Nessuno la Tocca


Arriviamo al cancello.

L’aria è tesa, elettrica.

Rick, Daryl, Glenn e altri sono già lì, ma c’è confusione.

Qualcosa è successo.

E io devo capirlo in fretta.

Appena mi avvicino, vedo subito chi sta creando problemi.

Mark.

Uno degli uomini più anziani di Alexandria, uno che pensa di saperne sempre più di tutti.

Uno con cui ho già litigato più volte.

E oggi, a quanto pare, succederà di nuovo.

---

«Qual è il problema?» chiedo, incrociando le braccia.

Rick mi lancia un’occhiata, poi sospira.

«Una discussione su come gestire le nuove risorse.»

Mark si gira verso di me, mi guarda con disprezzo.

«E adesso arriva anche il ragazzino a giocare al leader.»

Lo ignoro.

Non ho tempo per le sue stronzate.

«Abbiamo rifornimenti o no?»

«Ne abbiamo,» risponde Maggie. «Ma non abbastanza per un’altra settimana intera.»

Mark sbuffa.

«Dobbiamo razionare.»

Io scuoto la testa.

«Razionare non serve a niente. Dobbiamo solo organizzare meglio le spedizioni.»

Mark mi fissa, le mani che si stringono in pugni.

«Ah sì? E chi cazzo sei tu per prendere decisioni?»

Mi avvicino, la mascella serrata.

«Uno che sa cosa cazzo sta facendo, Mark.»

Lo scontro è inevitabile.

Le voci si alzano, la tensione cresce.

Siamo faccia a faccia, pronti a picchiarci.

Ma poi—

BAM!

Un suono forte, improvviso.

Tutti si girano.

Zaira ha appena battuto le mani sul tavolo di legno accanto a noi.

I suoi occhi brillano di rabbia.

«Basta.»

Il silenzio è totale.

Lei si raddrizza, ci squadra entrambi.

«State litigando per niente. Vi serve una soluzione? Eccola: organizziamo squadre migliori, controlliamo le risorse ogni giorno e mandiamo piccoli gruppi a cacciare e raccogliere rifornimenti extra. Così non moriremo di fame e nessuno dovrà razionare un cazzo.»

Tutti si guardano.

Rick annuisce.

«Ha ragione.»

Mark sbatte la lingua contro il palato, infastidito.

Ma non può negare che sia la soluzione migliore.

Il problema è risolto.

O almeno, dovrebbe esserlo.

Ma poi, Mark fa il cazzo di errore più grande della sua vita.

Mi guarda, poi guarda Zaira.

E dice:

«Che cagna insopportabile.»

Io sento il sangue bruciarmi nelle vene.

Sto per muovermi.

Sto per fargli rimangiare ogni singola parola.

Ma qualcuno mi batte sul tempo.

Zaira gli tira uno schiaffo.

Forte.

Il colpo risuona nell’aria, lasciando un silenzio di tomba.

Tutti ci guardano.

Mark si blocca per un secondo, poi si gira verso di lei, incazzato.

Alza una mano, pronto a toccarla.

Ma non ne ha il tempo.

Perché prima che possa anche solo sfiorarla…

Io sono già su di lui.

E stavolta, non mi trattengo.

Lo colpisco.

Uno.

Due.

Tre volte.

Mark cade a terra, il sangue che gli cola dal labbro.

Ma io non mi fermo.

Mi ci metto sopra, il mio pugno si alza di nuovo.

Tutti stanno guardando.

Ma nessuno interviene.

Perché sanno.

Sanno che quando parte una rissa con me, è impossibile da fermare.

Lo sento anche dalla voce di Zaira, che chiede a Rick perché non mi tirano via.

Rick scuote solo la testa.

«Nessuno può fermarlo quando è così.»

Ma lei?

Lei non è nessuno.

E dopo un po’, si avvicina.

Mi afferra il polso, mi guarda con quegli occhi scuri pieni di rabbia e preoccupazione.

«Carl, basta.»

Io mi alzo lentamente, il petto che si solleva e abbassa pesantemente.

Ma non mi calmo.

Non ancora.

Fisso Mark a terra, sputo a lato.

Poi guardo Zaira.

«Spostati.»

Lei non si muove.

Mi sfida come sempre.

«No.»

Serro la mascella, i pugni ancora stretti.

Non mi importa se mi guardano tutti.

Non mi importa di niente.

Sono ancora incazzato da morire.

Ma lei?

Lei si avvicina ancora di più.

Si alza in punta di piedi.

E mi bacia.

Un bacio veloce, deciso.

Ma fottutamente potente.

E appena le sue labbra toccano le mie…

Tutto si spegne.

La rabbia.

La voglia di spaccare tutto.

Rimane solo lei.

Si stacca appena, mi guarda negli occhi.

«Ora ti sei calmato?»

Io la fisso, ancora con il cuore a mille.

Poi sbuffo, scuoto la testa, ma le passo una mano sulla vita.

«Stronza.»

Lei sorride.

Perché sa di aver vinto.

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