Capitolo 1
Sanremo, 3 febbraio 2017
Dagli inizi del mese di febbraio fino alla domenica successiva alla finale del Festival, Sanremo cambiava aspetto: era come se in quella prima decade del secondo mese dell'anno, quello che per i restanti 355 giorni era un tranquillo paese della provincia ligure diventava un vero e proprio red carpet, dove sfilavano cantanti, presentatori, ospiti nazionali e internazionali, e dove anche le persone normali, in quell'atmosfera di festa, si sentivano parte integrante di questo dorato mondo di sogno, nato sei anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale per far conoscere la meravigliosa musica italiana in tutto il mondo.
Non era la prima volta che Elena metteva piede sul suolo sanremese: suo padre ce l'aveva già portata quand'era piccola, ma era dall'età di diciotto anni che Antonio aveva voluto la figlia al suo fianco, per insegnarle a scovare un talento vero quando ne incontrava uno; e negli ultimi anni ne aveva conosciuti tantissimi: Arisa, Malika Ayane, Marco Mengoni, Noemi, Annalisa, il Volo, Valerio Scanu, Emma Marrone.
Ma quell'edizione era circondata da un'aura particolare, un'aura al contempo importantissima e tragica: ricorreva il cinquantenario dalla morte del cantautore Luigi Tenco, conterraneo della Sebastiani.
Tenco aveva presentato il brano "Ciao amore" nel Sanremo del 1967, e doveva cantarlo in coppia con la collega e compagna italo-francese Dalidà: solo che tale brano, la storia di un uomo che un giorno decide di lasciare la sua quotidianità e la sua fidanzata e di andarsene, nel periodo del Boom Economico venne considerato come diseducativo e perciò si classificò male, tanto da indurre il cantautore a ricorrere ad un gesto tanto estremo, per protestare nei confronti di quel pubblico che aveva mandato avanti "Io, tu e le rose", canzone di Orietta Berti, la quale rimase profondamente segnata da queste parole.
Elena aveva sentito che Tiziano Ferro avrebbe aperto la prima serata del Festival intonando le note di "Mi sono innamorato di te"; la Sebastiani lo seguiva dai tempi del singolo d'esordio "Xdono" e già lo aveva incontrato numerose volte per lavoro e lo riteneva una bella persona a livello caratteriale: l'idea di ritrovare un volto amico smorzava la tensione per quell'incarico di grandissima responsabilità che le era stato assegnato.
***
Alloggiava all'Hotel Sanremo, il più gettonato da tutte le persone gravitanti attorno al Festival per la posizione centrale e per la vicinanza con il Teatro dell'Ariston.
Quando la receptionist le disse che la sua stanza aveva la vista sul mare, la ragazza sorrise soddisfatta: non si era mai vantata di essere una figlia di papà, ma doveva ammettere che avere un cognome importante le procurava numerosi vantaggi.
La fortuna volle che fosse arrivata a Sanremo proprio all'ora di pranzo, quando il suo stomaco, talmente rimpicciolito dalla tensione all'orario della colazione da indurla ad ingerire a malapena tre biscotti e un caffè, si era allargato all'improvviso, reclamando il vuoto cosmico a cui la sua proprietaria l'aveva ingiustamente costretto.
Adorava la cucina dell'albergo in quei giorni dell'anno: era come se gli chef, dalla vita solitamente tranquilla, nella settimana sanremese si scatenavano al pari dei cantanti in gara, sul palco dell'Ariston; si presentò al caposala che, con un sorriso a trentadue denti, le indicò uno dei migliori tavoli del ristorante e le consigliò personalmente il piatto del giorno.
La giovane stava per andare a sedersi, quando una voce maschile, bassa, profonda e musicale, la chiamò per nome e cognome.
<< Elena? Elena Sebastiani? >> fece attirando la sua attenzione. La ragazza lo riconobbe e sorrise. Era Tiziano Ferro.
<< Tiziano! Che piacere vederti! >> esclamò andando incontro al suo tavolo e salutandolo con baci su entrambe le guance.
<< Anche per me! Ho saputo della tua carica... Praticamente il Festival dipende da te! >> rispose il cantautore in tono scherzoso. Elena rise appresso a lui: in bocca a lui, quel gravoso compito suonava molto più leggero.
<< Non me ne parlare... >> stette al gioco lei, alzando le mani.
<< Immagino che tu non abbia mangiato >> indovinò Ferro.
<< Immagini bene >> confermò la Sebastiani.
<< E allora siediti di fronte a me, che ci sono dei tonnarelli allo scoglio che fanno impallidire le aragoste! >> dichiarò l'artista.
<< Meno male che me li hai suggeriti... Altrimenti avrei fatto la fighetta ordinando l'aragosta! >> scherzò la figlia del discografico.
***
Tiziano Ferro aveva ragione: i piatti più semplici erano sempre i migliori.
<< Come sta Victor? >> gli chiese Elena, riferendosi al fidanzato del cantautore, che abitava oltreoceano. Era il dedicatario di "Potremmo ritornare", il singolo che Ferro aveva lanciato negli ultimi mesi del 2016.
<< Bene, anche se siamo entrambi sempre molto impegnati >> disse questi.
<< L'importante è che ci sia il sentimento. Poi si affrontano anche gli impegni >> commentò lei.
<< E tu hai qualcuno? Un fidanzato, o almeno una simpatia? >> volle sapere l'uno.
L'altra avrebbe voluto dirgli che non riusciva a tenere una relazione che durasse più di un anno perché non voleva fare progetti a lungo termine in quanto temeva che le tendenze suicide fossero ereditarie; ma sebbene il suo interlocutore fosse un uomo di rara sensibilità, non riusciva a rivelare questi suoi timori a nessuno, forse nemmeno ad ammettere questo fatto con sé stessa.
<< No, al momento nessuno. Non ho ancora trovato la persona giusta >> ammise invece.
<< Fai bene. La persona giusta non arriva subito. Bisogna avere pazienza >> decretò il primo.
<< Lo spero. Intanto però puoi usare questi miei racconti come spunto per una nuova canzone! >> suggerì la seconda.
Fu un pranzo veramente piacevole, poi i due si separarono: Ferro andò a provare la cover di Tenco, la Sebastiani a prendere un caffè prima di cominciare ufficialmente la sua avventura di coordinatrice.
***
Nonostante si stesse bene anche ai tavolini di fuori, Elena preferì ordinare il caffè e consumarlo all'interno del bar dell'Ariston: il sonno che le era mancato per tutta la notte prima della partenza stava cominciando a farsi sentire, e la brezza tiepida di quell'inizio di febbraio sicuramente le avrebbe fatto calare la palpebra.
<< Un caffè lungo, per favore >> fece una squillante voce femminile. Apparteneva ad una ragazza alta, con i capelli e gli occhi più scuri di quelli di Elena, lo sguardo vivace e il carattere brioso.
<< Aspetta, tu somigli a qualcuno... >> disse questa, rivolgendosi alla Sebastiani.
<< Mi chiamo Elena Sebastiani >> si presentò la giovane.
<< Ecco chi eri! La figlia di Antonio... Ho collaborato anche con lui! >> esclamò la prima.
<< Lodovica Comello! >> la riconobbe la seconda. La giovane interprete, prima di gareggiare al Festival di Sanremo, era stata una star delle telenovelas argentine come "Il mondo di Patty" e "Violetta".
<< In carne ed ossa. Tu invece sei cresciuta tantissimo... L'ultima volta che ho lavorato con tuo padre avevi tipo... Quanto, diciotto anni? >> cercò di ricordare la cantante.
<< Credo di sì. Comunque quest'anno sarò più dentro il Festival rispetto a mio padre... >> anticipò la discografica.
<< In che modo? >> chiese Lodovica.
<< Hai davanti la coordinatrice delle attività di Sanremo 2017! >> esclamò Elena.
<< Complimenti! Quindi ti spoilererai tutta la gara! >> si congratulò la Comello.
<< In realtà ho saputo soltanto che Tiziano farà una cover di "Mi sono innamorato di te" di Tenco... >> confessò la Sebastiani.
<< Io tra poco comincio a provare, ma comunque sicuramente il palco e i corridoi saranno affollatissimi... Tutti si vogliono Eeeeseeerciiitaaaareeeee uhhh yeah... >> rivelò la giovane interprete friulana, esibendosi in una serie di vocalizzi sull'ultima parola pronunciata.
Si salutarono ridendo, poi Elena decise di seguire il consiglio dell'amica.
***
Dopo che ebbe posato le valigie nella sua stanza, prese un taxi e si diresse fino al Teatro dell'Ariston: appena si presentò, gli uomini della sorveglianza la fecero entrare senza battere ciglio.
Quel luogo aveva sempre esercitato sulla giovane Sebastiani un fascino particolare, come se quei giorni di inizio febbraio non fossero soltanto una settimana di canzoni e celebrità, ma una vera e propria festa comandata, come il Natale e la Pasqua, attesa con trepidazione anche da chi non amava quella kermesse; suo padre le aveva spiegato qualunque cosa sul Festival, anche il fatto che non si era sempre svolto all'Ariston; infatti fino al 1977 la gara si era tenuta sempre al Teatro del Casinò di Sanremo, dove i cantanti potevano scatenarsi sia sul palco che al tavolo da gioco.
Elena non riusciva ad entrare nella psicologia dei ludopatici, ma non li giudicava: dopotutto anche lei aveva le sue particolarità, quindi non poteva considerarsi migliore di nessuno.
Quando vide le quinte del palco, la sua emozione crebbe; si avvicinò e notò che Carlo Conti e Maria De Filippi provavano e tra una pausa e l'altra si divertivano come matti: pensò che solo il potere della musica avesse la capacità di mettere sullo stesso palco il re della Rai e la regina di Mediaset.
<< Ciao amici! In diretta dal Teatro dell'Ariston, ecco a voi la mia collega Chiara Galiazzo! >> fece una voce maschile dal tono chiaro.
<< E il mio collega Michele Bravi! >> gli rispose una voce femminile dall'accento veneto.
Elena sorrise, avendo riconosciuto i due ex concorrenti del talent show "X Factor" delle edizioni 2012 e 2013, con cui in passato aveva anche collaborato.
Ridevano talmente tanto durante quella diretta su Instagram che spuntarono direttamente fuori da una quinta.
<< Questa diretta doveva essere molto divertente! >> esordì Elena.
<< Elena... Elena Sebastiani! >> esclamò Bravi. Il cantante di Città di Castello era classe 1994 e la Sebastiani invece 1992: erano praticamente coetanei. L'artista padovana invece era del 1986.
<< Anche tu qui a Sanremo? C'è anche tuo padre? >> domandò la Galiazzo.
<< Veramente lui verrà durante la settimana del Festival. Io invece sono qui in veste di coordinatrice delle attività, ma sono arrivata da alcune ore >> specificò la Sebastiani.
<< Allora mi sa che la prossima volta dovrai metterci in riga! >> scherzò Bravi.
<< Non ti preoccupare, Michele. Finché non conoscerò gli altri dipendenti sono ancora in borghese... >> rispose Elena.
<< Beh, allora nel frattempo facciamo una storia... >> la invitò Chiara.
Passando del tempo con i due concorrenti, sentì che la tensione si andava un po' ad allentare.
***
Il dovere la chiamò poco tempo dopo, quando Carlo Conti in persona le mandò un messaggio su WhatsApp per dirle che i dipendenti stavano arrivando tutti al teatro; per poco non svenne dall'emozione, dato che c'erano Michele Bravi e Chiara Galiazzo a sostenerla.
La accompagnarono dentro, dove sentì centinaia di occhi puntati addosso e per un attimo pensò di scappare, ma Conti e la De Filippi le rivolsero dei sorrisi incoraggianti, per cui la ragazza prese la parola con serenità: << Buonasera a tutti. Come potete vedere è la prima volta che ricevo un incarico così prestigioso, per cui sono parecchio emozionata. So che questa è una grande responsabilità, perciò vorrei che la sostenessimo tutti insieme, perché siamo una squadra. Perciò mettiamoci al lavoro! >>.
Un lungo applauso seguì alle sue parole. Elena si sentì lusingata.
Poco dopo notò un gruppo di persone avvicinarsi a lei: erano due ragazzi e una ragazza.
<< Elena, finalmente ti conosciamo! >> le venne incontro la giovane donna. Aveva lunghi capelli biondi raccolti in una coda e grandi occhi celesti.
<< Abbiamo sentito tanto parlare di te >> aggiunse il primo dei due ragazzi, che aveva capelli ed occhi scuri.
<< Se lo diciamo ai nostri nonni direbbero che sei identica a Giulia e Lorenzo... >> osservò il secondo, dai capelli castani e scintillanti occhi verdi.
<< Chi sono Giulia e Lorenzo? Sicuri che non vi siate sbagliati? Mio padre si chiama Antonio e mia madre Alba... >> rispose Elena, visibilmente confusa.
<< Oh no, non ci siamo sbagliati affatto. I nostri nonni hanno lavorato tutti a Sanremo nel 1967. I tuoi nello specifico si chiamavano Giulia Fioretti e Lorenzo Molinari, e si sono amati nonostante tutto e tutti >> insistette la ragazza bionda.
<< Non è possibile... >> mormorò la prima.
<< Invece sì. Tra l'altro Lorenzo Molinari e mia nonna Chiara sono fratellastri, quindi noi siamo praticamente parenti! Comunque sono Carla Grandini >> replicò la seconda.
<< Jacopo Lo Monaco >> si presentò il ragazzo dai tratti più scuri.
<< Umberto Di Biase >> gli fece eco quello dai tratti più chiari. Elena si sentì scrutata da quegli occhi verdi.
<< Voi... voi state mentendo... Non sapete niente di me, non potete sapere niente di me! >> fece sconvolta la Sebastiani, indietreggiando, per poi correre via, fuori dall'Ariston fino all'Hotel Sanremo.
Correndo fino all'ascensore, per poco non andò a sbattere alla figura che ne usciva per dirigersi nella hall: davanti a lei comparve un ragazzo sui trentacinque anni, alto e pieno di riccioli neri. Era il cantautore Ermal Meta.
<< Elena! >> la riconobbe.
<< Oddio... Scusami, Ermal. È che sono scappata dall'Ariston, sono la nuova coordinatrice delle attività e avevo anche fatto un buon discorso motivazionale, ma poi... >> si affrettò a spiegare la ragazza.
<< Ti è venuta l'ansia da prestazione >> immaginò Meta.
<< Diciamo di sì... >> mentì Elena.
<< Capita. Ma tu sei cresciuta con la musica, e vedrai che questo ti aiuterà ad esorcizzare la paura, ne sono sicuro >> ribatté saggiamente l'artista nato in Albania ma cresciuto a Bari.
<< Ci proverò. Grazie, Ermal. E buone prove >> si congedò lei.
<< Buon lavoro a te >> le augurò lui, mentre andavano in direzioni opposte.
Elena pensò che sotto quei capelli si nascondesse un volto molto bello. Poi le parole dei tre ragazzi all'Ariston incupirono di nuovo i suoi pensieri, mentre tornava nella sua stanza.
***
Aveva solo bisogno di riposare, quel pomeriggio che volgeva verso la sera: ma più provava a chiudere gli occhi, più rivedeva davanti agli occhi la figura sfocata di sua madre, alla quale si erano aggiunte quelle nitide dei tre ragazzi che le avevano rivolto la parola e infine quei fantomatici nonni materni alla cui esistenza non credeva neanche un po'; non sapeva nulla dei parenti di sua madre, non aveva neanche fatto in tempo a presentarglieli o forse non aveva mai voluto. Avrebbe voluto telefonare a suo padre, per chiedergli un minimo di spiegazione: forse lui sapeva una serie di verità nascoste che combaciavano con il racconto di Carla, Jacopo e Umberto.
Stava per prendere il cellulare, quando sentì bussare alla porta.
<< Chi è? >> scattò subito.
<< Sono la cameriera. C'è una visita per lei >> rispose una voce femminile. Elena andò ad aprire, perché se fossero stati di nuovo quei tre, voleva cacciarli di persona.
Invece si ritrovò davanti un uomo sui settantacinque anni, ben vestito e ancora molto affascinante. Aveva i capelli bianchi e gli occhi azzurri.
<< Chi è lei? >> domandò subito, scrutandolo sospettosa.
<< Mi chiamo Lorenzo Molinari e sono stato un autore, almeno fino alla pensione. E soprattutto, sono suo nonno. Suo nonno materno >> si presentò lo sconosciuto.
Nella mente le parole di quest'ultimo si ricollegarono a quelle di Carla, Jacopo e Umberto.
<< No, anche lei no! >> gridò fuori di sé e facendo per chiudere la porta di scatto. Ma Lorenzo, che era ancora un uomo abbastanza vigoroso, vi si infilò per impedirglielo.
<< So che può sembrare assurdo, ma è tutto vero... Le lascio il mio recapito e l'aspetto al bar dell'Ariston. Ai tavolini di fuori >> le comunicò mettendogli il cartoncino in mano.
<< Se ne vada subito o chiamo la sicurezza >> replicò la Sebastiani, gli occhi pieni di lacrime ridotti a due fessure.
Lorenzo si tolse dalla porta e lei poté finalmente chiudere. Fu tentata di appallottolare il biglietto da visita e buttarlo nel cestino, ma tutto quello che fece fu accasciarsi a terra e piangere.
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