Chapter Sixty
Purtroppo, per me, non si poteva saltare scuola tutti i giorni della settimana, del mese e dell'anno scolastico. Per questo il giorno seguente mi alzai, non mentalmente pronta ad affrontare quella stressante giornata, che sarebbe terminata col ballo di autunno. Speravo con tutta me stessa che sarebbe filato tutto liscio.
Mentre mangiavo la mia mela, afferrai un paio di jeans blu strappati, un maglione rosso e blu e le mie Converse bianche, in fine mi diressi in bagno per lavarmi. Uscii di casa, salutando i miei genitori, sempre impegnati in qualcosa, infatti biascicarono un 'ciao'. Sbuffando salii sull'auto e dopo una decina di minuti arrivai a scuola. Sospirai, sentendo un peso sul petto che me lo schiacciava. Okay, Rebecca, ce la puoi fare, vai e fingi che nulla sia accaduto, evita il più possibile Christian.
Come se fosse facile...
Stringendomi nel mio giaccone, camminai spedita verso Emma, che era in compagnia di Jacob, sembrava essere in ansia per qualcosa, mentre l'altro era piuttosto tranquillo.
-Ciao!- esclamai prima di venire stritolata in un abbraccio, da parte di Emma. Ridacchiai confusa, stringendola a mia volta. Era solo un giorno che non mi presentavo a scuola, mica ero andata in guerra in Vietnam. Era la solita esagerata, dopo essermela staccata di dosso, con l'aiuto di Jacob, che rideva, la guardai con uno sguardo confuso.
-Sono stata in ansia per tutto questo tempo! Pensavo al peggio... Ma Jacob mi ha raccontato la vostra giornata.- disse sorridendo maliziosa alla fine, per fortuna Jacob non lo notò. Sapevamo tutti e tre cosa provasse Jacob per me, almeno fino a poco tempo fa, credevo che ormai gli fosse passata. Continuammo a chiacchierare allegramente, ma io continuavo a guardarmi intorno furtivamente, sperando che Christian avesse deciso, per oggi, di non venire. Non mi ero neanche accorta che i miei due migliori amici continuavano a scambiarsi occhiate.
-Becca, io ti devo parlare di una cosa...- iniziò a parlare Emma, ma venne bruscamente interrotta dalla campanella, che segnava l'inizio delle lezioni. Ciononostante aspettai che continuasse, ma mi liquidò con 'ti racconto dopo', perciò ci incamminammo per le nostre classi. Per mia sfortuna non avevamo quasi nessuna lezione insieme, infatti ero l'unica fortunata ad avere letteratura inglese in prima ora, materia che amavo. Deposi gli altri libri nell'armadietto per poi sbrigarmi ad arrivare in orario a lezione.
-Ciao Reb!- aveva esclamato qualcuno alle mie spalle, mi girai lentamente, sentendo il sangue gelarmi nelle vene, per poi vedere solamente Blake, sorridente come sempre, nei suoi skinny jeans neri e una felpa arancione con delle scritte nere. Gli sorrisi, sollevata che fosse semplicemente lui. Mi venne incontro e, quando fu ad un passo da me, parlò nuovamente.
-Ieri non sei venuta a scuola ed ho pensato al peggio. Ti ho mandato un paio di messaggi, ma non mi hai risposto. Stai bene?- chiese adagiando delicatamente una mano sulla mia guancia sinistra, felicemente sorpresa da quel gesto arrossii, neanche avesse fatto chissà cosa. Afferrai il telefono per poi vedere i messaggi, che stupida. Sicuramente ieri ero troppo presa dal divertirmi con Jacob da notare qualsiasi messaggi.
-Scusami, non li ho proprio notati! Comunque sto bene, meglio di... Prima.- dissi sorridendo imbarazzata, spostò la mano, infilandola nelle tasche dei suoi jeans. Sentii subito la mancanza di quel contatto così familiare e dolce, ma non lo diedi a notare. Pressai tra loro le labbra, non sapendo cos'altro dire, volevo solamente fuggire da quella situazione così imbarazzante.
-Menomale. Che materia hai ora?- chiese scompigliandosi i capelli con la mano libera. Non ci avevo fatto caso, ma sotto i suoi occhi erano presenti delle occhiaie, più scure e profonde del solito. Mi domando cosa non l'abbia tenuto sveglio così a lungo da causargli delle tali occhiaie.
-Letteratura inglese, tu?- risposi sapendo di essere in ritardo, ma per lui avrei saltato anche tutte le ore di lezione. Già, sono proprio disperata. Ormai il corridoio era completamente vuoto, c'eravamo io e lui, che parlavamo come se fosse normale, come se non dovessimo entrare in classe, ma una parte di me sperava che la bidella od un professore ci venisse a rimproverare.
-Anch'io! Andiamo?- esclamò riportandomi alla realtà, sorrisi divertita da tutta quella energia, per poi incamminarmi insieme a lui verso l'aula. Non ricordavo di avere anche questa lezione in comune. Mi offrì il suo braccio, come un gentiluomo, che incastrai con il mio, mentre correvamo, in ritardo per la lezione. Il professore ci avrebbe uccisi e appesi al muro, come un crocifisso.
Arrivati in classe, aprimmo senza nemmeno bussare, infatti ben presto gli occhi di tutti furono su di noi, soprattutto quelli adirati dell'insegnante. Divenni più rossa delle strisce sul mio maglione, mentre Blake sembrava quasi abituato a ciò.
-Collins, Gray. Quando vi baciate appassionatamente prima dell'inizio delle lezioni, almeno guardate l'orologio, in modo di arrivare in orario.- disse fulminandoci con lo sguardo. Non c'era neanche bisogno che io dicessi di essere arrossita ancora di più, sempre se si potesse. Abbassai lo sguardo sulla punta delle mie Converse, mentre Blake ridacchiava. Avrei voluto dirgli che non ci stavamo baciando, ma ero decisamente troppo in imbarazzo, inoltre neanche il biondo aveva controbattuto, per questo ci dirigemmo verso i primi banchi liberi, sotto lo sguardo divertito ed indagatore dei nostri compagni. Ma fatevi i fatti vostri.
...
Per mia fortuna la giornata scolastica era filata liscia, senza incontri spiacevoli e non potevo che esserne felice. Infatti dopo scuola avevamo deciso di fare un giro per il centro commerciale, io ed Emma, per scegliere un vestito per quella sera. Sembrava che si dovesse sposare il giorno dopo, talmente tanta ansia, mentre io me la prendevo molto con comodo, alla fine era solo uno stupido ballo.
-Alla fine non mi hai più detto quella cosa di cui avevi iniziato a parlare stamani. Di che si tratta?- le chiese osservando un vestito sui toni del verde scuro. Ripudiante.
Era un'ora che gironzolavamo ed ancora non eravamo state in grado di trovare nulla, forse non era stato molto saggio ridursi all'ultimo minuto per fare compere.
-Uhm... Ecco vedi io... Sono successe tante cose, soprattutto a te, e non mi è sembrato il caso di... Di dirtelo, però...- la interruppi non appena vidi quelle tre oche di Kate, Hanna e Carly, nel nostro stesso negozio, che ridevano come delle stupide, mentre tenevano tra le mani già dieci capi. Spalancai gli occhi, nascondendomi dietro un manichino insieme ad Emma. Perché dovevo incontrarle ovunque?
-Cosa stai facendo?- mi chiese la bionda al mio fianco, non capendo esattamente il motivo delle mie azioni. Non volevo che ci vedessero insieme perché sarebbero andate a spifferare tutto ai miei genitori e avrei dovuto dire addio alla mia amicizia con Emma. Le spiegai tutto in breve e sembrò capire, per questo avanzammo, cercando di non dare all'occhio, verso l'uscita.
-Ahia! Quello è il mio piede.- aveva esclamato con un tono di voce leggermente troppo alto Emma. La trucidai con lo sguardo e prima che la nostra copertura, da idiote, saltasse, corremmo fuori dal negozio. Giunte a una decina di metri di distanza, scoppiammo a ridere, infatti molte persone ci guardarono male. Era veramente esilarante quella situazione.
-Dio quanto mi sta sul culo Kate, ma hai visto quanto rende difficile l'esistenza di questo mondo?- disse, quando iniziammo a camminare di nuovo verso altri negozi. La guardai con un sorriso che la sapeva lunga e malizioso, ricevendo un buffetto sul braccio. Sapevo che ancora non le era passata la cotta per Hunter, il che mi rattristava perché il moro era ancora, felicemente, fidanzato con Kate.
-Dicevi prima che ci interrompessero?- le chiesi entrando dentro un negozio, la sentii sussurrare un 'Non importa' e poi cambiare argomento. Inutile dire che passammo il pomeriggio così: a ridere, scherzare, provare abiti ed ancora ridere. Sfortunatamente io non trovai nulla, ma mi sarei arrangiata con qualche vestito vecchio, mentre Emma, dopo che mi raccontò di essere stata invitata da Joey, il che mi lasciò più che sconvolta, trovò, grazie al mio aiuto, un bellissimo vestito sui toni del rosso, era smanicato ed il busto era su un tono del bordeaux leggermente più scuro della gonna a palloncino, inoltre era tempestato di piccoli brillantini. Qualcosa di non troppo appariscente, ma neanche troppo neutro, molto alla Emma.
-Mi dispiace che tu non abbia comprato niente.- disse sporgendo in avanti il suo labbro inferiore, mentre io facevo spallucce, alla fine ne avevo tanti di vestiti, avrei solamente buttato soldi al vento. Ci dirigemmo verso l'uscita sempre chiacchierando animatamente, riguardo al ballo e non. Sebbene non le dessi molto a vedere ero molto in ansia, come ho già detto, volevo che tutto fosse perfetto non per me, ma per il mio migliore amico, che si meritava almeno una serata perfetta, con un'accompagnatrice perfetta.
-Ci vediamo a scuola allora.- sembrava più una domanda che un'affermazione. Lei annuì abbracciandomi, per poi sparire dietro l'angolo, mentre io mi dirigevo verso l'auto, dove l'autista di mio padre mi attendeva. Per quanto fosse comodo ogni tanto desideravo prendere l'autobus come ogni adolescente normale della mia età, ma ovviamente non sarebbe mai successo.
Giunta a casa in religioso silenzio, filai dritta in camera mia, ma mia madre mi fermò prima che potessi entrare.
-Rebecca, stasera ci sarà il ballo d'autunno e non mi hai detto con chi ci andrai.- incrociò le braccia sul suo petto prosperoso. Mia madre era sempre stata una donna dalle curve pronunciate, ed anche se non la dava a vedere se ne vergognava molto. I suoi capelli castani erano rigorosamente tirati su in un'acconciatura ordinata, che lasciava cadere solamente alcune ciocche. Per non parlare del trucco impeccabile, né troppo scuro né troppo acqua e sapone.
-Se questo può rallegrarti la serata, ci andrò con Jacob.- dissi attendendo di potermene filare in camera, solamente per immergere la testa tra i capi d'abbigliamento e cercare un vestito adatto. La sua reazione fu fin troppo esagerata, dal momento che spalancò gli occhi, neanche le avessi detto di essere rimasta incinta, ed iniziò a sorridere in modo ambiguo. Non capirò mai questa donna.
-Hai già scelto l'abito?- mi chiese sorridente, scossi il capo confusa. Mia madre aveva qualcosa in mente, da quando io e Jacob ci eravamo conosciuti, continuava a comportarsi in questo modo strano. La mia risposta la fece balzare sul posto, cosa che feci anch'io, totalmente sorpresa da quella reazione. Ma non è che si è bevuta qualcosa?
-Allora che aspetti? Andiamo a cercarlo!- mia madre corse dentro la mia camera, senza neanche darmi il tempo di ribattere. La osservai addentrarsi nel mio armadio, mi venne spontaneo sorridere davanti a quel momento: era raro che passassimo del tempo insieme e di certo ne avrei approfittato. La seguii, guardando come gettava all'aria ogni vestito.
-Prova questo, con questi.- esclamò rifilandomi un vestito azzurro accesso e dei tacchi del medesimo colore. Disgustata afferrai i capi, la maggior parte di quei vestiti mi era stata regalata, per questo non li indossavo mai. Quando uscii dal bagno in quello stupido vestito, mi osserva allo specchio, diciamo che più che sembrare una ragazza mi avvicinavo di più ad un tavolo.
-Uhm... No. Questo!- disse porgendomene un altro, ed andò avanti così per almeno altre due ore. Ci fu un momento durante quella 'sfilata' in chi mi fermai e tutto sembrò farlo insieme a me, un momento in cui tutto andò a rallentatore e mi presi un secondo per osservare mia madre, che infilava la testa tra i capi e cercava qualcosa, aveva un leggero sorriso sulle labbra, niente di troppo emozionante, ma io mi accontentavo. La osservai, sorridendo, perché era uno di quei momenti in cui non mi importava dei miei stupidi problemi amorosi, dei miei stupidi problemi con Christian, con Blake, con Hanna, Kate e Hanna, con Madison e persino quelli con me stessa. Non mi importava di nulla e di nessuno, mi preoccupai solamente di osservarla in tutta la sua concentrazione e sorrisi perché era uno di quei momenti che la notte sognavo di avere, che ho sempre voluto, quei momenti tra madre e figlia, quei momenti in cui ti confidi e lei ti consiglia, quei momenti in cui le racconti della tua cotta e lei ti sorride felice, quei momenti in cui alcune lacrime le sfuggono dagli occhi perché vede la sua bambina crescere, quei momenti in cui ridete come matte per delle sciocchezze, quei momenti in cui cantate e ballate canzoni di altri tempi. Quei momenti che io non ho mai avuto, in cui sei con tua madre e senti di toccare il cielo con un dito per tutta la felicità e la gioia, che quel solo momento ti scaturisce dentro.
-È perfetto...- aveva sussurrato impercettibilmente mia madre, osservando il mio riflesso allo specchio. Dopo ore di ricerca disperata eravamo riuscite a trovate un vestito decente, che non ricordavo neanche di possedere. Era sui toni del blu notte, quasi nero, con lo strascico, che mi lasciava, dalla metà coscia in giù, le gambe nude e, come quello di Emma, aveva dei brillantini su tutto il vestito, inoltre la scollatura era a cuore, ma non esagerata e mi cadeva morbido sulle braccia. In effetti era bellissimo, veramente, sebbene mettesse in mostra più di quanto volessi. Mi era apparso di vedere una lacrima scivolarle dagli occhi verdi, ma probabilmente ero solamente io ad avere le apparizioni.
-Cara, scendi! Ci sono i Jones!- aveva urlato mio padre dal piano terra, risvegliandomi dal mio 'sogno'. Mia madre annuì, per poi avvicinarsi a me ed accarezzarmi le braccia. Rabbrividii non abituata a quel gesto, quasi lontanamente materno. Mi sorrise dallo specchio e poi uscì dalla camera, lasciandomi sola con il vestito.
-Stai molto bene.- sussurrò prima di chiudere la porta, mentre il mio cuore faceva i salti mortali. Per una volta nella mia vita l'avevo sentita vicina, materna, amorevole e non sapevo se sarebbe riaccaduto di nuovo, ma almeno ero felice di essermelo gustato fino in fondo.
Adesso il mio più grande problema erano i capelli, dovevo trovare una pettinatura che li facesse sembrare voluminosi e non piatti, come me. Sad but true.
Alla fine optai per alcuni boccoli, che mi cadevano morbidi sulle spalle e mi presi alcune ciocche, tra quelle davanti, legandole dietro. Ma prima di tutto questo mi concessi un bagno caldo, per rilassare i muscoli, dove la mia mente vagò tra i miei pensieri, problemi e stupidaggini. Speravo con tutta me stessa che Christian avesse deciso, per ragioni al mondo ignote, di non presentarsi al ballo. Volevo solamente avere una serata tranquilla con i miei amici e Joey, quel ragazzo non me la raccontava giusta, mi suonava troppo strano il fatto che avesse invitato Emma, non che lei non fosse abbastanza per lui, ma era comunque strano.
Dopo un'abbandonante mezz'ora uscii dalla vasca, asciugandomi il corpo e i capelli. Col passare delle ore si erano fatte le sei e trenta, per questo mi infilai il vestito, acconciai i capelli, applicai del mascara, un po' di illuminante, un rossetto dello stesso colore del vestito, come trucco, spruzzai del profumo, afferrai la pochette e mi guardai un'ultima volta allo specchio. Non ero perfetta ai miei occhi, probabilmente mai lo sarei stata, ma per quella sera andavo bene.
-Rebecca, è arrivato Jacob.- urlò mia madre. Ecco, è arrivato il momento, ci siamo. Pensai mentre uscivo dalla mia camera e mi incamminavo verso le scale, nulla sarebbe dovuto andare storto, nulla...
Spazio Me!
Heeey! Aggiornamenti a random, spero vi abbia fatto piacere.
Vorrei sapere la vostra su questo capitolo, as always, quindi commentate in tanti/e!
E lasciate una stellina ovviamente lol
Byee
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