Dimmi Di No


Carl è troppo sicuro di sé.

Troppo stronzo.

E io dovrei ignorarlo, dovrei andarmene.

Ma non lo faccio.

Perché ormai questo è il nostro gioco.

E nessuno di noi due vuole smettere di giocare.

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Siamo soli, vicino alla torre di guardia.

Il sole sta calando, l’aria è più fresca.

Carl è seduto su una cassa, le gambe aperte, il cappello leggermente abbassato sugli occhi.

Mi sta guardando.

Da un po’.

Troppo.

Mi fermo di fronte a lui, incrocio le braccia.

«Hai qualcosa da dire, cowboy?»

Carl alza lentamente lo sguardo su di me.

Poi, senza fretta, sorride.

Ma non è il solito sorriso.

È più lento. Più pericoloso.

E poi lo dice.

Senza esitazione.

Senza paura.

«Voglio baciarti.»

Il mio cuore salta un battito.

Non perché non me lo aspettassi.

Ma perché questa volta lo ha detto.

Chiaro. Diretto.

Senza nascondersi dietro provocazioni o giochi.

Io non mi scompongo.

Alzo un sopracciglio, lo fisso dritto negli occhi.

«E cosa ti fa pensare che io voglia lo stesso?»

Carl inclina appena la testa, il suo sguardo diventa più intenso.

«Perché non ti sei ancora allontanata.»

Mi si stringe lo stomaco.

Perché ha ragione.

E lo sa.

Il suo sorriso si allarga appena, sfiorando l’arroganza.

Stronzo.

Mi avvicino di un passo.

Troppo vicino.

Abbasso la voce.

Lo provoco.

«Allora fallo.»

Carl mi osserva.

Non si muove.

Mi squadra, come se stesse aspettando qualcosa.

Poi, con un respiro appena più profondo, sussurra:

«Dimmi di no.»

Rimango immobile.

Perché non riesco a dirlo.

Carl sorride.

Ha vinto.

Ma invece di baciarmi, si alza lentamente e se ne va.

E il problema?

Il problema è che ora lo voglio io.

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