Rick continua a parlare con loro, cercando di capire cosa vogliono davvero.

L’uomo che sembra il capo sorride, gioca con le parole, ma io lo so.

Non faranno accordi.

Non vogliono trattare.

Non vogliono scambiare.

Vogliono prendere.

E uccidere chiunque gli si metta contro.

Mi basta guardarli.

Osservare i loro movimenti, i loro sguardi.

Il modo in cui stringono le armi, il modo in cui i loro occhi si soffermano troppo a lungo su chi sembra più debole.

Questi sono predatori.

E noi?

Noi siamo il loro prossimo pasto.

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Carl è accanto a me, immobile, teso.

Lo vedo.

Sta aspettando il momento giusto per agire.

Ma io?

Io so che il momento è adesso.

Mi muovo appena, senza fare rumore.

Sento Carl irrigidirsi di fianco a me, mi guarda con un’espressione confusa.

Come se non capisse cosa sto facendo.

Ma non ha bisogno di parole.

Basta un solo sguardo.

Mi fissa.

Io lo fisso.

E in quel momento, capisce.

Capisce che so qualcosa che lui ancora non vede.

Capisce che sta per succedere il peggio.

Capisce che è ora di smettere di aspettare.

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Con un movimento veloce, le mie mani si chiudono attorno all’arma nascosta.

Piccola, compatta, ma letale.

Uno di quei fucili a canne corte

Un’arma che non ti aspetti, che può distruggere in pochi secondi chiunque si trovi davanti.

La impugno con sicurezza, la porto in alto, il dito già pronto sul grilletto.

E sparo.

Il proiettile colpisce il primo uomo dritto al petto.

Il suo corpo cade all’indietro con un tonfo pesante, definitivo.

Per un secondo, c’è silenzio.

Poi l’inferno esplode.

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Carl scatta in piedi all’istante.

Il suo fucile è già tra le mani, il suo corpo si muove come se fosse nato per questo.

E mentre io continuo a sparare, lui mi copre, prendendo di mira gli altri uomini.

La sparatoria è caotica, brutale.

I proiettili sibilano nell’aria, le urla si mescolano al rumore degli spari.

Rick si butta a terra, afferra la sua pistola e inizia a reagire.

Michonne estrae la katana, si muove con precisione tra i nemici.

E io?

Io non mi fermo.

Non mi concedo un solo errore.

Perché se mi fermo, moriamo tutti.

E questo, non succederà mai.