Ti Amo


La tensione tra me e Zaira è ancora nell’aria.

Sono passate ore da quando mi ha baciato e poi ignorato.

E io sto impazzendo.

So che ho sbagliato, so che la tratto sempre come se dovessi proteggerla da tutto.

Ma cazzo, non posso farne a meno.

E adesso, devo risolvere questa cazzo di situazione.

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Ci fermiamo vicino a un vecchio capannone per fare il punto della situazione.

Rick e Daryl stanno discutendo sulle prossime spedizioni.

Io?

Io ho occhi solo per lei.

Zaira è seduta su una cassa, le braccia incrociate, lo sguardo lontano.

Mi avvicino piano, mi abbasso davanti a lei.

Lei mi ignora.

Sospiro forte.

«Zaira.»

Nessuna risposta.

Provo di nuovo.

«Fenice.»

Questa volta, le sue labbra si piegano leggermente.

Piccolo segno di vittoria.

Le prendo la mano, la stringo tra le mie.

Lei ci guarda per un secondo, poi sospira.

«Sei uno stronzo.»

Sorrido.

«Lo so.»

Lei fa finta di essere ancora arrabbiata.

Ma poi mi tira verso di sé.

E mi bacia.

Dolce. Lento.

Come se finalmente si fosse tolta quel peso di dosso.

E Cristo, quanto mi è mancata.

Quando si stacca, mi fissa con quegli occhi scuri che mi fregano ogni volta.

«La prossima volta che mi tratti come una bambina, ti spezzo un dito.»

Sorrido contro le sue labbra.

«Ne vale la pena.»

Lei mi colpisce il petto con un pugno leggero, ridendo piano.

E capisco che abbiamo fatto pace.

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Quella sera, finalmente torniamo a casa.

Alexandria si vede in lontananza, le luci accese, il cancello aperto.

Appena entriamo, tutti si rilassano.

Rick parla con Michonne, Daryl si allontana verso casa.

Io e Zaira?

Andiamo subito da soli.

Appena chiudo la porta di casa, lei mi abbraccia.

Forte.

Come se anche lei avesse avuto paura che qualcosa andasse storto.

Io le bacio la testa, le stringo la vita.

E finalmente, dopo tre giorni di merda, tutto è di nuovo al suo posto.

La tengo stretta.

Non voglio lasciarla andare.

Dopo tre giorni di merda, di pericoli, gelosie, litigi… finalmente siamo a casa.

Zaira nasconde il viso contro il mio petto, il suo respiro caldo contro la mia pelle.

«Mi sei mancato,» mormora piano.

Sorrido, le passo una mano tra i capelli.

«Ero sempre con te, Fenice.»

Lei sospira, stringendomi di più.

«Lo so… ma mi sei mancato lo stesso.»

Mi fermo.

Le mie mani le accarezzano piano la schiena, sento il suo cuore battere contro il mio.

E in quel momento, lo capisco.

Questa ragazza è tutto per me.

Non importa quante volte litighiamo, quanto mi renda pazzo, quanto io voglia prenderla a schiaffi e baciarla allo stesso tempo.

È lei.

È sempre stata lei.

Abbasso lo sguardo, la stringo ancora di più.

E senza pensarci, le sussurro all’orecchio:

«Ti amo.»

Zaira si irrigidisce appena.

Poi si stacca leggermente, mi guarda negli occhi.

E Cristo, quel suo sguardo mi distrugge.

È sorpreso.

Emozionato.

Come se non se lo aspettasse.

Come se lo stesse aspettando da sempre.

E poi, senza esitazione, mi sorride piano.

«Ti amo anch’io.»

Sento il cuore saltarmi in gola.

E prima che possa dire altro, la bacio.

Come se fosse l’unica cosa che mi serve per restare in vita.

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