un aiuto


Il mattino successivo arrivò più in fretta di quanto avessi voluto.

La luce filtrava dalla finestra, tagliando la stanza in strisce dorate. Per un momento rimasi immobile, fissando il soffitto. Il coltello che Carl mi aveva restituito la sera prima era poggiato accanto al letto.

Ripensai al suo sguardo freddo e a come, in un attimo, avesse ribaltato la situazione.

Non mi sarei fatta cogliere di sorpresa di nuovo.

Mi alzai lentamente, facendo scrocchiare le articolazioni. La casa era silenziosa, segno che Rick e Michonne erano già usciti.

Meglio così.

Scivolai giù per le scale e mi ritrovai davanti alla porta. La aprii, lasciandomi avvolgere dall'aria fredda del mattino.

Alexandria sembrava ancora immersa in quella tranquillità forzata. Le persone si muovevano con calma, come se la morte non stesse aspettando appena fuori dalle mura.

Non mi fidavo di quella pace.

Una voce ruvida mi fece voltare.

«Ehi!»

Uno degli uomini, con una barba incolta e uno sguardo diffidente, si avvicinò. Portava una camicia a quadri stropicciata e un coltello legato alla coscia.

«Ti hanno detto che non puoi restare con le mani in mano, vero?»

Lo fissai, impassibile.

«Vieni. C'è lavoro da fare.»

Lo seguii in silenzio fino a un capanno vicino alle mura. Casse di legno e sacchi di provviste erano sparsi ovunque.

«Porta queste alla dispensa. Non ti perderai, vero?»

Gli rivolsi uno sguardo freddo. «Dubito sia così complicato.»

Lui ghignò, voltandosi.

Sollevai la prima cassa. Il peso non era un problema. La fatica fisica mi aiutava a pensare.

Continuai a spostare casse finché non sentii una voce dietro di me.

«Più tardi ti raggiungerà qualcuno per darti una mano.»

Mi voltai lentamente.

Non risposi.

Non mi serviva aiuto.

Non lo volevo.

Continuai a lavorare, ma la mente era altrove. Chi avrebbero mandato?

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top