Braccia, Pensieri e una Nuova Spedizione


Carl parla.

Ma io non lo sto ascoltando.

O almeno, non del tutto.

Sono troppo distratta.

Le mie dita seguono lentamente le vene sulle sue braccia, il pollice che scorre leggero lungo la pelle tesa.

Non avevo mai fatto davvero caso a quanto fossero definite.

A quanto fossero perfette.

Forti.

Capaci di tenermi ferma, di sollevarmi senza sforzo, di afferrarmi nei momenti in cui perdo il controllo.

Cazzo.

Abbasso leggermente lo sguardo, il cuore che mi batte un po’ più veloce.

Le sue mani sono ancora sulle mie cosce, le dita che si muovono distrattamente mentre parla.

E io posso solo pensare a quello che potrebbero fare.

A come potrebbero tenermi stretta contro di lui.

A come potrebbero farmi perdere completamente la testa.

Merda.

Smettila, Zaira.

Mi schiarisco la gola, cerco di concentrarmi.

«Stai ascoltando?»

Alzo lo sguardo, incontro i suoi occhi.

Carl mi sta fissando con un sopracciglio sollevato, come se sapesse esattamente dove fosse andata la mia testa.

Merda.

«Sì,» rispondo in fretta.

Lui socchiude gli occhi, come se non mi credesse.

Poi scuote la testa, divertito.

«Ti stavo dicendo che domani abbiamo una spedizione.»

Io annuisco, cercando di riprendermi.

«Con chi?»

«Rick, Michonne, Daryl, Glenn, Maggie, Aaron e Jesus.»

Strizzo leggermente gli occhi.

«Quindi sarà una spedizione lunga.»

Carl annuisce.

«Qualche giorno, sì. Dobbiamo spingerci più lontano per cercare provviste.»

Io mi mordo il labbro, annuendo piano.

Spedizioni non sono mai semplici.

Soprattutto quando dobbiamo stare fuori per più notti.

Significa dormire in posti improvvisati, restare all’erta, combattere se necessario.

Ma cazzo, una parte di me non può fare a meno di pensare a un altro dettaglio.

Io e Carl.

Fuori.

Insieme.

E so che in quei giorni succederà qualcosa.

Ne sono fottutamente sicura.

Carl sbadiglia piano, passandosi una mano tra i capelli.

Lo vedo crollare leggermente sulla schiena, le spalle rilassate, gli occhi che si chiudono per qualche secondo prima di riaprirsi lentamente.

È stanco.

Si vede dal modo in cui la sua mascella si allenta, dal respiro più lento, dal fatto che non mi sta più lanciando sguardi provocatori ogni due secondi.

Mi allungo un po’, lo guardo con un sorrisetto.

«Vuoi andare a dormire?»

Lui scuote la testa piano, si strofina il viso con una mano.

«No… voglio stare un altro po’ con te.»

Il mio stomaco si stringe leggermente.

Carl non dice mai cose del genere.

O meglio, non così esplicitamente.

E Cristo, quanto mi piace sentirglielo dire.

Mi alzo, mi siedo meglio sul divano.

Lui mi guarda per un attimo, poi senza dire niente si sistema tra le mie gambe.

Io rimango ferma per un secondo, confusa.

Lui mi guarda, come se fosse la cosa più normale del mondo.

«Che c’è?»

«Niente,» rispondo in fretta, ma il mio cuore batte più forte.

Carl si sdraia, la sua testa si appoggia sul mio petto, una mano mi scivola lentamente sulla vita.

Io mi irrigidisco appena.

Non perché non mi piaccia.

Ma perché non siamo mai stati così prima.

Così… intimi, tranquilli, vicini in quel modo.

Ma lui è così rilassato.

Così sicuro che lo lascerò stare lì.

E forse è quello che mi colpisce di più.

Appoggio una mano sulla sua schiena, l’altra gli scivola tra i capelli, le dita che si muovono piano lungo le ciocche scure.

Carl sospira piano, il suo respiro caldo contro la mia pelle.

Poi, senza dire nulla, si addormenta.

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Rimango lì, ferma, immobile.

Carl che dorme su di me è una cosa che non avevo mai immaginato.

Lui, sempre pronto a lottare, a proteggermi, a provocarmi…

Ora è vulnerabile, rilassato, completamente abbandonato contro di me.

E io mi rendo conto di una cosa.

Mi fido di lui.

Completamente.

Non avrei mai pensato che avrei lasciato qualcuno avvicinarsi così tanto.

Non dopo tutto quello che ho passato.

Ma Carl è diverso.

Lui non mi fa sentire come mi faceva sentire lui.

Lui non vuole nulla da me che io non sia disposta a dargli.

E forse, per la prima volta in vita mia, mi sento veramente… al sicuro.

Stringo un po’ di più la presa sui suoi capelli, sospiro piano.

I miei occhi si chiudono lentamente.

E poco dopo, mi addormento anch’io.

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