Capitolo 16
Genova, 15 febbraio 2017
Elena non era riuscita a dormire tutta la notte: non aveva fatto altro che pensare al bacio che si era scambiata con Umberto.
Pensò che fosse un segno del destino il fatto che fosse successo a San Valentino, lo stesso giorno in cui Miriam le aveva donato l'album di fotografie di sua madre.
Sentiva come se la storia si ripetesse, ma non nei suoi aspetti negativi, bensì positivi: l'amore nascente tra Giulia e Lorenzo a Sanremo che stava conoscendo attraverso il diario della Fioretti, e quello tra i suoi genitori ancora tutto da scoprire.
Presto sarebbe venuto il momento di parlare con lui e immaginava che sarebbe stato difficile e doloroso, ma anche necessario per rimettere insieme tutti i pezzi di quel puzzle intricato che era la sua famiglia.
Persa nei suoi pensieri, ne fu distolta dal rumore di un messaggio su WhatsApp; era Umberto e la salutava amorevolmente:
Il pensiero di ieri pomeriggio mi ha accompagnato nei miei sogni più dolci. Buongiorno!
La Sebastiani sorrise: il giovane Di Biase era talmente meraviglioso che temeva quasi di non meritarselo; era sempre stata insicura, specialmente in amore: la colpa era il fatto di avere una storia familiare incompleta, ma adesso che la stava ricostruendo sentiva di stare acquisendo tutta la sicurezza mai posseduta.
Perciò rispose a quel dolcissimo messaggio con altrettanta dolcezza:
Anche per me il pomeriggio di ieri è stato indimenticabile. Buongiorno a te!
Dopodiché uscì da WhatsApp e scese a fare colazione.
***
Vederla con il sorriso fu per Antonio e Miriam una consolazione: era dal ritorno da Sanremo che teneva il muso e ritenevano che non fosse giusto che ce l'avesse con loro. In fondo, volevano solo proteggerla dalle cose che aveva scoperto e da quelle che avrebbe ancora dovuto scoprire. Immaginavano che fosse troppo da sopportare, per una ragazza di venticinque anni.
Ma mentre il discografico sperava che queste indagini della figlia prima o poi smettessero, la sua seconda moglie aveva ritenuto che fosse giusto cominciare a raccontarle qualcosa in più su sua madre: per questo le aveva dato l'album non dicendo niente al marito. Sperava che con il tempo anche lui capisse che era così che dovevano andare le cose.
Ma quel sorriso era strano, particolare: era come se fosse la conseguenza di qualcosa dove c'entrava l'amore.
Decisero perciò di indagare.
<< Buongiorno! >> la salutarono, mentre lei prendeva posto.
<< Buongiorno! >> rispose la ragazza, mentre spalmava la marmellata di fragole sulle fette biscottate.
<< Sei di buonumore stamattina... >> osservò Sebastiani.
<< Tuo padre ha ragione, c'entra la tua uscita di ieri pomeriggio? >> domandò Miriam.
<< Sì, ho rincontrato un vecchio amico. Anzi, penso che sia più di un amico >> rispose la giovane.
<< E lo conosciamo anche noi questo vecchio amico? >> chiese Antonio.
<< Non direttamente. Lavorava a Sanremo con me. Si chiama Umberto Di Biase e fa il pianista >> replicò Elena.
<< Di Biase? >> fece il padre.
<< Sì, Di Biase. Il nipote di Riccardo Di Biase ed Elena Martinetti, due degli amici dei miei nonni. E adesso scusate, ho diverse cose da fare oggi >> ribatté la figlia, sottolineando i nomi dei due ballerini e il fatto che Giulia Fioretti e Lorenzo Molinari fossero i suoi nonni materni. Bevve il suo caffellatte e si alzò da tavola, prima che gli altri due potessero controbattere.
Risalì velocemente le scale, prese lo smartphone e cercò il contatto di Lorenzo Molinari. Doveva mostrargli assolutamente l'ultima scoperta.
<< Pronto? >> rispose la voce dell'anziano autore.
<< Sono Elena. Voglio farti vedere una cosa che mi ha dato Miriam. Riguarda Alba, mia madre >> spiegò la Sebastiani.
Un sospiro emozionato si levò dall'altra parte del display. Lo stesso che fece anche lei.
<< Bene, vediamoci alle dieci al Porto Antico >> stabilì lui.
<< D'accordo. Ci vediamo dopo! >> concordò la ragazza.
Un misto di ansia ed eccitazione l'accompagnò per tutto il tempo, mentre metteva l'album in borsa e finiva di prepararsi.
***
Quando se lo ritrovò davanti, al tavolo del bar al Porto Vecchio dove le aveva dato appuntamento, sorrise un po' agitata: immaginava che ciò che stava per fargli vedere lo avrebbe emozionato, ma forse anche scioccato; forse era qualcosa di inedito anche per lui.
<< Tuo padre sa che ci incontriamo? >> domandò subito Molinari.
<< No, lui no. Sono stata vaga >> rispose la Sebastiani.
<< Sono contento di vederti. Non ci siamo più sentiti dal ritorno a Genova >> commentò lui.
<< Già. Ma non ero arrabbiata con te, davvero. È che mi sono presa del tempo per leggere il diario di Giulia e per fare ulteriori ricerche >> spiegò lei.
<< Ulteriori ricerche? >> chiese l'uno.
<< Sì, grazie all'aiuto di Miriam, la seconda moglie di mio padre. Un giorno che lui non c'era mi ha dato questo... >> disse l'altra, porgendogli l'album di fotografie di Alba.
Lorenzo lo guardò con gli occhi azzurri sgranati, leggendo avidamente nome e cognome della sua figlia biologica. Poi guardò la nipote.
<< Sono tutte le sue foto? >> volle sapere.
<< Da quando è nata. Giulia non te le ha mai fatte vedere? >> s'informò la figlia di Antonio Sebastiani.
<< Giulia ha cercato di farmi incontrare Alba dal vivo, ma di sfuggita. Facevano tutto di nascosto da Andrea. Ho dovuto rubare solo degli attimi con mia figlia... >> ribatté l'anziano autore, commosso, mentre sfogliava il dono della ragazza.
<< È bella, vero? >> sorrise la prima, altrettanto commossa.
<< Bellissima. E ti somiglia. Ti somiglia in una maniera impressionante... >> affermò il secondo, con la voce che si faceva sempre più fioca. Elena notò con preoccupazione che il nonno aveva chiuso gli occhi e si stava accasciando sul tavolino.
<< Lorenzo! Lorenzo, che ti succede? Lorenzo... Ti prego rispondi! >> cercò di chiamarlo, mentre sveniva tra le sue braccia. << Aiuto! Qualcuno mi aiuti! >> gridò poi, sperando che qualcuno nei dintorni venisse in loro soccorso. La gente si affollò per vedere che cosa fosse successo.
<< Qualcuno chiami un'ambulanza! >> comandò, mentre teneva il volto pallido del nonno materno tra le mani, in preda al terrore.
***
Lorenzo venne ricoverato d'urgenza e attaccato ad una macchina respiratoria affinché si riprendesse.
Antonio e Miriam, saputo quello che era successo dal telegiornale, la raggiunsero in ospedale.
<< Allora, come sta? >> domandò la donna, abbracciando la figliastra.
<< I medici non si sono ancora espressi. Però non è morto, per fortuna! >> rispose Elena, ancora sotto shock.
<< Che ci faceva lui con te? Gli avevo detto di non cercarti più! >> intervenne Sebastiani alterato.
<< Antonio, ti sembra il momento? >> fece sua moglie.
<< Non è stato lui a cercarmi. Sono stata io >> ribatté la ragazza.
<< Certo che è stata lei! Vi avesse mai cercati a Sanremo, gli avete solo portato guai... >> s'intromise una voce femminile ignota. Apparteneva ad una donna bionda con gli occhi celesti, che guardava la famiglia Sebastiani come se volesse fulminarli tutti e tre.
<< Lei chi è, scusi? >> chiese la giovane, osservando la sconosciuta e non comprendendo le sue accuse.
<< Mi chiamo Daniela Marra, sono la figlia di Lorenzo Molinari >> si presentò quest'ultima.
<< Sua figlia? >> domandò Elena.
<< Io so bene chi è lei! Ma cosa credeva, che quella sgualdrina illegittima di sua madre fosse l'unica progenie di mio padre, che lui già non si fosse formato una famiglia regolare? >> inveì Daniela.
<< Io non sapevo niente... >> si schermì la Sebastiani.
<< Secondo te perché non ti ho mai parlato di questa storia? Perché è stata uno sbaglio, sotto tutti i punti di vista! >> fece Antonio, altrettanto infastidito.
<< L'unico sbaglio siete voi! >> continuò imperterrita la Marra, furiosa.
<< Chi sono i familiari di Lorenzo Molinari? >> li interruppe il medico che aveva ricoverato l'autore in pensione.
<< Siamo noi! >> risposero in coro Elena e Daniela.
<< Il signor Molinari sta bene, ha solo avuto uno shock emotivo. Siamo convinti che presto si sveglierà >> spiegò il dottore.
<< E allora aspetteremo >> disse Elena, sedendosi insieme a Miriam e Antonio dalla parte opposta del corridoio rispetto alla quale si sedette Daniela Marra.
***
Genova, 16 febbraio 2017
Rimasero lì per tutta la notte. Fu Antonio a svegliare la figlia, portandole un caffè espresso dalla macchinetta.
Elena lo prese, ancora insonnolita.
<< Grazie... Ma Lorenzo? Si è svegliato? >> esordì.
<< Non ancora. Miriam sta aspettando che esca il medico, mi ha dato il cambio >> rispose suo padre.
La ragazza levò lo sguardo verso la matrigna che attendeva di vedere una qualsiasi figura in camice bianco che potesse dare loro spiegazioni sulle condizioni di salute di Molinari.
Dall'altra parte del corridoio, Daniela Marra faceva lo stesso, prendendo il caffè che le stava porgendo un uomo, probabilmente suo marito.
<< Non è più venuta a dirvi niente mentre dormivo? >> chiese poi la ragazza.
<< Per fortuna no. Già è bastato quanto ha inveito contro di noi ieri... >> commentò lui.
<< Tu sapevi della sua esistenza? >> volle sapere lei.
<< Sì, lo sapevo. E lo sapeva anche tua madre, per questo si struggeva tantissimo. Non riusciva a capacitarsi che Daniela e i suoi fratelli avessero avuto l'affetto di un padre vero mentre lei era cresciuta in una bugia >> spiegò l'uno.
<< Ed è per questo che non mi hai mai detto niente? >> continuò l'altra.
<< Questa storia era troppo torbida affinché tu ne conoscessi tutti i particolari. Ma a quanto pare è questa storia ad essere venuta da te... >> affermò il primo.
<< A quanto pare... >> confermò la seconda. Effettivamente era stato Lorenzo a venire a cercarla a Sanremo.
<< Ecco il medico! >> li avvertì Miriam, correndo loro incontro.
Tutti si alzarono di scatto, sia i Sebastiani che i Marra.
<< Il signor Molinari si è svegliato. Vorrei farvi entrare, ma lui intende parlare solo con la signorina Elena Sebastiani >> disse il dottore.
<< Sono io >> rispose la diretta interessata.
Il medico la accompagnò nella stanza dove aveva riposato suo nonno.
***
<< Buongiorno, eh... >> esordì l'anziano autore, non appena vide la nipote entrare nella stanza.
<< Buongiorno un cazzo, sinceramente. Ci hai fatto prendere un colpo, a tutti >> commentò la figlia del discografico Antonio Sebastiani.
<< C'è anche Daniela? >> domandò lui, mentre lei si accomodava su una sedia accanto al capezzale dell'uomo.
<< Daniela... La mia primogenita. Sua madre è Flora, la ballerina con cui mi baciai alla prima dello spettacolo Fate l'amore, non fate la guerra. Tua nonna ci vide pure... >> ricordò l'uno.
<< Sì, questo lo so. Forse è stata la molla che l'ha spinta tra le braccia di Andrea Guerrieri >> replicò l'altra.
<< Quel verme... Se Giulia non l'avesse scelto, a quest'ora saremmo una famiglia, e non ci sarebbero stati né quella rompicoglioni gelosa di mia moglie, che riposi in pace, né quegli approfittatori dei miei figli che magari aspettano solo che io crepi per intascarsi le rispettive parti di eredità... >> ipotizzò il primo.
<< Adesso però sei ingiusto. Tua figlia è stata ad aspettare notizie sul tuo risveglio per tutta la notte, e tu appena apri gli occhi vuoi vedere me e non lei... >> commentò la seconda.
<< Il fatto è che noi avevamo un discorso in sospeso, prima che mi prendesse questo coccolone... >> rise piano Molinari.
<< Per le foto non è ancora il caso. Troppe emozioni. Meglio se continui a raccontarmi la storia... >> decise la Sebastiani.
<< E allora, visto che ci siamo, ripartiamo dal giorno in cui veramente sarei voluto essere ricoverato, pur di non essere al matrimonio di Giulia e Andrea... >> fece Lorenzo, riprendendo il racconto dalla vigilia delle nozze tra la Fioretti e Guerrieri.
***
Genova, 28 febbraio 1967
Quella notte Giulia non riusciva a dormire: fissava lo specchio del soggiorno di quella casa dov'erano rimaste solo in tre, dopo il trasferimento di Eliana nel nuovo appartamento regalatole da Donati.
Nella penombra che i raggi della luna creavano filtrando dalle persiane, la Fioretti osservava il suo volto contratto dalla preoccupazione, i suoi occhi pieni del sogno di un'altra vita che le stava per essere definitivamente negata e le sue forme, che presto si sarebbero arrotondate per fare spazio ad una nuova vita: il bambino in arrivo, il figlio - o figlia - di Lorenzo che Andrea aveva deciso di riconoscere come suo.
Non aveva idea di cosa avesse avuto in mente il suo fidanzato storico, in quel momento, ma la coscienza le suggeriva che non doveva essere niente di buono: forse si sarebbe vendicato negli anni del loro matrimonio. Era ancora in tempo per dire di no, anche se questo avrebbe comportato per lei una vera e propria gogna da parte dell'opinione pubblica.
E Giulia non poteva permettersela, perché ne avrebbero risentito anche i suoi genitori e non era assolutamente giusto.
All'improvviso sentì dei passi dietro di sé e sobbalzò: era Rita, alzatasi per andare al bagno.
<< Che ci fai in piedi a quest'ora? >> le domandò non appena la vide impalata lì davanti.
<< Non riesco proprio a dormire >> rispose la ragazza, girandosi verso l'amica.
<< Dovresti, altrimenti domani sarai uno straccio... >> commentò questa.
<< Vorrei non svegliarmi, domani mattina >> replicò la Fioretti.
<< Ma domani ti sposi! >> esclamò la Roversi.
<< Appunto per questo >> sottolineò la castana.
<< Tu non ami Andrea, vero? >> intuì la rossa.
<< Gli voglio bene. Ma l'amore è un'altra cosa... >> affermò l'una, sfiorando delicatamente il suo ventre.
L'altra capì tutto.
<< Avete fatto il patatrac e sei rimasta incinta? >> si stupì.
<< Ho fatto il patatrac, ma non con lui >> ribatté la prima.
<< Oddio! Allora con Lorenzo... E Andrea lo sa? >> si sbigottì ancora di più la seconda.
<< Sì, e la sua reazione mi ha stupito, quando sono svenuta a cena dai suoi. Ha dato dimostrazione di volersi occupare di me e di mio figlio, non accennando minimamente a Lorenzo... >> spiegò Giulia.
<< E allora ti sei presa un uomo d'oro. Capitasse a me questa fortuna... >> sospirò Rita.
La futura signora Guerrieri avrebbe voluto darle completamente ragione, ma una parte di lei non ci riusciva.
***
Le nozze si celebrarono in pompa magna, esattamente come avevano stabilito i Guerrieri e i Fioretti: macchina della sposa bianca e lunga, chiesa grande ed elegantemente affrescata, velo con strascico di tre metri, rinfresco di prim'ordine in un ristorante a cinque stelle, cinquecento invitati di tutte le categorie; non appena Milena Guerrieri aveva visto nobili e industriali accanto a sarte e tecnici delle luci, aveva sussurrato al marito che più che un matrimonio le sembrava un esperimento sociale.
Giulia era riuscita a pattuire che i suoi amici del Teatro del Casinò di Sanremo potessero avere un tavolo accanto a quello degli sposi: i suoi futuri suoceri avevano storto il naso, ma Andrea aveva acconsentito per quieto vivere.
<< E quindi quand'è che partiresti? >> chiese Alberto a Rita, mentre gustavano il secondo primo.
<< Il cinque marzo. Non vedo l'ora... Ma ci pensate? Vado a Roma, io! >> esclamò la Roversi eccitata.
<< Ma il tuo cuore rimarrà sempre a Genova... >> la provocò Renato, guardandola dritta negli occhi.
<< E chi l'ha detto che ci sarà posto per Genova, quando sarà nella Capitale per tutto quel tempo? >> ipotizzò Eliana.
<< E dai, mica si scorderà di noi! >> ribatté Chiara.
<< Mattia ha dei parenti a Roma, magari ti possono fare da agganci... >> intervenne Vanessa, beccandosi un'occhiataccia da parte di Alberto, seduto accanto a lei: quella ragazza gli piaceva, ma a volte sapeva essere terribilmente invadente.
<< Vanessa! >> la rimproverò.
<< Vanessa ha ragione, ho dei parenti a Roma. Ma penso che tu voglia cavartela da sola... >> s'intromise Gentileschi, conoscendo anche lui la capacità della sua ex amante di risultare inopportuna.
<< Grazie della premura, davvero. Se ne avrò bisogno ti farò sapere >> rispose diplomaticamente Rita.
<< Comunque secondo me faresti bene ad accettare, Rita. Non è mai molto sicuro essere da soli in città che non si conoscono, soprattutto per noi donne >> intervenne Flora Clerici, una collega di Eliana, che sedeva accanto a Lorenzo.
<< Gli agganci non sono dei surgelati, che li scongeli e via. Rita è forte, sono sicuro che ce la farà >> la zittì Molinari. Parlava con il resto della compagnia, ma non faceva che fissare il tavolo degli sposi.
***
Dopo l'infinito pranzo, Giulia e Andrea passarono tra i tavoli, un po' per smaltire tutto ciò che avevano mangiato, un po' per salutare tutta la gente che partecipava al loro matrimonio.
A un certo punto si ritrovarono faccia a faccia con Lorenzo e Flora; la sposa sfoggiò il più educato dei sorrisi.
<< Siamo molto contenti che abbiate deciso di partecipare! >> esclamò la nuova signora Guerrieri.
<< Oh, è stato un vero onore per noi! Cinquecento invitati, il matrimonio dell'anno! E poi la sua dichiarazione in mezzo alla sala prove, signor Andrea, è stata così romantica! >> si eccitò la ballerina dello spettacolo Per aspera ad astra: La via del successo.
<< Da come lo dici sembra quasi che speri che io faccia lo stesso per te... >> la prese in giro Lorenzo.
<< Perché, cosa c'è di male a sognare? >> fece la Clerici.
<< La sua fidanzata ha ragione, signor Molinari. L'amore deve essere sempre un po' un sogno, e un po' realtà. Vero, amore? >> replicò Guerrieri, cercando il consenso della neo-moglie.
<< Certo, tesoro. Proprio come è successo a noi >> sorrise la Fioretti, anche se il suo cuore stava dicendo tutta un'altra cosa.
Faceva il conto alla rovescia affinché le ore rimanenti di quelle nozze faraoniche passassero in fretta: non ne poteva più di interpretare il ruolo di sposa felice in quella pagliacciata.
***
Alla fine del rinfresco gli sposi si congedarono, guidando alla volta di Villa Guerrieri: avrebbero passato lì la prima notte di nozze, per poi partire il giorno successivo alla volta di Taormina, dove avrebbero passato la luna di miele.
Fabio e Milena Guerrieri avevano deciso di lasciare la grande casa alla nuova coppia, per quella notte, partendo a loro volta per la casa delle vacanze a Rapallo, nelle Cinque Terre.
Andrea portò in braccio Giulia fino alla camera da letto, come richiedeva la tradizione, ma quando la scaraventò sul letto matrimoniale con decisamente poca poesia, lo sguardo del giovane cambiò: nei suoi occhi azzurri balenò un lampo di astio.
<< Amore, che ti prende? >> domandò Giulia, ma il futuro avvocato la prese per un polso e le fece male.
<< Ascoltami molto bene. Io lo so perfettamente che quel bastardo che porti in grembo non è mio figlio, ma di quel delinquente del tuo amico di Sanremo, Lorenzo Molinari. Perciò se ci tieni alla tua incolumità, ti consiglio di fare tutto quello che ti dico io: quindi appena sgravi il tuo bastardo, sbrigati a dare alla luce dei figli miei, altrimenti giuro che renderò la tua vita un unico, lungo incubo a cui porrà fine solo la morte. E adesso fammi andare a dormire... >> la minacciò, per poi lasciarla e prendere il suo cuscino, dirigendosi verso la stanza accanto.
<< Andrea! >> lo richiamò lei, che non capiva.
<< Non intendo giacere con te fino a quando sarai incinta del figlio di quello. Dopo il parto adempiremo ai nostri doveri coniugali >> concluse lui, mentre la lasciava da sola.
La Fioretti capì definitivamente di essere finita in una trappola senza via d'uscita.
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