Il capo d'oro al vento di Sparta
Mio bell'Alcibiade,
Che fai quaggiù?
Bagnato dalla pioggia d'oro
Della tua camera da letto,
Ripensavi ai figli di puttana
Che ti mandarono via,
Perso nelle nebbie di schiuma
Assassino di vite di marmo
Dormienti da troppi anni.
E non era vero
E volevano solo farti odiare di più
Addio, Atene!
Città che amasti come si fa
con una donna,
come si fa per un'arte per cui
Si arde nel fuoco del Tartaro
Città che odiasti e a cui volesti
strappare le viscere a mani nude!
Addio, amori!
Addio, sogni di comandi alla deriva
Che fare?
Uccidersi?
No! Che la città mi sputi!
Tanto la distruggerò con il nemico.
Avrebbe dovuto pensarci prima
Avrebbe dovuto scusarsi con me.
Ormai, il danno è fatto
Il perdono è stato gettato nel vuoto
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