17. Il caffè Mew Mew - parte 2
Avendo trovato rapidamente un modo per tenere sotto controllo le due presenze aliene all'interno del caffè Mew Mew, Ryou poté finalmente concentrarsi sulle questioni più impellenti.
Si schiarì la voce con impazienza, sospingendo poco delicatamente Luana verso le altre partecipanti. - Bene, ora che ci siamo organizzati, direi che è il caso di iniziare a discutere seriamente.
Notando lo sguardo smarrito della Mew alien e la sua reticenza nel prendere parola, aggiunse, in tono più incoraggiante. - Perché non ci spieghi dall'inizio quello che è successo?
- Già! Non abbiamo affatto capito come mai degli alieni provenienti dallo stesso pianeta di Kisshu, Pai e Taruto, dovrebbero avercela tanto con voi. - si intromise Mint, con il suo solito fare petulante.
- Mint! - si affrettò a zittirla Mew Berry, per poi rivolgere a Luana uno sguardo di scuse. - Quello che Mint intendeva dire, è che siamo impazienti di capire quello che è successo...
- Per poterti aiutare meglio! - completò Purin, rivolgendole un largo sorriso amichevole.
Posta di fronte all'estrema curiosità delle interlocutrici, Mew Luana avvertì un po' della tensione provata precedentemente stemperarsi. Nonostante avessero combattuto su fronti opposti fino a poche settimane prima, pareva che le cinque fossero disposte ad ascoltarla senza riserve, e quella consapevolezza le diede il coraggio che le serviva per iniziare a parlare. - D'accordo, ci proverò - acconsentì, ricambiando timidamente il sorriso.
Iniziò il suo racconto partendo dal giorno in cui Kevin si era presentato come nuovo alunno nella sua scuola, fino ad arrivare al momento in cui lei lo aveva trovato raggomitolato e ferito in un angolo della strada che portava alla biblioteca e, nel tentativo di aiutarlo, avesse scoperto la sua vera natura di alieno, riuscendo fortunatamente a fuggire.
- Da quel momento, io e i miei compagni di squadra abbiamo iniziato a domandarci perché Kevin si fosse presentato appositamente nella mia scuola e perché avesse tentato di attaccare proprio me.
- E così, avete scoperto che il motivo per cui eri stata attaccata era il sangue alieno che scorre nelle tue vene. - soggiunse Ryou, a mezza voce.
- Sì, ho scoperto che mio padre è un alieno. - ammise la giovane, avvertendo una nuova ondata di disagio e stizza invaderle l'animo. Ancora non era riuscita a perdonare completamente il padre per averle tenuto nascosta un'informazione così importante. - Il motivo per cui Kevin e i suoi compagni vorrebbero me e la mia famiglia morti è proprio che mio padre è fuggito clandestinamente dal suo pianeta... cioè, dal loro pianeta. Ha infranto la legge in vigore e ingannato i suoi simili. Ai loro occhi non è altro che un criminale. Un criminale che deve essere punito con la morte.
- Ma se il problema è tuo padre, perché prendersela con te? - si fece timidamente avanti Retasu.
Luana dovette riflettere per qualche istante, prima di replicare. Tuttavia, la risposta non tardò a farsi strada nella sua mente, insieme a un'amara consapevolezza. - Mio padre è un alieno molto potente. Dunque, immagino che non sia facile coglierlo di sorpresa e catturarlo. Probabilmente, avevano intenzione di attaccare me per arrivare a lui. In ogni caso, dubito che desiderino tenermi in vita. Kevin mi ha fatto capire molto chiaramente che mi considerano una sorta di abominio. Uno scherzo della natura che non merita di vivere. - dovette interrompersi a causa del groppo che le si era formato in gola. Se avesse continuato a parlare, sarebbe sicuramente scoppiata a piangere.
- Ma è sbagliato! - insorse la Mew verde, in tono talmente scandalizzato che sia Luana che le sue compagne di squadra sobbalzarono stupite, non avendola mai sentita alzare la voce in quel modo. - Non hai deciso tu di nascere mezza aliena e non è colpa tua se tuo padre ha deciso di fuggire sul pianeta Terra!
Lo stupore dei presenti crebbe ulteriormente quando anche Zakuro, rimasta in silenzio fino a quel momento, si fece avanti per avvalorare quella tesi. - In effetti, è un ragionamento piuttosto primitivo. Mi stupisce che gli esponenti di una razza che si considera superiore possano fare dei ragionamenti tanto razzisti e bigotti. - dopodiché, rendendosi conto delle sei paia di occhi sgranati appuntati su di lei, aggiunse, in tono scocciato. - Cosa sono quelle facce?
-Niente, onee-sama, figurati! Come sempre, hai ragione. - la rabbonì Mint.
Una volta scemato quell'attimo di sorpresa, la Mew alien riprese il racconto, spiegando i dettagli del salvataggio di sua madre e suo padre, compresa la loro fuga in un'altra base aliena, dall'ubicazione sconosciuta a tutti tranne che a Pai, fino a giungere all'attacco di Kevin, avvenuto poche ore prima.
- Se davvero Pai è l'unico a sapere dove si trova tuo padre, la situazione è molto più grave di quanto pensassi. - sospirò Shirogane, dopo che la ragazza ebbe terminato di riportare i fatti accaduti.
Quest'ultima annuì mestamente, aggrottando le sopracciglia con preoccupazione. - Lo è. Ho paura che tortureranno Pai fino a farlo cedere, o peggio... fino a ridurlo come Kevin. - Scosse violentemente la testa, come a voler scacciare a forza quel terrificante pensiero. - Dobbiamo salvare lui e Taruto, prima che sia troppo tardi! - ribadì, stringendo i pugni in un moto di impotenza.
Nonostante avesse cercato di trattenersi, non riuscì a impedire che i propri occhi si riempissero di lacrime al pensiero dei suoi compagni, tenuti prigionieri chissà dove e torturati ingiustamente a causa sua.
Totalmente immersa in quei desolanti pensieri, trasalì quando qualcuno le posò una mano sulla spalla.
Alzando gli occhi, si specchiò in quelli rosso intenso di Mew Berry, che le rivolse uno sguardo colmo di comprensione. - Non preoccuparti! Lavorando tutte insieme li troveremo e riusciremo a portarli in salvo!
Le altre Mew Mew annuirono con convinzione, avvicinandosi a loro volta a Luana, la quale senza preavviso si ritrovò stretta in un soffocante abbraccio collettivo e arrossì fino alla punta dei capelli. - G-grazie io... non so cosa dire. - boccheggiò, spiazzata da quell' improvvisa e, a suo parere, immotivata dimostrazione d'affetto.
Cercò con lo sguardo la figura di Shirogane in una muta richiesta di aiuto, ma quello, rilevando il suo disagio, si limitò a scuotere la testa con fare divertito, ghignando sotto i baffi.
Nonostante la sua reticenza ad accettare il contatto fisico, dopo qualche istante, si rese conto, con sommo stupore, che il gesto delle cinque ragazze Mew era effettivamente servito a tirarla su di morale: per la prima volta da quando era stata attaccata da Kevin, infatti, avvertì la propria ansia scemare considerevolmente, sostituita da una sensazione di relativa calma e sicurezza.
- Davvero non vi disturba il fatto che io sia una mezza aliena? - pigolò, non appena le ragazze la lasciarono libera da quell'abbraccio collettivo.
- Non più di quanto ci disturbi il fatto che tu abbia scelto gli alieni come compagni di squadra, anziché noi. - replicò ironicamente Mint, facendole la linguaccia.
La Mew alien, udendo quelle parole impertinenti, non riuscì a trattenersi dallo scoppiare a ridere di gusto. -Touché! - ammise, sollevando le mani in un simbolico gesto di resa.
Come sempre, fu Shirogane a spezzare quel breve momento di ilarità, riportando l'attenzione dei presenti a problemi più impellenti, che esigevano ancora una soluzione. - Bene, ora che sappiamo esattamente come sono andate le cose, direi che possiamo iniziare a pensare a un modo per liberare Pai e Taruto... qualcuno ha qualche suggerimento? - domandò, squadrando una a una le sei guerriere, le quali ricambiarono con fare dubbioso, limitandosi a rimanere chiuse in un denso silenzio meditativo.
Dato che nessuno sembrava intenzionato a dire nulla, fu proprio Luana ad alzare la mano, titubante. Non le era mai piaciuto particolarmente prendere la parola durante una discussione, ma in questo caso non poteva esimersi dal proporre la soluzione a cui aveva pensato per tutta la notte. Era la sua unica possibilità per far valere le proprie ragioni, e non aveva intenzione di lasciarsela sfuggire.
- Dimmi pure.
- Credo che nessuno di noi abbia la più pallida idea di dove siano stati rinchiusi i miei compagni di squadra, dico bene? - soggiunse, gettando un rapido sguardo alle altre Mew Mew, che si limitarono ad annuire, perplesse. - Questo complica le cose, perché vuol dire che per scoprire dove li hanno portati ci restano solo due alternative: seguire di soppiatto uno dei nostri nemici oppure costringere uno di loro a parlare.
Gli occhi della Mew lupo scintillarono di un bagliore trionfale. - Ho capito dove vuoi andare a parare. Stai pensando a Kevin, giusto?
- Esatto. - confermò la Mew alien, altrettanto soddisfatta. - È l'unico di loro a cui possiamo estorcere queste informazioni, al momento.
- La fai facile! - obiettò Mint. - Non mi sembra che questo tizio sia esattamente sano di mente o disposto a collaborare con noi! - le fece notare, scuotendo la testa.
Anche Berii, tutt'altro che entusiasmata dalla proposta, scosse violentemente il capo. - Sarebbe pericolosissimo! Potrebbe ingannarci e controllarci tutte!
Prima che Luana potesse smorzare i timori dei presenti, il panico prese a serpeggiare tra le pareti della stanza, portando le giovani a protestare in tono sempre più alto:
- Che cosa possiamo fare? È l'unico modo per liberarli!
- Sì, ma così rischieremo di morire!
- Ma è proprio necessario?!
Finché la ragazza, stordita e dolorante a causa del volume crescente delle proteste, non ci vide più e, dopo essere salita in piedi sul pannello di controllo posto alle loro spalle, gridò, con quanto fiato aveva in gola. - Non ho finito!
Spiazzate dal suo tono perentorio, le cinque si zittirono immediatamente, voltandosi a guardarla con espressione mortificata.
Ryou, dal canto suo, si esibì in un sorrisetto a metà tra il divertito e l'ammirato, non potendo fare a meno di provare una certa soggezione nel rilevare la straordinaria, quanto inaspettata, attitudine al comando della Mew nera. In quel momento, nemmeno lui si sarebbe mai sognato di interromperla, nonostante la giovane avesse avuto l'ardire di utilizzare i suoi preziosi macchinari scientifici come piedistallo.
Solamente quando fu certa di avere catturato l'attenzione di tutti i presenti e scoraggiato ogni possibile interruzione, Mew Luana riprese a parlare, in tono più conciliante. - Ho le mie buone ragioni per proporre una cosa del genere. Ho pensato tutta la notte a delle possibili soluzioni, e sono giunta alla conclusione che questa sia l'unica che abbiamo.
Mint aprì la bocca per protestare, ma venne stroncata sul nascere da Shirogane che la zittì con un brusco gesto della mano. Egli, d'altro canto, sembrava pendere letteralmente dalle labbra della Mew alien, bevendosi ogni sua parola come fosse nettare.
- È vero, Kevin ha dei poteri strabilianti, che nessuno di noi può sperare di contrastare, ed è stato particolarmente violento nei miei confronti. - ammise la riccia, trattenendo a stento un brivido. - Ma durante il nostro ultimo combattimento ho avuto la conferma che non sta agendo di sua spontanea volontà contro di noi: mentre combattevamo, era talmente furibondo e fuori di sé che mi ha rivelato di aver subito delle terribili punizioni per colpa mia. - attese che le proprie parole facessero presa sul pubblico, poi proseguì. - Questo mi fa pensare che stesse eseguendo degli ordini da un suo superiore e che, a un certo punto, abbia cercato in qualche modo di disubbidire. Altrimenti non sarebbe stato punito.
- Quindi pensi che sia stata la crudeltà di quelle punizioni a renderlo così feroce e che lui, in realtà, non volesse più catturarti? - le domandò Retasu, aggrottando le sopracciglia.
Luana annuì. - È probabile. Per questo spero che, una volta che Kevin si sarà ripreso dalle ferite, potremo cercare di convincerlo a smettere di combattere o, addirittura, a passare dalla nostra parte. Mi sembra chiaro che è stanco di eseguire i loro ordini! Potremmo mostrargli che c'è possibilità di scelta! Che nessuno di noi lo costringerà a subire terribili punizioni e che potrà essere libero, se deciderà di aiutarci.
A quelle parole, l'indole pacifista della Mew verde parve risvegliarsi, perché i suoi occhi si animarono improvvisamente di una luce più decisa. - Mi piace la tua idea. Potresti avere ragione!
In compenso, ci pensò il biondino a ridimensionare il loro entusiasmo, replicando, con fare critico. - Sì, non nascondo che potrebbe essere un buon piano con cui agire... ma ci stiamo dimenticando dei suoi poteri. Anche se Kevin fosse effettivamente stufo del genere di vita che conduce, sarebbe comunque troppo pericoloso interagire con lui finché potrà usare le sue capacità. Non possiamo smettere di sedarlo e rischiare di venire tutti assoggettati!
Posta di fronte all'evidenza, la Mew alien non riuscì a trovare un'argomentazione efficace con cui replicare e dovette limitarsi a esalare un sospiro frustrato. Le rimostranze di Shirogane erano sensate dato che, per quanto avesse cercato di scervellarsi, non era ancora riuscita a trovare un modo per bloccare i poteri mentali dell'alieno. Finché non fossero riusciti a capire come arginare il problema, non potevano sperare di fare progressi su quel fronte.
Rilevando la sua espressione amareggiata e delusa, Shirogane tentò di indorare la pillola. - Con questo non sto dicendo che la tua idea non sia acuta. Anzi, trovo che il tuo sia un ottimo piano. Solo che al momento è...
La conversazione venne bruscamente interrotta da un preoccupante suono di grida e vetri infranti, proveniente dal corridoio adiacente. Tutti i presenti si voltarono di scatto verso la fonte del rumore, mentre, contemporaneamente, i polsi della Mew nera iniziavano a pizzicare, segnalando l'imminente attivazione del sigillo.
- Sta succedendo qualcosa a Kisshu! - quest'ultima fece per scattare in avanti, ma venne prontamente bloccata da Shirogane, che le intimò di rimanere dov'era, prima di precipitarsi verso l'uscita del laboratorio.
Nonostante fosse perfettamente consapevole che sarebbe stato più saggio seguire quello che le era stato detto, la ragazza non poteva tollerare di restare con le mani in mano mentre il proprio protetto si trovava in una situazione di pericolo. Pertanto, non appena vide Ryou sbloccare il sistema di sicurezza della porta, scattò in avanti più veloce di un proiettile, sgusciando tra le gambe di quest'ultimo e precipitandosi verso la stanza dove si trovava Kisshu, completamente sorda ai richiami preoccupati delle altre guerriere.
"Ti prego! Fa' che non sia troppo tardi!"
Si ritrovò a pensare, mentre un'ondata di panico le ottenebrava i sensi, facendole schizzare il cuore in gola. Perché aveva accettato di partecipare a quella stupida riunione?! Se fosse capitato qualcosa a Kisshu mentre era distratta non avrebbe mai potuto perdonarselo.
In preda al panico, svoltò l'angolo, dirigendosi come una furia verso la porta della stanza da cui provenivano i rumori della colluttazione e trovandola, come temeva, completamente aperta.
Senza ulteriori indugi, fece apparire la propria arma da combattimento, pronta a puntarla contro il misterioso aggressore prima che potesse rendersi conto della sua presenza.
Tuttavia, la scena che si ritrovò davanti agli occhi non appena superò lo stipite la lasciò completamente senza parole, inducendola a bloccarsi e a spalancare gli occhi, sbigottita. - Che diavolo sta succedendo, qui dentro?!
Akasaka-san era, infatti, riverso al suolo, con il naso tumefatto e il labbro spaccato, mentre un Kisshu evidentemente fuori di sé lo teneva bloccato contro il pavimento, gridandogli contro con quanto fiato aveva in gola. - Parla, maledetto bastardo! Che cosa le avete fatto!?
Luana si affrettò a bloccarlo, proprio mentre stava per accanirsi nuovamente sul povero cuoco. - Kisshu, fermati! Sei impazzito?! - gridò, afferrandolo per la vita e strattonandolo all'indietro.
Nell'udire la voce della ragazza, l'alieno si immobilizzò di colpo, voltandosi a guardarla come se non riuscisse a capacitarsi della sua presenza in quella stanza. Aveva il respiro affannoso e spezzato e il volto arrossato e madido di sudore, quasi avesse utilizzato tutte le proprie energie nel disperato tentativo di attaccare Akasaka.
- Luana... sei viva? - riuscì solo a mormorare stolidamente, lasciando vagare lo sguardo sul fisico tonico della giovane.
Constatando che ella sembrava essere effettivamente corporea e in buona salute, fu colto da una sensazione di sollievo così intensa da lasciarlo senza fiato.
L'adrenalina, che fino a un istante prima era scorsa con prepotenza nelle sue vene, scemò gradualmente e con essa le forze che gli avevano permesso di lottare. In un attimo, si ritrovò ad annaspare, colto da una violenta sensazione di debolezza e vertigini.
Vedendo lo sguardo del proprio protetto farsi vacuo e il suo corpo ondeggiare pericolosamente, Luana si affrettò a sorreggerlo meglio, prima che rovinasse al suolo. - Certo che sono viva! Perché non dovrei esserlo? - mormorò, in tono rassicurante, accarezzandogli con una mano la guancia sudata, nel tentativo di tranquillizzarlo.
Quest'ultimo si limitò ad abbandonarsi contro il suo petto con tutto il peso del corpo, respirando a fondo il profumo della sua pelle, come per avere la conferma definitiva della sua presenza.
Luana avrebbe voluto chiedergli spiegazioni, ma si rese ben presto conto che egli non sembrava avere la forza necessaria per sostenere una conversazione, quindi ritenne più saggio rivolgersi a Keiichiro. - Che cosa è successo?
Prima che il cuoco potesse replicare, un coro di voci scandalizzate risuonò nella stanza, cogliendoli di sorpresa.
La Mew alien sobbalzò, stringendo istintivamente più forte Kisshu in un gesto protettivo. Presa dalla foga del momento si era completamente dimenticata di Shirogane e delle altre guerriere, ma non ci voleva certo un genio per intuire che, vedendo il proprio mentore aggredito brutalmente e riverso al suolo, non avrebbero reagito positivamente.
- Key! Stai bene?! - gridò, infatti, il biondino, precipitandosi all'interno e aiutando l'amico a rialzarsi.
Quello tentò di esibirsi in un sorriso rassicurante, che si trasformò ben presto in una smorfia di dolore, a causa del taglio sul labbro. - Va tutto bene. - gemette, una volta che fu in grado di trarsi a sedere. - Ho solo sottovalutato la situazione. Per fortuna Luana è intervenuta in tempo.
- Non è il momento di minimizzare! Spiegaci, piuttosto, che cosa è successo qui dentro! - lo apostrofò Berii, indicando con un gesto stizzito le sue ferite e tutti i pezzi di ceramica sparsi sul pavimento. - Sembra che sia passato un tornado! Ci siamo spaventate a morte!
Rilevando gli sguardi terribilmente preoccupati delle cinque guerriere e quelli confusi di Luana e Ryou, Keiichiro sospirò, passandosi stancamente una mano tra i capelli castano scuro, con l'intento di ravvivarli. - Come volete. Ma prima credo sia il caso di rimettere a letto Kisshu. Non sembra essere ancora nelle condizioni di muoversi. - suggerì, appoggiandosi cautamente al braccio dell'amico per rimettersi in piedi.
Per l'ennesima volta, l'animo della Mew alien fu travolto da un'ondata di sollievo e gratitudine, non appena si rese conto che il ragazzo non sembrava serbare rancore verso l'alieno dagli occhi dorati, nonostante quest'ultimo lo avesse aggredito con inaudita violenza. - Buona idea.
Kisshu sembrava essere nuovamente sul punto di scivolare nell'incoscienza, ma non appena udì le parole della propria compagna di squadra parve riscuotersi. - Non posso dormire... potrebbero farti del male! - biascicò, in un tono appena udibile, rivolgendole uno sguardo smarrito e aggrappandosi con forza alle sue spalle, come a volerle impedire di muoversi da lì.
- Nessuno vuole farmi del male. - lo contraddisse dolcemente la giovane. - Le Mew Mew ci hanno salvati, siamo al sicuro qui.
Il suo protetto le riservò un'espressione tutt'altro che convinta, tanto che Luana temette che si sarebbe rifiutato di muoversi, costringendola a rimetterlo a dormire con le maniere forti. Tuttavia, dopo lunghi attimi di riflessione, la stanchezza dovette avere la meglio sulla sua testardaggine, dal momento che allentò la presa su di lei con un sospiro rassegnato.
Sollevata, la ragazza fece per alzarsi, ma Mew Zakuro la bloccò con un gesto perentorio. - Aspetta, ti aiuto. In due faremo prima. - le consigliò, inginocchiandosi a sua volta sul pavimento per aiutarla a reggere meglio il peso dell'alieno.
Kisshu, a quel punto, assunse un'espressione a metà tra lo sbalordito e il diffidente, ancora meno entusiasta all'idea di mostrarsi così vulnerabile al cospetto della Mew lupo. - Vedi di non fare scherzi. - ringhiò a mezza voce, prima di passarle un braccio attorno alle spalle con aria scontenta.
Zakuro non parve particolarmente turbata e si limitò a replicare, in tono ironico. - Vale anche per te.
Nonostante i dubbi iniziali, la prestanza fisica della modella si dimostrò provvidenziale, tanto che le due Mew Mew riuscirono a posizionare l'alieno dagli occhi dorati sul letto senza alcuno sforzo, nonostante le sue condizioni precarie.
- Grazie, Zakuro-san. - sospirò Luana, una volta che ebbe terminato di aiutare il proprio protetto ad infilarsi sotto le coperte. Dopodiché si voltò, curiosa quanto le altre guerriere di ascoltare il racconto di Keiichiro.
Era sollevata per il fatto che nessun alieno malintenzionato avesse cercato di fare irruzione al caffè Mew Mew, ma al tempo stesso non riusciva a capacitarsi della reazione sconsiderata di Kisshu, che doveva essersi sentito gravemente minacciato se era riuscito addirittura a provocare l'attivazione del sigillo.
Il cuoco, dopo aver preso posto a fatica sull'unica sedia disponibile all'interno della stanza, agitò pigramente una mano, come a voler minimizzare quanto accaduto. - È molto semplice: sono entrato nella stanza per portare a Kisshu un po' di tè zuccherato, come mi era stato consigliato da Luana. Mentre mi avvicinavo però, lui si è svegliato all'improvviso. Visto il trauma mentale subito, deve aver avvertito la mia presenza come una minaccia, perché ha reagito con violenza.
A quelle parole, la Mew alien non poté esimersi dall'arrotolarsi una ciocca di capelli attorno al dito con preoccupazione, mentre lasciava correre lo sguardo sul viso pallido ed emaciato del proprio protetto. Quanto era stato devastante l'attacco mentale di Kevin?!
Si ritrovò a sperare con tutta se stessa che la mente di Kisshu fosse abbastanza forte da non riportare danni permanenti. Aveva bisogno di lui, del suo sostegno e della sua vicinanza. Non poteva sopportare di vederlo ridotto all'infermità mentale, dopo tutto quello che avevano superato insieme. Dopo che lui l'aveva salvata da un tentativo di stupro.
- C'è da dire che Kisshu è rimasto svenuto per tutto questo tempo, quindi non poteva sapere che Kevin era stato reso inoffensivo. Magari era ancora convinto di essere sotto attacco. - ipotizzo Retasu, mentre esaminava attentamente le ferite del giovane cuoco.
Purin annuì con convinzione. - Già! Forse non sapeva neanche che Luana era salva! Anche io sarei impazzita se fossi svenuta nel bel mezzo di una battaglia e mi fossi risvegliata in un posto completamente diverso.
- È probabile che non lo sapesse. - convenne la Mew alien, ricordando nitidamente le parole pronunciate dal suo protetto mentre colpiva Akasaka. - Quando sono arrivata qui, stava gridando "Che cosa le avete fatto?!". E non appena ha sentito la mia voce si è calmato.
Anche Keiichiro, a quel punto, annuì. - Penso che, non vedendoti, si fosse convinto che ti fosse successo qualcosa o che ti avessimo fatto del male. Non ho avuto il tempo di spiegargli che non era così. - mormorò, indicando, in un gesto autoironico, le proprie ferite. - Avrei dovuto stare più attento.
Ryou non pareva altrettanto ben disposto nei confronti dell'alieno, dato che, non appena l'amico terminò di parlare, emise uno sbuffo scocciato dal naso. - Ciò non toglie che la sua reazione è stata eccessiva. Forse sta perdendo il controllo!
Luana gli scoccò un'occhiataccia di avvertimento. - E con questo, che cosa vorresti dire? - gli domandò, il tono carico di tensione, posizionandosi istintivamente davanti al capezzale del proprio compagno di squadra, come a sfidare chiunque volesse avvicinarsi.
- Nulla! Dico solo che forse dovremmo sedarlo.
- Non sappiamo che effetto possano avere i medicinali umani su un alieno! Kisshu è già abbastanza provato anche senza che voi lo usiate come cavia.
- Nessuno vuole usarlo come cavia. - tentò di intervenire Akasaka, in tono conciliante.
- Ah no?! - replicò la ragazza, in tono di sfida. - Bene, allora non avrete problemi a lasciarmi gestire la situazione.
Shirogane aprì la bocca per protestare, ma lei lo interruppe, con decisione. - Sentite, è già rinchiuso in una stanza. E ci sono io a tenerlo d'occhio, okay? Se vedrò che la situazione è fuori controllo sarò la prima a proporre di sedarlo, ma, per il momento, mi sembra una soluzione troppo estrema.
L'altro scosse la testa, rivolgendole uno sguardo profondamente contrariato. - Non ragioni lucidamente quando si tratta di lui. E adesso sei sotto la nostra responsabilità, quindi...
- Ryou. - stavolta fu Zakuro a interrompere la sua arringa, posandogli con decisione una mano sulla spalla. - Luana conosce Kisshu da più di sei mesi. Penso che possa valutare se è in grado di gestire la situazione. - lo smontò, in tono lapidario.
- E poi, Kisshu non ha certo i terribili poteri di Kevin. - le fece eco Berii. - Non penso sia giusto riservargli lo stesso trattamento.
Pian piano, anche le altre guerriere presero ad annuire, dichiarando che secondo loro le misure che il capo del progetto Mew voleva adottare erano eccessive e costringendo quest'ultimo a riconsiderare le proprie parole.
- E va bene. - concesse infine a denti stretti, rivolgendo uno sguardo estremamente risentito alle sue sottoposte. - Ma sappiate che se succederà qualcosa, dovrete risolvere voi la situazione.
Dal momento che i presenti sembravano aver perso interesse nel somministrare medicinali dagli effetti sconosciuti al suo protetto, Luana si permise di provare un cauto barlume di speranza, mentre osservava le cinque guerriere aiutare Keiichiro a uscire.
Alla fine, anche Shirogane si decise ad allontanarsi, non prima di averle rivolto un ultimo sguardo di avvertimento.
La giovane strinse i pugni, pronta a subire un altro attacco da parte sua. Tuttavia, quest'ultimo la sorprese, congedandosi con un semplice. - Terrò in considerazione la tua proposta riguardo a Kevin. Cercheremo insieme una soluzione per arginare il problema. Se avremo novità, ti faremo sapere.
Finalmente sola, Luana rimase per qualche secondo a fissare la porta chiusa con aria sbigottita, rassegnandosi alla triste consapevolezza che non sarebbe mai riuscita a districare i complessi pensieri che si agitavano nella mente di Shirogane.
Quantomeno, poteva finalmente prendersi del tempo per riflettere sul da farsi.
Le sarebbe piaciuto immensamente giungere alla soluzione del problema "Poteri di Kevin" prima del loro nuovo ospite, in modo da potergli sbattere in faccia quanto fosse perspicace e intelligente. Tuttavia, il suo stomaco pareva pensarla in modo molto diverso, dato che, non appena si sedette alla scrivania, prese a lamentarsi rumorosamente, facendole ricordare che non aveva ancora toccato cibo dalla mattina precedente. O meglio, dalla sera precedente, considerando il fuso orario giapponese.
Senza pensarci due volte, annullò la trasformazione da Mew Mew e si avventò con voracità sulla fetta di torta alle mele gentilmente offertale da Keiichiro, premurandosi di lasciarne un pezzetto anche per Kisshu, qualora avesse nuovamente ripreso i sensi e avesse avuto appetito.
Era pur sempre la sua protettrice, per quanto affamata.
La fetta di torta non la lasciò soddisfatta quanto avrebbe voluto, considerando che non mangiava da più di otto ore, ma dovette accontentarsi: aveva appena litigato con Shirogane e non voleva fare la figura della scroccona, abbassandosi a chiedergli altro cibo.
Per distrarsi dalla fame, decise di prendere posto accanto a Kisshu, in modo da potere, al contempo, vegliare su di lui ed evitare altri episodi di panico come quello avvenuto poco prima.
L'alieno giaceva sul letto, completamente immerso nel sonno, il volto disteso in un'espressione serena e rilassata.
La Mew alien non riusciva a ricordare l'ultima volta in cui lo aveva visto così tranquillo, e pregò che fosse un buon segno. Non poteva sperare di far fronte da sola a tutti gli eventi terribili che erano avvenuti e a tutte le sfide che le si sarebbero presentate. Dall'inizio della sua vita come Mew alien era sempre stata abituata ad averlo al suo fianco, e solo adesso capiva fino a che punto avesse contato sulla sua presenza e sul suo supporto.
- Ti prego, riprenditi presto. Non posso farcela senza di te. - mormorò, allungandosi fino a toccare la sua mano, che sporgeva inerte e pallida dalle lenzuola.
Per scacciare l'ansia e l'angoscia che ancora le attanagliavano l'animo, concentrò tutte le proprie percezioni su quel tocco appena accennato, escludendo tutto il resto dalla sua coscienza, fino a illudersi, per un attimo, che il loro legame sarebbe stato sufficiente a mantenerli al sicuro sia dai demoni che si assiepavano al di fuori delle mura del caffè Mew Mew, sia da quelli che dimoravano all'interno delle loro menti.
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Rieccomi con la seconda e ultima parte del capitolo, stavolta sono riuscita a mantenere la promessa e a pubblicare celermente!
Vi ringrazio infinitamente per il supporto ricevuto negli scorsi capitoli, nonostante io sia sparita vi siete comunque dimostrati gentili e interessati! Siete davvero fantastici!
Cosa pensate di quanto accaduto in questa riunione? Anche voi siete dell'idea che per salvare Pai e Taruto la via più veloce sarebbe interrogare Kevin? Oppure scegliereste un'altra strada?
Riuscirà Kisshu a riprendersi dall'attacco mentale subito?
Questo e molto altro nella prossima puntata! *Musichetta*
Scherzi a parte, prossimamente dovrei essere più libera, non faccio promesse ma, se tutto va bene, a inizio agosto potrei riuscire a pubblicare un'altra parte della storia!
A presto!
MoonBlack1993
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