Corro.

Il respiro è pesante, il cuore troppo forte.

Urlo il suo nome.

Lo chiamo ancora e ancora.

Ma Carl non risponde.

Carl non è qui.

E il panico mi toglie il fiato.

Mi infilo tra le macerie, passo accanto ai vaganti senza fare rumore, gli occhi che cercano ovunque.

Le mani mi tremano.

Mi fa male la gola da quanto ho urlato.

E il problema?

Il problema è che ogni secondo che passa, la paura diventa più reale.

Perché Carl non si separa da me.

Carl non mi lascia sola.

E se non è qui… significa che è successo qualcosa.

Mi fermo in mezzo alla strada, le mani tra i capelli.

L’aria è troppo silenziosa.

Niente spari.

Nessun segno di lui.

Solo il suono lontano dei vaganti.

E io sto impazzendo.

Sento i passi di Enid e degli altri che mi raggiungono.

Mi afferrano per le braccia, cercano di fermarmi.

«Zaira, dobbiamo tornare ad Alexandria.»

Mi giro di scatto, gli occhi in fiamme.

«Io non torno da nessuna parte senza Carl.»

Enid mi fissa, il viso teso.

Ma sa che non cambierò idea.

E allora si guarda intorno, il respiro pesante.

«Lo troveremo.»

Annuisco, ma non mi basta.

Perché la verità è che se Carl fosse morto, non so cosa farei.