Carl non ha insistito.

Non ha preteso che io gli dessi una risposta quella notte.

Non ha cercato di forzarmi, di spingermi oltre qualcosa che non sono ancora pronta ad affrontare.

Ha solo detto quelle tre parole.

"Te lo dimostrerò."

E adesso, lo sta facendo.

A modo suo.

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Non siamo fidanzati.

Non parliamo di quello che siamo.

Non mettiamo un nome su ciò che c’è tra noi.

Ma Carl è sempre lì.

Sempre vicino.

Sempre pronto.

Se qualcuno mi parla troppo da vicino, lui compare.

Se qualcuno mi sfiora per sbaglio, il suo sguardo si fa scuro.

Ma non è solo questo.

È il modo in cui mi tratta.

Il modo in cui non mi fa mai sentire intrappolata.

Se voglio allontanarmi, mi lascia andare.

Se non voglio parlare, non mi forza.

Se mi chiudo nel mio silenzio, lui aspetta.

E questo…

Questo è nuovo.

Questo non è come prima.

E soprattutto, non è come lui.

Mio padre.

Lui mi costringeva, mi prendeva, mi faceva sentire come se il mio corpo non fosse mio.

Carl no.

Carl mi lascia scegliere.

E questa cosa mi confonde.

Mi manda in tilt.

Mi fa venire voglia di scappare e restare allo stesso tempo.

E forse, proprio per questo, continuo a stare accanto a lui.

Perché, per la prima volta, qualcuno mi sta dimostrando che non devo avere paura.