Lontana da Lui
I mesi passano.
Lenti.
Dolorosi.
E non importa quanto mi sforzi di andare avanti.
Carl è sempre nei miei pensieri.
Nei miei sogni.
Nel modo in cui mi giro istintivamente ogni volta che sento un rumore, aspettandomi di vederlo lì.
Ma non c’è mai.
Perché sono stata io a scegliere di andarmene.
E adesso non posso tornare indietro.
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Sono in viaggio da settimane.
Spostandomi da un posto all’altro.
Rubando quel poco che posso trovare.
Uccidendo quello che devo uccidere.
Vaganti.
E uomini.
Perché là fuori non ci sono solo i morti a voler mangiare la tua carne.
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Sono in una città abbandonata, tra i resti di una vecchia farmacia.
Sto rovistando tra scaffali rotti, sperando di trovare qualcosa di utile.
Quando sento dei passi dietro di me.
Mi blocco.
Troppo leggeri per essere un vagante.
Troppo attenti.
Abbasso lentamente la mano sul coltello alla mia cintura.
«Sei sola?»
Una voce alle mie spalle.
Maschile.
Straniera.
Non mi giro.
«E se lo fossi?»
Silenzio.
Poi una risata.
«Allora sei nei guai.»
Sorrido fredda.
«Oh, davvero?»
Estraggo il coltello e mi giro di scatto.
Sono in tre.
Tutti armati.
Ma nessuno abbastanza veloce.
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Mi lancio sul primo prima che possa reagire.
La lama gli affonda nella gola.
Sangue spruzza sulla mia felpa.
Gli altri imprecano, tirano fuori le pistole.
Mi butto dietro uno scaffale.
Sparo.
Uno cade.
L’ultimo mi afferra da dietro, mi sbatte contro il muro.
Cerco di liberarmi, ma è forte.
Sento il respiro caldo sul collo.
«Ti sei fottuta, ragazzina.»
Stringo i denti.
No.
Non oggi.
Non qui.
Non così.
Mi lascio andare molle nelle sue mani.
Lui allenta la presa, convinto che mi abbia messa KO.
Errore.
La mia testa scatta all’indietro, lo colpisco in pieno naso.
Lui urla, si piega in avanti.
Io prendo la pistola dalla fondina.
E gli sparo in pieno petto.
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Respiro pesante, il cuore che batte all’impazzata.
Il corpo pieno di adrenalina.
Guardo i tre uomini stesi a terra.
E penso a Carl.
A come avrebbe reagito.
A cosa avrebbe detto.
Forse avrebbe sorriso, dicendo che sono sempre la solita.
O forse mi avrebbe guardata con quel suo sguardo incazzato, urlandomi contro che rischio troppo.
Ma non lo so.
Perché lui non è qui.
E io sono sola.
Scuoto la testa, caccio via i pensieri.
Prendo lo zaino, esco dalla farmacia.
Senza voltarmi indietro.
Perché tornare indietro…
Non è un’opzione.
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