È Reale
Carl non si nasconde.
Non fa finta di essere qualcun altro davanti agli altri.
Non si vergogna di come mi tiene vicina, di come le sue mani trovano sempre un contatto con me.
E io non so come gestirlo.
Perché mi aspettavo che, con i suoi amici, sarebbe stato diverso.
Che si sarebbe distaccato, che avrebbe evitato troppa vicinanza, troppa intimità.
Ma no.
Carl è esattamente lo stesso.
E questo mi spiazza.
Perché mi dimostra che, per lui, non c’è alcuna differenza tra quando siamo soli e quando siamo con gli altri.
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Siamo ancora seduti vicino al fuoco.
Io tra le sue gambe, la sua mano poggiata senza pensarci troppo sulla mia coscia.
Lui parla con i suoi amici, ride con loro, ma non mi lascia andare.
E io lo sento.
Sento quanto è sicuro.
Sento quanto è naturale per lui stare così con me.
E io?
Io non ci sono abituata.
Perché nessuno mi ha mai mostrato affetto davanti agli altri.
Nessuno mi ha mai tenuta vicina senza vergogna, senza esitazione.
Carl sì.
Carl lo fa sempre.
E la cosa più assurda?
È che mi piace.
A un certo punto, lui si abbassa appena verso di me.
Il suo respiro sfiora la mia pelle, la sua voce è bassa.
Solo per me.
«Sei strana stasera.»
Mi irrigidisco appena.
«Strana come?»
Carl stringe un po’ la presa sulla mia coscia.
«Come se stessi cercando di capire se tutto questo è reale.»
Mi blocco.
Perché ha ragione.
Perché è esattamente quello che sto facendo.
Carl mi conosce troppo bene.
E quando alzo lo sguardo su di lui, lo vedo nei suoi occhi.
Sa tutto.
E poi, senza darmi il tempo di rispondere, si avvicina ancora di più e mi bacia.
Davanti a tutti.
Senza paura.
Senza esitazione.
Perché per lui, è tutto reale.
E forse, per la prima volta, ci credo anch’io.
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