Non Ti Forzerò Mai🔞
Mi muovo piano.
Troppo piano.
Perché so che potrebbe farle male.
E l'ultima cosa che voglio è farle del male.
Lei è sotto di me, il suo corpo caldo contro il mio, il respiro che le si spezza sulle labbra.
La guardo.
Aspetto.
Le mie mani scivolano sui suoi fianchi, li stringo piano, come a volerle dire che sono qui.
Che non deve avere paura.
Che non la forzerò mai.
---
Mi avvicino ancora, il mio respiro che si mescola al suo.
«Dimmi se devo fermarmi,» sussurro contro la sua pelle.
Lei non dice niente.
Ma mi guarda.
I suoi occhi si incatenano ai miei.
E in quel momento capisco che si fida.
Che mi sta dando qualcosa che non ha mai dato a nessuno.
E Cristo, non so se lo merito.
Ma so che non la deluderò.
---
Mi muovo con ancora più delicatezza, mi spingo dentro di lei piano, troppo piano.
E poi la sento.
Il suo corpo si tende all'istante.
Il suo respiro si ferma.
E io capisco.
Capisco che le fa male.
Il mio cuore si stringe, mi blocco subito.
«Zaira...?»
Lei chiude gli occhi, le sue mani si stringono sulle mie braccia.
Non forte.
Non per fermarmi.
Solo per aggrapparsi a qualcosa.
Poi prende fiato, lo lascia uscire lentamente.
E sussurra:
«Continua.»
---
Il mio petto si stringe.
Perché so che sta sopportando il dolore.
Perché so che lo sta facendo per me.
E cazzo, non voglio che sia così.
Mi abbasso su di lei, le bacio piano la fronte, il naso, le labbra.
La mia voce è bassa, rotta.
«Dimmi se fa troppo male.»
Lei scuote la testa.
«Sto bene,» dice, anche se so che non è vero.
Ma io voglio che stia bene.
Voglio che non sia solo qualcosa da sopportare.
Così mi fermo.
Le mie mani scivolano sul suo corpo, la accarezzo piano.
Le bacio la mascella, il collo, le spalle.
Voglio che si rilassi.
Voglio che si lasci andare.
E quando la sento respirare più lentamente, quando la sento sciogliersi leggermente sotto di me...
Solo allora mi muovo di nuovo.
Ancora piano.
Ancora solo quando so che può farlo.
E quando finalmente smette di tendersi, quando il dolore inizia a lasciarle il viso, allora so che è davvero mia.
Il mio respiro è pesante.
Il suo corpo si rilassa poco a poco sotto di me.
So che all'inizio le ha fatto male.
Lo sentivo nel modo in cui si aggrappava a me, nel suo respiro spezzato.
Ma ora...
Ora qualcosa è cambiato.
Ora non sta più stringendo le dita nella mia pelle per resistere.
Ora sta iniziando a muoversi con me.
E cazzo, questa è la cosa più bella che abbia mai sentito.
---
Le mie mani scivolano sui suoi fianchi, le tengo ferme contro di me.
Mi muovo ancora lento, controllato, perché voglio che senta ogni fottuta cosa.
Voglio che capisca che sono io.
Io.
Non lui.
Non il suo passato.
Solo io.
E poi la sento.
La sento davvero.
Il suo respiro cambia.
Il suo petto si solleva più velocemente.
E quando si aggrappa alle mie braccia, quando mi stringe come se non volesse lasciarmi andare mai più...
Allora lo dice.
Piano.
Sussurrato tra un respiro spezzato.
«Carl...»
Mi blocco.
Il mio stomaco si chiude su se stesso.
Perché cazzo, sembra la prima volta che pronuncia il mio nome così.
Non con rabbia.
Non per provocarmi.
Non per litigare.
Solo per me.
Solo perché è qui, con me, in questo momento.
E cazzo, non voglio che finisca mai.
Il suono mi colpisce come un pugno nello stomaco.
Un gemito.
Basso.
Spezzato.
Il suo.
E cazzo, non c'è niente di più bello.
Niente di più distruttivo.
Niente di più fottutamente mio.
---
Le mie mani stringono i suoi fianchi, la tengo ancora più vicina.
Lei si muove con me ora.
Non c'è più dolore nel suo viso.
Non c'è più tensione nel suo corpo.
Solo calore.
Solo desiderio.
Solo noi.
E poi lo sento.
Le sue dita scivolano sulle mie spalle.
Mi stringe.
Più forte.
Le sue unghie affondano nella mia pelle.
Sento il bruciore mentre mi graffia la schiena.
La sento marcarmi.
E cazzo, lo adoro.
---
Il mio respiro si spezza.
Stringo la mascella, cerco di restare lucido.
Ma lei mi sta distruggendo.
Perché non è più solo lei che si lascia andare.
Non è più solo il modo in cui geme contro il mio collo.
È il modo in cui mi sta toccando come se fossi suo.
E cazzo, lo sono.
Sono suo.
Da sempre.
---
Poi succede.
Lei si irrigidisce per un secondo.
Le sue mani si fermano.
Sbatte le palpebre, come se solo ora si fosse resa conto di quello che ha fatto.
Vedo i suoi occhi cambiarsi.
E poi sussurra piano:
«Scusa...»
---
Mi blocco subito.
Il mio petto si solleva e si abbassa troppo forte.
La guardo.
La mia mente cerca di capire.
Scusa?
Per cosa?
Mi tocca ancora le spalle, guarda i segni rossi sulla mia pelle.
E lo capisco.
Capisco che pensa di aver sbagliato.
Capisco che forse non ha mai potuto toccare qualcuno così.
Non senza conseguenze.
E il mio cuore si spezza.
---
Le prendo il viso tra le mani.
La guardo negli occhi.
«Non devi chiedermi scusa.»
La mia voce è bassa, ferma.
Voglio che capisca.
Voglio che senta ogni parola.
«Puoi toccarmi come vuoi, Fenice.»
Le accarezzo la guancia con il pollice.
«Puoi prendermi, graffiarmi, stringermi.**
Mi abbasso sul suo collo, le bacio la pelle calda.
Poi sussurro contro di lei:
«Perché sono tuo.»
E cazzo, voglio che lo capisca.
Perché non c'è mai stata nessun'altra per me.
E mai ci sarà.
Mi muovo più lento, più profondo.
Il suo respiro si spezza contro la mia pelle.
Le sue mani non si staccano da me.
Mi stringe, mi graffia di nuovo.
E cazzo, questa volta non si ferma.
Non si scusa.
Non si trattiene.
E quando lo sento...
Quando la sento gemere di nuovo il mio nome...
Questa volta non è solo un sussurro.
Questa volta è di più.
---
«Carl...»
La sua voce è più alta.
Più spezzata.
Più fottutamente perfetta.
E poi aggiunge qualcosa.
«Carl... ancora.»
Mi si stringe lo stomaco.
Un brivido mi attraversa la schiena.
La guardo, i suoi occhi chiusi, il viso arrossato.
E cazzo, la voglio ancora di più.
«Di' di nuovo il mio nome.»
La mia voce è più roca, più bassa.
Lei non esita.
Non si ferma.
Mi affonda le dita nella pelle e lo dice ancora.
«Carl... non fermarti.»
E a quel punto, non ho più alcun controllo.
Mi sta uccidendo.
Ogni suono che esce dalle sue labbra.
Ogni graffio sulla mia pelle.
Ogni volta che dice il mio nome così.
Spezzato. Bisognoso. Perfetto.
E poi lo fa.
Si muove sotto di me.
Le sue mani stringono più forte.
Il suo respiro si fa più irregolare.
E poi apre di più le gambe.
---
Mi si annebbia la testa.
Il mio controllo si spezza.
Perché cazzo, è come se mi stesse dicendo che mi vuole ancora di più.
Che vuole sentirmi ancora più dentro.
E io?
Io non resisto più.
Le mie mani scivolano lungo le sue cosce, le afferro con più decisione.
La guardo, i miei occhi nei suoi.
Aspetto un secondo.
Un attimo.
Per essere sicuro.
Ma lei non mi ferma.
Non si tira indietro.
Anzi.
Mi sfida come sempre.
E allora lo faccio.
Mi spingo ancora più in profondità.
E quando geme di nuovo il mio nome, il mio ultimo pensiero lucido è che questa è la fine.
Perché ormai, non posso più farne a meno.
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