Capitolo 17

Genova, 17 febbraio 2017

Grande fu la sorpresa di Elena quella mattina, nell'arrivare all'ospedale: ad attenderla c'era una vera e propria congregazione di gente, guidata da tre sue conoscenze. Uno era il suo amato Umberto, gli altri due Carla e Jacopo.
<< Ragazzi, che piacere vedervi... Come mai qui? >> chiese, abbracciando la ballerina e il capo-macchinista, e dando un bacio sulle labbra al pianista.
<< Intanto dovevamo farvi i complimenti per la vostra storia. E sappiate che non siete soli... >> cominciò la Grandini, mostrando alla Sebastiani un anello all'anulare sinistro.
<< Ma quindi voi due... >> si stupì quest'ultima.
<< È stato poco dopo Sanremo. Sai, l'atmosfera che si è creata ci ha fatto capire che non bisogna mai lasciarsi sfuggire l'amore vero, quando ci passa accanto... >> continuò Lo Monaco, guardando con amore la sua fidanzata.
<< E poi con noi ci sono i nostri nonni, che appena saputo quello che era successo a Lorenzo si sono letteralmente precipitati... >> concluse Di Biase, indicando il gruppo di uomini e donne sui settantacinque anni che era venuto con loro.
Elena si avvicinò a loro, affascinata: li aveva incontrati nei racconti di Molinari e dei ragazzi, ma vederli dal vivo era un vero onore.
<< Eliana Martinetti e Riccardo Di Biase... >> disse ammirata, stringendo le mani ai nonni del fidanzato.
<< Che piacere conoscerti! Umberto ci ha parlato tanto di te... >> esclamò l'una.
<< Somigli così tanto a tua nonna, la povera Giulia... >> commentò l'altro.
Poi l'attenzione della ragazza si spostò su un'altra coppia: lei era molto alta, lui aveva gli occhi neri scintillanti.
<< Rita Roversi e Renato Lo Monaco... >> li riconobbe.
E infine il suo sguardo si posò su quelli che erano i suoi prozii.
<< Chiara Nobili e Alberto Grandini! >> indovinò, decisamente commossa.
<< Eh già, siamo tutti qui per Lorenzo. Mio fratello ci ha fatto un gran brutto scherzo... >> sdrammatizzò la signora Grandini.
<< È veramente un onore per me fare la vostra conoscenza... Non sapete quante volte ho provato a immaginarvi, a rievocare nella mia mente le vostre storie, a Sanremo e anche dopo... >> dichiarò la figlia di Antonio Sebastiani e Alba Guerrieri.
<< E noi abbiamo vegliato su di te in questi anni, aspettando che tu venissi a sapere tutta la verità... >> rivelò Rita.
<< Signori, Lorenzo Molinari è pronto a ricevervi... >> comunicò il medico, e non fece in tempo a finire la frase che già tutti si erano precipitati nella stanza.

                                      ***

<< Sorpresa! >> esclamarono tutti in coro, lasciando Lorenzo senza parole.
<< Ma... Siete tutti, non manca nessuno... Quasi >> commentò emozionato il diretto interessato.
<< È come se ci fosse anche lei insieme a noi. Come se la vita la stesse risarcendo di tutto quello che ha sofferto con il fatto che vive nei nostri cuori >> affermò Elena stringendo la mano del nonno.
<< Grazie a tutti di essere qui, davvero. Non mi aspettavo di attirare così tanto l'attenzione... >> scherzò Molinari.
<< Sei sempre stato un grandissimo esibizionista! >> rise sua sorella Chiara.
<< E Giulia lo sapeva bene >> concordò Rita.
<< Se solo l'avesse capito in tempo... >> intervenne Eliana, che con la coda dell'occhio notò Daniela Marra dietro i vetri, che si affacciava un attimo e poi si allontanava infastidita.
<< Immagino che tu già l'abbia conosciuta >> disse Alberto ad Elena, riferendosi alla figlia legittima di Lorenzo.
<< Sì, l'ho conosciuta ieri >> ammise quest'ultima, sospirando.
<< Se ti può consolare non ha mai sopportato neanche noi >> confessò Renato.
<< E anche sua madre, Flora, ci sopportava a malapena >> aggiunse Riccardo.
<< Lo sapete com'è ormai. Prima non mi perdonava il fatto che avessi cercato di stare vicino ad Alba, adesso non mi perdona che abbia ritrovato Elena >> spiegò Lorenzo.
<< Penso che sia stato lecito per lei, tutto questo astio. Ma non può essersi comportata peggio di Andrea Guerrieri... >> immaginò la Sebastiani.
<< No, quello mai. Nessun essere umano è mai stato più abietto di lui >> confermò Chiara.
<< Da quando erano ritornati dal viaggio di nozze a Taormina, Giulia era strana, quasi non sembrava più lei, in quel marzo del 1967. Ma d'altra parte era un periodo in cui gli equilibri del nostro mondo stavano per esplodere come una polveriera... >> iniziò la Roversi, proseguendo il racconto da dove era stato interrotto.

                                      ***

Genova, 15 marzo 1967

<< Non so proprio cosa fare... >> si lamentava Chiara quella mattina a colazione. Era stata l'ultima a lasciare l'appartamento di Eliana per trasferirsi in quello più elegante al Centro Storico dove viveva Mattia.
<< Dovresti valutare l'offerta >> le rispose quest'ultimo. Il giorno prima era arrivata alla Nobili un'interessante proposta di lavoro: il musicarello Un cuore matto... Matto da legare, con Little Tony, Eleonora Brown e Ferruccio Amendola. Il tutto un mese dopo l'uscita della recensione di Teodoro Ansaldo sullo spettacolo Fate l'amore, non fate la guerra.
<< Mi stupisci... Pensavo che avresti storto il naso >> commentò lei.
<< Perché avrei dovuto? >> domandò lui.
<< Beh, insomma... Sono stata lanciata da uno spettacolo d'autore al Teatro del Casinò di Sanremo, e la prima proposta che mi fanno è quella di un personaggio secondario in un musicarello? >> replicò l'una.
<< Comunque è una maniera di cominciare. Al posto tuo altra gente sgomiterebbe... >> le fece presente l'altro.
<< Come Eliana, intendi? >> indovinò la prima, ricordando l'ambizione sfrenata dell'amica.
<< La Martinetti si impegna, poi è l'amante di Donati e sicuramente qualcosa da fare lo troverà... Ma non ha le capacità che hai tu. Chiara, io sono convinto che dovresti provarci >> proseguì Gentileschi.
<< Dici? >> si volle sincerare la Nobili.
<< Dico eccome. E poi se oggi ti offrono i musicarelli, domani potrebbe toccare al cinema d'autore... Magari qualcosa di neorealista! >> esclamò il giovane autore.
<< Come Anna Magnani in "Roma città aperta"... Francesco! >> si vantò la cantante aspirante attrice, recitando la scena in cui la protagonista del film di Federico Fellini quando i nazisti le arrestavano il marito.
<< E l'Oscar va a Chiara Nobili! >> fece finta di premiarla Mattia.
In realtà non era un grande estimatore dei musicarelli, ma se la sua fidanzata fosse diventata famosa avrebbe cercato vendetta nei confronti del padre biologico, e il giovane Gentileschi avrebbe usato tutto ciò per colpire il figlio di questi, Lorenzo.

                                    ***

Sanremo, 15 marzo 1967

La prima persona con cui Chiara parlò della decisione presa fu Eliana: la ballerina in cuor suo era un po' invidiosa, ma anche molto contenta per colei che era stata la sua prima amica al Teatro del Casinò.
<< E quindi anche tu andrai a Roma, come Rita... >> osservò la Martinetti.
<< Chissà, magari la costumista sarà proprio lei... >> immaginò la Nobili.
<< Questo non lo puoi sapere... Ma comunque vedrai Little Tony e Ferruccio Amendola dal vivo! Ferruccio Amendola, la "voce" per eccellenza! >> esclamò l'una.
<< Infatti già mi vengono i brividi dall'emozione... >> le fece notare l'altra.
<< E Mattia? Verrà con te? >> domandò la ballerina.
<< No, lui continua a stare qui. Ma non è geloso, né io lo sono di lui >> assicurò la cantante.
<< E lo credo bene... >> commentò la prima, indicandole con la coda dell'occhio Alberto che si dirigeva verso il pianoforte.
<< Ti stai sbagliando, Eliana. Di Alberto non me ne importa niente da tempo >> spergiurò la seconda.
<< E allora perché ancora non gliel'hai detto? >> la punzecchiò l'amante di Marco Donati.
<< Perché ci vado adesso! >> decise la fidanzata di Mattia Gentileschi, dirigendosi verso il pianista, che stava accordando il suo strumento.
<< Ho una notizia in anteprima da darti >> esordì poi, piazzandosi davanti a lui con il viso tra le mani e i gomiti poggiati sulla coda del pianoforte.
<< Ti sposi col rampollo? >> ipotizzò il diretto interessato.
<< No, non ancora. Vado a Roma, a girare un film. Un musicarello con Little Tony >> spiegò la ragazza, aspettandosi che il suo interlocutore si mettesse a ridere. Invece rimase composto, anzi sorrideva educatamente.
<< Ah, buono. È un ottimo modo per cominciare >> rispose tranquillo.
<< Già. Un ottimo modo >> ripeté lei, in tono quasi mesto.
<< E quando parti? >> chiese lui.
<< Tra due giorni >> replicò lei.
<< Sono contento per te. Un po' meno per noi. Dovremmo trovare una sostituta anche per la protagonista. Dopo che Giulia è partita col marito per il viaggio di nozze... >> dichiarò l'uno.
<< Sono sicura che ve la caverete anche senza di me. E poi Giulia tornerà. Andrea la farà continuare a lavorare. Sono ricchi, possono permettersi qualcuno che cucina e rassetta... >> immaginò l'altra.
<< Allora fai buon viaggio >> augurò il primo.
<< Grazie >> disse la seconda, quasi a disagio, prima di allontanarsi. Temeva che quell'incontro sarebbe rimasto nella sua testa per tutta la sua permanenza a Roma.

                                     ***

Genova, 16 marzo 1967

Prima però intendeva prendersi una soddisfazione: a pochi giorni dalla partenza, andò nella casa dov'era cresciuta, a dire a sua madre che si era sempre sbagliata su di lei.
<< Chiara, tesoro! Sei venuta a trovarmi... >> disse la segretaria della Molinari Elettrodomestici S.p.A., emozionata di rivedere la sua primogenita.
<< Sono venuta per dirti che parto >> rispose Chiara in tono asciutto.
<< In che senso? >> domandò Vanessa.
<< Mi hanno offerto una parte in un musicarello con Little Tony a Roma, parto fra tre giorni >> replicò la ragazza.
<< Ah, sono contenta per te... Non ci siamo più viste, da quando... >> dichiarò la donna, interrompendosi.
<< Da quando ho scoperto che Aurelio Molinari è mio padre e che tu mi hai mentito per venticinque anni, intendi dire? >> completò l'una.
<< Non mi pento di aver tentato di proteggerti >> ribatté l'altra.
<< Perfetto. Allora non abbiamo nient'altro da dirci. Spero che il mio nome finisca su tutti i giornali, e che lo legga anche lui. Sì, una figlia che voleva nascondere e che invece diventa famosa. Divertente, vero? >> la sfidò la prima.
<< Ti prego, cerca di non fare pazzie... >> la supplicò la seconda.
<< Non hai capito: tu non mi devi dire più che cosa devo fare e che cosa non devo fare. E adesso me ne vado... >> concluse la Nobili, voltando le spalle prima che la sua interlocutrice potesse controbattere.

                                       ***

Roma, 18 marzo 1967

Quando arrivò alla Stazione Termini, Chiara vide che Rita la stava aspettando, e che accanto a lei c'era un uomo elegantemente vestito.
<< Rita! >> la salutò la Nobili, scendendo dal treno.
L'uomo in compagnia della Roversi la aiutò con i bagagli.
<< Grazie >> fece Chiara.
<< Come sono contenta che sei qui anche tu! Dovresti vedere che città entusiasmante che è la Capitale... >> commentò Rita con un sorriso a trentadue denti.
<< La signorina Roversi mi ha parlato molto di lei e del film che girerà qui a Roma. Sono Rosario Frigia, dirigente della Rai >> si presentò colui che aveva già collaborato con Rita alla realizzazione dello sceneggiato "Questi nostri figli".
<< Chiara Nobili. Anche Rita parlò a me e alle nostre amiche di lei, qualche tempo fa... >> ricordò la cantante.
<< Adesso dobbiamo andare a casa, ti faccio vedere l'appartamento. Lo sai che sta a San Lorenzo, vicino all'università? >> cominciò a raccontare la Roversi, mentre prendeva sottobraccio l'amica e le faceva strada verso l'appartamento che avrebbero condiviso. Rosario Frigio veniva dietro di loro coi bagagli, da vero cavaliere.
Chiara pensò che forse, in quel nuovo ambiente, la sofferenza per Renato avesse abbandonato Rita; sperava che a lei accadesse lo stesso col ricordo di Alberto e del modo brusco in cui l'aveva lasciato.

                                       ***

Mentre Frigia le accompagnava a casa - un appartamento a tre camere in Via dei Reti, prima di arrivare a Piazzale del Verano - Chiara guardava a bocca aperta tutto ciò che sfilava al di là del finestrino, durante il tragitto.
<< Roma è una città incredibile, non trova? >> se ne accorse il dirigente Rai.
<< Anche a me fece questo effetto. Ancora molte cose mi stupiscono, a partire dal fatto che non c'è il mare fino ad arrivare al fatto che tutto è storia >> si accodò Rita.
<< È veramente straordinaria... L'antico e il moderno sono praticamente a pochi metri fra di loro, credo che nessun'altra città in Italia abbia questi contrasti... >> osservò estasiata la Nobili, mentre passavano accanto alla Chiesa di San Leone a mezzogiorno, mentre suonavano le campane e intanto passava il 19, il tram che collegava la periferia est della Capitale con San Pietro e la Città del Vaticano.
Quel giorno c'era il Sole e le strade erano affollate di gente che parlava un dialetto che colpì molto l'aspirante attrice.
<< Singolare, questo accento romano. È così diverso dal genovese... >> commentò.
<< È vero. Anche i romani sono molto diversi da noi. Forse più... rilassati. Ma dicono che sia per il clima... >> dichiarò la Roversi.
<< Sono certo che Roma le piacerà molto, signorina Nobili. Esattamente come è piaciuta alla nostra Rita... >> disse Rosario, guardando prima lei dallo specchietto retrovisore e poi la Roversi seduta accanto a lui, più intensamente.
Chiara si accorse che forse la sua amica avesse più di qualcosa da raccontarle.

                                       ***

<< Pasta alla carbonara! >> annunciò Rita, mentre scolava gli spaghetti col mestolo dentro un'insalatiera bianca dove vi erano già i cubetti di guanciale e la crema d'uovo con latte, parmigiano e sale.
Chiara, che aveva appena messo a posto i bagagli nella sua stanza, raggiunse l'amica, attratta dal profumo della carbonara.
<< Mattia mi ha raccontato che mangiano questa pasta, anche se dicono sia nata al Sud. Gli Alleati avevano la pancetta e la polvere d'uovo all'epoca, poi la cucina romana l'ha elaborata >> raccontò mentre entrava in cucina.
<< E non è la sola leccornia, in questa città. Ci sono l'amatriciana, la gricia, e questi sono solo i primi... >> rivelò la Roversi.
<< Me lo immagino. Anche se ho ancora in bocca il sapore del pesto... >> sospirò la Nobili.
<< E qualcuno nel cuore, magari... Mattia non era triste a lasciarti partire? >> domandò la costumista.
<< Al contrario, mi ha molto incoraggiata. Pensa che lo immaginavo più snob, rispetto ai musicarelli... >> rispose l'attrice.
<< E invece Alberto? Gliel'hai detto che partivi? >> chiese ancora l'una, mentre condiva la pasta.
<< Certo che gliel'ho detto >> ricordò l'altra apparecchiando la tavola, mentre gli occhi celesti le si adombrarono al pensiero del bel pianista che fino a pochi mesi prima avrebbe anche voluto sposare.
<< E ti dispiaceva, mentre glielo dicevi? >> volle sapere la prima, mentre sminestrava.
<< Ormai sono felice con Mattia. E anche tu sembri aver dimenticato Renato >> indovinò la seconda, guardando intensamente la sua interlocutrice, che posò il mestolo e abbassò lo sguardo.
<< E va bene, la presenza di Rosario mi aiuta. Ma non so ancora se ci sarà qualcosa, tra di noi. È una brava persona, il marito ideale. Ma non voglio metterci le mani sul fuoco, me lo deve confermare lui se è degno delle mie aspettative >> ammise la rossa.
<< Hai ragione. Intanto dobbiamo pensare a noi stesse, e poi agli uomini. E adesso mangiamo questa carbonara... >> la esortò la bionda.
Rita ricominciò a fare le parti: nei giorni successivi avrebbero avuto bisogno di molta energia.

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