9. Imprevisti e discussioni - Parte 2
Cercando di maneggiare lo strano sacchetto luminoso con più delicatezza possibile, Luana premette il tasto del teletrasporto, preparandosi psicologicamente alla sensazione di nausea che da esso sarebbe conseguita.
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Contro ogni previsione, non fu così terribile come le precedenti esperienze: evidentemente si stava abituando agli strani poteri che i manufatti alieni possedevano.
Ebbe appena il tempo di muovere qualche passo, appoggiare il sacchetto sul tavolo e annullare la trasformazione, prima che un paio di braccia calde e forti la avvolgessero da dietro, sollevandola in aria e facendola volteggiare ad una velocità superiore a quella di una giostra lanciata a tutta velocità.
-Che cav... -Esclamò, sorpresa, strizzando gli occhi per proteggerli dal vento che si era scatenato a causa del movimento improvviso. L'aria assunse un odore improvvisamente familiare.
Invece di mettersi ad imprecare come avrebbe dovuto e potuto fare, i suoi polmoni si riempirono di una risata tanto genuina da sorprendere anche se stessa, mentre le esplodeva in gola.
Un suono di risa altrettanto gioiose la raggiunse, incrementando la sua voglia di lasciarsi andare alla felicità.
-Insomma! -Mormorò una voce calda nel suo orecchio. -Non riesco mai a ingannarti! Mi riconosci sempre prima che io riesca a farti urlare.
Per tutta risposta, lei rise più forte, continuando a volteggiare per la stanza senza più preoccuparsi di chiudere gli occhi.
Non aveva mai provato una tale sensazione di completezza e trionfo.
Finalmente era riuscita a portare a termine la sua missione! Mesi di faticoso allenamento e di continue ricerche avevano dato i loro frutti.
-Ce l'abbiamo fatta, ci pensi?! -Esultò sfiorando le mani dell'amico, strette attorno alla sua vita.
A quel contatto, il numero dei volteggiamenti rallentò improvvisamente, quasi come se le sue dita avessero assorbito l'energia distruttiva di quel tornado emozionale, facendolo rientrare nei limiti della normalità.
-Non riesco a crederci. -Lo udì mormorare, mentre con un movimento improvviso la faceva roteare su sé stessa, per poi stringerla nuovamente.
Adesso erano l'uno di fronte all'altra, le braccia avvolte reciprocamente in un abbraccio affettuoso.
Luana avvertì il proprio respiro accelerare, e si affretto a scostare il proprio volto dal petto di lui.
Avrebbe voluto allontanarsi maggiormente, ma doveva per forza reggersi alle sue spalle per non cadere. Quanto sapeva essere subdolo quando voleva!
-Hai l'espressione di un gatto caduto in trappola. -Osservò Kisshu, senza trattenere un ghigno compiaciuto.
-Se mi lasci andare, potrò sempre cadere in piedi. -Ribatté l'altra, con aria di sfida.
Non aveva la minima intenzione di lasciare che il suo corpo rivelasse l'eccitazione che provava nel toccarlo, ma nascondere delle emozioni così forti si stava rivelando più difficile del previsto.
Fortunatamente, Pai accorse in suo aiuto, rompendo l'incantesimo che si era venuto a creare tra loro. -Kisshu, piantala di farla roteare a quel modo, o si sentirà male!
L'alieno dagli occhi dorati storse la bocca, rivolgendo al compagno di squadra un'occhiata a dir poco scocciata. -Sto soltanto festeggiando! Che c'è di male? -Tuttavia obbedì, abbassandosi progressivamente di quota finché i suoi calzari di pelle marrone non entrarono nuovamente a contatto con il suolo.
Luana sospirò di sollievo nell'avvertire nuovamente il pavimento sotto la suola delle scarpe. Le girava la testa, ma non era sicura che fosse per colpa della danza frenetica dell'amico.
-Qualche giorno sarai tu ad ucciderla, a dispetto dei nemici. -Lo rimproverò nuovamente l'alieno viola. Tuttavia, la giovane riuscì a scorgere nel suoi occhi uno strano scintillio che non aveva mai riscontrato prima d'ora. Represse a stento un sorriso quando si rese conto che si trattava di felicità.
-Gli esseri umani non sono fatti per volare. -Concluse quello, irremovibile.
-Ma sentilo! -Lo rimbeccò Kisshu, in tono scherzoso. -È inutile che ti atteggi da grande suocera. So che anche tu muori dalla voglia di ringraziarla. -Detto ciò, liberò la Mew alien e la sospinse senza troppi complimenti verso il fratello.
-Kisshu! -Gemette quest'ultima, ancora più imbarazzata, barcollando a causa dell'improvvisa mancanza di sostegno. -Non è costretto a ringraziarmi se non vuole farlo...
Tuttavia, non riuscì nemmeno a concludere la frase, perché qualcuno le sfiorò le dita sollevandole la mano verso l'alto. Sobbalzò impercettibilmente quando si accorse che era stato proprio Pai a farlo.
Nonostante il nervosismo, non riuscì a trattenere un timido sorriso quando quest'ultimo girò la sua mano fino a mostrare il palmo e le diede un tiepido bacio sul polso, per poi portarselo all'altezza del petto.
-Ti ringrazio. -Disse, ricambiando il sorriso.
-Non c'è di che. -Replicò lei, sentendosi arrossire.
Era la prima volta che sperimentava un contatto così intimo con lui e il fatto che egli non fosse molto portato per le dimostrazioni di affetto, soprattutto verso gli umani, non fece che incrementare il suo imbarazzo. Chissà quanta forza di volontà gli ci era voluta per compiere quel gesto tanto inusuale.
Tuttavia, notò con piacere che Pai non sembrava particolarmente disturbato dal contatto fisico. Forse, finalmente, aveva imparato a fidarsi di lei e a non giudicare troppo malamente gli abitanti del pianeta Terra.
Una vittoria su tutti i fronti, insomma.
-Hai appena sperimentato il tipico ringraziamento alieno. -Soggiunse Kisshu ad alta voce, come per sottolineare la sua presenza dietro di loro. -Ora dovresti fare lo stesso. È la regola.
-Ehm... -Luana guardò prima la propria mano, ancora stretta contro il petto di Pai, poi il volto di quest'ultimo in attesa. -Non mi ricordo tutti i passaggi...dunque... -Si morse le labbra, colta da un lieve senso di panico. -Com'era?
-Non importa. -L'alieno dai capelli verdi sembrava spazientito e il suo sguardo continuava a guizzare tra il volto del fratello e quello della Mew alien. -Basta che ricambi il gesto, andrà bene in qualunque modo.
-Okay. -Luana roteò gli occhi pensosa, prima di illuminarsi in un sorriso. -Allora immagino che questo andrà bene! -Sotto gli occhi esterrefatti dei presenti, si sollevò sulle punte e, senza la minima esitazione, avvolse le braccia attorno al collo di Pai, stringendolo in un abbraccio.
Aveva rischiato, scegliendo la forma più diretta di ringraziamento, che però richiedeva anche una buona percentuale di contatto fisico. "Forse troppa percentuale...a pensarci bene." Convenne, intercettando l'espressione sconvolta di Taruto, apparso in quel momento nel laboratorio.
Riuscì a trattenere a stento una risata, immaginando anche quella di Kisshu alle sue spalle.
L'alieno dai capelli viola, dal canto suo, sembrava completamente immobilizzato in una sorta di ibernamento o trance tragicomica. Con gli occhi fuori dalle orbite e le labbra contratte, somigliava fin troppo a uno di quei mariti scioccati, quando scoprono di avere messo la moglie incinta di un bambino indesiderato.
Quando la sua immobilità iniziò a protrarsi per parecchi secondi, anche la preoccupazione della ragazza crebbe. "Forse ho sopravvalutato la sua capacità di resistenza all'affetto... Spero che non gli venga un colpo..." Pensò iniziando a sentirsi un'idiota, sospesa in quella posizione, in quell'attimo assurdo.
Proprio quando stava per allontanarsi e domandargli perdono per la propria audacia fuori luogo, avvertì le braccia di lui sollevarsi e circondarle le spalle, regalandole gentili pacche sulla schiena.
-Accidenti! -Udì Taruto mormorare, la bocca comicamente aperta in un sorriso a trentadue denti.
Perfino lei sarebbe scoppiata a ridere se la situazione non fosse stata tanto surreale. Lei e Pai si stavano abbracciando! Se qualcuno avesse provato a proporle l'idea anche solo il giorno prima, probabilmente lo avrebbe preso per pazzo. -Anche io ti ringrazio. -Riuscì finalmente a dire, il volto a dir poco congestionato.
-Voi umani avete dei modi fin troppo intimi di ringraziare. -Osservò lui, la voce più roca del solito. -Ma devo dire che non sono così spiacevoli come pensavo.
Dopodiché, si sciolse dall'abbraccio e si allontanò di qualche passo, riacquistando un'espressione neutrale. -Siete creature davvero imprevedibili. -Aggiunse, guardandola di sottecchi.
-Puoi dirlo forte! -Sottolineò il fratello più piccolo, scuotendo la testa.
-Bene, ora che vi siete giurati amore a vicenda. -Sbottò Kisshu, prendendo parola dopo parecchi minuti di silenzio. -Credo sarebbe il caso che l'umana ci raccontasse come diavolo ha fatto a recuperare l'acqua cristallo, perché per quanto le sia grato...non ci vedo chiaro in questa storia.
A Luana non sfuggì l'improvviso ritorno al termine "umana" usato al posto del suo nome. -Ma scusa, non eri tu quello che proponeva di festeggiare e divertirci come dei pazzi? -Gli fece notare, rivolgendogli uno sguardo di sfida e sperando che egli la raccogliesse.
Invece, quest'ultimo si limitò a dirigersi verso il sacchetto appoggiato sul tavolo senza guardarla nemmeno in faccia. -Beh, ho cambiato idea. Penso sia più importante discuterne immediatamente. -Ribatté, rigirandosi insistentemente tra le mani il nastro blu dell'oggetto.
La giovane sollevò un sopracciglio, a dir poco stupita, mentre Taruto scrollava le spalle con risolutezza come a voler dire "È fatto così. Non farti troppe domande." e prendeva posto attorno al bancone degli esperimenti.
-Non c'è molto da dire... -Sospirò la giovane, rassegnandosi all'idea che i momenti di gioia fossero già finiti. -Pensavo che eludere la barriera che l'acqua cristallo erige naturalmente attorno a sé sarebbe stato più difficile. Inizialmente, in effetti, la sua forza mi ha respinto violentemente, ma poi il suo rifiuto è calato di intensità all'improvviso, come se qualcuno avesse premuto un interruttore.
Pai aggrottò le sopracciglia, lanciando un'occhiata sospettosa all'oggetto. -Ricordi se è successo qualcosa di insolito, prima che l'energia diminuisse? Un rumore, una vibrazione o altro?
-Ero talmente concentrata sulla mia missione che non ci ho fatto molto caso.
-Prova almeno a pensarci.
La Mew alien annuì, sforzandosi di riportare alla mente ogni singolo particolare di quel momento. -Ora che ci penso bene... -Sussurrò tra sé e sé. -Per un attimo ho avuto la strana sensazione di non essere sola, quasi ci fosse stato qualcuno lì ad attendermi.
I tre alieni si irrigidirono, scambiandosi sguardi a dir poco preoccupati.
-Hai avvertito altro?
-Non mi è sembrata una presenza conosciuta. Era piuttosto minacciosa e mi ha preoccupata. Ma è sparita quasi subito, quindi non mi sono allarmata più di tanto. -Spiegò lei, attorcigliandosi una ciocca di capelli attorno al dito con aria colpevole. -Pensavo fosse stato solo uno scherzo della mia immaginazione.
-Come sempre sottovaluti le percezioni dei tuoi geni felini. -Sentenziò Kisshu, sbattendo nervosamente i palmi sul tavolo.
Sentendosi accusata ingiustamente, anche lei colpì la dura superficie metallica con la mano, incurante del dolore che il contatto le provocò. -Non sono nata gatto, sai?! -Ululò, avvertendo una pericolosa ondata di risentimento avvolgerla come una vampa infuocata. -Questi maledetti geni, li conosco soltanto da pochi mesi! Non posso sapere sempre se fidarmi o meno di loro!
-Luana... -Si intromise Taruto, lanciandole uno sguardo di avvertimento.
Quest'ultima, tuttavia, lo ignorò, continuando ad inveire contro l'alieno dagli occhi dorati. -E gradirei che la smettessi con questi tuoi dannati sbalzi d'umore! Sembra quasi che tu ti diverta a fare i capricci solo per attirare l'attenzione!
-Tu invece dovresti smetterla di parlarmi come se fossi mia madre! Non hai alcun diritto di giudicare quello che faccio.
-Sì che ce l'ho, quando il tuo modo di comportarti mette in pericolo la riuscita della...
-Ora basta. Sedetevi e fate silenzio! -Tuonò Pai, dal lato opposto del tavolo, senza tuttavia scomporsi troppo.
Luana si accorse solo in quel momento di essersi alzata in piedi e di aver stretto le dita a pugno così violentemente da imprimere i segni delle unghie sui palmi. Si affrettò a tornare seduta, chiedendosi perché mai quell'alieno riuscisse a scatenare reazioni tanto violente nel suo animo.
Una volta che le acque si furono calmate, anche se i due litiganti continuarono a guardarsi in cagnesco per la maggior parte del tempo, l'alieno più grande riprese il discorso. -È evidente che, se ciò che Luana ha avvertito corrispondesse a verità, la situazione sarebbe a dir poco grave...
Taruto sospirò, passandosi una mano sul viso. -Sembrava tutto troppo bello per essere vero!
-...perché significherebbe che qualcuno ha interferito con la riuscita della nostra missione.
-A favore. -Precisò la Mew alien, dondolandosi nervosamente sullo sgabello di metallo.
-Che ciò abbia giocato a nostro favore o meno è irrilevante, finché non scopriamo chi è stato.
-E chi potrebbe essere stato!? -Esclamò l'alieno dagli occhi dorati con aria canzonatoria. -Le Mew Mew?
A quel punto, la giovane scosse il capo violentemente, rifiutandosi anche solo di ipotizzare un'idea del genere. -Non possono essere state loro! Non avrebbe alcun senso!
-Concordo con la ragazza su questo, ma dobbiamo tenerle d'occhio comunque. -Pai si alzò di scatto dal tavolo, iniziando a passeggiare avanti e indietro come un'anima in pena, ogni scintilla di gioia completamente scomparsa dal suo volto per lasciare posto alla solita espressione del guerriero intento ad escogitare un piano letale.
-E se davvero ci fosse stato qualcun altro? -Si azzardò a domandare il minore degli Ikisatashi, seguendo la marcia del fratello con lo sguardo.
-Non ho proprio idea di chi potrebbe volerci aiutare. In questo caso dovremmo partire da zero. E la situazione sarebbe ancora più pericolosa.
Un silenzio teso accolse quelle parole gravi, trascinando con sé tutte le speranze di tranquillità che avevano aleggiato nella stanza fino a quel momento.
Luana non riusciva a smettere di pensare alla sensazione opprimente che aveva provato un secondo prima che la barriera dell'acqua cristallo si indebolisse, come se qualcuno, o qualcosa, avesse cercato di schiacciarle il cervello per leggerne tutti i pensieri. Durante i mesi trascorsi ad allenarsi aveva sempre avuto la certezza di dover combattere contro un nemico preciso e, soprattutto, per uno scopo preciso. Invece ora si ritrovava a brancolare nel buio, perché non conosceva nulla di questo misterioso individuo, né tantomeno se egli costituisse un pericolo per lei. Non avere idea di che direzione prendere era ancora peggio del dover subire una scelta.
-Proverò a collegarmi alla rete interplanetaria per individuare gli spostamenti di navicelle dal nostro pianeta al pianeta Terra. -Annunciò l'alieno dai capelli viola, dirigendosi con passo deciso verso l'area più interna della base aliena.
-Pensi che potrebbe essere stato uno di voi?
-Non lo so. Ma mi sembra l'unica spiegazione possibile. -Dopo queste parole si chiuse bruscamente la porta alle spalle, scomparendo nel buio.
-Vado con lui! -Esordì Taruto, affrettandosi a seguirlo. -Se scopriamo qualcosa vi avverto immediatamente!
Quando anche quest'ultimo se ne fu andato, il silenzio nel laboratorio si fece ancora più denso e colmo di astio.
La Mew alien sollevò lo sguardo verso il soffitto, lasciandolo vagare a lungo e intercettando ogni più piccola macchia di sporcizia in esso contenuta. Era incredibile quanto la sua vista fosse divenuta acuta ultimamente, anche senza l'ausilio della trasformazione.
Quando fu sicura del fatto che, qualunque cosa Kisshu avesse in mente di dire, non sarebbe bastata a scatenare la sua furia omicida, si concesse il lusso di guardarlo, solo per trovarlo immerso nella contemplazione dell'unghia del proprio pollice.
-Che cosa pensi? -Si azzardò a domandare, evitando però di fissarlo direttamente negli occhi.
Quest'ultimo sollevò la testa di scatto, come se la ragazza gli avesse appena tirato uno schiaffo in pieno volto. -Che cosa penso? -Ripeté con voce pericolosamente tesa e acuta, per poi scoppiare in una risata a dir poco inquietante. -A cosa diavolo dovrei pensare?! Penso che tutto questo è uno schifo!
-Il fatto che l'acqua cristallo sia stata recuperata grazie ad uno sconosciuto?
Per tutta risposta, lui sbatté un pugno sul tavolo, producendo un suono sordo che ferì le orecchie della ragazza.
-Perché sei così arrabbiato? -Riprovò, continuando ad esaminare le sue reazioni.
-C'è un motivo per cui dovrei esserlo? -Ribatté quello in tono incolore, lasciando vagare a sua volta lo sguardo per la stanza. -Hai detto tu che ho gli sbalzi d'umore.
-Ormai ti conosco abbastanza bene da sapere che ti arrabbi sempre per un motivo, per quanto idiota.
La reazione violenta dell'alieno non si fece attendere: balzò nuovamente in piedi, rovesciando lo sgabello che cadde a terra in un clangore metallico.
Nei suoi occhi guizzavano lampi di rabbia spaventosi che avrebbero potuto incenerirla se avessero voluto. -Tu non mi conosci proprio per niente. -Sputò tra i denti, tremando nel vano tentativo di contenere la propria furia.
-Allora dimmi tu che cos'hai.
-Perché dovrei?
-Perché sono davvero preoccupata per te!
-Nessuno ti ha chiesto di esserlo.
A quelle parole, la Mew alien sospirò, abbandonando la testa contro la superficie fredda del tavolo. -Non è una cosa che posso controllare. Non voglio litigare con te, ma tu sembri fare di tutto per cercare lo scontro. -Gemette, nascondendo la testa tra le mani.
Per un attimo, temette che l'assenza di reazioni che seguì quelle parole sarebbe durata in eterno e che Kisshu se ne sarebbe andato senza nemmeno emettere una sillaba.
Invece, dopo un istante lungo un'eternità, lo udì avvicinarsi a passi lenti, come un gatto diffidente, ma preoccupato di fronte alla sofferenza del padrone.
-A volte è più forte di me. Non riesco a fare a meno di incazzarmi quando fai o dici certe cose.
Luana sollevò il capo, solo per trovarsi di fronte ai suoi occhi dorati che la fissavano intensamente. Il suo cuore perse un battito, mentre lo osservava avvicinarsi sempre di più, finché non si ritrovarono a meno di due centimetri di distanza.
Il fatto che lui fosse in piedi e torreggiasse su di lei non contribuiva certo a metterla a suo agio.
-Posso sapere che cosa ti indispone tanto di me? -Domandò, ostentando una sicurezza che non possedeva.
L'alieno sorrise amaramente. -Non ci arrivi da sola?
Le bastò un breve calcolo per giungere alla tanto sospirata conclusione. -Ancora con quella storia della somiglianza?! -Le ci volle un enorme sforzo di volontà per mantenere la voce incolore, dato che la sua esasperazione stava raggiungendo livelli esorbitanti.
Perché ogni volta che trascorreva le giornate con l'alieno doveva avvertire l'ombra di Ichigo incombere su tutto quello che faceva? Stava diventando un incubo!
Nonostante tutti i suoi tentativi di trattenere i propri velenosi sentimenti, qualcosa dovette trapelare nella sua espressione dato che Kisshu sospirò, rivolgendole uno sguardo altrettanto spazientito. -Non è solo quello. -Sbottò.
-E allora che altro c'è?!
Per tutta risposta, quest'ultimo emise un grugnito esasperato, nascondendosi la testa tra le mani. Come poteva spiegare a parole le strane sensazioni che provava quando combattevano insieme? Come farle capire che quelle stesse sensazioni lo facevano sentire in colpa nei confronti di Ichigo e quindi frustrato, perché diviso tra due istinti contrastanti: quello di dimenticarla e andare avanti e quello di restarle fedele per l'eternità.
No, decisamente non poteva spiegare ad una ragazzina, quella stessa ragazzina che era stata l'origine di tutti i suoi guai, cosa gli passasse per la testa.
Perché nemmeno lui lo capiva.
Riaprì gli occhi, solo per specchiarsi in quelli nocciola di lei, che lo osservavano preoccupati.
Con un misto di stupore e sollievo si rese conto che non erano uguali in tutto e per tutto a quelli della Mew rosa, ma più grandi e venati di striature grigio chiaro che gli conferivano un magnetismo particolare. C'era dolcezza in quello sguardo, una dolcezza che non aveva mai riscontrato prima d'ora. Era qualcosa che lo attraeva, come un richiamo primordiale a cui faticava resistere, ma che, al tempo stesso, lo spaventava a morte.
La vide rifuggire i suoi occhi bramosi, mentre le sue guance si tingevano lievemente di rosso, rendendola ancora più adorabile.
E improvvisamente provò l'impulso di toccare quelle gote, avvertire la morbidezza della sua pelle sotto le dita e accarezzarla, per confermare quella diversità appena accennata tra lei e l'oggetto della sua ossessione.
Senza ulteriori indugi, allungò una mano fino a sollevarle delicatamente il mento, per poi percorrerlo con le dita. Come pensava, era più lungo, dal colorito più perlaceo e leggermente più spigoloso, appena incavato all'altezza delle guance.
Avvertendo la sua mano sul viso, la giovane rabbrividì, per poi scostarsi istantaneamente. -Che diamine stai...
-Ti sto solo guardando. -Rispose l'altro con semplicità, spostando la sua attenzione sulle labbra, sottili e leggermente dischiuse. Chissà se erano morbide ed invitanti come quelle di...
Un movimento di metallo sfregato contro il pavimento lo fece sobbalzare, interrompendo i suoi vaneggiamenti e risvegliando in lui l'acuta consapevolezza di ciò che era stato a un passo dal fare.
Era stata Luana a produrre quel rumore stridente, alzandosi di botto dalla sedia.
Ora era in piedi, le gambe rigide e le braccia incrociate in un gesto di protezione. -Non toccarmi. -Ringhiò, la muscolatura del viso pericolosamente contratta. -Come puoi farlo, quando è chiaro che nella tua testa c'è posto per una sola persona?!
-Luana, io non avevo intenzione... -Tentò di spiegare avvicinandosi, ma quest'ultima emise un ringhio ancora più minaccioso, tenendolo a distanza.
-Non mi importa che cosa avevi o non avevi intenzione di fare! -Gridò, mentre sul capo facevano capolino le orecchie bianche da gatto. -Prima parli di lei e poi improvvisamente tenti di...di...
La sua ira sembrò sgonfiarsi come un palloncino, per lasciare il posto ad una sorda rassegnazione che le riempì gli occhi di lacrime. -E io idiota, che cerco anche di capire che cosa ti passi per quella cazzo di testa! -Inveì, asciugandosele rapidamente.
Kisshu sobbalzò, udendo quell'epiteto così colorito uscire dalla bocca della giovane. Doveva essere davvero arrabbiata se aveva iniziato anche ad usare le parolacce. -Non mi ero reso conto di essermi avvicinato tanto. Mi dispiace.
Se possibile, a quelle parole la rabbia della giovane parve incrementarsi ancora di più. -Da quando in qua una persona non si rende conto di stare per... baciarne un'altra?! Sei proprio un idiota!
-Non ti stavo baciando! -Si affrettò a puntualizzare l'alieno, alzando gli occhi al cielo. -Stavo semplicemente...
-Osservando le mie labbra?! -Completò la Mew alien, prima di scoppiare in una risata gelida. -Accidenti, devi essere proprio orbo! -Aggiunse, sarcasticamente.
Seguì un silenzio teso, rotto solo dal rumore delle dita di Kisshu, tamburellanti sul tavolo.
Dopo quella che parve un'eternità, Luana sospirò, abbandonando finalmente la sua posizione protettiva. -Ci rinuncio. Fa' ciò che ti pare, odia e ama chi ti pare, sbaciucchiati con chi vuoi, ma non includere me nell'elenco. Chiaro?
L'alieno dagli occhi dorati deglutì, udendo il suo tono gelido e implacabile.
-A meno che tu...
Sollevò un sopracciglio, speranzoso. -A meno che io?
-No, niente. -La ragazza sospirò nuovamente, raccogliendo la sua spilla per la trasformazione dal tavolo. -Ora me ne vado. Fammi sapere se ci sono novità riguardo all'acqua cristallo.
Dopo aver ricevuto un debole cenno affermativo da parte del compagno di squadra, premette il pulsante del teletrasporto, ritrovandosi, come previsto, davanti alla porta di casa.
Non era certa riguardo a che ore fossero e apparire in casa mentre i suoi genitori, rientrati dal lavoro, stavano mangiando non le pareva una saggia idea.
Aprì la porta solo per scoprire che l'orologio segnava l'una e venti del pomeriggio.
Non erano passate nemmeno otto ore dall'inizio della giornata, eppure provava la sgradevole sensazione di avere trascorso mesi nelle grotte oscure degli Orridi di Uriezzo, solo per riemergerne con ancora più dubbi.
Chi era il misterioso individuo che aveva disinnescato senza alcun problema la barriera protettiva dell'acqua cristallo?
Avevano forse trovato un misterioso alleato su cui fare affidamento?
E, soprattutto, perché il suo cuore continuava a battere così forte da farle male?
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Rieccomi con la seconda e ultima parte del capitolo. Ho aggiornato il 30 giugno, come promesso!
La faccenda si complica...chi sarà il misterioso individuo che ha aiutato il gruppo alieno a recuperare l'acqua Mew?
Vi avverto che, da questo punto in avanti, l'atmosfera potrebbe farsi decisamente più seria e dark. Leggete con una certa cautela, se siete deboli di cuore, e segnalatemi nei commenti eventuali parti, se secondo voi sono troppo crude. Credo di non essere mai sconfinata nel vietato ai minori con le mie idee, ma non vorrei comunque urtare qualche animo sensibile.
Insomma, state in campana.
Lo dico perchè, mentre correggevo alcune parti già abbozzate, mi sono stupita e inquietata da sola per il livello di angoscia di certe scene. Lettore avvisato, mezzo salvato. Comunque la discesa verso il dark sarà piuttosto graduale. Vi renderete conto da soli se ce la fate a reggere oppure no.
Passando ad argomenti più leggeri... è probabile che troverete qualche errorino in più in questo capitolo. Scusate, ma il caldo ammazza la mia concentrazione. Ho davvero faticato a correggere il tutto! In caso segnalatemi eventuali refusi, sempre nei commenti!
Come al solito, non mi stancherò mai di dire grazie a tutti per il vostro supporto e i vostri consigli!
Vi adoro!
MoonBlack1993
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