Carmina III, 30
Calma, ragazz*, lo so che questa è una traduzione e non una poesia, ma avevo troppa voglia di mostrare la mia creazione. Ultimamente, a scuola stiamo leggendo Orazio e-tra le altre cose- mi è piaciuta molto questa sua poesia, che funge da finale per il terzo libro delle sue odi. Vedete quanto è bella (ricorda un po' Shakespeare), vi prego!!
Comunque, spero di renderla bene, sennò lo spirito di Orazio viene a prendermi a casa.
Ho condotto a termine un monumento più duraturo del bronzo,
più elevato delle piramidi immense,
che la pioggia corrosiva non distruggerà mai,
nè lo sfrenato Aquilone
o l'incancolabile successione degli anni o il fuggire del tempo.
Io non mi spegnerò del tutto, molta parte di me sfuggirà a Libitina:
la mia fama crescerà sempre rinnovandosi presso i posteri,
fino a quando il pontefice e la tacita vergine saliranno sul Campidoglio.
Di me si dirà-lungo L'Ofanto che violento canta e lungo Il Dauno povero d'acqua sovrano dei popoli agresti- che per primo ho condotto ai ritmi italici la musica della poesia Eolica. Sii orgogliosa di me, Melpomene, te lo meriti e-se mi sei propizia- cingi la mia chioma con l'alloro di Delfi.
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