Non È Ancora Finita🔞


Il mio respiro è ancora pesante.

Sono accanto a lei, la guardo mentre cerca di riprendersi.

La sua pelle è calda, le sue guance ancora arrossate.

Il suo petto si solleva troppo veloce.

E io?

Io non mi sono ancora mosso.

Non sono ancora venuto.

Mi sono fermato.

Per lei.

Perché cazzo, vederla venire così, sentire il suo corpo tremare sotto di me…

È stato più di quanto potessi chiedere.

E anche se il mio corpo sta urlando per il bisogno di finire, non voglio forzarla.

Mi sollevo appena sul gomito, le sposto i capelli dal viso.

Lei mi guarda.

Gli occhi ancora scuri, le labbra leggermente gonfie.

E poi lo capisce.

Capisce che mi sono fermato.

Capisce che io non sono ancora venuto.

E il problema?

Il problema è che non le sta bene.

«Carl…»

Il suo sussurro mi scava dentro.

La sua mano scivola piano lungo il mio petto, le sue dita che tracciano i segni delle mie cicatrici.

Mi morde il labbro, mi impongo di restare fermo.

Di darle il tempo di capire che non le chiederò mai niente.

Che non mi aspetto niente.

Ma poi lei si muove.

Mi spinge piano sulla schiena, sale sopra di me.

E il modo in cui mi guarda, il modo in cui il suo corpo si muove contro il mio…

Cazzo.

Non ho scampo.
Mi si ferma il respiro.

Zaira è sopra di me.

Le sue mani scivolano piano lungo il mio petto, le sue dita tracciano ogni cicatrice, ogni segno lasciato da questa vita di merda.

Mi guarda dall’alto, gli occhi ancora persi, troppo scuri, troppo pieni di qualcosa che mi brucia dentro.

E io?

Io non mi muovo.

Non posso.

Perché cazzo, mi ha appena tolto il controllo di mano.

E ora decide lei.

---

Sento il suo respiro mischiarsi al mio.

Il suo corpo ancora tremante, ancora caldo.

E poi lo fa.

Si muove piano, scivola leggermente contro di me.

Un piccolo gemito le sfugge dalle labbra, il suo corpo reagisce al mio come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Io chiudo gli occhi un secondo, la mascella serrata.

Cerco di trattenermi.

Di non prenderla subito, forte, come il mio corpo mi sta urlando di fare.

Ma poi la sento parlare.

E il mio autocontrollo va a puttane.

---

«Voglio che tu finisca.»

La sua voce è bassa, spezzata.

Non è una richiesta.

È un ordine.

I miei occhi si aprono di scatto, la fisso.

La sua espressione è seria.

Determinata.

E cazzo, quanto mi piace vederla così.

La mia mano scivola lungo la sua coscia, la stringo con più decisione.

Poi mi sollevo leggermente, la mia bocca sfiora la sua.

«Sei sicura?»

Lei mi guarda dritto negli occhi.

E sussurra:

«Sì.»

E a quel punto, non mi trattengo più.

Mi alzo leggermente, le mani salde sui suoi fianchi.

Zaira è sopra di me, il suo corpo caldo contro il mio, le sue dita che scivolano leggere lungo il mio petto.

La osservo mentre si sistema, mentre si prepara.

Il suo respiro è ancora irregolare, il suo sguardo incatenato al mio.

E quando si abbassa, quando mi accoglie completamente dentro di sé, un gemito sfugge dalle sue labbra.

Lento.

Profondo.

Distruttivo.

Il mio stomaco si contrae, la mia testa si svuota.

Perché cazzo, non ho mai provato niente di simile.

---

Zaira si muove con cautela all'inizio, lasciando che il suo corpo si abitui a me.

Le sue mani si appoggiano sulle mie spalle, il suo respiro si mescola al mio.

Le mie dita tracciano ogni linea della sua pelle, la sento rabbrividire sotto il mio tocco.

Poi, prende sicurezza.

Le sue anche iniziano a muoversi con più decisione, un ritmo che mi manda fuori di testa.

Il modo in cui si stringe attorno a me, il calore che ci avvolge, la sua voce spezzata da piccoli gemiti…

Mi si chiude la gola.

È troppo.

Eppure, non voglio che smetta.

---

Le mie mani scivolano sulla sua schiena, la guido nel movimento.

Lei affonda le unghie nella mia pelle, lascia segni ovunque.

La sua testa si piega all'indietro, i capelli che le scivolano sulle spalle.

La guardo, incantato.

Mai vista così.

Mai vista così fottutamente perfetta.

Il modo in cui si abbandona completamente a me, il modo in cui il suo corpo risponde al mio…

Cristo, è troppo.

Non so quanto ancora posso resistere.

---

La tiro più vicina, le mie labbra cercano il suo collo.

La bacio lì, lento, profondo, come se volessi marchiarla ancora.

Sento il suo corpo tremare, i suoi movimenti diventano più veloci, più disperati.

E poi, sussurra il mio nome.

Non spezzato.

Non trattenuto.

Ma pieno. Forte. Perfetto.

E a quel punto, so che sto per cedere anche io.

Le mie mani stringono i suoi fianchi.

Forte.

Deciso.

Non la lascio più controllare il ritmo.

Non adesso.

Non quando sono così vicino a crollare.

---

La guido, la spingo a muoversi più veloce.

La sua pelle scivola contro la mia, il calore tra di noi è insopportabile.

E poi la sento.

I suoi gemiti aumentano.

Più forti.

Più spezzati.

Più fottutamente perfetti.

Non cerca nemmeno di trattenerli, non questa volta.

Non quando sta sentendo tutto così intensamente.

E io?

Io sto per perdere completamente il controllo.

---

«Carl…»

La sua voce è un supplica.

Si stringe così forte attorno a me che mi fa impazzire.

Sento le sue unghie affondare di nuovo nelle mie spalle, il suo corpo tremare contro il mio.

E quando il suo respiro si blocca, quando il suo corpo si inarca sopra di me…

Viene di nuovo.

Un gemito alto, puro, inarrestabile.

E a quel punto, non posso più resistere.

---

La tiro ancora più vicina, le mie dita affondano nella sua pelle.

Un ultimo movimento.

Un ultimo respiro spezzato.

E poi cedo completamente.

Un’ondata di piacere mi attraversa il corpo, mi svuota, mi distrugge.

Il mio nome ancora sulle sue labbra.

Le mie mani ancora su di lei, le sue gambe ancora strette attorno a me.

E mentre la sento rilassarsi contro il mio petto, mentre il nostro respiro si mescola nel silenzio della stanza…

Capisco una cosa.

Non sarà mai abbastanza.

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