𝕋𝕒𝕜𝕒𝕤𝕙𝕚 𝕄𝕚𝕥𝕤𝕦𝕪𝕒
𝓡𝓮𝓺𝓾𝓮𝓼𝓽𝓮𝓭 𝓫𝔂: sw3gc0refed
𝙶𝚎𝚗𝚛𝚎: 𝚏𝚕𝚞𝚏𝚏
𝚆𝚊𝚛𝚗𝚒𝚗𝚐𝚜: 𝚏𝚎𝚖𝚊𝚕𝚎 𝚛𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛, 𝚜𝚎𝚌𝚘𝚗𝚍 𝚙𝚘𝚟, 𝚎𝚜𝚝𝚊𝚋𝚕𝚒𝚜𝚑𝚎𝚍 𝚛𝚎𝚕𝚊𝚝𝚒𝚘𝚗𝚜𝚑𝚒𝚙, 𝚝𝚘𝚘 𝚖𝚞𝚌𝚑 𝚏𝚕𝚞𝚏𝚏, 𝚖𝚊𝚢𝚋𝚎 𝚌𝚞𝚛𝚜𝚒𝚗𝚐 (?)
𝘞𝘰𝘳𝘥𝘴 𝘤𝘰𝘶𝘯𝘵: 1.8𝘬
- Mitsuya è il tipo di persona da stressarsi per tutto e anche troppo
- vuole aiutare tutti e far felici tutti e farebbe di tutto per riuscirci, ne sono completamente certa.
- sento che questa cosa arriva all'apice se si tratta delle sue sorelline.
Anche per questo è capace di lavorare per ore senza neanche rendersene conto.
- questo ragazzo deve prendersi una vacanza.
꧁ • ꧂
Il sole stava iniziando a calare, le nuvole di erano tinte di rosso, come il cielo, segnando che la fine della giornata sarebbe arrivata tra non molto.
C'era traffico, molti stavano ora ritornando a casa, o almeno, erano quelli che fortunatamente ci riuscivano.
Tanti altri dovevano affrontare le ultime ore, arrivando a rientrare nelle loro abitazioni con la luna ad accompagnarli.
Nei quartieri lontani dalla confusione di Shibuya vi era un silenzio surreale.
Guardando le case già si notavano le luci accese, preparando la cena da passare tra i familiari.
I lampioni iniziavano ad illuminare le strade.
Di sicuro eri l'unica ancora a non essere rientrata, dopo scuola avevi deciso all'ultimo di cambiare strada.
Era stata una decisione fin troppo improvvisa per te, ma non ci avevi dato peso.
Ora avevi un unico obiettivo: andare da lui.
Era sempre stato un modello da seguire per molti.
Tra i membri della Toman, tra i suoi compagni a scuola, per le sue sorelline.
E soprattutto, per te.
Avevi sempre ammirato come avesse sempre il controllo di tutto, insomma, era il capitano della seconda divisione, si occupava della sua famiglia e in tutto questo riusciva anche ad andare bene a scuola e ad essere il presidente di un club scolastico.
Ma forse la cosa che ti aveva sorpresa di più era come riuscisse sempre a far vedere che non gli pesasse dover sempre pensare a qualcosa.
Certo, sapevi che fosse una facciata.
Non gli piaceva far preoccupare gli altri, non voleva essere un peso.
Era anche arrivato a quella consapevolezza che anche se si fosse lamentato non avrebbe risolto nulla.
Perciò non l'aveva mai fatto, o almeno non più.
Ricordava con imbarazzo quando da bambino era scappato di casa, lasciando Mana e Luna da sole.
Ricordava anche come sua madre gli aveva dato uno schiaffo per esser stato un irresponsabile, e come poi l'avesse abbracciato scusandosi per essersi sempre dovuto occupare di loro.
Certo, non rimpiangeva di averlo fatto.
Aveva capito che sua madre in realtà si era sempre sentita in colpa, il loro rapporto era migliorato.
E poi aveva incontrato Draken, che l'aveva portato in quel mondo fatto di delinquenti facendolo diventare uno dei fondatori della Toman.
Grazie a quell'incontro aveva conosciuto tutti i suoi attuali amici.
E forse quell'incontro aveva contribuito, in un modo o in un altro, a conoscere te.
No, non lo rimpiangeva affatto.
Era un mistero per lui come tu riuscissi a capirlo sempre, non riusciva mai a nasconderti nulla.
Si sentiva vulnerabile sotto il tuo sguardo, che sembrava scrutarlo nel profondo.
All'inizio aveva provato anche un senso di disagio, pensava di saper mascherare ciò che provava veramente, ma con te ciò non accadeva.
Era più frustrato forse.
Quando ti chiese come facessi a capire come stava veramente, la tua risposta lo lasciò allibito:
«Come? Mi stai dicendo che nessuno se ne accorge?»
Forse fu proprio in quel momento che iniziò a innamorarsi di te.
Accadde così in fretta che non riuscì neanche a reagire, per la prima volta Mitsuya non aveva il controllo su qualcosa.
E cavolo se gli piaceva.
Qualche volta aveva sentito le ragazze che venivano al club parlare di cotte e mai come allora si era ritrovato a capire cosa intendessero.
I brividi lungo la schiena, le guance rosse e bollenti, quella sensazione di ansia crescere dentro allo stomaco quando ti vedeva nei corridoi, quando sentiva la tua voce o quando, per caso, vi sfioravate.
Sentiva di poter camminare sulle nuvole quando era con te.
Non credeva neanche di essere un tipo romantico, certo, non era neanche uno da non esternare i propri sentimenti.
Ma non si aspettava di ritrovarsi a fare una dichiarazione d'amore in un parco pieno di ciliegi in fiore.
Beh, si era anche detto di fare tutto il possibile per renderti felice, quindi alla fine non era un problema.
Forse era addirittura una soddisfazione mostrare ai suoi compagni di avere la ragazza, per di più, una come te.
Gli sguardi quasi invidiosi dei suoi amici vedendovi camminare mano nella mano gli faceva provare un senso di orgoglio a sapere di averti al suo fianco.
Di averti solo per sé.
Perché a suoi occhi eri perfetta.
Lasciasti che un sospiro di sollievo uscisse dalle tue labbra - oramai rosse dal freddo - vedendo la sua casa.
Facendo attenzione a non incespicare nei tuoi stessi passi, ti affrettasti a raggiungere l'abitazione, quasi come ci fosse qualcuno che ti stava inseguendo.
Appena giunta alla porta, suonasti al citofono, aspettando.
Battesti il piede destro sul pavimento, avvertendo l'impazienza farsi strada.
Di solito non ci metteva così tanto a rispondere.
Dei dubbi iniziarono a formarsi nella tua mente, che non fosse a casa?
Forse era andato a fare delle compere.
Suonasti una seconda volta, ma di nuovo, nessuno rispose.
Tirasti fuori il cellulare dalla tasca, lo guardasti, come cercando una risposta in esso.
Sentisti tuttavia dei passi abbastanza frettolosi dall'altra parte della porta, come quelli di qualcuno che stava correndo.
La porta si aprì di colpo e vedesti il tuo ragazzo quasi cadere in avanti mentre cercava di riprendere fiato.
«(Nome)?»
Ti guardò sorpreso di vederti lì, mentre tu non sapevi come reagire esattamente a quello che avevi di fronte agli occhi.
Facesti un gesto con la mano, a salutarlo, una risata uscì dalle tue labbra.
Sul viso di Takashi si palesò una confusione malcelata, non capendo il perché del tuo comportamento.
Gli indicasti con la mano il suo volto, confondendolo di più.
Prendesti il telefono e gli facesti una foto, mostrandogliela.
Non pensavi di averlo mai visto così rosso da quando lo avevi conosciuto.
Fece una risata imbarazzata e si scusò, facendoti entrare, correndo in bagno a sciacquarsi il viso.
Certo, non avevi neanche mai visto Takashi, ricoperto di panna montata e zuccherini, indossare un grembiule con degli adorabili disegnini sopra.
Dopo aver chiuso la porta, ti togliesti le scarpe e ti avviasti verso il piccolo salotto.
Mana e Luna stavano colorando su dei fogli e appena ti videro corsero ad abbracciarti.
Non ti diedero un attimo di tregua, facendoti vedere i disegni - tutti ritraenti la loro madre, Takashi, loro e anche te - parlandoti della scuola o del nuovo cartone che avevano visto alla tv.
Onestamente, non eri più sorpresa del loro essere così energiche.
Il carattere gentile e calmo di Takashi serviva proprio a dare un equilibrio all'atmosfera.
Lo vedesti uscire dal bagno, con ancora le guance rosse da prima.
Ridacchiasti guardandolo mentre cercava di non incontrare il tuo sguardo.
«Il fratellone non ci aveva detto che saresti venuta! Era una sorpresa?» chiese la maggiore, le accarezzasti la testa, sorridendo.
Ti avvicinasti a lei, come a dirle un segreto, anche la più piccola si sporse per sentire.
«In realtà, neanche il fratellone sapeva che sarei venuta a farvi una visita. E sì, ho voluto farvi una sorpresa» sussurrasti alle due, che si portarono le manine davanti alla bocca, mentre ti guardarono sorprese.
Takashi si avvicinò a voi, sorridendo alle due «Io e (Nome) abbiamo alcune cose da discutere per la scuola, che ne dite di finire di colorare nella vostra stanza e poi mostrarci i vostri disegni?»
Mana e Luna lo guardarono, ricambiando il sorriso, annuirono e si avviarono verso la loro meta.
Dopo che rimaneste da soli, lui ti fissò, alzando un sopracciglio.
«Allora, posso sapere il motivo della tua visita?»
Un sorriso divertito si formò sul tuo viso «E io posso sapere perché avevi dei baffi di panna montata?»
La tua domanda sembrò fargli tornare l'imbarazzo, un rossore si creò sulle sue guance mentre si schiariva la voce.
«Domani è il compleanno di Luna, volevo prepararle una torta»
Lo guardasti sorpresa, «perché non mi hai detto nulla?»
Si mise a giocherellare col lembo del grembiule «Non volevo darti un peso, in questo periodo i professori stanno dando molti compiti da fare e non volevo-»
Gli desti un buffetto sulla fronte, fermando il suo sproloquio.
«E allora tu? Anche tu sei uno studente, sei il presidente del club di economia domestica e, per di più, fai parte della Toman. Sei più incasinato di me. Dovevi dirmelo subito, sono la tua ragazza. Sono qui per supportarti e aiutarti»
Il tuo discorso sembrò coglierlo alla sprovvista, mentre ragionava sulle tue parole.
Ti dirigesti verso la cucina, guardando che già l'impasto era pronto, mancava solo il ripieno, ti togliesti la giacca della divisa e ti arrotolasti le maniche della camicia, ti rivolvesti poi a lui, che si era alzato e ti aveva raggiunta.
«Hai un grembiule in più?»
Ora che aveva anche il tuo aiuto, Takashi riuscì a finire subito la torta, mettendola poi in frigo.
Ripuliste il casino che nel frattempo si era creato lanciandovi la panna addosso e in seguito ritornaste nel salotto per riposarvi.
«Ora manca il regalo e poi posso riposare in pace» mormorasti massaggiandoti le spalle dolenti.
Il ragazzo si avvicinò a te e prese a continuare il massaggio, riuscendo a toglierti la fatica che avevi.
«Non serve che tu prenda un regalo, anche perché sono sicuro che sarà felicissima per la torta.»
Ci riflettesti un attimo.
«No, le prenderò un regalo.»
Takashi emise una debole risata, mentre scuoteva la testa.
«Ah, dentro la borsa ho tutti i quaderni con gli appunti e i compiti svolti, te li lascio»
«Non dovevi (Nome)...»
Ti girasti per guardarlo, «ma l'ho fatto, Takashi hai sempre fatto tanto per me, quindi voglio anch'io esserti d'aiuto. Certo, non è molto...»
Il ragazzo lasciò un bacio sulla tua fronte, accarezzandoti una guancia.
«Non è vero, fai sempre tantissimo per me, solo non te ne rendi conto»
Lo fissasti confusa, «e come?»
Takashi sembrò pensarci un attimo, per poi sorridere, si avvicinò al tuo orecchio, dei brividi ti percorsero la schiena sentendo il suo respiro così vicino.
«È un segreto».
Si allontanò e si mise a ridere vedendo la tua reazione, il tuo viso si riscaldò e sapevi per certo di essere arrossita.
«sei diabolico...» borbottasti, ciò lo divertì di più.
«Non posso negarlo»
Lo afferrasti per le spalle, e con lo stesso tono di una bambina capricciosa, iniziasti a dargli il tormento.
«Dai, dimmelo Takashiii»
Questo continuò per almeno cinque minuti, finché non decise di rispondere.
«Potrei dirtelo, ma a una condizione»
Lo guardasti, emozionata, «quale?»
«Se mi dai un bacio»
Lo fissasti, imbarazzata, mentre le sue iridi ametista ti studiavano divertite.
Dopo una breve riflessione, annuisti «va bene».
Ti avvicinasti al suo viso, e senza esitazione unisti le vostre labbra in un dolce bacio.
«Fratellone, che state facendo?»
Ci metteste neanche mezzo secondo a staccarvi, imbarazzati.
«Niente, stavamo solo... giocando»
Annuisti, cercando di non arrossire ancora di più.
«Oh, anche noi vogliamo giocare!»
Takashi annuì sorridendo, «avete finito i vostri disegni?»
Le due annuirono, emozionate all'idea di farveli vedere, come un qualcosa di prezioso.
Le faceste sedere sui vostri grembi, e ve li mostrarono, eravate tutti voi.
«Sono molto belli, siete state bravissime»
Le due si guardarono sorridendo, per voi rivolgersi a voi.
«Possiamo avere anche noi un bacio?»
Author's note:
Non so se avete mai provato quella cosa in cui ascoltate la stessa canzone più e più volte.
Io ho praticamente scritto quasi tutti i capitoli di ストーリーを変える e questo capitolo su Mitsuya ascoltando Formula di Labrinth.
Non sto bene, lo so.
Mi fa venire la pelle d'oca.
Quando chiudo gli occhi riesco come a vedermi camminare per le strade di una città di notte, solo io e le cuffie nelle orecchie.
E anche se non è lunga come canzone voglio ascoltarla comunque, forse perché crea dipendenza.
Sono io quella strana?
A parte che la scorsa volta che sono uscita con la mia amica ho finito per spendere un sacco sui volumi di Tokyo Revengers, adesso quindi ho: il primo, il secondo, il quarto e il quinto volume. Mi mancano il terzo che non sono riuscita a trovare nelle librerie che ho preso d'assalto e il sesto che ho deciso di non comprare dato che altrimenti poi mia madre mi uccideva.
Comunque, ho intenzione di iniziare a scrivere una storia, però con un chubby oc.
Perché sì, non ne vedo abbastanza e notato che in tutte le storie c'è la protagonista magra, che poi sì, anch'io ne scrivo, proprio per questo voglio cambiare format.
Ogni persona vuole avere una storia in cui si rivede nel personaggio, perciò voglio scrivere una storia x chubby oc.
Anche se non so su quale anime, mi era venuta l'idea per Tokyo Revengers dato che ormai ne sono ossessionata ma non saprei, voi cosa mi consigliereste?
A parte ciò, non vedo l'ora di iniziare.
Quindi sì, tenetevi pronti.
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