Gli amici di Carl parlano, ridono, scherzano tra loro.

Ma dopo qualche minuto, lo notano.

Notano come sono seduta su di lui.

Notano dove ha messo la mano.

E soprattutto, notano che Carl non sembra minimamente intenzionato a toglierla.

Uno di loro alza un sopracciglio, guardandoci con un sorriso divertito.

«Okay, allora… ora dobbiamo chiedercelo sul serio.»

Carl non si muove. Non dice nulla.

Ma so che ha già capito dove vogliono arrivare.

«Che cazzo c’è tra voi due?»

La domanda rimane nell’aria.

Tutti ci guardano, aspettando una risposta.

Io incrocio le braccia al petto, inclinando la testa di lato.

Aspetto che risponda lui.

Carl sospira piano.

E poi, senza fretta, stringe leggermente la presa sul mio sedere.

Apposta.

Mi sfida.

Mi provoca.

E poi parla.

La sua voce è calma, quasi annoiata.

Ma il suo sguardo brucia.

«Niente che vi riguardi.»

I ragazzi ridono, ma so che stanno ancora cercando di capire.

So che stanno ancora cercando di dargli un nome.

Ma il problema?

Il problema è che nemmeno noi sappiamo cos’è.