Cap. 10 - La pausa in serietà.

Midoriya rimase per un momento appoggiato alla porta, il sorriso sognante che non riusciva a togliersi dal volto. Il cuore gli batteva ancora forte mentre ripensava agli eventi della serata. Si alzò lentamente, cercando di calmarsi invano.

Si diresse verso il letto, ma appena si sdraiò, sentì il suo telefono vibrare. Lo prese dal comodino e vide un messaggio da Todoroki: "Buonanotte, Izuku. Sogni d'oro". Midoriya sorrise ancora di più e rispose rapidamente: "Buonanotte, Shoto. A domani".

Posò il telefono e si girò sul fianco, cercando di trovare una posizione comoda. I suoi pensieri tornarono inevitabilmente a Todoroki e al bacio che avevano condiviso. Non poteva credere quanto fossero cambiati in così poco tempo, e quanto intensamente si sentisse attratto da lui.

Il giorno seguente, Midoriya si svegliò presto, si alzò dal letto e si preparò per la giornata. Aveva un allenamento intenso davanti a sé, ma sapeva che avrebbe visto Todoroki, e questo pensiero lo riempiva di energia.

Arrivò al campo di allenamento e vide già alcuni compagni impegnati nei loro esercizi. Cercò con lo sguardo Todoroki e lo vide poco distante, impegnato in una serie di movimenti precisi e potenti. I loro sguardi si incrociarono per un istante, e Todoroki gli fece un cenno di saluto. Midoriya rispose con un sorriso timido, ma dentro di sé sentiva un'ondata di calore difficile da gestire.

Poi, dopo una sessione particolarmente dura e faticosa, si presero una pausa insieme, sedendosi su una panchina all'ombra.

«Ti sei allenato bene oggi, Midoriya», disse Todoroki, asciugandosi il sudore dalla fronte con un asciugamano.

«Anche tu», rispose, bevendo un sorso d'acqua. 

«Stiamo migliorando! Mi piace quando possiamo spingerci a vicenda così», disse Todoroki.

«Aspetta! In che senso 'spingerci'?», esclamò Midoriya inghiottendo l'acqua in fretta.

Todoroki lo guardò per un momento, visibilmente divertito.

«Intendo che ci motiviamo a diventare migliori, sia nel combattimento che come persone, stiamo sulla strada per diventare Pro Hero, tutti in questa scuola... Ma se ti riferisci a un altro tipo di 'spingere'... allora è un altro discorso», spiegò con serietà mascherata da malizia.

Midoriya arrossì, cercando di non ridere, «No, no, intendevo quello!».

«Ah no?».

Todoroki inclinò la testa di lato.

«No! È solo che... beh, a volte quando fraintendo le cose posso sembrare un po' confuso», rispose.

Todoroki alzò il sopracciglio bianco, «Sicuro? Non sembrava dal tono di voce...».

Midoriya si schiarì la voce, cercando di recuperare un po' di compostezza, poi abbassò leggermente il tono della sua voce, «Sì, sono sicuro».

Todoroki gli si avvicinò lentamente, il suo sguardo penetrante e sorriso malizioso giocarono sulle labbra e occhi, «Non ti vergognare... Se ti riferivi seriamente a un tipo di 'spingere' più intimo... allora immagino che stiamo parlando di cose un po' diverse».

Midoriya si bloccò per un istante, il viso era ormai in fiamme mentre i suoi occhi incontravano quelli di Todoroki, «Ehm... sì, credo di aver capito a cosa ti riferisci, ma basta! Mi sembri Dabi!».

Todoroki si avvicinò ancora di più, il suo respiro caldo che sfiorò il volto di Midoriya, «Vedi, Izuku, il nostro allenamento e la nostra connessione non si fermano solo alle tecniche. C'è qualcosa di più... profondo tra noi. E non nominare Toya... ti prego... o ti punirò a dovere...».

«Shoto... ti sembra il caso di parlare di queste cose?», domandò Midoriya, imbarazzato.

«Izuku... ti sembra il caso di menzione mio... fratello?», rispose Todoroki a tono.

Midoriya si agitò, «Scusa! Non volevo!».

Todoroki si avvicinò per baciargli la testa, «Ti perdono solo perché quando sei confuso, distratto e agitato sei così attraente e sexy...», sussurrò in seguito, peggiorando solo la situazione.

«Sai, non ho dimenticato la scorsa notte, e certamente non dimenticherò lo sguardo desideroso che avevi quando ti ho visto sotto la doccia nello spogliatoio. Perché non ti lasci andare? Lo avevi fatto, ma ti ho fermato, però c'è stato qualcosa. Allora, se lo farai di nuovo, non ti fermerò», sussurrò dopo, passando la mano fredda sulla guancia sinistra di Midoriya, che si bloccò.

«Shoto...», iniziò a dire, ma le parole sembravano bloccarsi in gola.

Todoroki lo guardò con uno sguardo dolce, «Non è successo nulla, ok? Non menzionare più Dabi e magari le cose potrebbero andare più rallentate, o potrei davvero considerare quell'idea di spingere. Però, non voglio metterti pressione».

«S-scusa! Non lo nominerò più!!», esclamò Midoriya, ancora rosso sul viso.

«Tranquillo, cerca di calmarti, sono qui per te», mormorò Todoroki.

Egli avvicinò il viso a quello di Midoriya, i loro respiri caldi si mescolarono in un'atmosfera intima e calda, poi le labbra di Todoroki si avvicinarono lentamente a quelle di Midoriya, il quale chiuse gli occhi mentre si preparava a condividere quel bacio tanto atteso.

Proprio quando le loro labbra stavano per toccarsi, un forte suono di passi e una voce familiare interruppero l'atmosfera carica di attesa.

«Deku! Todoroki! Che diavolo state facendo?», urlò Bakugo, con voce tagliente.

Midoriya e Todoroki si separarono bruscamente. Bakugo si fermò davanti a loro, con le braccia incrociate e uno sguardo che oscillava tra la sorpresa e la rabbia, «Perché non tornate ad allenarvi? È circa mezz'ora che siete seduti!».

«Kacchan, noi... stiamo solo facendo una pausa. Non era niente di grave!», rispose Midoriya, cercando di recuperare la compostezza.

«Niente di grave?», sbottò Bakugo. «Sono tre giorni che fate i piccioncini e non so altro. Non voglio saperlo, ma datevi una mossa! I professori non vorranno vedervi qui a perdere tempo!».

Todoroki si girò verso Bakugo, cercando di mantenere la calma, «Abbiamo capito. Ora andiamo a riprendere l'allenamento. Scusaci».

Midoriya annuì, «Giusto!».

Bakugo, con un'espressione infastidita, si allontanò brontolando tra sé, «Non fate mai niente senza metterci dentro un dramma. Non vi distraete più!».

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