Chapter VI - Ilary

La luce del sole mi abbagliò, svegliandomi dal mio lungo ed eterno sonno e facendomi girare dall'altro lato del letto.

Pensai di sbattere contro la schiena di Akito ma non tastai nulla, il letto era vuoto.

Sospirai, probabilmente mi ero sognata tutto.

Mi alzai mal volentieri dal mio comodissimo letto e ripensai ai trip mentali di ieri sera.

No, non era affatto un sogno.

E questo lo capì dal braccialetto di Akito sul mio comodino.

Sospirai e me lo rigirai tra le dita, sorridendo appena. Quel braccialetto gliel'avevo regalato io, per il suo compleanno.

Quel maledetto ragazzo, lasciava sempre tutto a casa mia.

Guardai l'orologio, che segnava le 7:30 del mattino e decisi di andare in bagno a farmi una bella doccia.

L'acqua calda era piacevole e mi trasmetteva un calore indescrivibile.

Il fatto di giacere con Akito, dopo due anni e mezzo di relazione, lo trovavo ancora abbastanza imbarazzante.

Per me erano state le prime volte e anche se all'inizio Akito mi aveva trasmesso tutto il suo amore, non riuscivo a pensare lucidamente.

Ero sopraffatta dall'ansia.

Uscì dalla doccia e mi avvolsi nel mio accappatoio bianco, Ottobre era quasi alle porte e il primo freddo stava iniziando a sentirsi.

Mi asciugai in fretta e furia i capelli, sarei arrivata in orario o almeno speravo.

***

[Akito]

{one hour before}

Mi svegliai, girandomi nel letto e ritrovandomi la faccia di Sana schiacciata sul mio petto.

Dormiva profondamente e sembrava una bambina.

I lunghi capelli castani le ricadevano pazzi sulla faccia e quella visione al mattino, era qualcosa che avrei voluto sperimentare ogni giorno.

Mi alzai delicatamente, spostando il suo gracile corpo nell'altro lato del letto.

Sana mugugnò qualcosa, per poi ritornare a dormire, beata e tranquilla.

Mi alzai, guardando l'orologio, che segnava esattamente le 6:30.

Presi i vestiti, che il giorno prima avevo buttato a caso per terra, e mi vestì velocemente.

Diedi un veloce bacio a Sana e tornai a casa, il più piano possibile, cercando di non svegliarla.

L'avrei rivista comunque dopo.

[Sana]

Annaspai, ero tutta sudata ed avevo il fiatone.

Maledetto Akito, poteva almeno svegliarmi.

Arrivare il primo giorno di università alle 8:20, non era il top dei top.

Ma almeno oggi ero arrivata 10 minuti prima.

Lasciando stare il sarcasmo, il professore di psicologia mi ucciderà.

Mi diressi all'entrata, non trovando anima viva e mi avvicinai ai fogli delle classi dove le varie materie sarebbero state presentate.

Erano così tante che la testa mi girava.

Iniziai a muovere il dito su e giù tra i vari fogli, cercando, disperatamente, psicologia.

«Psicologia, Psicologia, dove cavolo è Psicologia?» mi lamentai ad alta voce.

Non riuscì a cercare nemmeno una materia da sola, continuai all'infinito, finché non lo trovai «bingo!» esclamai «aula 67» conclusi, dirigendomi da una bidella lì vicino che, dopo avermi strillato per la mia voce acuta, mi indicò la classe e il piano.

Iniziai a correre a perdifiato fin quando non finì col sedere a terra «ehi, stai più attenta» si lamentò qualcuno.

Alzai lo sguardo, ritrovandomi una ragazza dai lunghi capelli neri, le lanciai un'occhiataccia e mi alzai da terra «non ti avevo assolutamente vista, stavo correndo e sono anche in ritardo. La stessa cosa posso dire per te» lei annuì e si sistemò i capelli «in che aula ti stavi dirigendo?» la guardai male «67» lei si diresse verso di me, prendendomi per mano «anch'io, potremmo andare insieme!» annuì soltanto, guardandola.

***

Arrivai in classe trafelata e infuriata come non mai.

La ragazza di fianco a me, a differenza mia, ex attrice di successo, sembrava una modella appena uscita dal parrucchiere.

Nessun capello fuori posto e il trucco perfetto.

La guardai scioccata mentre le sue iridi verdi luccicavano, divertite.

Era davvero una bella ragazza, sopratutto per il contrasto di colori «Kurata e compagna, vi sembra orario di presentarvi a lezione il primo giorno? Magari dovremmo imparare un po' di regole, fuori di qui subito.»

La mia bocca si aprì subito, ero contrariata dalla situazione ma decisi di non controbattere, cosa che invece decise di non fare la compagnia di fianco a me «professore, si calmi, probabilmente anche lei arrivava in ritardo. Quindi, le direi calorosamente di non lamentarsi e di fare lezione» mi girai verso di lei mentre si voltava e si andava via sotto lo sguardo sconvolto del professore.

Quest'ultimo sbraitò un altro po', poi si rivolse verso di me, ancora sul ciglio della porta «signorina Kurata, vuole uscire fuori o vuole sedersi e darci la decenza di averla a lezione?» sorrisi falsamente ed entrai all'interno della classe, ignorando le occhiate dei miei vecchi fan o le solite voci di me e Akito «come vuole lei professore» risposi, andandomi a sedere e pronta ad ascoltare due noiosissime ore di lezione.

Odiavo le università private.

***

La noia mortale terminerà tra dieci minuti ed io non avevo seguito nulla.

Chissà in che aula sarà capitato Akito e chissà perché stamattina mi aveva lasciata da sola come una cretina.

Sospirai, nonostante la mia nuova compagna non fosse andata a lezione, avevo sempre una strana sensazione.

Quella ragazza non porterà nulla di buono e sentivo di non potermi fidare di lei, per qualche ignoto motivo.

L'ora finì e finalmente mi alzai da quella scomodissima sedia, dirigendomi verso l'uscita.

Evitai lo sguardo del professore ed uscì .

Mi dispiaceva troppo per lui, prima o poi mi sarei scusata.

Mi diressi verso il mio armadietto, quando mi sentì picchiettare la spalla.

Mi girai, sorridente, pensando fosse Akito ma, quando girandomi, nel mio campo visivo fece capolino la nuova ragazza, il sorriso mi morì sulle labbra.

Cosa voleva esattamente da me?

La guardai, inarcando un sopracciglio «uhm...ciao?» la salutai o almeno ci provai.

Lei sorrise «mi fai simpatia Sana» la guardai, ancora più corrucciata, evitando di domandarle come sapesse il mio nome «grazie?» le risposi, in evidente imbarazzo.

Lei sorrise «io mi chiamo Ilary ma questo non credo sia importante. Senti, ti aspetto all'uscita, ho bisogno di parlarti.»
«Ma che....» riuscì solo a dire, prima che lei sparisse.

***

Continuai le lezioni giornaliere tranquillamente, con l'ansia che mi cresceva in petto, chissà cosa vorrà dirmi la nuova ragazza.

La campanella suonò e finalmente direi, facendoci uscire.

Inspirai l'aria fredda di fine Settembre e mi girai tra i vari studenti che stavano uscendo, cercando Akito, Aya, Hisae, Gomi, Fuka o Tsuyoshi.

Oggi non li avevo proprio visti.

Una strana sensazione s'impossessò di me, quando scorsi i capelli corvini di Ilary, affiancata da un ragazzo alto, biondo e bellissimo.

A parte il mio ragazzo ma questi sono dettagli.

Li guardai scioccata e decisi di seguirli, anche perché Ilary voleva parlarmi, quale occasione migliore.

Volevo davvero intervenire, dopo averli seguiti al lungo ma probabilmente avevo qualcosa che non andava, non lo sapevo ma iniziai a non vedere più niente, colpa delle lacrime, procurate dal tempo? Non lo sapevo.

***

[Akito]

Sospirai, appoggiandomi al mio armadietto e guardando Gomi negli occhi «perché oggi mi stai appiccicato, Hisae non c'è?» mi lamentai, massaggiandomi gli occhi.

Quella giornata era stata pesantissima, in più Sana era scomparsa dalla faccia della terra.

Gomi alzò le spalle «Hisae non è il mio unico problema e poi vorremmo chiedere di cambiarci tutti nel corso di Sana» sorrisi, prendendo lo zaino da terra e seguendolo fuori, dandogli una leggera spintarella.

Sarebbe stato fantastico.

Io frequentavo ortopedia ma avrei potuto ottenere dei corsi extracurricolari per stare con loro.

Gli sorrisi, ringraziandolo con lo sguardo «mi stai dando del problema?»
«Non ho mai detto questo» rise Gomi, spingendomi a sua volta.

Continuammo a ridere e scherzare, fin quando una ragazza non mi si parò davanti.

Carina ma non era assolutamente il mio tipo.

La guardai, stranito «posso fare qualcosa per te?» le domandai gentilmente mentre Gomi la guardò male, non capì perché guardò così una ragazza così carina e dolce.

Lei mi sorrise, mettendo in risalto i suoi tratti occidentali «nulla di che, mi manda Sana, sono una sua compagna di corso. Sei Akito, giusto?» le sorrisi, ero contento che Sana si fosse già fatta delle amiche.

Gomi mi lanciò un'occhiataccia, facendomi no con la testa e io aggrottai le sopracciglia, non capivo dove fosse il problema «si grazie mille, la stavo cercando anch'io» le risposi mentre da lontano, Hisae fece capolino dal suo ragazzo, tempismo perfetto.

Salutai velocemente Gomi, senza neanche dargli il tempo di parlare e seguì quella ragazza.

«Ehi, Akito giusto?»
«Si, tu..?»
«Ilary, vengo dall'Inghilterra.»
«Mi piace questo nome» borbottai, pensando all'Inghilterra e alla sua infinita storia, mi piaceva molto come paese.

Io e Ilary continuammo a camminare tranquillamente, fin quando lei non si fermò a metà strada «siamo arrivati, dov'è Sana?» le domandai, facendo un giro di 360 gradi, come se Sana spuntasse da un momento all'altro.

Mi rivolsi nuovamente verso Ilary che, con la sua aria gentile, si avvicinò sempre di più a me.

Forse anche troppo o forse ero io a non capirci più niente.

~Capitolo corretto il 28-01-19~

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