14. Parte dei giochi - Parte 3
Una volta uscita dalla palestra, la ragazza si sentì nuovamente invadere da una pesante ondata di tensione. Taruto non pareva sospettare nulla riguardo il suo recente passatempo notturno, ma non era altrettanto sicura al riguardo di Pai. Iniziava a pentirsi di essersi lasciata irretire con tanta facilità dalle avances di Kisshu.
Così facendo, aveva implicitamente messo in pericolo il suo ruolo all'interno della squadra, rischiando di perdere la fiducia che il minore e il maggiore degli Ikisatashi riponevano in lei. Ma ciò che la faceva sentire ancora più in colpa, era l'incresciosa consapevolezza che una parte di lei si era sentita felice come non lo era mai stata per merito di quello scambio proibito. "L'amore fa davvero diventare pazzi." rifletté, mentre percorreva, con l'animo appesantito, i corridoi che la separavano dalla meta.
Giunta davanti alla porta del laboratorio, tuttavia, udì un paio di voci maschili discutere animatamente e non poté impedire al suo cuore di perdere un battito, non appena riconobbe quella di Kisshu.
-Non hai alcun diritto di impormi come passare le mie notti! Se voglio dormire qui alla base oppure in un altro luogo, non sono comunque affari tuoi.
-Infatti, non mi importa tanto il luogo in cui trascorri la notte, Kisshu, quanto il fatto che ultimamente sembri non dormire affatto.
Quasi inconsciamente, Luana abbassò la mano che era stata in procinto di bussare alla porta e si avvicinò con cautela, cercando di cogliere il senso della conversazione, che pareva tutt'altro che pacata.
-Si può sapere da quando in qua ti sta a cuore il fatto che io dorma? -la voce dell'alieno dagli occhi dorati, se possibile, le suonò persino più stanca rispetto alla notte precedente.
-Mi spieghi come potrei non interessarmene? Sei assente dalla base quasi tutto il giorno, quando ritorni trascorri il tempo ad allenarti fino a sfinirti, e come risultato non riesci a concentrarti su nessuno dei tuoi compiti!
-Se sei in pena per il rendimento della squadra, sappi che non ne hai motivo...
-Non ne ho motivo, dici?! Squadra o non squadra, se tu dovessi combattere in questo momento, nelle disastrose condizioni mentali in cui ti trovi, finiresti sicuramente ammazzato! -la giovane si stupì nell'udire una nota di accorata preoccupazione prorompere nella voce di Pai.
Anche il fratello dovette rendersene conto, perché abbandonò la sua posizione difensiva e rispose: -Farò in modo che non succeda.
-L'unico modo per evitare che succeda è riposare! Capisco che tu possa avere dei motivi per il tuo rifiuto, ma ci stai facendo preoccupare tutti. È essenziale che tu ti riprenda. Se non vuoi farlo per noi, fallo almeno per te stesso! Di questo passo sarà la tua salute a risentirne.
Dopo quel rapido scambio, seguì un istante di profondo silenzio, durante il quale la Mew alien fu in grado di avvertire solamente il proprio respiro accelerato rimbombare lievemente lungo il corridoio.
Proprio quando iniziava a domandarsi se non fosse il caso di annunciare la propria presenza, fu la voce fintamente beffarda di Kisshu a spezzare la quiete. -Non avrei mai pensato che un giorno ti saresti sinceramente preoccupato per la mia salute, fratellino.
-Kisshu...
-Ma non c'è bisogno che diventi una suocera, so badare a me stesso. E ora, se vuoi scusarmi, ho da fare.
Luana si allarmò parecchio nell'avvertire i passi leggeri di Kisshu avvicinarsi con rapidità stupefacente all'uscita della stanza, ma nonostante fosse consapevole che non era affatto saggio lasciarsi cogliere in flagrante mentre origliava una conversazione privata, non riuscì nemmeno a muoversi di un passo, mentre la porta le si spalancava davanti, rivelando il volto accigliato del proprio protetto.
-E tu, che ci fai qui? -si lasciò sfuggire quest'ultimo, stupito nel trovarsela davanti senza preavviso, mentre il gelo dei suoi occhi si scaldava appena.
Lei rimase imbambolata a guardarlo per diversi istanti, prima che il suo cervello riuscisse a formulare una risposta coerente. -T-taruto mi ha detto di venire qui perché Pai voleva parlarmi. Però vi ho sentito discutere e non volevo interrompervi... q-quindi ho aspettato. -borbottò, sentendosi avvampare per la vergogna.
Per fortuna, ci pensò Pai a salvarla dalla sua figura meschina, intimandole di entrare. -Ti stavo aspettando. Accomodati!
Kisshu sospirò, rassegnato. -A quanto pare, il dovere ti chiama. Sarà meglio che me ne vada.
Mentre si scostava dalla porta per lasciarla passare, Luana gli lanciò un'occhiata furtiva, tentando di capire se si fosse arrabbiato con lei perché si era permessa di ficcare il naso nelle sue conversazioni private. Tuttavia, quando i loro sguardi si incrociarono a mezz'aria, quest'ultimo si limitò a rivolgerle un sorriso sghembo e a farle l'occhiolino, gesto che suscitò nella ragazza un' enorme sensazione di sollievo e che le donò il coraggio che le mancava per varcare la soglia.
Coraggio che non le fu di molto aiuto, perché non appena intercettò l'espressione di Pai, se possibile ancora più torva del solito, avvertì comunque le gambe tremarle come gelatina. "Devi restare calma. Ti guarda male solo perché ha discusso con Kisshu, non ce l'ha con te. Non ha scoperto nulla! Respira e cerca di comportarti in modo normale..." si sforzò di ripetere a se stessa, mentre, a un cenno del suo superiore alieno, si accomodava su una delle rigide sedie di metallo posta davanti ai monitor.
Fortunatamente per lei, Pai dimostrò di non avere alcuna intenzione di discorrere riguardo le sue recenti relazioni sentimentali. -Ti ho chiamata qui stamattina per informarti che abbiamo ricevuto un messaggio da Ryou Shirogane, e anche perché ho parlato con tuo padre, il quale mi ha messo al corrente delle implicazioni che comporta essere una... come te.
-Una mezza aliena? -Luana si sforzò di nascondere il proprio immenso sollievo dietro a un'espressione di genuino interesse.
-Sì, mettiamola così. -l'alieno si schiarì la voce, come se fosse ancora imbarazzato e incredulo riguardo alla piega che avevano preso gli eventi. Dopo essersi accarezzato lentamente il mento con fare pensoso, riprese il discorso. -Prima parliamo di Shirogane, è più urgente: poche ore fa ho ricevuto un suo messaggio dove dichiarava di avere ricevuto una telefonata di Ichigo, che lo aveva messo al corrente della nostra situazione e del suo desiderio di aiutarti. Non so dire come abbia fatto a contattarmi, ma questo semplifica le cose. Inoltre, pare abbia accettato di prenderti a carico, a patto che gli dimostriamo la nostra collaborazione presentandoci al caffè Mew Mew disarmati.
-Ma non potrebbe essere una trappola? -obiettò la Mew alien, avvertendo un brivido di tensione irrigidirle le membra.
-Per quanto mi dolga ammetterlo, il gruppo del Mew project non utilizza metodi così subdoli per combattere i nemici e di solito attacca per difesa, più che per una vera manovra offensiva.
-Sarà... -borbottò, per nulla convinta.
Pai si limitò a ignorarla bellamente, continuando il discorso come se nulla fosse. -Shirogane ha concordato con me che non sarebbe saggio portarti all'incontro, data la situazione di grave pericolo in cui ti trovi. Quindi, tu resterai qui alla base con Kisshu, mentre io e Taruto ci recheremo al caffè Mew Mew.
-Continuo a pensare che sia pericoloso.
-Sicuramente ci sono dei rischi, ma sono convinto che il premio valga la pena. -convenne lui squadrandola con espressione eloquente, come a voler sottolineare che stavano mettendo in atto quell'operazione solo per tenerla al sicuro.
A quel pensiero, il petto della ragazza venne, ancora una volta, inondato da un profondo senso di gratitudine e quest'ultima preferì non sollevare altre obiezioni, considerando tutto quello che gli alieni stavano rischiando per lei.
-Passando alla questione del tuo essere per metà aliena: mi sono fatto spiegare da Alain che cosa implicherebbe questo per te, dato che non abbiamo avuto il tempo di parlarne a causa della fretta con cui si sono dovuti trasferire. Credo che sia il caso di scoprire il più possibile, non trovi?
La Mew alien esitò qualche istante, poi annuì a labbra strette, avvertendo un groppo doloroso attanagliarle lo stomaco. In tutta onestà, era preoccupata dalle possibili scoperte sconvolgenti che sarebbero potute scaturire da quel discorso, ma fuggire dalla verità non le sarebbe servito a molto, quindi si rassegnò ad ascoltare.
-Purtroppo, Alain mi ha rivelato che per fare in modo che gli alieni non ti trovassero, oltre ad avere sottoposto se stesso a interventi di chirurgia plastica, spacciando i suoi tratti esotici per una malformazione, ha anche fatto in modo che i tuoi geni alieni rimanessero latenti, sigillandoli con una sorta di siero o veleno che ti somministra fin da quando eri piccola.
-Un veleno?!
-Purtroppo sì. -asserì Pai con aria grave.. -È molto conosciuto sul mio pianeta. La pianta da cui si ricava si chiama Axaphera. Per noi alieni è decisamente letale e tuo padre doveva essere davvero disperato se ha pensato di usare il suo estratto velenoso su di te. Mi ha detto di averne rubato un po' prima di partire, in caso gli alieni avessero scoperto la sua fuga e lui avesse dovuto togliersi la vita.
A quelle parole la ragazza avvertì la pelle d'oca farsi strada sulle sue braccia e non poté evitare di stringere i pugni convulsamente. "Mi ha avvelenato!" pensò, senza sapere con esattezza se sentirsi terrorizzata o disgustata dalla cosa.
-Per fortuna, tuo padre è previdente e si è munito anche dell'antidoto, così, quando sei nata tu, ha potuto essere certo che, in caso la prima somministrazione su di te non avesse prodotto gli effetti sperati, tu non saresti stata in pericolo di vita. Probabilmente, se non ne fosse stato in possesso, non ci avrebbe nemmeno provato.
-Voglio sperarlo! -esalò, con voce tremante, sentendosi nuovamente come se il mondo attorno a lei fosse stato completamente ribaltato e le stesse vorticando attorno.
L'alieno dagli occhi viola, in qualche modo, dovette intuire i suoi sentimenti laceranti e confusi perché, dopo un'istante di silenzio meditativo, le si avvicinò e le posò una mano sulla testa con fare consolatorio, accarezzandole i capelli. -Sono sicuro che è così. Tuo padre non è una cattiva persona, voleva soltanto proteggerti.
Luana rimase assolutamente stupefatta nel rilevare la sfumatura quasi paterna che assunsero i suoi occhi in quel momento, una nota calda che era sicura di non avere mai riscontrato prima d'ora. Tuttavia, prima che potesse essere sicura di non essere precipitata in un sogno visionario, Pai si era già allontanato e aveva ripreso a parlare come se nulla fosse accaduto.
-Mentre quel veleno, usato su un alieno comune, causa la morte in pochi minuti, su una creatura come te, che ha anche sangue umano, causa solo la temporanea ma repentina scomparsa dei tratti alieni. Forse, inizialmente, hai avuto anche qualche effetto collaterale, ma a questo punto il tuo corpo si dovrebbe essere immunizzato agli effetti negativi del veleno e non dovrebbe risentirne più. In questo modo, dosando abilmente il veleno in suo possesso, Alain è riuscito a tenerti nascosta e a fare in modo che tu non scoprissi mai le tue origini.
-Dopo quanto tempo l'effetto del veleno scompare? -volle sapere lei, a quel punto, più per completezza che per effettiva necessità. Qualunque fosse stata la risposta, e sospettava già quale fosse, non avrebbe più preso quella roba neanche morta.
-Ogni anno. -rispose infatti l'altro, dopo qualche momento di esitazione. -Tuo padre usava...
-Delle siringhe! -lo interruppe lei, con voce piatta, coprendosi il volto con una mano al pensiero di quanto fosse stata stupida e ingenua a non accorgersene prima. -La vaccinazione annuale che mi costringeva a fare. Non mi ha mai lasciato andare negli ospedali, mi diceva che non si fidava. E quando io gli chiedevo come mai fossi l'unica a vaccinarsi a casa e con le proprie siringhe, rispondeva che era andato a comprarle personalmente da un farmacista di fiducia! -scosse la testa, incredula nel rilevare quanto rapidamente i tasselli del puzzle stessero tornando al loro posto. "E mia madre, in tutti questi anni, ha sempre saputo tutto!"
Per qualche minuto, i due interlocutori rimasero entrambi perfettamente immobili, senza dire una parola: Luana era completamente soverchiata dalla nuova realtà che le era stata imposta e Pai, dal canto suo, non si sentiva in diritto di rompere il silenzio di dolorosa consapevolezza che si era creato. Quindi fu lei a riprendere a parlare per prima, la voce debole e roca. -La somministrazione sarebbe dovuta avvenire in questo periodo. -gracchiò, tentando disperatamente di non cedere a una crisi di nervi. -Che cosa mi succederà se non la prenderò più?
-Credo che semplicemente i tuoi tratti alieni tornerebbero allo scoperto. Diventeresti più forte, ma, al tempo stesso, forse, anche più vulnerabile. -l'alieno dagli occhi viola le rispose in tono cauto, quasi avesse paura di vederla crollare davanti ai suoi occhi. -Tuttavia, hai ancora un po' di tempo per pensarci, Luana. Ora, purtroppo, devo occuparmi del mio incontro con Shirogane, e prima che io mi rechi da lui, ho un favore da chiederti.
La Mew alien sollevò repentinamente lo sguardo, oltremodo stranita nel udire la voce di Pai pronunciare il suo nome di fronte a lei con così tanta naturalezza. Di solito, quando parlavano a tu per tu, le si rivolgeva in modo più autoritario: i primi tempi l'aveva chiamata "umana", poi era passato a "ragazza", ma non l'aveva mai appellata usando direttamente il suo nome. -Che cosa devi chiedermi? -Domandò, incuriosita. Non riusciva a capire che cosa diavolo stesse succedendo al suo capo squadra e perché improvvisamente la stesse trattando in modo così indulgente. Che fosse il suo modo di dimostrarle che era preoccupato per lei e comprendeva il suo dolore?
La proposta di quest'ultimo bastò a distrarla immediatamente dai quei quesiti senza risposta. -Potresti tenere d'occhio Kisshu? Non so se sia per merito del sigillo o di altre congiunzioni planetarie, ma tu sembri essere l'unica persona in grado di placarlo. Assicurati che si riposi.
Alla ragazza venne quasi da ridere al pensiero di quanto segretamente i tre fratelli tenessero l'uno all'altro ma non osassero ammetterlo nemmeno sotto tortura. In fondo, erano delle persone gentili e premurose, a modo loro.
Non poté trattenersi dal sorridere tra sé e sé, anche perché, in tutta onestà, aveva sperato di poter passare del tempo da sola con Kisshu fin da quando si erano dovuti salutare la notte prima.
-Al momento, credo che sia andato a girovagare per Tokyo, come al suo solito, ma spero di indurlo a riposare qui prima di partire.
La speranza di Pai si rivelò totalmente vana, dato che i numerosi tentativi di contattare Kisshu per convincerlo a tornare alla base si rivelarono infruttuosi. L'alieno dagli occhi dorati sembrava svanito nel nulla e, dopo che quasi un' ora fu trascorsa in sua ricerca, i compagni di squadra dovettero arrendersi all'evidenza che, probabilmente, quest'ultimo si fosse addormentato da qualche parte e non sentisse i loro richiami. Tuttavia, non si preoccuparono troppo per la sua sorte, certi del fatto che, qualora si fosse trovato in pericolo, il potere del sigillo avrebbe avvertito la Mew alien tempestivamente.
Nonostante ciò, il problema della custodia della base aliena rimaneva comunque impellente, e alla fine i due fratelli si ritrovarono costretti a partire alla volta del caffè Mew Mew, ponendo la sorte del loro rifugio nelle mani di Luana.
Nessuno di loro si sentiva troppo tranquillo al riguardo, ma d'altronde non avevano nessun'altra alternativa: i patti ormai erano stati siglati, non potevano sperare di cambiarli all'ultimo minuto.
La Mew alien era la meno convinta riguardo a tutta quella faccenda. Non sapeva con esattezza spiegare perché, ma avvertiva un senso di pericolo pressante e non si sentiva affatto pronta a proteggere un luogo così immenso da sola.
Perciò, fu solo con molte opere di autoconvincimento che, infine, riuscì a trovare il coraggio di accettare e lasciare andare i due.
Pochi istanti dopo essere rimasta sola, si sorprese a correre in preda all'ansia verso la palestra, alla ricerca di un paio di tridenti da brandire per poter eventualmente difendersi dai pericoli. "Sarò anche paranoica, ma preferisco non rischiare la pelle." Fortunatamente, aveva appena incominciato a catalogare con lo sguardo l'ingente quantità di armi presente nella sala, quando riuscì a scorgere il paio di Sai che Kisshu le aveva prestato precedentemente. Si affrettò ad afferrarli, trattenendo un sospiro di sollievo: almeno, per quanto riguardava quelle due armi, gli alieni le avevano dato qualche lezione, non avrebbe dovuto avere problemi!
Sentendosi un po' più tranquilla, si legò i tridenti alla veste che aveva preso in prestito la sera prima e, abbigliata di tutto punto come una vera aliena, si diresse verso il laboratorio principale per controllare che fosse tutto a posto.
Fu proprio mentre stava percorrendo quello stretto corridoio che il cellulare iniziò a vibrarle nella tasca interna dei pantaloncini. Si accigliò quando vide che si trattava di Ichigo. -Hello? -rispose frettolosamente in inglese, insospettita da quella chiamata.
-Luana, can you hear me? -Ichigo le parve agitata, fattore che non contribuì affatto a rassicurarla.
-Che succede?!
-Ryou mi ha appena chiamato...- la voce della Mew rosa si spezzò sull'ultima sillaba, come se quest'ultima stesse cercando disperatamente di trattenere le lacrime. -sembra che qualcuno abbia teso un agguato a Pai e Taruto mentre si dirigevano verso il caffè, probabilmente un altro gruppo di alieni che sapevano che si sarebbero incontrati a quell'ora.
Luana avvertì in un istante tutto il sangue gelarsi nelle vene, e dovette sforzarsi non poco per mantenere il respiro regolare. -Oh, no...-esalò, mentre le mani incominciavano a tremarle imperlandosi di sudore freddo. -ti prego dimmi che stanno bene.
-Luana...
-Ichigo, dimmelo!
Udendo il suo tono di voce tingersi di disperazione, anche la Mew neko perse definitivamente il controllo e scoppiò in lacrime. -Non lo so! Ryou ha detto che ha cercato di intervenire subito, ma i tuoi amici erano disarmati e gli altri troppo numerosi. Li hanno portati via...-gemette, tra un singhiozzo e l'altro. -mi dispiace tanto!
La Mew alien non riuscì nemmeno più a rispondere. All'improvviso le forze le mancarono e si sentì cadere in ginocchio, gli occhi pieni di lacrime e un senso di bruciante impotenza conficcato nello stomaco. Erano perduti, lo sapeva bene: se i nemici avevano scoperto il loro piano in così poco tempo, significava che almeno uno di loro era anche al corrente della sua posizione nella base e stava solamente aspettando il momento propizio per agire. Pai e Taruto erano stati catturati, Kisshu era sparito chissà dove... era solo questione di tempo prima che qualcuno venisse a prenderla.
Come a conferma dei suoi macabri pensieri, all'improvviso una risata gelida si fece strada alle sue spalle, una risata che conosceva fin troppo bene, una risata che proveniva direttamente dal peggiore dei suoi incubi.
Ma, mentre si voltava di scatto, gli occhi intrisi di panico e il cuorein gola, Luana provò la terrificante certezza che questa volta l'incubo stavaper tramutarsi in realtà.
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Sono tornata! Scusate il ritardo ma ho trascorso tutto il periodo natalizio a casa del mio ragazzo, in zona rossa, quindi non riuscivo a concentrarmi per scrivere e aggiornare la storia. Spero che abbiate trascorso bene questo periodo festivo.
Parlando del capitolo, vi aspettavate un epilogo del genere? Ora la faccenda si fa seria! Cosa pensate che succederà? Sono impaziente di conoscere la vostra opinione!
Come sempre, un immenso grazie a tutte le persone che hanno letto, votato e commentato i capitoli precedenti, siete fantastici!
Non so quando riuscirò ad aggiornare la prossima volta perchè sono di nuovo sotto studio per il concorso e sto anche provando a iniziare una nuova storia, stavolta originale. Il che ovviamente sottrae tempo alla pubblicazione di altri capitoli della fanfiction.
Spero che continuerete comunque a seguirmi!
Un bacione
A presto.
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