troppo vicino
Carl non si muove.
È lì, accovacciato davanti a me, il viso sporco di sangue, il petto che si solleva ancora veloce per il combattimento.
Mi guarda. Troppo.
Troppo da vicino. Troppo a fondo.
Io non riesco a guardarlo.
Stringo le braccia attorno al corpo, cercando di controllare il tremore che mi scuote dall’interno. Non voglio che mi veda così.
Non voglio che sappia.
Ma lui sa già.
Lo sento nel modo in cui la sua espressione è cambiata.
Non c’è più ironia.
Non c’è più sfida.
Solo qualcosa di più pesante. Di più reale.
Lui apre la bocca, poi si ferma.
Come se stesse cercando le parole giuste.
Come se sapesse che qualsiasi cosa dirà potrebbe farmi crollare.
Alla fine, parla.
«Non è la prima volta.»
Non è una domanda.
È una certezza.
E mi fa male.
Stringo i denti. Non voglio rispondere.
Non voglio dargliela vinta.
Ma il silenzio che si crea tra di noi è assordante.
Carl si sposta appena. Non troppo. Solo abbastanza per lasciarmi spazio.
«Non sei più lì.»
La sua voce è bassa, calma.
«Non sei più con lui.»
Chiudo gli occhi per un secondo. Solo per un dannato secondo.
E vedo ancora il volto di mio padre.
Le sue mani.
Le sue urla.
I suoi occhi soddisfatti ogni volta che mi spezzava un po’ di più.
Un brivido mi attraversa il corpo.
Carl lo nota.
Lo so, perché quando riapro gli occhi, il suo sguardo è ancora più serio.
Dannazione.
Sbatto le palpebre, cercando di allontanare il nodo che mi si è formato in gola.
«Dobbiamo andarcene.»
La mia voce è piatta. Spenta.
Carl mi studia ancora un istante.
Poi annuisce.
«D’accordo.»
Si alza, porgendomi la mano per aiutarmi.
Io la ignoro.
Mi alzo da sola.
Non voglio che mi tocchi.
Non perché temo lui.
Ma perché temo quello che il mio corpo potrebbe ricordare.
Carl abbassa appena la mano, ma non si offende.
Mi conosce abbastanza per sapere che non è il momento.
«Andiamo.»
Faccio un passo avanti, evitando il sangue a terra, evitando di guardare i corpi immobili degli uomini che ci hanno attaccato.
Carl mi cammina accanto, sempre mezzo passo più vicino di quanto dovrebbe.
Come se volesse proteggermi.
Come se ne avessi bisogno.
Ma forse, per la prima volta in vita mia, ne ho bisogno davvero.
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