Carl mi guarda, ancora con quella tensione addosso.

Come se stesse cercando di capire se sto dicendo la verità.

Se davvero lo vedo per quello che è.

Ma io non voglio che risponda.

Non voglio parlare di lui.

Non ora.

Così faccio l’unica cosa che so che lo colpirà più di tutto.

Riporto il discorso su di noi.

«Quindi?» chiedo, inclinando la testa.

Carl stringe leggermente gli occhi. «Quindi cosa?»

Lo so che ha capito.

Ma voglio che lo dica lui.

«Il bacio.»

Il suo corpo si irrigidisce appena.

Solo per un secondo.

Poi il solito sorrisetto gli sfiora la bocca. Finto.

Una maschera.

«Cosa c’è da dire?»

Alzo un sopracciglio. «Non lo so, cowboy. Sei tu che sembri incasinato per questa cosa.»

Carl ride piano.

Ma non è un suono divertito.

È nervoso.

«Credi che sia incasinato?»

Mi avvicino appena, il mio sguardo fermo nel suo.

«Lo sei?»

Carl non risponde subito.

Abbassa lo sguardo sulle mie labbra, troppo veloce.

Ma l’ho visto.

E lui sa che l’ho visto.

Quando alza di nuovo gli occhi su di me, c’è qualcosa di più scuro lì dentro.

Di più pericoloso.

«Non voglio parlarti di questo.»

Sorrido, senza allegria.

«Perché no? Perché significa qualcosa?»

Carl inclina appena la testa, gli occhi incollati ai miei.

Poi, con voce bassa, senza il minimo dubbio, sussurra:

«Significa tutto.»