Dopo quello che mi ha detto Liam, la mia testa è un casino.

Carl mi piace?

Mi vede davvero in quel modo?

E se sì… io cosa voglio?

Non ho risposte.

Così faccio quello che so fare meglio: ignoro la cosa.

Mi allontano dal cancello e mi dirigo verso la zona delle case, cercando di non pensarci.

Ed è lì che incontro lei.

È seduta sopra il muretto vicino alla piazza, con un coltello in mano e una mela mezza sbucciata nell’altra.

Sembra calma.

Sembra nel suo mondo.

E forse proprio per questo, mi fermo.

Lei alza lo sguardo su di me, mi osserva un attimo, poi inclina la testa.

«Tu sei la ragazza nuova.»

Inarco un sopracciglio. «Zaira.»

Enid annuisce piano. «Lo so.»

Io alzo un sopracciglio. «E tu chi saresti?»

«Enid.»

Silenzio.

Lei torna a sbucciare la mela, come se non gliene fregasse niente della conversazione.

E questo, per qualche strano motivo, mi fa ridere.

Mi avvicino e mi appoggio al muretto accanto a lei.

«Tu non parli molto, eh?»

Enid scrolla le spalle. «Di solito no.»

Sorrido appena. «Mi piaci già.»

Lei mi guarda di lato, e per la prima volta, accenna un sorriso.

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Non so come succede.

Non so quando succede.

Ma da quel giorno, io ed Enid siamo sempre insieme.

Parliamo.

Ci confidiamo.

Facciamo spedizioni insieme.

Lei è l’unica che capisce certe cose senza che io debba spiegarle.

L’unica che non mi fa domande stupide.

L’unica che non cerca di cambiarmi.

Ed è proprio per questo che, quando le dico del casino tra me e Carl, lei non mi guarda con sorpresa.

Si limita ad annuire, come se avesse già capito tutto prima di me.

E poi, con un mezzo sorriso, sussurra:

«Buona fortuna.»

E io capisco che ne avrò bisogno.