Senza Dirlo a Nessuno


Io e Carl non abbiamo detto niente a nessuno.

Non abbiamo annunciato nulla.

Non abbiamo spiegato cosa siamo.

Ma lui si comporta come se non servisse farlo.

Come se fosse ovvio.

Come se tutti dovessero già saperlo.

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Ogni volta che siamo in giro per Alexandria, succede qualcosa.

Carl si mette sempre troppo vicino.

Se stiamo camminando, la sua mano sfiora la mia.

Se ci fermiamo a parlare con qualcuno, il suo braccio finisce sulle mie spalle.

Se mi siedo da qualche parte, dopo due minuti mi ritrovo sulle sue gambe.

Non lo fa con arroganza.

Non lo fa per vantarsi.

Lo fa come se fosse normale.

E a me fa strano.

Non perché non mi piaccia.

Ma perché non mi è mai successo.

Essere la ragazza di qualcuno.

Essere protetta senza sentirmi soffocare.

Carl non mi soffoca.

Mi lascia spazio.

Ma allo stesso tempo, fa capire a tutti che sono sua.

Anche senza parole.

E gli altri?

Gli altri lo notano.

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Siamo in cucina, seduti al tavolo con Enid e un paio di amici di Carl.

Sto bevendo qualcosa, tranquilla, quando Carl allunga una mano e mi prende il polso.

Senza dire nulla, inizia a giocherellare con le mie dita.

Io mi blocco un secondo.

Non per paura.

Solo perché non me l’aspettavo.

Lo guardo di lato.

Lui è rilassato, non mi sta neanche fissando.

Semplicemente, lo fa.

E ovviamente, gli altri lo notano.

Enid solleva un sopracciglio.

«Quindi?» chiede, divertita. «Voi due siete ufficiali adesso?»

Io apro bocca per rispondere.

Ma Carl mi batte sul tempo.

«È ovvio.»

Mi giro di scatto verso di lui.

Lui sorride appena, senza imbarazzo.

Come se non fosse una novità.

Come se io dovessi già saperlo.

«Non lo abbiamo detto a nessuno,» ribatto, incrociando le braccia.

Carl si appoggia allo schienale, troppo sicuro di sé.

«Non c’era bisogno.»

Gli altri ridono.

Io lo fulmino con lo sguardo.

Ma il problema?

Il problema è che, nel profondo, so che ha ragione.

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