Occhi negli Occhi


Non possiamo aspettare.

Se loro ci stanno osservando, allora dobbiamo osservare loro.

Dobbiamo capire chi cazzo sono, cosa vogliono.

E, soprattutto…

Se sono un problema.

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Mi giro verso Zaira.

Lei non dice nulla, ma so già che ha pensato la stessa cosa.

I suoi occhi sono freddi, taglienti.

Non ha paura.

E io?

Nemmeno.

Annuisco piano.

«Andiamo.»

Lei afferra il coltello.

Io carico il fucile.

E senza dire altro, ci infiliamo nel bosco.

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Muoversi tra gli alberi è facile.

Sappiamo dove mettere i piedi, dove nasconderci, quando fermarci.

Non facciamo rumore.

Siamo solo ombre tra le ombre.

Proprio come loro.

E quando li vediamo?

Ci fermiamo.

Osserviamo.

E quello che vediamo…

Non ci piace per niente.

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Sono in sei.

Tutti vestiti in modo simile.

Strati di pelle, giacche nere rovinate.

Ma la cosa strana?

Hanno tutti lo stesso segno.

Un taglio sulla guancia destra, lungo, preciso.

Come una cicatrice fatta apposta.

Un marchio.

Un simbolo.

Zaira si avvicina leggermente a me, il suo respiro appena percettibile.

«Lo vedi?» sussurra.

Annuisco, senza distogliere lo sguardo.

«Sì.»

Uno di loro si gira per un secondo, e per la prima volta…

I nostri occhi si incontrano.

Il suo sguardo è vuoto.

Nessuna sorpresa.

Nessuna paura.

Come se sapesse già che siamo qui.

Come se ci aspettasse.

E Cristo.

Non mi piace per niente.

Tornare ad Alexandria non è facile.

Non dopo quello che abbiamo visto.

Ma non abbiamo scelta.

Dobbiamo dire a Rick quello che sappiamo.

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Appena arriviamo, andiamo dritti da lui.

Rick è nel suo ufficio, Michonne accanto a lui.

Entriamo senza bussare.

Lui ci guarda, le sopracciglia aggrottate.

«Che diavolo succede?»

Io mi appoggio alla scrivania, Zaira resta in piedi accanto a me.

«Li abbiamo visti.»

Rick si irrigidisce.

Michonne si avvicina un po’ di più.

«Cosa?»

Zaira incrocia le braccia, seria come non mai.

«Gli uomini che ci osservavano. Sono organizzati. Hanno tutti lo stesso taglio sulla guancia.»

Rick ci fissa per un attimo, poi si passa una mano sulla barba.

«Quindi non erano solo vaganti. E non erano solo persone di passaggio.»

«No.»

Mi allontano dalla scrivania, incrocio le braccia.

«E uno di loro… ci ha visti.»

Rick sbuffa piano.

Si alza, ci guarda entrambi con lo sguardo teso.

«Voi due siete fuori di testa.»

Zaira inclina appena la testa.

«Perché?»

Rick ci fissa entrambi.

«Perché siete usciti?! Cristo, se vi avessero presi? Se fosse stata una trappola?»

«Dovevamo vedere chi erano.»

La mia voce è piatta.

Rick scuote la testa.

«Avete rischiato la vita. Tu sei ancora ferita.»

Guardo Zaira.

Lei non dice nulla.

Sa che abbiamo fatto la cosa giusta.

E lo sa anche Rick.

Solo che odia ammetterlo.

«State attenti.»

La sua voce si ammorbidisce appena.

«Se questi tizi stanno organizzando qualcosa, dobbiamo saperne di più. Ma senza rischiare inutilmente.»

Annuiamo entrambi.

Poi, usciamo.

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Torniamo a casa.

Io mi butto sul divano, la testa che mi scoppia.

Zaira si siede accanto a me, mi osserva per qualche secondo.

«Stai pensando troppo.»

«Non riesco a farne a meno.»

Lei sbuffa piano.

«Carl.»

Non rispondo.

Non riesco a stare tranquillo.

Non dopo quello che ho visto.

Non dopo quello sguardo.

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Zaira si muove piano.

Poi, senza dire nulla, si mette a cavalcioni su di me.

Le sue mani si appoggiano sulle mie spalle, i suoi occhi fissi nei miei.

«Devi calmarti.»

Il mio respiro cambia subito.

«Zaira…»

«Shh.»

Le sue dita scivolano sul mio viso.

Il suo corpo è caldo contro il mio.

E per un attimo…

Dimentico tutto.

Tutto tranne lei.

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