Carl ha aspettato.

Più di quanto mi aspettassi.

Più di quanto lui stesso avrebbe voluto.

Ma lo sapevo.

Sapevo che, prima o poi, sarebbe venuto da me.

E infatti, lo fa.

Sono fuori, vicino alla torre di guardia, a controllare le armi prima di una spedizione.

Il sole sta calando, l’aria è più fresca.

E poi, sento i suoi passi.

Non mi giro.

Non ho bisogno di guardare per sapere che è lui.

Carl non parla subito.

Si ferma accanto a me, mette le mani in tasca.

Aspetta.

Come se volesse vedere se sarò io la prima a dire qualcosa.

Ma io non lo farò.

Non dopo tutto questo.

E alla fine, è lui che cede.

«Va bene,» dice, la sua voce più bassa del solito. «Quanto tempo pensi di ignorarmi ancora?»

Rido senza allegria.

«Non lo so. Dipende.»

«Da cosa?»

Mi giro verso di lui, lo fisso dritto negli occhi.

«Da cosa hai intenzione di dirmi.»

Carl sospira, si passa una mano sul viso.

Come se sapesse già che questa conversazione non gli piacerà.

«Zaira, non te l’ho nascosto apposta.»

Inarco un sopracciglio. «No?»

«No.»

Fa un passo avanti.

Non troppo vicino.

Ma abbastanza perché io senta il peso della sua presenza.

«Per me non era importante.»

Mi si stringe lo stomaco.

«Non era importante?» ripeto, con un sorriso sarcastico.

Carl stringe la mascella.

Non è arrabbiato con me.

È arrabbiato perché non sa come spiegarselo neanche lui.

«Era prima di te. Era un modo per distrarmi. Per non pensare a niente.»

Mi incrocio le braccia al petto. «E io dovrei crederci?»

Lui mi fissa, gli occhi troppo intensi, troppo veri.

«Sì.»

Per un attimo rimaniamo fermi così.

Io testarda.

Lui frustrato.

Poi, all’improvviso, Carl si muove.

Troppo veloce.

Mi afferra per un polso, mi tira contro di lui.

Il mio respiro si spezza.

«Non sono bravo ad aspettare, Zaira.»

La sua voce è bassa.

Ruvida.

Sento il suo respiro sfiorarmi il viso.

Sento tutto di lui.

«Mi fai impazzire, e lo sai.»

Mi stringe appena il fianco.

«Ma se vuoi ancora tenermi lontano, dimmelo adesso.»

Silenzio.

Troppo lungo.

Troppo pesante.

Mi fissa, mi sfida.

Mi dà la scelta.

E il problema?

Il problema è che non voglio allontanarlo.