Il tempo passa.

E, per la prima volta da mesi, tutto sembra…

Normale.

Se quella parola ha ancora un significato.

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Alexandria è la stessa.

Le stesse persone, le stesse routine.

Le spedizioni, i turni di guardia, il mondo che cerca ancora di ucciderci ogni giorno.

Ma qualcosa è diverso.

Io sono diversa.

E Carl anche.

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Non ci sono più non detti.

Non ci sono più fughe.

Non ci sono più domande su cosa siamo.

Perché la risposta è chiara.

Carl è mio.

E io sono sua.

Come è sempre stato.

Come doveva essere da sempre.

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Ora lo vedo ovunque.

Mi cerca in ogni momento.

Mi prende la mano quando nessuno guarda.

Mi tira vicino quando passano troppi secondi senza toccarmi.

Mi bacia anche quando non c’è un motivo.

E, Cristo…

Lo amo.

Lo amo da impazzire.

E, per la prima volta…

Non ho più paura di ammetterlo.

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Una sera, mentre il sole tramonta, siamo seduti vicino al cancello.

Carl ha il cappello abbassato sugli occhi, la pistola poggiata sulla coscia, le mani intrecciate alle mie.

Restiamo in silenzio.

Godendoci quel momento.

Senza pensare al domani.

Senza preoccuparci di cosa succederà dopo.

Perché adesso, in questo preciso istante…

Abbiamo tutto quello che ci serve.