Senza Nasconderci

La sera, Enid e gli amici di Carl ci convincono a uscire.

Nulla di particolare.

Solo un po’ di tempo fuori, a rilassarci, come se il mondo non fosse andato a puttane.

Io non ero convinta.

Ma Carl ha detto “Andiamo” senza neanche pensarci.

E se lui viene, io vengo.

Perché ora è così.

Siamo insieme.

Non serve più discuterne.

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Siamo seduti vicino a un fuoco, in uno spiazzo aperto vicino alle mura.

I ragazzi parlano, ridono, si prendono in giro.

Enid è accanto a me, con un sorrisetto divertito mentre osserva Carl.

Perché Carl non si è staccato da me neanche per un secondo.

Se sto in piedi, mi tiene per la vita.

Se mi siedo, mi fa sedere tra le sue gambe.

Se qualcuno mi parla, mi tiene la mano.

Non lo fa in modo plateale.

Non è una sceneggiata.

Lo fa come se fosse normale.

E forse per lui lo è.

Ma per me?

Per me è strano.

Perché mi aspettavo che non volesse farsi vedere così davanti ai suoi amici.

Mi aspettavo che, con loro, saremmo stati diversi.

E invece no.

Carl non si nasconde.

Carl non ha paura di farmi vedere come sua.

E il problema?

Il problema è che non so come gestirlo.

Ad un certo punto, Enid si avvicina di più e mi sussurra:

«Ti ci abituerai.»

Mi giro verso di lei, confusa.

Lei sorride appena.

«Carl non è il tipo che finge. Se ti vuole, lo vedi.»

Io abbasso lo sguardo per un secondo.

E quando lo rialzo, Carl mi sta già guardando.

Non dice nulla.

Ma il suo sorriso leggero, la sua mano che stringe appena la mia, dicono tutto.

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