Oltre le Mura
La mattina è fresca, il sole appena sorto tinge Alexandria di una luce dorata.
Io e Carl ci prepariamo per la spedizione.
Un’altra fuori dalle mura.
Un’altra missione che potrebbe finire bene o di merda.
Ma stavolta, qualcosa è diverso.
Stavolta, stiamo insieme.
E questo significa che, anche se non lo dice, Carl farà di tutto per proteggermi.
E, anche se non lo dico, anch’io farò di tutto per proteggere lui.
---
Mi chiudo in camera per vestirmi.
Apro l’armadio, prendo i vestiti più comodi e resistenti per una missione come questa.
Pantaloni neri aderenti, elastici ma resistenti.
Un top a maniche lunghe grigio, aderente ma leggero
Sopra, una giacca di pelle nera, quella che ho trovato in una delle spedizioni passate.
Ai piedi, i soliti stivali da combattimento, allacciati fino alla caviglia.
Mi lego i capelli in una coda alta, stretta, così non mi daranno fastidio se dovremo combattere.
Infine, la pistola alla cintura e il coltello legato alla coscia.
Pronta.
Quando esco, Carl è già lì.
Appoggiato al muro, le braccia incrociate, il cappello abbassato sugli occhi.
Mi squadra dall’alto in basso.
Non dice nulla.
Ma il suo sguardo parla da solo.
«Smettila di guardarmi così,» dico, incrociando le braccia.
Carl sorride appena.
«Non è colpa mia se il tuo culo sta bene in quei pantaloni.»
Lo fulmino con lo sguardo.
Lui ride piano.
E solo allora noto come è vestito lui.
Jeans scuri e aderenti, leggermente consumati.
Maglietta nera a maniche lunghe, arrotolate fino ai gomiti.
La fondina con la pistola su un fianco, il coltello sull’altro.
E, ovviamente, il cappello da cowboy.
Sempre lui.
Sempre dannatamente Carl.
La spedizione ci porta lontano, in un paesino abbandonato fuori Atlanta.
Io e Carl siamo in prima linea, come sempre.
Ma stavolta, lui è più protettivo.
Cammina accanto a me, mai troppo lontano.
Se ci fermiamo a controllare qualcosa, mi tocca sempre.
Una mano sulla mia schiena.
Un braccio che mi sfiora mentre si china.
Un contatto costante.
E io?
Io non dico niente.
Perché, per la prima volta, non mi dà fastidio.
---
Arriviamo in un quartiere con case diroccate e negozi saccheggiati.
Troviamo un’armeria.
Sembra un buon posto.
Ma quando entriamo, qualcosa non va.
Sento un rumore.
Qualcosa di pesante che si trascina.
E poi lo vediamo.
Un’orda di vaganti
Troppi.
Troppo vicini.
Carl mi afferra subito per il braccio.
Mi tira indietro, il suo respiro accelerato.
«Dobbiamo andarcene. Ora.»
Io annuisco.
Ma nel profondo, so già che non sarà così facile.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top