Capitolo 14

Genova, 13 febbraio 2017

La strada che da Sanremo tornava verso Genova ebbe un effetto terribile sulla psiche di Elena: era come se, insieme al mare, si allontanasse da lei anche la tranquillità di cinque giorni passati a sognare tra le stelle e i fiori, e a scoprire la sua storia personale che aveva lasciato dietro di sé uno strascico di domande, dubbi e bugie.
Rientrare nella villa che l'aveva vista nascere, crescere e realizzarsi, la prima volta le aveva tolto il fiato.
Quando Miriam l'aveva salutata calorosamente, chiedendole com'era andata, la Sebastiani era stata fredda.
<< Ma cosa succede? >> le domandò la matrigna.
Il volto di Elena si incupì. Guardò prima Miriam, poi suo padre, poi di nuovo la donna che le aveva fatto da madre.
<< Ma come puoi chiedermi una cosa simile? Tu, che lo sapevi. Che sapevi tutto... >> rispose disgustata.
<< Ma di che stai parlando? >> chiese la seconda moglie di Antonio Sebastiani.
<< Elena, ti prego... >> la supplicò questi.
<< Sto parlando di Giulia Fioretti e Lorenzo Molinari, i miei nonni. E di Alba Guerrieri, mia madre. Di tutte quelle persone di cui mi avete a malapena menzionato, o nascosto, l'esistenza. Sono stati degli estranei a raccontarmi di loro, mentre voi magari non avreste detto una parola... >> sbottò la ragazza, con le fiamme negli occhi.
Miriam guardò Antonio sconsolata. Fu il discografico a prendere la parola.
<< Elena, adesso basta. Tutte queste cose le abbiamo omesse per il tuo bene. Perché la nostra storia ha delle ombre, ombre calate su particolari schifosi, che una bambina non dovrebbe mai conoscere >> commentò.
Gli occhi della giovane si ridussero a due fessure.
<< Ma almeno è la nostra, di storia. E se non volete aiutarmi a scoprirla, lo farò da sola... >> concluse, trascinando i bagagli fino alla sua stanza, mentre i membri della servitù venivano incontro ai Sebastiani, sgomenti.

***

Non mise neanche a posto i vestiti: tolse le scarpe e si mise sul letto, tirando fuori dalla borsa il diario di sua nonna e la scatola a fiori contenente gli oggetti di Giulia, Rita, Eliana e Chiara.
Aprì la scatola e prese la catenina della nonna materna, si avvicinò allo specchio, si spostò i capelli e se la allacciò: cercò di vedere in quel riflesso il volto della Fioretti, cercando di riconoscere i tratti di Alba e anche i suoi. Tre generazioni in uno specchio.
Poi prese anche gli altri oggetti: indossò il fiocco di Eliana tra i capelli e il bracciale coi rubini di Chiara al polso destro; infine si infilò il rocchetto di Rita sull'indice della mano destra. Si sdraiò sul letto, rimanendo in silenzio, il battito del suo cuore come unico rumore che l'accompagnava.
Dopodiché si sedette, prese il quaderno di cuoio e tornò alla pagina dove aveva smesso di leggere, dove Giulia aveva scoperto di essere incinta e desiderosa di dirlo a Lorenzo.
Però lui si era riconsolato in fretta: ecco perché era un uomo pieno di rimpianti.
Ora Elena capiva tante cose. Ma adesso voleva la verità, voleva conoscere fino in fondo cos'era successo a sua nonna, tutte le cause che l'avevano portata a fare certe scelte.
Perciò trovò la pagina che le interessava e cominciò a leggere.

***

Sanremo, 12 febbraio 1967

Le recensioni sui due spettacoli uscirono proprio la mattina successiva, e per Eliana non era stata una bella sorpresa: perciò aveva pensato bene di andare a lamentarsi col suo amante.
<< La via del successo, proprio il sottotitolo ideale... I critici ci hanno stroncati! >> sbottò infatti.
<< Stroncati, che esagerazione... >> tentò di minimizzare Donati.
<< Esagerazione? Ti leggo la recensione del critico teatrale Teodoro Ansaldo: "La trama è banale, incentrata sulla classica Cenerentola che facendo gli occhi dolci all'uomo giusto riesce ad ottenere quello che vuole. La cura dei dettagli scarna e superficiale, adatta solo a riempire le sale di maschi selvaggi e libidinosi. La protagonista, una ballerina improvvisata attrice solo perché, come il suo personaggio, ha incontrato quello giusto, è carina ma volgare e incapace di stare su un palco che non sia quello dell'avanspettacolo... >> lesse la Martinetti, piena di livore.
<< Lo conosco, Teodoro Ansaldo. È un vecchio babbione che non ha idea di come il teatro sia andato avanti rispetto a come lo concepisce lui... >> la rassicurò lui.
<< Ma sono proprio i babbioni come lui che hanno il potere di distruggere quelle come me! "Carina ma incapace di stare su un palco che non sia quello dell'avanspettacolo"... Mi ha scambiata per mia madre, forse? >> sbuffò disperata lei.
Marco le cinse le spalle per calmarla; Eliana lo guardò sconsolata.
<< Che cos'ha Per aspera ad astra in meno dello spettacolo del dottor Viviani? Per quello Ansaldo ha speso parole bellissime... >> commentò amareggiata.
<< Quella di Oreste è stata una vittoria facile, che fa leva su questa fissazione della liberalizzazione dei costumi che serpeggia tra i giovani. Ma tanto siamo in Italia, e passato l'entusiasmo iniziale verranno i babbioni veri, molto più di Ansaldo, a stroncare quella pagliacciata... >> disse soddisfatto il capo degli autori.
La ballerina cercò di rasserenarsi, ma se da un lato desiderava al più presto una rivalsa, dall'altro non se la sentiva di portare sfortuna alle sue amiche.

***

Ben altra atmosfera si respirava mentre Viviani e l'entourage di Fate l'amore, non fate la guerra leggevano la meravigliosa recensione che Ansaldo aveva riservato loro.
<< Sentite qua... "È lo spettacolo più fresco e innovativo che si sia mai visto nella storia teatrale italiana degli ultimi vent'anni. Vivacità e irriverenza si coniugano perfettamente nella figura della protagonista, moderna e senza paura di sfidare le convenzioni sociali pur di guardare ad un mondo nuovo... >> enunciò soddisfatta Chiara, glorificata dalla bellissima descrizione del suo operato. << Beh, modestamente... >> si vantò poi, tra gli applausi generali. Solo Alberto era cauto. Non le aveva perdonato di essere stato lasciato da un giorno all'altro.
<< Il suo talento è indiscusso, signorina Nobili >> osservò Oreste.
<< Ma anche su Giulia vengono spese belle parole... >> continuò la bionda.
<< D...davvero? >> balbettò quest'ultima, incredula.
<< Ovvio. Aspetta, eccole: "Da contraltare fanno il garbo e l'educazione della coprotagonista femminile, che con la sua dolcezza ispira un sentimento di pace col mondo che poi è il senso delle teorie hippie che stanno cominciando a diffondersi al giorno d'oggi"... >> continuò la cantante.
<< Non pensavo addirittura di incarnare il movimento hippie... >> commentò la Fioretti, un po' imbarazzata. Non si era del tutto ripresa dalla visione di Lorenzo che si baciava con quella ballerina, mentre lei lo stava cercando per comunicargli che aspettava suo figlio.
<< Beh, io ho sempre detto che la nostra Giulia ha una marcia in più >> affermò Molinari. La ragazza gli lanciò un'occhiataccia che lo lasciò perplesso.
Seguì un silenzio parecchio lungo, che Rita pensò opportunamente di spezzare.
<< Ma dei miei vestiti? Non dice niente del fantastico lavoro della costumista, che guarda caso sarei io? >> intervenne.
Chiara rispose che sì, c'era qualcosa anche per lei nella recensione, e Giulia ringraziò la sua collega e amica con il labiale: aveva raccontato a lei, Eliana e alla Nobili quello che aveva visto la sera precedente, e quindi sapevano quanto qualsiasi frase di Molinari sarebbe stata fuori luogo.

***

Il giovane se ne accorse, perciò voleva sapere cosa passasse per la testa della donna che amava.
<< Giulia! Giulia, ma che hai? >> domandò, prendendola per un braccio.
<< Ma che vuoi da me? >> ribatté quest'ultima, infastidita.
<< Non riesco a capire cosa ti passa per la testa. Mi hai lanciato un'occhiata di fuoco... >> le fece notare lui.
<< Ah sì? Da quando ti interessa come ti guardo? Ieri sera non ci davi molto peso... >> lo sfidò lei.
<< Ieri sera? >> chiese l'uno.
<< Sì. Ti ho visto, a sbaciucchiarti con quella ballerina... >> gli rinfacciò l'altra.
<< Cosa vuoi tu da me, allora. Hai scelto Andrea, cosa avrei dovuto fare? >> replicò il primo.
<< Magari chiederti se avessi fatto la scelta definitiva >> rispose la seconda.
<< Ascolta, Giulia: io ti amo, ma non posso stare ai tuoi comodi. Non ti ho chiesto io, di scegliere la tua vita comoda accanto al tuo fidanzato storico che tenterà in tutti i modi di tarparti le ali >> la avvertì l'autore.
<< Non è vero. Mi ha detto che è fiero di me, e delle mie ambizioni >> lo confutò la sarta.
<< E io non ci credo. Sono sicuro che l'ha detto per farti cadere nella sua trappola... >> ribadì il ragazzo.
<< Sei ingiusto. La gente può cambiare il suo destino. Anche tu l'hai fatto, rifiutandoti di ricoprire il tuo ruolo di "figlio di papà". Perché non può farlo anche Andrea? >> rimbeccò la giovane.
<< Perché il tuo fidanzato è furbo. Si sta facendo remissivo per far sì che ti fidi di nuovo di lui. E tu ci stai cascando con tutte le scarpe... >> sottolineò Molinari, prima di andarsene.
Rimasta sola, la Fioretti cercò di dimenticare le parole di Lorenzo, ma non ci riuscì completamente: non solo stava per rinunciare al grande amore della sua vita, ma anche al padre biologico del suo bambino.

***

Rita era arrivata davanti all'entrata del teatro, dove le aveva dato appuntamento il dottor Viviani per una sorpresa, con il cuore che le batteva a mille: non vedeva l'ora di capire di cosa si trattasse; una mezza idea l'aveva, forse poteva trattarsi della questione dei suoi vestiti.
O forse voleva confessarle tutto il suo amore, anche se si conoscevano da pochissimo e avevano una grande differenza d'età e sociale.
Quando si presentò al luogo dell'appuntamento, vide Oreste in compagnia di un signore distinto e benvestito, di cui doveva essere coetaneo.
<< Signorina Roversi, finalmente è arrivata! >> la salutò.
<< Dottor Viviani... >> rispose la ragazza sorridendo, ma coi nervi a fior di pelle.
<< Volevo presentarle un mio amico. Si chiama Rosario Frigia, ed è un dirigente della Rai Radiotelevisione Italiana >> rispose l'autore, presentando lo sconosciuto accanto a lui.
<< De...della Rai? >> chiese sbigottita la giovane, sentendo nominare il luogo di lavoro dei suoi sogni.
<< Sì, esatto. Signorina Roversi, ieri ho letto la recensione di Teodoro Ansaldo riguardo il vostro spettacolo. Mi ha incuriosito parecchio la parte che riguardava i suoi costumi, ed è una parte molto importante, nel nostro mondo: gli attori, sia teatrali che televisivi, possono essere bravissimi, ma è importante soprattutto come si pongono. E alla Rai abbiamo un gran bisogno di gente come lei... >> continuò Frigia.
<< Come me? >> fece incredula la giovane sarta.
<< Vede... Stiamo preparando uno sceneggiato. "Questi nostri figli" di Francois Mauriac, per la regia di Mario Landi. Ci lavorano Andrea Lala e Nicoletta Guanlasco nei ruoli dei protagonisti... >> proseguì il dirigente Rai.
<< Andrea Lala e Nicoletta Guanlasco? >> fece incredula la dipendente del Teatro del Casinò. Credeva di stare sognando.
<< Proprio loro. Lo sceneggiato andrà in onda dal 25 marzo e sarà in quattro puntate. Abbiamo bisogno di costumiste competenti, che da un pezzo di stoffa possano trarre un capolavoro. Ed è quello che sa fare lei... >> dichiarò il professionista.
<< Io... Ecco... Dottor Viviani, lei sarebbe d'accordo? >> domandò la Roversi, guardando il suo superiore.
<< Rita, io sarei immensamente felice che lei possa riuscire a realizzare il suo sogno! >> esclamò Oreste.
<< Grazie! >> saltellò Rita, abbracciando di slancio quest'ultimo davanti a Rosario Frigia.
<< Scusi... >> si ricompose poi. Lo guardò e sorrise. Anche l'uomo ricambiò.
Era la giornata più bella che la giovane sarta potesse aver vissuto, almeno fino a quando non avrebbe messo piede negli studi di Via Teulada.

***

Quando Chiara uscì dal teatro a braccetto con Mattia, una folla di giornalisti e fotografi si accalcò intorno a loro.
<< Signorina Nobili, sono de "Il Messaggero". Quali sono state le sue impressioni sul debutto? >> domandò il primo, un uomo sulla trentina con i capelli castani ricci e gli occhiali rettangolari.
<< Ecco, devo dire che la trama dello spettacolo del dottor Oreste Viviani mi ha entusiasmata da subito, anche se consideravo il titolo un po' audace. Ma mi sono dovuta ricredere, date l'affluenza di pubblico e le recensioni positive... >> rispose la ragazza, a suo agio davanti ai microfoni e ai flash.
<< Signorina, io invece sono de "Il Corriere della sera". Volevo farle una domanda di genere sociologico: con questo suo ruolo crede che potrà diventare un'icona per i giovani? >> chiese un ragazzo sui venticinque anni, con i capelli pettinati a destra.
<< Lo spettacolo si chiama come uno slogan molto diffuso tra la gente della mia generazione. Quindi penso di sì, spero di diventare un'icona per loro >> replicò la ragazza.
<< Signorina Nobili... Io lavoro per "La Repubblica e volevo farle una domanda un po'... personale. Lei è felicemente fidanzata col qui presente signor Mattia Gentileschi, tra l'altro rampollo della classe industriale genovese e coautore di Per aspera ad astra: La via del successo. Com'è stare insieme a qualcuno che lavora per la concorrenza? >> si intromise una giovane donna con i capelli raccolti e gli occhiali rotondi.
Chiara la guardò come se avesse ficcato il naso nei suoi affari privati: sapeva che la notorietà comportava anche questo, ma le dava parecchio fastidio.
Allora fu Mattia a prendere la parola.
<< Per me e Chiara non è assolutamente un problema. Lavorare a due spettacoli opposti è per noi uno stimolo a migliorarci reciprocamente e ad essere fieri l'uno dell'altra >> dichiarò. La risposta piacque a tutti i presenti, che cominciarono a prendere appunti, mentre la giovane coppia si metteva in posa per essere inondata dai flash.
<< Guardate, ci sono Eliana Martinetti e Marco Donati! >> esclamò un altro giornalista, e il gruppo si spostò verso questi ultimi per intervistarli.
<< Signorina Martinetti, cosa ne pensa delle recensioni negative ottenute dallo spettacolo che la vede protagonista? Secondo lei Teodoro Ansaldo sbaglia? >> volle sapere il giornalista de "Il Messaggero".
<< La signorina Martinetti in questo momento non è tenuta a rilasciare interviste >> rispose prontamente il capo degli autori, facendosi largo e guidando la ballerina lontana da quel gruppo invasivo.
<< Come mai non hai voluto che rispondessi? >> domandò a quel punto la Martinetti, quando furono abbastanza lontani.
<< Beh, perché con una recensione come quella di Ansaldo che pende sullo spettacolo, qualsiasi cosa che potremmo dire alla stampa potrebbe essere usata contro di noi. Dobbiamo muoverci con cautela, e pianificare ogni nostra dichiarazione... >> spiegò Donati.
La giovane lo guardò come se fosse il suo unico porto sicuro, anche se nutriva qualche dubbio: le aveva promesso il successo più clamoroso, e invece già si trovava al centro di un polverone.

***

Genova, 12 febbraio 1967

Quella sera gli umori delle quattro coinquiline erano molto diversi tra di loro.
<< I giornalisti e i critici teatrali sono delle serpi velenose... Non hanno altro talento se non quello di sputare fango sull'operato degli altri! >> si lamentò Eliana.
<< Non devi prenderla a male, Eli. È tutta pubblicità che ti ritorna. Come si dice: "Nel bene o nel male, purché se ne parli"! >> la rassicurò Chiara.
<< "Alla faccia di chi ci vuole male", aggiungerei. I miei dicevano che ero matta e Renato mi disprezza, ma non mi importerà più del loro giudizio quando comincerò a lavorare in Rai! >> esclamò Rita.
<< Questo perché tu hai conosciuto l'uomo giusto. Non ci saresti mai arrivata da sola, con la concorrenza spietata che c'è lì >> le ricordò la Martinetti, imbronciata.
<< Abbiamo conosciuto tutte gli uomini giusti, ma questo non ci deve condizionare. Loro ci hanno solo fatto da mecenati, al resto ci pensa il nostro talento >> la redarguì la Nobili.
<< E poi non c'è solo Teodoro Ansaldo. Magari qualche altro critico parlerà bene anche di te. Parlerà bene di tutte noi... Vero, Giulia? >> fece la Roversi, richiamando la collega, che si stava preparando per andare a cena dai Guerrieri.
<< Sì? >> domandò distratta.
<< Parlavamo degli uomini giusti e dei nostri talenti >> spiegò Chiara.
<< Giulia ha l'uomo più giusto di tutti. È ricco, la ama e si conoscono da sempre >> analizzò Eliana.
<< Non sempre è un vantaggio... >> sospirò la diretta interessata.
<< Ma perché, avete litigato di nuovo e noi non lo sappiamo? >> intervenne la futura costumista della Rai.
<< Ma no... È che andare a cena dai miei futuri suoceri mi mette sempre un po' di soggezione... >> mentì la Fioretti. In realtà non faceva altro che pensare al bambino che aspettava da Lorenzo e alla poca affidabilità che il giovane Molinari le ispirava.
<< E allora in bocca al lupo >> le augurò la Nobili.
<< E torna vincitrice, mi raccomando! >> aggiunse Eliana.
Giulia sorrise agli incoraggiamenti delle amiche. Il rombo del motore della macchina decappottabile di Andrea le fece capire che non aveva scampo.

***

<< Ed è così che ti sei ritrovata dall'entourage del Festival di Sanremo alle scene dello spettacolo di punta del Teatro del Casinò... Se mi avessero detto prima che mio figlio avrebbe sposato una donna in carriera, non ci avrei mai creduto... >> commentò Milena Guerrieri durante la cena.
<< Sono molto fiero dei traguardi ottenuti da Giulia, mamma >> rispose Andrea, prendendo la mano della futura moglie.
<< Se mi permette, signora Milena, non ci avremmo creduto nemmeno Roberto e io. Giulia canticchiava, a dire la verità. Ma addirittura che diventasse la coprotagonista di uno spettacolo... Ecco, questo non ce lo saremmo mai aspettato >> replicò la signora Amanda Fioretti.
<< Mia moglie ha ragione. Nostra figlia ci ha letteralmente stupiti >> dichiarò il signor Roberto.
<< L'importante è che questo... lavoro non distolga la nostra Giulia dalle mansioni che competono ad una brava moglie, come la cura della famiglia e della casa... >> si sincerò l'avvocato Fabio Guerrieri.
Quei discorsi facevano girare la testa alla diretta interessata, che impallidì e vide che l'ambiente intorno aveva cominciato a vorticare.
<< Ma certo, papà. Giulia è una donna riservata, che ha dei sogni ma sa quali sono le sue priorità... >> ribadì il giovane fidanzato della Fioretti, accorgendosi subito dopo che quest'ultima si stava accasciando sulla sua spalla.
<< Giulia... Giulia, che ti succede? >> la chiamò, agitato.
<< È svenuta! >> esclamò Milena.
<< Dobbiamo fare qualcosa... >> commentò Roberto.
<< Prendetela per le gambe, così rinviene! Ma soprattutto lasciatela respirare... >> comandò Amanda.
<< Un medico, bisogna chiamare un medico! >> disse subito l'avvocato Guerrieri, avvicinandosi al telefono.

***

Il dottor Amedeo Guiscardi, un vecchio amico del padrone di casa, arrivò tempestivamente e visitò Giulia con attenzione; dopodiché, quando uscì dalla stanza, guardò negli occhi i presenti che si erano accalcati davanti alla porta della camera da letto dei coniugi Guerrieri e sentenziò la diagnosi.
<< La signorina Fioretti è incinta >> dichiarò.
<< Come sarebbe a dire che mia figlia è incinta? >> intervenne subito Amanda.
<< L'abbiamo educata ad essere rispettosa e morigerata! >> le diede manforte Roberto.
<< È incinta di ben due settimane! >> puntualizzò il medico.
<< Noi non immaginavamo proprio che... >> si stupì Milena.
<< Andrea, devi dirci qualcosa? >> domandò Fabio a suo figlio, guardandolo con espressione accigliata.
Il giovane era il più spiazzato di tutti; quello che più temeva era avvenuto: Giulia era stata tra le mani di Lorenzo, quando ancora c'era il Festival in corso.
Doveva correre subito ai ripari, prima che lei gli sfuggisse di nuovo, perciò decise di cogliere la palla al balzo.
<< Giulia e io abbiamo fatto il patatrac... Ma io l'amo, e sono pronto a prendermi tutte le responsabilità! >> giurò il ragazzo. Detto questo, entrò per vedere come stesse la sua fidanzata.
Sdraiata sul letto, quando lo vide arrivare si sentì terribilmente in colpa verso di lui. Le venne da piangere.
<< Andrea, io... Mi dispiace... >> confessò tra le lacrime. Ma questi le si avvicinò dolcemente, abbracciandola e accarezzandole i capelli castani.
<< Non ti preoccupare. Mi prenderò io cura di te e del nostro bambino >> le promise. Giulia lo guardò chiedendosi se fosse impazzito o se avesse qualcos'altro in mente. Non aveva mai avuto paura come in quel momento, ma sentiva che una via d'uscita non c'era, se non quella di diventare definitivamente la signora Guerrieri.

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