Chapter Twenty-Five

Quando poi in lontananza vidi la chioma bionda di Blake. Mi avvicinai senza pensarci due volte e quando gli fui abbastanza vicina rimasi ammagliata da così tanta bellezza: indossava una camicia bianca lo faceva apparire ancora più alto di quanto già fosse, degli skinny neri strappanti che gli fasciavano le lunghe gambe e delle vans dello stesso colore della camicia, il suo ciuffo era sempre rivolto verso l'alto e il suo viso era bello come sempre.

-Collins!- esclamò abbracciandomi, questo gesto mi fece arrossire la bassa luminosità presente della stanza era a mio vantaggio. Staccati dall'abbraccio mi fece fare un giravolta su me stessa come se fossi una principessa.

-Wow, stai veramente bene!- alzò la voce per farsi sentire e lo ringraziai con un timido 'Grazie'. Dietro di lui scorsi Emma farmi facce buffe e non riuscì a trattenermi dal ridere, il che confuse Blake, che mi domandò se avesse qualcosa in viso. Ma presa delle risate non riuscì a dargli una risposta di senso compiuto.

-Sono...Uhm...Sono sporco in viso?- domandò imbarazzato, era veramente adorabile. Scossi il capo e poi indicai la mia amica, si voltò e la notò anche lui. Lei divenne bordeaux e tornò a parlare con una ragazza, Blake scoppiò a ridere insieme a me.
Dopo un po' si avvicinò Hunter con quella cozza allo scoglio di Kate, così le risate cessarono.

-Rebby! Ciao!- esclamò abbracciandomi di slancio. Rimasi leggermente perplessa e ricambiai anche se un po' stranita. Blake ridacchiò alla scena senza farsi notare dal suo amico. Dopo essersi staccata da me, lasciò due languidi e schifosi bacetti sulle pallide guance del biondo.
Senti cosa, evapora.

-Come mai qui, Rebby!?- urlò per farsi sentire la tinta rossa. Farfugliai qualcosa che ovviamente non capì, perché era stupida e perché la musica era troppo alta. Dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante, Kate notò qualcuno visto che si attaccò alle labbra di quello che avrei potuto definire il suo fidanzato.
Seguì la traiettoria in cui lei stava guardando e potei notare Emma a bocca aperta e probabilmente con il cuore spezzato.
Grandissima stronza.

-Noi andiamo a ballare, a dopo!- trascinò Hunter sulla pista da ballo e sperai in tutte le lingue che prendesse una storta o che si spaccasse il naso contro un muro. Purtroppo non accadde nulla di tutto ciò e mi ritrovai ancora una volta da sola con Blake, il quale si guardava intorno con fare imbarazzato. Mi strinsi nelle spalle e fissai la punta delle mie scarpe.

-Ti va di... Di ballare?- disse imbarazzato. Udendo la sua voce alzai il viso ed annuì incerta, mi porse la sua mano che afferrai prontamente, lasciando da parte il fatto che Madison avrebbe potuto vederci. Mi portò in pista e cominciammo a ballare sulle note di Starships di Nicki Minaj, era una di quelle canzoni che ti davano una carica assurda ed inoltre l'adoravo.

Dopo cinque canzoni ballate di seguito mi ritrovai con le gambe distrutte e piena di sudore dalla testa ai piedi. Così con la scusa di voler bere qualcosa mi diressi verso il bancone e mi versai un bicchiere d'acqua, dopodiché andai verso il bagno dove trovai Madison e Mark parlare, senza farmi vedere mi misi dietro la porta ed origliai, anche se era cattiva educazione.

-Mark, lasciami stare.- sentì dire da Madison, ma quest'ultimo non la fece passare, bensì la fermò dall'andarsene.
Le disse qualcosa che non riuscì a sentire visto la lontananza e poi vidi ciò che non avrei voluto vedere: la baciò. A quanto pare la cosa non disturbava affatto la mora visto che non si staccò. Piuttosto shockata entrai in bagno e non appena notarono la mia presenza si staccarono.

-Non è come sembra!- iniziò immediatamente Madison, ma la feci ammutolire con un gesto della mano. Osservai i due, mentre il mio primo pensiero si rivolse a Blake, che non si meritava ciò. Un senso di disgusto mai provato si capovolse nel mio stomaco e abbandonai la stanza, temendo di rigurgitargli addosso quello che avevo mangiato a cena.

Mi diressi verso il giardino a prendere una boccata d'aria. Uscita da quell'inferno mi scontrai con il freddo inverno e mi sentì quasi libera. Mi allontanai dalle coppiette che si stavano baciando animatamente, mi spostai verso il retro della casa. Non c'era nessuno e mi andava più che bene. La luna non c'era quella notte, ma le stelle brillavano come non mai, più volte mi ero ritrovata a desiderare di essere come loro: splendente.

I miei grandissimi pensieri filosofici furono interrotti dalla suoneria del mio cellulare, che mi rivelò di essere completamente nella merda quando lessi il nome 'Mamma' sullo schermo del telefono.

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Hey!
Sorry for the late, ma non avevo immaginazione. Spero che non faccia troppo schifo.
Byee

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