14. Parte dei giochi - Parte 2
"Sto davvero pensando che potrei rinunciare a Ichigo per stare con Luana? Davvero ne sarei capace?" si ritrovò a pensare, incredulo, osservando la schiena della ragazza allontanarsi inesorabilmente nella penombra.
Prima che il suo animo riuscisse a darsi una risposta, le sue gambe avevano già agito per lui e, in un'istante, si ritrovò a rincorrere la sua figura lungo il corridoio. -Aspetta! -gridò, stupendosi dell'eco quasi disperato nella propria voce.
Lei si bloccò, voltandosi a guardarlo con un sopracciglio sollevato. -Che c'è?
-Ecco... -Kisshu esitò, passandosi nervosamente una mano tra i capelli verde scuro.
Accidenti! Non aveva mai avuto problemi a parlare con le donne e ad avere la meglio sulla loro logica, perché con Luana, invece, doveva sempre ritrovarsi in scacco?! La verità era che non poteva prometterle ancora nulla di concreto, non poteva dirle che avrebbe abbandonato la sua ossessione per Ichigo per stare con lei, perché non era sicuro che sarebbe riuscito a mantenere una promessa del genere.
-Se non hai niente da dire, io torno a letto.
Proprio quando stava per arrendersi all'idea di aver provocato danni irreparabili nel loro rapporto, un improvviso lampo di lucidità gli attraversò la mente, seguito da un altrettanto intenso senso di onnipotenza. "Ma certo! Perché non ci ho pensato prima?!"
Travolto dalla straordinaria convinzione di aver compreso finalmente gli oscuri meccanismi mentali della propria protettrice, riprese a rincorrerla, senza riuscire a trattenere una risata trionfante.
-Che diavolo ti prende, adesso? -vedendolo avanzare a passo spedito verso di lei, con un ampio sorriso sulle labbra, la ragazza rimase a fissarlo con un' ombra neanche troppo celata di preoccupazione a incresparle il volto. -Sei impazzito?!
Il suo tono sconvolto non fece altro che incrementare l'attacco di ilarità del giovane, che ben presto si ritrovò piegato in due dalle risate, incapace di riprendere fiato. -Allora è quello il problema! -esalò, in tono estaticamente incredulo, una volta che l'ebbe raggiunta, sentendosi come un bambino che ha appena scoperto un pacchetto di caramelle sotto al cuscino dopo un intervento dal dentista. -Sei gelosa di Ichigo!
Stavolta toccò a Luana immobilizzarsi con l'espressione raggelata. "Merda."
Aveva pensato di incastrarlo abilmente con il proprio discorso sulla Mew neko e di indurlo, in quel modo, al silenzio, ma questa volta era stata lei a calcolare male le sue mosse e a farsi scoprire.
Non ebbe, tuttavia, il tempo di assimilare pienamente quell'informazione, perché subito dopo avvertì la presa sicura dell'alieno dagli occhi dorati cingerle la vita e sollevarla in aria come fosse stata un pupazzo di gomma.
La sua risata trionfante la raggiunse di nuovo, facendola sentire ancora più spaesata. Kisshu era felice del fatto che lei fosse gelosa?!
-P-perché ridi? -tentennò, avvertendo i propri fianchi vibrare a contatto con le sue braccia. Era incredibile l'effetto che un suo semplice tocco poteva esercitare su di lei.
Prendendo improvvisamente atto della sua espressione stranita, il giovane alieno si affrettò a posarla nuovamente a terra, senza tuttavia smettere di fissarla con espressione maliziosa. -Credevo che tu ce l'avessi con me per chissà quale motivo... -osservò, allungando lentamente la mano per raccoglierle una ciocca di capelli umidi dietro l'orecchio. -non puoi immaginare quanto mi senta sollevato, sapendo che sei solo gelosa.
La Mew gatto dai geni domestici arrossì di botto, rendendosi conto solo in quel momento di aver perso l'asciugamano che teneva imprigionati i suoi capelli umidi. Doveva esserle caduto quando Kisshu l'aveva afferrata e fatta volteggiare in aria. -N-non giungere a conclusioni affrettate per conto tuo! Io non ho ancora confermato niente! -protestò, il cuore che le batteva nel petto a una velocità tanto rapida da lasciarle l'eco nelle orecchie.
L'alieno non parve minimamente turbato dalle sue invettive, anzi, dopo quell'uscita, il suo ghigno trionfante si allargò ancora di più. -Non ho bisogno delle tue parole per avere una conferma. Mi bastano quelle.
La Mew alien deglutì, colta da un orribile presentimento, non appena si rese conto che il proprio protetto stava indicando una zona che si trovava appena al di sopra della sua testa. Con il cuore in gola, sollevò lentamente le braccia, finché le sue dita non entrarono a contatto con qualcosa di morbido e liscio dalla consistenza vaporosa. "Non è possibile! Mi sono spuntate le orecchie da gatto!" dopo quella rivelazione, il suo imbarazzo non fece altro che aumentare a dismisura, tanto da farle sperare che un buco si aprisse al di sotto dei suoi piedi e la inghiottisse nelle viscere della terra.
Dovette farsi forza per non fuggire a gambe levate, quando avvertì le dita del proprio interlocutore circondarle lentamente la schiena, fino a sospingerla contro il suo petto.
-Se il fatto che io trascorressi le mie giornate in compagnia di Ichigo ti dava così tanto fastidio, avresti dovuto dirmelo, dolcezza...
Luana prese un gran respiro, tentando inutilmente di schiarirsi la mente, che in quel momento si trovava in evidente stato di fibrillazione. Ormai la frittata era fatta, tanto valeva essere onesti. -Se anche te l'avessi detto, dubito che sarebbe servito a qualcosa.
Kisshu le lanciò un occhiata fintamente rammaricata, scuotendo la testa. -Hai davvero così poca fiducia in te stessa?!
-Non è solo questione di fiducia in me stessa. -lo contraddisse in tono piatto, sforzandosi inutilmente di allontanarsi da lui per riprendere a respirare. -È di te che stiamo parlando, Kisshu! Sei innamorato di Ichigo da più di un anno, sarebbe stato egoista da parte mia chiederti di non stare con lei.
-Essere un po' egoista, a volte, può far bene.
-Egoista o no, conosco bene i miei limiti. So che non rifiuteresti mai le attenzioni di una donna, ma riconosco una causa persa quando ne vedo una.
L'alieno smise improvvisamente di accarezzarle i capelli, abbassando gli occhi fino a incontrare quelli color marrone cangiante di lei e rivolgendole uno sguardo interrogativo. -Causa persa?
Luana annuì, affrettandosi, ancora una volta, a interrompere il contatto visivo per non rischiare di perdere lucidità. -Sì... insomma... -mormorò, avvertendo un groppo incandescente ostruirle la gola. Sapeva di non potersi permettere di esternare alcuna emozione negativa, altrimenti avrebbe mosso il proprio protetto a pietà e lui si sarebbe sentito in dovere di consolarla, quindi si sforzò di inghiottire il proprio dolore. -so benissimo che, se anche un giorno dovessi decidere di confessarti i miei sentimenti, tu non potresti mai ricambiare. Sei innamorato di Ichigo, in fondo... quindi... anche se mi sforzassi di piacerti, non potrei mai prendere parte ai giochi sentendomi in pace con me stessa e alla pari. Per questo...
S'interruppe di colpo, avvertendo nuovamente la mano del giovane sfiorarle con dolcezza la guancia, per poi sollevarle lentamente il viso verso l'alto. Solamente quando si specchiò nei suoi occhi dorati, colmi di accondiscendenza e preoccupazione, si accorse di avere iniziato a piangere. -Accidenti, che stupida! -biascicò, con voce tremante, mordendosi il labbro inferiore per trattenere i singhiozzi. -Ti ho appena detto di essermi rassegnata a non poter competere con Ichigo, e invece...
Sentendosi più vulnerabile di una crisalide di fronte a un uragano, fece per allontanarsi e asciugarsi le lacrime, ma proprio in quel momento Kisshu la bloccò, posandole un dito sulle labbra e avvicinando repentinamente il proprio volto al suo.
-Ma tu fai già parte del gioco. -le sussurrò all'orecchio, la voce roca e carica di promesse.
Luana avvertì un caldo brivido d'aspettativa propagarsi dalla base della propria schiena fino alla punta delle dita, una volta comprese le implicazioni contenute in quella frase: sapeva che cosa stava per succedere e sapeva anche che avrebbe fatto meglio ad allontanarsi con una scusa prima che fosse troppo tardi.
Tuttavia, osservando il proprio volto congestionato rispecchiarsi negli occhi dorato intenso dell'alieno, avvertì la scusa che era stata a un passo dal pronunciare morirgli sulle labbra, soffocata sul nascere da una prepotente ondata di desiderio.
Stava mentendo a se stessa: la verità era che non voleva affatto fermarlo e che avrebbe dato qualunque cosa in suo potere per poterlo irretire come Ichigo era stata in grado di fare.
Una volta giunta a quella conclusione, quando avvertì il respiro lento del giovane confondersi con il proprio, non riuscì a fare altro che chiudere lentamente gli occhi e protendersi a sua volta verso di lui, azzerando in un istante la breve distanza che li separava e accogliendo di buon grado le sue labbra fresche sulle proprie.
Come ogni ragazza di quindici anni degna di tal nome, aveva spesso fantasticato riguardo alla persona che le avrebbe strappato il primo bacio e alle sensazioni che quella nuova esperienza avrebbe provocato, tuttavia, nemmeno nei suoi sogni più fervidi avrebbe potuto immaginare che un giorno si sarebbe ritrovata a baciare il proprio protetto nel bel mezzo di un corridoio, sotto il naso di Pai e Taruto.
Di lì a poco, tuttavia, smise completamente di preoccuparsi riguardo quegli irrilevanti dettagli logistici, cedendo alla dolce sensazione del corpo di Kisshu contro il proprio e dei suoi capelli che le solleticavano il collo .
Si sentiva come se qualcuno avesse acceso di colpo tutte le sue terminazioni nervose, come se il suo corpo stesse andando a fuoco e la sua anima stesse vibrando al suono di una melodia impercepibile. Travolta da quell'inaspettato tripudio di emozioni, le parve perfettamente naturale circondare a sua volta la schiena dell'alieno con le braccia, stringendosi a lui come a un'ancora di salvezza e ricambiando il bacio con trasporto crescente.
Non si ribellò nemmeno quando avvertì le mani fresche del giovane insinuarsi sotto la sua veste, donandole refrigerio e spingendola ad avvicinarsi ancora di più, ad abbandonarsi totalmente alla sensazione delle loro bocche che si cercavano, escludendo tutto il resto dalla coscienza.
Semplicemente si lasciò guidare, permettendogli di godere appieno del contatto dei loro corpi e cancellando dalla propria mente tutte le preoccupazioni: dalla figura di Ichigo, alla loro missione, al nuovo gruppo di alieni che parevano essere giunti sulla terra con intenzioni bellicose.
Ogni problema cessò di esistere e, per un infinito frangente, rimasero solo loro due, aggrappati l'uno all'altra ai confini dell'universo, uniti in un bacio che si dilatò nel tempo e nello spazio, spandendo nell'aria il profumo del loro nuovo e fragile sentimento.
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Poche ore dopo, quando Luana si presentò nuovamente in palestra per i soliti allenamenti del mattino, si stupì nel trovare solamente Taruto ad attenderla. -Dove sono Kisshu e Pai? -sbadigliò, guardandosi attorno, confusa. Solitamente, a quell'ora erano presenti ad allenarsi tutti i suoi compagni di squadra, e anche chi non era delegato a occuparsi dei suoi esercizi mattutini non si tirava indietro dall'aiutarla, offrendole consigli di vario genere.
-Pai è chiuso in laboratorio da stamattina presto. Sta comunicando con tuo padre riguardo alcune... faccende importanti. -si limitò a rispondere il piccolo alieno, impegnato ad armeggiare con la maniglia di uno degli armadietti metallici contenenti gli strumenti necessari per allenarsi. Quando, finalmente, riuscì ad aprirlo, ne estrasse un sacco colmo di quelle che assomigliavano a palline da tennis. -Mi ha chiesto di occuparmi del tuo addestramento di oggi. E anche di dirti che dovrai passare da lui quando avrai finito, perché vuole parlarti.
-Parlarmi di cosa?
-Non lo so, ma sembrava serio.
La ragazza avvertì un brivido di tensione attraversarle la spina dorsale, mentre le immagini del bacio clandestino tra lei e Kisshu in corridoio le invadevano la mente, facendole montare il senso di colpa. Che Pai quella notte li avesse colti sul fatto e ora fosse arrabbiato con lei? Era stata troppo presa dall'emozione del momento per calcolare quanto rumore avessero fatto mentre litigavano e, successivamente, amoreggiavano, quindi, per quanto ne sapeva, potevano benissimo essere stati scoperti.
-Ehi! Terra chiama Luana! Sei entrata in un mondo parallelo?
Sobbalzò bruscamente, risvegliandosi in un lampo dalle sue febbrili elucubrazioni. -Scusa, stavo solo pensando... -mormorò, mordendosi le labbra. -e Kisshu, invece, come mai non è qui?
A quelle parole, Taruto scrollò le spalle con fare indolente. -Non ne ho la più pallida idea, è da ieri sera che non lo vedo. Ultimamente sparisce sempre e non si sa dove vada. Probabilmente nemmeno dorme più. Continuando così finirà per crollare. -borbottò, rigirandosi nervosamente tra le mani una delle palline gialle. -Ma non parliamo di questo, adesso. Sei qui per allenarti e non ho intenzione di andarci leggero, sappilo.
Luana sorrise a mezza bocca, nascondendo dietro a un'espressione indifferente tutta la preoccupazione che si era risvegliata in lei sentendo parlare del suo protetto.
Se davvero non dormiva da giorni, la sua situazione psicologica doveva essere più grave di quanto avesse previsto, tuttavia, non aveva alcun senso pensarci in quel momento. Avrebbe affrontato la questione direttamente con lui, qualora fosse rientrato alla base per riposare.
Ricacciando tutti quei pensieri molesti in un'area remota del suo cervello, annuì lentamente, catalizzando l'attenzione sul proprio insegnante.
-Dunque, per l'allenamento di oggi non potrai usare la trasformazione né delle armi. Si tratta di un esercizio che serve ad aumentare le tue percezioni e a farti sprecare meno energie possibili. Così, in caso dovessi trovarti a combattere senza l'aiuto dei tuoi poteri da Mew Mew, riusciresti a sopravvivere per più tempo.
Senza preavviso, il giovane si teletrasportò dietro di lei e le bendò gli occhi con un pesante drappo nero, ottenebrandole la vista. -Gli occhi bendati servono ad aumentare le tue percezioni tattili e uditive. -le spiegò gentilmente, dandole piccole pacche consolatorie sulla testa. -Lo so che è brutto, ma ti servirà, fidati.
La mew alien deglutì, sentendosi a disagio circondata dal buio più totale. Non era abituata a non potere usufruire di uno dei cinque sensi durante gli allenamenti e quell'improvviso cambio di programma l'aveva spiazzata. Tuttavia, si sforzò di fare buon viso a cattivo gioco e rimanere attenta.
-Quello che farò sarà volare attorno a te e lanciarti queste palline gialle da diverse direzioni. Il tuo compito, invece, sarà evitarle tutte spostandoti il meno possibile. Dovrai più o meno restare sempre in mezzo alla sala, usando il tuo udito e tatto per avvertire gli spostamenti d'aria, la direzione da cui provengono i miei attacchi e capire di quanto ti dovrai spostare per evitarli. Non potrai saltare, rotolare, piegarti o fare altri movimenti che non siano lo slittare a destra o a sinistra, avanti o indietro. Tutto chiaro?
-Più o meno... -tentennò la giovane, sforzandosi di tenere a mente tutte quelle nozioni senza farsele ripetere. Aveva dormito soltanto tre ore e non si sentiva esattamente in forma, di sicuro non abbastanza per affrontare un compito del genere. Tuttavia, se si fosse tirata indietro Taruto avrebbe capito che qualcosa non andava e si sarebbe messo a indagare, finendo per scoprire che quella notte, oltre a Kisshu, nemmeno lei aveva trascorso molto tempo a letto, con probabili conseguenze catastrofiche.
Nonostante tutti i buoni propositi elaborati, l'allenamento fu complessivamente un totale disastro: riuscì a evitare a malapena due palline, prima che una di esse la colpisse sulla nuca, disorientandola e mandando a catafascio tutti i suoi sforzi per rimanere concentrata.
Taruto si dimostrò paziente fino alla fine, dispensando consigli riguardo al muoversi di meno e allo sforzarsi di percepire gli spostamenti d'aria, ma per quanto la ragazza provasse ad ascoltarlo e a svuotare la mente, le immagini del viso di Kisshu mentre quest'ultimo si chinava su di lei e le sensazioni brucianti del loro primo bacio continuavano a invaderle prepotentemente la mente, facendole commettere un errore dietro l'altro.
Alla fine, anche il giovane alieno dovette arrendersi alla scoraggiante evidenza che quel giorno l'allenamento non avrebbe portato frutti. -D'accordo, basta per oggi! Sei davvero stata un disastro sotto tutti i punti di vista.
-Mi dispiace.
-Pazienza... ti perdonerò. Dopotutto, è la prima volta che ti faccio fare un allenamento così difficile. Forse non sei abituata!
Stupita del fatto che Taruto non fosse minimamente interessato a indagare più a fondo riguardo ai motivi del suo improvviso calo di rendimento, la ragazza abbozzò un sorriso, incerta sul da farsi. -Grazie! Prometto che la prossima volta cercherò di fare meglio! -esclamò contrita, slegandosi la benda dagli occhi.
Il bambino alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, con fare bonario. -Per punizione dovrei farti indossare quella benda tutto il giorno. Ma inviarti da Pai mi sembra abbastanza, per oggi.
-Agli ordini, capo.
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Puntuale come un orologio svizzero, eccomi qui a pubblicare la seconda parte di questo capitolo. Ora avete capito il perchè di questo strano titolo?
Vi aspettavate uno sviluppo del genere nell'ennesimo litigio tra Luana e Kisshu?
E cosa pensate riguardo i problemi che sta avendo Kisshu ultimamente? Secondo voi che cosa disturba il suo sonno?
E soprattutto, Pai avrà effettivamente scoperto i due piccioncini, oppure Luana si sta fasciando la testa prima di rompersela?
Fatemi sapere cosa ne pensate, sono davvero molto curiosa di leggere le vostre impressioni!
Infine, vi ringrazio tutti dal profondo del cuore per il sostegno che mi dimostrate con i vostri commenti e i vostri voti. Vi auguro un felice e sereno natale.
Spero che questo capitolo serva ad allietare un po' il periodo festivo, nonostante tutto quello che sta succedendo!
Vi mando un bacione e vi do un forte abbraccio virtuale.
Buone feste!
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