pareggi
Carl non si muove.
E nemmeno io.
I nostri respiri sono pesanti, il calore dei corpi ancora teso dopo la lotta.
Poi, all’improvviso, lui sorride.
Troppo sicuro.
Troppo arrogante.
E capisco.
Nel momento in cui allento appena la presa, Carl scatta.
Con un movimento rapido, mi afferra per il fianco e mi sbilancia, facendomi cadere su un fianco accanto a lui.
Prima che possa reagire, si allontana.
Si mette in piedi, mi tende una mano.
«Chiamalo pareggio.»
Lo fisso, stringendo i denti.
Carl ride. «Odi perdere, eh?»
Lo ignoro e mi rialzo senza il suo aiuto, spolverandomi i vestiti.
«La prossima volta non sarai così fortunato.»
Lui si infila il cappello, ancora con quel sorriso soddisfatto. «Vedremo.»
Fine della lotta.
Ma il nostro gioco non è finito.
---
La sera è scesa su Alexandria, e il buio porta con sé il solito silenzio innaturale di questo posto.
Io e Carl siamo davanti a una delle case vuote, una discussione esplosa dal nulla.
Non so nemmeno come sia iniziata.
Forse per il mio solito atteggiamento.
Forse per il suo modo di non lasciarmi mai in pace.
Forse perché ci stiamo spingendo troppo oltre.
«Che cazzo vuoi da me, Carl?» sbotto, incrociando le braccia.
Lui scuote la testa, gli occhi che brillano sotto la luce fioca del lampione.
«Voglio che smetti di fingere.»
Stringo la mascella. «Fingere cosa?»
Carl si avvicina di un passo.
Io non mi muovo.
«Che non te ne frega niente.»
Il mio cuore batte più forte.
«Perché ti ostini così tanto?» sibilo.
«Perché vedo quello che non vuoi mostrare.»
Faccio per girarmi, ma Carl si muove prima.
Un passo avanti.
Una mano al mio polso.
Un secondo dopo, sono contro il muro.
Il mio respiro si ferma per un istante.
Carl è davanti a me, troppo vicino.
La sua presa non è forte, ma è ferma.
La sua voce è bassa, quasi un sussurro.
«Guardami e dimmi che non hai bisogno di nessuno.»
Il suo sguardo brucia, scava dentro di me, e io odio che lo faccia.
Ma, più di tutto, odio che non riesco a dirglielo.
Non questa volta.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top