatamente la ex ballerina.
<< Non dirlo nemmeno per scherzo, Marianna! >> la interruppe una voce maschile ignota. Giulia, Rita e Chiara si accorsero che apparteneva ad un uomo alto e massiccio, elegantemente vestito.
<< Come ti permetti di fare la morale a me, tu che non l'hai mai voluta riconoscere? >> inveì la Martinetti, guardando furibonda il suo interlocutore.
<< Scusi, ma lei chi è? >> domandò Chiara.
<< Sono l'ingegner Pietro Delicati, il padre naturale di Eliana >> si presentò lo sconosciuto.
<< Ah, lei è il famoso ingegnere. Eliana ci ha parlato spesso di lei >> intervenne Giulia.
<< Anch'io so chi è lei. La nuora dell'avvocato Guerrieri. Piacere di conoscerla, anche se non sono le condizioni migliori >> le strinse la mano lui.
<< Queste sono Chiara Nobili e Rita Roversi. Siamo tutte amiche di Eliana >> dichiarò lei.
<< Immagino che vi avrà detto di me cose indecenti. Ma non importa. L'unica cosa che conta è che l'abbiate presa in tempo e che si risvegli >> replicò l'ingegnere, beccandosi un'occhiata stralunata da parte di Marianna e Armando.
<< Lei dov'è? >> chiese Riccardo, irrompendo nella stanza. Era solo, senza Romina: si erano lasciati perché lui sarebbe rimasto per sempre innamorato di Eliana.
<< Riccardo! >> esclamò Giulia, abbracciandolo. Le altre fecero lo stesso.
<< È dentro. Aspettiamo risposte >> aggiunse Chiara.
Se Eliana fosse stata cosciente, avrebbe visto che c'era tanta gente che l'amava, di tutto quell'amore che Marco Donati non avrebbe mai potuto né voluto darle.
***
Poche ore più tardi il medico che l'aveva operata uscì: tutti i presenti si affollarono intorno a lui per ottenere il responso.
<< La signorina Martinetti è salva e si è svegliata >> disse subito.
<< Dio sia lodato! >> gridò sua madre, alzando gli occhi e le braccia al cielo.
<< Possiamo andare a vederla? >> domandò Giulia.
<< Sì, ma non più di tre alla volta. La signorina è ancora molto provata... >> le avvertì il medico.
Le ragazze guardarono prima Marianna, poi l'ingegner Delicati.
<< Voi l'avete salvata. È giusto che abbiate la precedenza >> acconsentì la ex ballerina.
<< Grazie... >> fece la Fioretti, mentre entrava insieme alle altre dentro la stanza dov'era ricoverata Eliana, la quale appena le vide sorrise debolmente.
<< Ragazze... >> disse piano.
<< Ci hai fatto prendere un colpo! >> esordì Rita con vigore.
Giulia e Chiara la guardarono come se volessero rimproverarla.
<< Rita ha ragione, anche se si è espressa con troppa veemenza. Perché l'hai fatto? >> domandò la Guerrieri.
<< Perché non ce la facevo più. Da quando Marco ha scritto Per aspera ad astra è andato tutto storto, ma il problema è che non me ne sono mai resa conto. Avevo delle amiche, una casa, un compagno di ballo che mi amava dal primo giorno e invece mi sono concentrata sulle cose che mi mancavano. Sono stata una stupida... >> confessò la Martinetti.
<< No, Eliana. Non sei stata una stupida. È che quando pensi che ti manchino tante cose, non riesci a godere di quelle che già hai. Ma adesso non ti manca più niente. Sono tutti qui per te... >> le rivelò la Nobili, mostrandole tutta la gente che si era preoccupata per lei, al di là del finestrino.
Eliana vide i suoi genitori per la prima volta insieme anche se lei si era rifatta una vita, ma soprattutto vide Riccardo e sorrise alle amiche.
<< Vi voglio bene... >> affermò, prima di essere travolta da un abbraccio di gruppo.
<< Te ne vogliamo anche noi... >> rispose Giulia.
***
Si susseguirono poi Marianna e Armando, Riccardo e infine l'ingegner Delicati. Nel frattempo Andrea e Mattia erano sopraggiunti rispettivamente per vedere come stavano Giulia e Chiara.
<< Non ti sei agitata troppo, vero? Potrebbe fare male al bambino... >> disse subito il giovane Guerrieri.
<< No, non mi sono agitata. Anche perché Eliana è viva >> rispose Giulia.
<< Ed è viva solo grazie a lei e alle sue amiche! >> esclamò Pietro Delicati, venendo loro incontro.
<< Ingegner Delicati, che piacere averla qui... >> intervenne subito Andrea, stringendogli la mano.
<< Eliana Martinetti è la mia figlia naturale >> spiegò l'uomo.
<< Siamo tutti contenti che si sia riavvicinato a sua figlia >> sorrise la ragazza.
<< Eliana e io non siamo stati mai vicini. Forse per il fatto che già ho una famiglia legittima. Ma è infelice, e credo di avere la mia parte di colpa >> sospirò l'ingegnere.
<< Signor Guerrieri, lei è un brav'uomo. Serio, responsabile. Sono certo che sarà un padre migliore di me >> aggiunse poi, rivolgendosi ad Andrea.
A sentire quelle parole, Giulia si sentì sprofondare e annichilire: suo marito aveva messo subito in chiaro che il bambino in arrivo sarebbe stato cresciuto da lui, ma non l'avrebbe mai considerato suo figlio, quindi non sarebbe stato migliore di Delicati.
***
Anche Chiara fu molto colpita dal riavvicinamento tra Eliana e il suo padre biologico, perché la loro vicenda gettava luce sulla sua, di situazione, che era simile: anche suo padre, Aurelio Molinari, si era sempre rifiutato di conoscerla.
Fino a quel giorno aveva desiderato riavvicinarsi a lui anche con la forza, anche a costo di far uscire tutte le prove della sua paternità e trascinarlo in uno scandalo insieme a tutta la sua famiglia, Lorenzo compreso.
Solo che, nel vedere il riavvicinamento tra la Martinetti e l'ingegner Delicati, le sue certezze si erano incrinate, e aveva cominciato a domandarsi se fosse il caso di ricorrere ad una soluzione estrema pur di ottenere l'affetto di suo padre.
Mattia si era accorto di questi suoi dubbi da come guardava Eliana e suo padre mentre parlavano, dietro il vetro della stanza di lei; e quei dubbi non gli piacevano affatto: aveva perso la testa per la Nobili nel momento esatto in cui lei gli aveva rivelato il suo proposito di rovinare i Molinari, e l'idea che decidesse di abbandonarlo mentre erano vicini alla meta proprio non gli andava giù.
<< Sono belli, vero? >> esordì, mettendosi vicino a lei. Voleva farle un test per verificare che marciassero ancora nella stessa direzione.
<< Sì. Ci è voluto che lei facesse qualcosa di eclatante per farlo riavvicinare, ma perlomeno l'ha fatto >> rispose la ragazza.
<< Un po' come vuoi fare tu con il tuo >> commentò il giovane.
<< Già. Un po' come ho sempre voluto fare io. Sono anche diventata famosa apposta >> confermò la Nobili, anche se con scarso entusiasmo.
<< Un amico di mio padre è un alto dirigente del quotidiano La Repubblica. Puoi portare a lui tutto il materiale che hai raccolto e avere la tua vendetta. Basta solo che tu finisca prima sulle pagine delle testate per il tuo musicarello... >> le rivelò Gentileschi, indicandole un gruppo di giornalisti e fotografi venuti lì apposta per lei.
L'attrice emergente capì che non poteva tornare indietro e sorrise davanti ai flash, scacciando a malincuore ogni remora o ripensamento.
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