12. Sentimenti Pericolosi - Parte 3

Senza preavviso la resistenza delle dita di Kisshu sul suo polso svanì ed ella, ritrovandosi sbilanciata, rischiò di capitombolarea terra. Confusa da quella repentina resa, sollevò lo sguardo su di lui,sorprendendolo a fissarla come in trance, negli occhi uno strano miscuglio dirimorso, tristezza e terrore. -Kisshu? -Mormorò a mezza voce, inquietata dallasua espressione trasecolata.

Anche gli altri due fratelli, notò, lo stavano fissando con espressione tesa, come se si aspettassero una reazione tutt'altro che positiva alle sue parole.

"Santo cielo... che cosa ho detto?" si ritrovò a pensare, mentre i secondi di assoluto silenzio passavano inesorabili, senza che nessuno osasse respirare. Lanciò un'occhiata furtiva a Pai, sperando che le spiegasse che cosa doveva fare per interrompere l'apparente stato di shock dell'alieno, tuttavia quest'ultimo pareva troppo concentrato sul fratello per prestarle attenzione.

Sempre più preoccupata, appuntò nuovamente la propria attenzione su quest'ultimo, notando con costernazione che le sue mani avevano perfino preso a tremare leggermente. -Kisshu, ti senti bene? -lo chiamò, esitante, sfiorandogli dolcemente una spalla.

Avvertendo il suo tocco gentile sulla pelle, quello parve riprendere leggermente il contatto con la realtà e serrò le palpebre, come sforzandosi di cancellare un ricordo spiacevole. -Sto bene. -si limitò a rispondere, atono, per poi rivolgere uno sguardo indecifrabile al fratello maggiore, il quale ricambiò con un' occhiata altrettanto inintelligibile.

La giovane rimase a fissarli a sua volta senza capire, spostando lo sguardo dall'uno all'altro, nel disperato tentativo di comprendere quali intricati pensieri attraversassero le loro menti.

-Luana ha ragione. -proruppe Kisshu, al termine di quello scambio silenzioso -Non possiamo permettere che due persone muoiano...

-Non possiamo permettere che lei muoia! -lo interruppe Pai, irremovibile -Lo sai benissimo che sarebbe una missione suicida! Vuoi mandarla al macello?!

-Ovviamente no! Uno di noi potrebbe accompagnarla!

-Ma certo! -esclamò sarcasticamente, alzando le braccia al cielo con un gesto di stizza -Andiamo a fare tutti una gita a casa del traditore! Dopotutto chi se ne importa se ci ammazzano?!

-Se restiamo fermi senza fare nulla due persone dovranno morire, in ogni caso!

-Ragazzi... -la giovane tentò timidamente di intromettersi nella discussione, con l'intento di calmare gli animi: non riusciva assolutamente a spiegarsi il motivo di quella discussione, né le ragioni che avevano portato il suo protetto a cambiare idea e ad allearsi improvvisamente con lei, pertanto riteneva del tutto inutile che si azzuffassero in quel modo.

Tuttavia, i suoi tentativi vennero bellamente ignorati dai due compagni di squadra, che continuarono a inveire l'uno contro l'altro a voce sempre più alta.

-Non riesci mai a ragionare lucidamente quando si tratta di queste questioni! Ti è mai passato per l'anticamera del cervello che, se piombassimo nella sua abitazione e venissimo scoperti ad aiutare un traditore, anche le nostre vite sarebbero in pericolo? Potremmo essere arrestati e condannati a...

Udendo quelle parole, la già precaria pazienza di Kisshu parve esaurirsi del tutto e, prima che Pai potesse aggiungere altro, lo afferrò prepotentemente per il colletto della veste, spingendolo contro il muro. -Si tratta dei suoi genitori, non di due individui qualunque! -ruggì, sollevandolo da terra come se fosse un peso piuma -Ma tu, ovviamente, preferisci salvaguardare la tua incolumità, piuttosto che essere coraggioso, una volta tanto!

-Kisshu, smettila! -rendendosi conto che la situazione stava decisamente sfuggendo al controllo dei due giovani, la Mew alien si affrettò a intervenire, posando con decisione una mano sul braccio del proprio protetto e costringendolo, suo malgrado, ad allentare la presa. -Non sarà strangolandolo che lo convincerai a lasciarmi andare!

Riusciva a percepire perfettamente la rabbia e il dolore di quest'ultimo, inarrestabile come le ondate di un mare in tempesta, tuttavia era consapevole di non potere assolutamente assecondare il suo animo frustrato, almeno per il momento. -Siamo tutti nervosi a causa della situazione di pericolo in cui siamo piombati all'improvviso! Ma litigare tra noi non risolverà nulla!

-Luana ha ragione! -le fece eco Taruto, alle sue spalle -Dobbiamo calmarci e discuterne civilmente!

Kisshu strinse gli occhi ed emise uno strano sospiro, a metà tra uno sbuffo e un singhiozzo. Poi, lentamente, le sue dita si rilassarono ed egli fece un passo indietro, senza tuttavia smettere di fissare il fratello maggiore con malcelato disgusto. -La verità è che pensi sempre e solo a te stesso. -ribadì, la voce ancora tremante di rabbia -Sai benissimo che preferirei morire qui e adesso, piuttosto che sopportare la presenza di un altro orfano nella squadra.

"Come?!" Luana trattenne il fiato, spiazzata da quella rivelazione improvvisa e apparentemente casuale. Che cosa aveva voluto dire il suo protetto con quella frase? Se erano tutti fratelli, come poteva esserci un solo orfano tra loro? "Qualcosa non torna."

Ripensò alla reazione di quest'ultimo poco prima, quando gli aveva gridato contro che avrebbe preferito morire piuttosto che lasciare che i suoi genitori si sacrificassero per lei; a come il suo viso era impallidito di colpo di fronte a quell'affermazione e a come il suo sguardo si era fatto vuoto, perso nei ricordi del passato.

Che fosse successo qualcosa ai suoi genitori?

Ancora una volta, le parve di avvertire l'immenso vuoto interiore celato nell'animo di Kisshu, come se la stessa voragine si fosse aperta anche nel suo cuore e le emozioni stessero fluendo senza controllo tra le loro menti.

Istintivamente, gli si fece più vicina e, con un movimento quasi impercettibile, intrecciò le proprie dita alle sue, tentando di trasmettergli conforto: voleva che capisse che, qualunque cosa fosse successa alla sua famiglia, non era solo e non lo sarebbe mai stato.

Lo avvertì sobbalzare leggermente a quel contatto e si rese conto, con un certo imbarazzo, che era già la seconda volta che si permetteva di prenderlo per mano, quel giorno. "Forse non dovrei incoraggiarlo in questo modo" rifletté, mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore.

Prima che potesse pentirsi del suo gesto, tuttavia, quest'ultimo aveva già ricambiato la sua stretta, accarezzandole il dorso della mano con il pollice.
Non si voltò a guardarla, forse per paura di rivelare troppi dettagli riguardo al suo stato d'animo, ma la giovane poté chiaramente avvertire i muscoli della sua schiena rilassarsi, segno che, almeno per il momento, la tempesta era passata.

Il conflitto riguardo al salvataggio dei suoi genitori venne risolto grazie a Taruto, il quale, inaspettatamente, si schierò dalla loro parte, dichiarandosi in linea di massima d'accordo con Kisshu.

Di fronte a una tale affermazione, Pai si ritrovò costretto a cedere, messo alle strette dalla maggioranza numerica. -E va bene... -sospirò, incrociando le braccia con aria rassegnata -salveremo i suoi genitori. Ma alle mie condizioni.

L'alieno dagli occhi dorati aumentò istintivamente la presa sulla mano della propria protettrice e strinse gli occhi, aspettandosi una condanna mensile ai lavori forzati.

-Andrò solo io a casa di suo padre e mi occuperò personalmente della sua salvaguardia.

-Cosa?! -Luana spalancò la bocca, completamente spiazzata dalle parole del proprio leader. Pai si stava offrendo come vero e proprio martire per il salvataggio dei suoi genitori?! Se si trattava di uno scherzo, non era affatto divertente!

-Voi due dovrete restare qui a tenere d'occhio la base per conto mio, e non dovrete muovervi per nessuna ragione. -continuò quello, come se niente fosse, rivolgendosi alla ragazza e al fratello più piccolo -Mentre tu, Kisshu, dovrai andare a parlare con la leader delle Mew Mew il più presto possibile.

-Eh? -l'alieno dagli occhi dorati scosse la testa, incredulo quasi quanto la sua protettrice -Perché mai dovrei parlare con Berii?

-Non mi riferivo a Berii, ma a Ichigo.

A seguito di quella frase calò un silenzio ancora più attonito, durante il quale i tre compagni si guardarono l'un l'altro, tentando di dare un senso logico a quanto udito, senza peraltro riuscirci.

-Starai scherzando, spero! -fu la voce incredula della Mew alien a rompere gli indugi, risuonando come uno sparo attraverso la stanza -Perché mai vorresti andare da solo a casa dei miei genitori?! Quando dicevo di volerli salvare anche a costo della vita, non intendevo dire che uno di voi avrebbe dovuto aspirare al suicidio! -gridò, parandosi davanti a Pai con cipiglio a dir poco indignato -Inoltre, mi spieghi perché vuoi che Kisshu vada a parlare con Ichigo? Che cos'è, un incoraggiamento all'amore interplanetario?!

La minaccia di morte celata nel suo sguardo era inequivocabile e Kisshu si affrettò a lasciarle andare la mano, prima che ella potesse rivolgere la sua furia anche contro di lui: una furia che sarebbe stata ben giustificata, tra l'altro, dato che, in tutta sincerità, non gli faceva per nulla schifo l'idea di una chiacchieratina autorizzata con Ichigo.
Non poté fare a meno di provare ammirazione per il proprio fratello maggiore, che riusciva a sostenere lo sguardo di Luana anche quando decideva di assumere le sembianze di una pazzoide isterica.

-Non c'è bisogno di urlare. -la stava, infatti, redarguendo quest'ultimo, per nulla turbato alla vista del suo sguardo minaccioso -Ho deciso di andare da solo a casa tua perché sono il più esperto tra tutti voi, colui che conosce meglio la mentalità dei nostri nemici e, soprattutto, il più lucido e preparato in caso di attacco mentale. -le spiegò pacatamente, senza avere nemmeno bisogno di alzare la voce. -Inoltre, passerò più inosservato agendo da solo, che portandomi dietro uno di voi. Taruto è troppo giovane per partecipare a una missione così pericolosa, e voi due siete troppo coinvolti emotivamente, per varie ragioni. Per quanto riguarda Ichigo... voglio che Kisshu la contatti semplicemente perché, nel caso le cose si mettessero male, vorrei avere la possibilità di allearmi con i creatori del progetto Mew.

-Non sarebbe meglio parlare con Ryou Shirogane, a questo proposito? -lo interpellò lei, del tutto restia a dargliela vinta così facilmente.

-Se parlassi direttamente con lui, sono sicuro che non accetterebbe. Se, invece, sfruttassi il particolare rapporto che si è venuto a creare tra la leader di Tokyo Mew Mew e Kisshu, potremmo avere buone probabilità di indurla ad allearsi con noi e, così facendo, convincere tutte le altre e Shirogane stesso a votarsi alla nostra causa. Sempre se l'idea di allearti con Ichigo non ti crea troppi problemi.

Luana arrossì di botto a quelle parole, ingoiando, suo malgrado, le ingiurie che era stata a un passo dal vomitargli addosso e raggiungendo l'improvvisa consapevolezza di essersi comportata da sciocca immatura, permettendo alla rabbia di avere la meglio sulla propria ragione.
Distolse lo sguardo, costretta ad ammettere, ancora una volta, che il ragionamento di Pai non faceva una piega, per quanto fosse doloroso per la propria autostima ammetterlo.

Si morse le labbra e fece un passo indietro, stringendo i pugni. -D'accordo, farò come vuoi tu. -acconsentì, dopo qualche istante, in tono cupo, avvertendo un groppo incandescente ostruirle la gola -Però promettimi che farai attenzione. E che tornerai sano e salvo.

L'alieno dai capelli viola rimase a fissarla, sorpreso nel vedere gli occhi di lei inumidirsi di sincera preoccupazione.

Istintivamente allungò una mano fino a scompigliarle affettuosamente i capelli riccioluti.-Non sottovalutarmi. So essere estremamente dannoso e letale quando voglio. -la rassicurò, rivolgendole un mezzo sorriso -Ora contatta i tuoi genitori e inventa una scusa per coprire la tua assenza da casa, al resto penserò io.

-D'accordo. -la Mew alien tirò su col naso, afferrando il cellulare e iniziando a comporre rapidamente un messaggio da inviare a sua madre. Una volta concluso il suo patetico poema di bugie, rimase a osservare, con aria mesta, i tre alieni uscire dalla stanza, parlottando fittamente tra loro.

Prima di richiudersi la porta alle spalle, Kisshu lanciò alla ragazza uno sguardo esitante, alquanto restio a lasciarla sola in quella camera così asettica, ma al tempo stesso intimorito dal suo silenzio ostile. -Tu non vieni?

Per tutta risposta, Luana si sdraiò nuovamente sul materasso, tirandosi le coperte fin sopra la faccia. -No, non vengo. -rispose, in tono duro -Ne ho piene le scatole di discutere di piani d'alleanza e d'attacco e, inoltre, non vi sarei di nessun aiuto, dato che avete tutti deciso che sono troppo dannosa per prendere parte alla missione.

Udì l'alieno sospirare sonoramente e poi muovere qualche passo incerto verso il suo letto. -Non dire idiozie, nessuno pensa che tu sia dannosa!

Strinse più forte la coperta tra le dita, troppo triste e frustrata perfino per rispondergli: sentiva che se avesse aperto bocca avrebbe perso il controllo ancora una volta, perciò si limitò a chiudersi in un ostinato silenzio, finché non lo sentì sospirare nuovamente e allontanarsi senza aggiungere altro.

Solamente quando il rumore dei suoi passi si fu spento in lontananza, la giovane abbassò tutte le sue difese, nascondendo il volto nel cuscino e abbandonandosi al pianto.
Era da tantissimo tempo che non permetteva a se stessa di esplodere in quel modo. Sentiva di avere un disperato bisogno di riversare all'esterno tutto l'immenso carico emotivo che provava.

Piangeva perché era preoccupata per la sua famiglia, perché si sentiva tradita da suo padre e, al tempo stesso, terribilmente frustrata all'idea di dover restare chiusa tra quelle quattro mura mentre uno dei propri compagni era costretto a rischiare la vita per lei, e il suo protetto se ne andava a chiacchierare allegramente a quattrocchi con il proprio amore perduto.

Dopo qualche istante si accorse, con sommo disgusto verso se stessa, che era proprio quello il motivo principale per cui stava piangendo disperatamente: era l'immagine di Kisshu che stringeva teneramente Ichigo tra le braccia a esserle intimamente insopportabile e, ancor più di questo, l'idea di non poter far nulla per impedire che si incontrassero.

Mentre lacrime copiose rigavano le sue guance, prontamente bloccate dalla stoffa ruvida del cuscino, un'altra consapevolezza improvvisa la raggiunse, minacciando di ridurla in pezzi come un vaso di cristallo lanciato dal terzo piano.

Aveva ceduto.

Per quanto avesse tentato strenuamente di allontanare l'alieno da sé e di scongiurare qualunque tipo di coinvolgimento da parte sua, il sentimento latente che aveva continuato a provare nei suoi confronti per tutti quei mesi era cresciuto ugualmente, superando tutte le sue resistenze e insinuandosi come un veleno pericolosamente letale dentro il suo cuore.

Ormai tentare di negarlo sarebbe stato inutile, oltre che controproducente: voleva bene a Kisshu, lo voleva al suo fianco e il solo pensiero di vederlo tra le braccia di un'altra donna la faceva stare male.

Soverchiata da quella nuova consapevolezza, si coprì il volto con le mani e, a bassa voce, pronunciò le parole che aveva sempre negato a se stessa, le parole che mai nessuno avrebbe dovuto sapere:

-Sono innamorata di lui...

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Eccomi tornata con la terza e ultima parte del dodicesimo capitolo! Avrei dovuto pubblicarla ieri, ma una serie di impegni mi hanno tenuta lontana dal PC, perciò sono stata costretta a rimandare. Spero che vi piacerà!

Come sempre fatemi sapere le vostre impressioni, che ne pensate del litigio tra Pai e Kisshu? A chi avreste dato ragione?
Vi piacciono questi nuovi sviluppi di trama? Sono davvero curiosa di conoscere la vostra opinione in merito, quindi sbizzarritevi!

Ci vediamo al prossimo aggiornamento.

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