Il tempo per parlare è finito.

Se quei tizi sono ancora qui, significa che vogliono qualcosa.

E non staremo fermi ad aspettare di scoprirlo.

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Rick organizza subito una squadra.

Io, Carl, Daryl, Michonne, Aaron e Rosita.

Dobbiamo trovarli.

Capire chi cazzo sono.

Capire se sono un problema.

Ma so già la risposta.

Lo sono.

E questo non finirà bene.

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Ci muoviamo veloci nel bosco.

Le armi ben salde nelle mani, i sensi all’erta.

Ci muoviamo come fantasmi tra gli alberi.

Come predatori in cerca di una preda.

Ma la verità?

Forse noi siamo la preda.

E quando li vediamo, lo capisco subito.

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Sono in piedi in una radura.

Sette uomini.

Vestiti di scuro.

Tutti con quel cazzo di taglio sulla guancia.

Sembrano tranquilli.

Troppo tranquilli.

Come se sapessero che saremmo venuti.

Come se stessero aspettando proprio noi.

E questo?

È un cazzo di problema.

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Rick fa un passo avanti.

Parla con la sua solita calma letale.

«Chi siete?»

Un uomo sorride appena.

È alto, capelli corti, occhi scuri e vuoti.

Non ha paura.

Non è sorpreso.

Sapeva che saremmo arrivati.

E questo mi fa incazzare.

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«Mi chiamo Elias.»

La sua voce è calma. Troppo calma.

Si guarda attorno, osserva ognuno di noi.

Poi il suo sguardo si ferma su di me.

E Cristo.

Non mi piace per niente.