Una piacevole confessione

[Nome Cognome]

"Un'ultima volta..."

Feci uscire dell'acqua dalle mani e iniziai a modellarla per formare una sfera sempre più grande. Una volta soddisfatta, fissai un albero poco distante che avevo designato come bersaglio. Mi preparai a colpirlo, ma la sfera mi sfuggì di mano bagnandomi dalla testa ai piedi.

-"Accidenti!" gridai esasperata dopo l'ennesimo fallimento.

Quella mattina le "Pussycats" ci rivelarono gli allenamenti che avevano preparato per ciascuno di noi. Li avevano studiati basandosi sulle nostre Unicità. Quando Tora, l'unico membro maschile del gruppo, mi disse che il mio compito sarebbe stato creare e lanciare sfere d'acqua di grandi dimensioni, mai avrei pensato di riscontrare tutte quelle difficoltà.

Era ormai pomeriggio inoltrato e io non ero riuscita a colpire l'albero nemmeno una volta. Non riuscivo a capire dove sbagliassi, in fin dei conti non avevo mai avuto problemi con le sfere più piccole, cosa c'era di così diverso con quelle più grandi?

"Per oggi è meglio lasciar perdere." pensai sconsolata. 

Continuare a provare non sarebbe servito a nulla e inoltre non vedevo l'ora di indossare dei vestiti asciutti e di mangiare qualcosa. Stavo per avviarmi, quando mi accorsi che c'era qualcun altro. Non molto lontano c'era Kota, il nipote di Mandalay. Mi fissava con la sua solita espressione arrabbiata senza dire una parola. Mi sentii terribilmente a disagio. Non riuscivo a capire perché si trovasse lì.

-"Posso fare qualcosa per te?" gli domandai, senza però ottenere una risposta. Mi feci coraggio e gli andai incontro. Lui non retrocesse di un passo. -"Va tutto bene?"

-"Perché ci tieni così tanto a diventare un eroe?" mi domandò con voce sprezzante. -"Cosa ti spinge a farlo?"

Non mi aspettavo una domanda del genere, ma a colpirmi di più fu il tono con il quale mi fu rivolta. Perché provava così tanto astio verso quella professione? Cosa avrei dovuto rispondergli? Decisi di essere sincera. 

-"Fin da piccola ho sempre ammirato gli eroi." gli risposi. -"Vorrei diventarci per poter aiutare il prossimo." 

In qualche modo le mie parole lo fecero innervosire. Lo vidi serrare i pugni e iniziare a tremare.

-"Stupida!" mi gridò. -"Anche tu farai una brutta fine!" 

Prima che potessi dire qualcosa, scappò via. Quella breve conversazione aveva preso una piega inaspettata. Di chi stava parlando? Che cosa era successo? Non sapevo rispondere a quelle domande, ma ero pronta a scommettere che tutto ciò avesse a che fare con la sua avversità nei confronti degli eroi. Era inutile seguirlo e provare a indagare, sicuramente non mi avrebbe detto nulla.

Un brivido di freddo mi ricordò il mio bisogno urgente di cambiarmi. Mi diressi quindi verso l'alloggio, ma durante il tragitto non potei fare a meno di pensare alle parole di Kota. Quando arrivai, vidi che molti avevano finito di allenarsi.

-"Ciao [Nome]!" mi salutò Shoji. -"Come è... che ti è successo!?"

Non mi ci volle molto per capire che stava reagendo in quel modo per via dei miei vestiti fradici.

-"Come puoi vedere, l'allenamento non è andato bene." dovetti ammettere.

Shoji mise una mano sulla mia spalla. -"Mi dispiace, ma non abbatterti! Domani andrà meglio!"

-"Lo spero! Se continuo così rischierò di ammalarmi!"

Entrambi scoppiammo a ridere e per un po' dimenticai le mie preoccupazioni. Shoji riusciva sempre a farmi tornare il buon umore. Era proprio un ragazzo speciale.

-"È pronta la cena?" gli domandai. -"Non vedo l'ora di mangiare!"

-"Non ricordi [Nome]?" mi chiese lui divertito. -"Da oggi in poi dovremo cucinare noi."

Lo avevo completamente dimenticato. Fu Ragdoll, l'ultimo membro delle "Pussycats", a darci questa notizia. Non capii perché avessero deciso una cosa del genere, forse credevano che avrebbe rafforzato ulteriormente il rapporto fra noi studenti.

-"Hai ragione, Mezo. Vado a cambiarmi e vi raggiungo."

Entrai nell'edificio e salii in camera. Indossai finalmente degli abiti asciutti e corsi fuori dove vidi che molti studenti si erano messi a lavoro. Oltre ai miei compagni di classe, vidi i ragazzi e le ragazze della sezione B, che ci avevano raggiunto al ritiro nei boschi quella mattina. Sembrava che ognuno avesse un compito ben preciso da svolgere: chi affettava la verdura, chi accendeva il fuoco e chi sistemava i piatti.

-"A qualcuno serve una mano?" domandai timidamente.

Una ragazza della sezione B agitò un braccio per attirare la mia attenzione. Si trattava di Itsuka Kendo, la capoclasse della 1-B. Nonostante avessi scambiato con lei solo poche parole, mi sembrava molto buona e gentile. Vedendola come si comportava con i suoi compagni dava l'idea della sorella maggiore di una famiglia numerosa. Andai da lei e vidi che aveva con sé due pentole molto capienti.

-"Mi accompagni a prendere l'acqua per cuocere il riso?" mi domandò lei sorridendo.

-"Non preoccuparti, me ne occupo io!" le risposi.

Generai dei getti d'acqua e in poco tempo riempii entrambe le pentole. Kendo mi fissò incantata. 

-"Bravissima [Cognome]! In questo modo abbiamo risparmiato tempo!" esclamò e sfruttando la sua Unicità sollevò senza fatica una delle due pentole. -"Grazie mille per l'aiuto!" mi disse per poi avviarsi verso uno dei fuochi accesi.

-"Ehi [Nome]!" mi chiamò Ashido. -"Me la porti, per favore?"

Afferrai i manici della pentola e subito un paio di mani vennero in mio soccorso. 

-"Ti aiuto." si offrì Tokoyami.

Gli rivolsi un grande sorriso e insieme la portammo ad Ashido.

-"Grazie mille per l'aiuto, Toko!"

Lui fece un cenno con la testa e andò da Sero e Bakugo, impegnati ad accendere un altro fuoco. "Magari questa sera passeremo di nuovo del tempo insieme..."

-"Todoroki!" la voce di Ashido mi riportò alla realtà. -"Potresti accendere il fuoco?"

Lui si avvicinò e senza dire niente lo accese sfruttando la sua Unicità.

-"Ragazze, non è giusto continuare a chiedere aiuto a Todoroki." ci rimproverò Yaoyorozu. -"Dovete imparare a cavarvela da sole."

-"Dai, Momo! Non fare la guastafeste!" esclamò Ashido e corse verso di lei lasciandomi sola con Todoroki.

-"Scusaci! Non volevamo infastidirti." gli dissi.

-"Nessun problema." mi rispose e accennò un piccolo sorriso.

Era la prima volta che lo vedevo sorridere e ne fui davvero felice. Dal giorno del Festival dello Sport Todoroki era cambiato in meglio: anche se non lo dava a vedere, era meno freddo e chiuso in se stesso, ma soprattutto aveva accettato il potere del fuoco ereditato dal padre. Non ne avevo la certezza, ma ero pronta a scommettere che gran parte del merito fosse di Midoriya.

-"Hai visto Izuku?" domandai. -"Non lo vedo da nessuna parte."

-"È laggiù." rispose Todoroki.

Mi voltai e vidi Midoriya venire verso di noi. Sembrava avere molti pensieri per la testa.

-"Ciao, Izuku! Va tutto bene?"

-"Ho parlato con Kota..." iniziò a dire. -"Odia le Unicità e gli eroi, vorrei poterlo aiutare."

-"È la prima volta che sento una cosa del genere." dissi sorpresa. -"Come mai pensa queste cose?"

-"Vedi [Cognome], i genitori di Kota erano eroi professionisti... due anni fa furono uccisi mentre erano in azione..."

Quella rivelazione mi spiazzò. Adesso era tutto chiaro. Ecco perché aveva reagito in quel modo... ecco a chi si riferiva. Povero piccolo, deve essere stata dura per lui.

-"Non so cosa fare." riprese Midoriya. -"Forse dovrei parlargli di nuovo."

-"Non credo sia una buona idea." intervenne Todoroki. -"Non lo aiuterai con le parole. Sono i fatti ciò che contano."

Aveva perfettamente ragione e sembrò che anche Midoriya se ne fosse reso conto.

-"La cena è pronta!" esclamò Iida.

Tutti e tre ci unimmo agli altri e iniziammo a mangiare. Dopo un giorno di allenamento, era quello che ci voleva. Tutto era squisito. Guardandomi in torno, notai con piacere che le due sezioni non erano seduti in posti differenti, ma che eravamo tutti insieme. Forse le "Pussycats" avevano fatto bene a decidere di farci cucinare.

-"Siete stati molto bravi!" disse Ragdoll. -"Abbiamo una sorpresa per voi!"

-"Per rendere più divertente la vostra permanenza, abbiamo preparato una prova di coraggio!" annunciò Mandalay.

Molti studenti apprezzarono quell'idea.

-"Che bello! Sarà divertente!" esclamò Kirishima.

-"Voi che non avete passato gli esami inizierete le lezioni di recupero." annunciò il professor Aizawa.

L'entusiasmo dei malcapitati si smorzò all'istante. Anche io non ero molto entusiasta, nonostante non avessi alcuna lezione di recupero da frequentare. Non avevo molta voglia di partecipare alla prova di coraggio, ero stanca e demoralizzata e avrei preferito di gran lunga andare a letto presto.

Finito di mangiare ci alzammo da tavola per andare a cambiarci. Improvvisamente qualcuno mi afferrò la mano.

-"Ho bisogno di parlarti." mi disse Tokoyami. -"Ti aspetto fuori."

Prima che potessi dirgli qualcosa, mi lasciò la mano e seguì i ragazzi alla loro stanza. Io e le altre salimmo in camera, erano tutti di ottimo umore, ad eccezione di Ashido, l'unica tra di noi che avrebbe frequentato le lezioni serali con il professor Aizawa.

-"Come vi invidio..." commentò sconsolata.

-"Non temere Mina. Ti racconteremo tutto!" le rispose Jiro.

Una volta pronte, scendemmo di sotto e uscimmo dall'alloggio. Molti chiacchieravano tra loro impazienti di cominciare. Cercai con lo sguardo Tokoyami e lo vidi che era in disparte. Feci un respiro profondo e mi avvicinai. Lui non sembrò accorgersi del mio arrivo, era intento a guardare le stelle.

-"Volevi parlarmi Toko?" 

Lui annuì. -"Ricordi quando quella sera nella mia camera abbiamo guardato insieme le stelle?" questa volta fui io ad annuire e aspettai che andasse avanti. -"C'è una cosa che in quel momento avrei dovuto dirti."

Sentii il cuore in gola. -"Di che si tratta?"

Prima di rispondere, Tokoyami fece un respiro profondo. -"Ogni sera, prima di andare a letto, guardo le stelle fuori la finestra. In quei momenti penso a tante cose. In una sera come tante altre, vidi una stella cadente e anche io espressi un desiderio."

-"Che cosa hai espresso?" domandai incuriosita.

Lui accennò un sorriso. -"Incontrare l'amore quando sarei andato al liceo. Di incontrare una ragazza che mi apprezza per ciò che sono."

Non potevo credere alle mie orecchie. Avevamo espresso lo stesso desiderio.

-"Toko... perché me lo stai raccontando?"

Tokoyami mi guardò negli occhi e mi afferrò le mani. -"Perché adesso mi sento pronto, spero solo che non sia troppo tardi."

Era impossibile descrivere quello che provai in quel momento. Lo abbracciai forte cogliendolo di sorpresa, ma non ci mise molto a ricambiare il gesto con altrettanto affetto. 

-"Sono così felice!" gli sussurrai.

-"Venite qui voi due!" ci chiamò Tora. -"Stiamo per iniziare."

A malincuore ci separammo e raggiungemmo il resto del gruppo.

-"Abbiamo preparato un percorso lungo la foresta." ci spiegò Mandalay. -"Gli studenti della sezione A verranno divisi in coppie e dovranno percorrerlo, mentre gli studenti della sezione B dovranno cercare di spaventarli."

Una volta spiegate le regole, i ragazzi e le ragazze della sezione B entrarono nella foresta, mentre Pixie-bob rivelò le coppie. Sfortunatamente non finii in coppia con Tokoyami, il quale fece squadra con Shoji, bensì con Midoriya. In fondo non mi dispiacque molto, era da tanto che io e lui non facevamo qualcosa insieme.

-"Mettiamocela tutta Izuku!" esclamai entusiasta, mentre lui farfugliava una risposta.

Il gioco iniziò e le prime coppie entrarono nella foresta. Io e Midoriya saremmo stati gli ultimi ad andare.

-"Ti vedo contenta [Cognome]." disse Midoriya di punto in bianco. -"So che non sono affari miei, ma c'entra qualcosa Tokoyami?"

-"Hai indovinato!"

Lui mi sorrise. -"Sono felice per te!"

-"Grazie Izuku! Sei davvero..." mi bloccai. Qualcosa non andava. Sentivo uno strano odore.

-"Ehi! C'è un'incendio nella foresta!" gridò qualcuno.

Effettivamente dalla foresta si levava del fumo. Davvero strano, come poteva essere successo? Improvvisamente sentii Pixie-bob urlare e quando mi voltai la vidi a terra con del sangue che le usciva dalla testa. Sopra di lei c'erano un uomo simile ad una lucertola e un tipo robusto con gli occhiali da sole. 

"No! Non di nuovo!" pensai spaventata. Proprio come alla USJ, erano arrivate delle persone che volevano farci del male.

-"Ci pensiamo noi a quei due!" eslcamò Mandalay e si voltò verso di noi. -"Allontanatevi e non combattete."

-"Andiamo!" gridò Iida prendendo in mano la situazione.

Gli altri lo seguirono. Stavo per fare lo stesso quando vidi Midoriya andare in un'altra direzione. Feci uno scatto e lo afferrai per una manica.

-"Fermati, dove vai?" gli gridai. -"Che intenzioni hai!?"

-"Kota è in pericolo! Deve trovarsi nel suo nascondiglio, devo salvarlo!"

-"Vengo con te!" esclamai. -"È troppo pericoloso andare in giro da soli!"

Midoriya non sembrò approvare la mia idea, ma annuì. -"Va bene, seguimi!"

Iniziò a correre e io lo seguii nonostante la paura. Non volevo credere a ciò che stava per accadere, le nostre vite erano state messe nuovamente a repentaglio. Un brutto presentimento cominciò a farsi strada dentro di me: le cose non sarebbero andate bene come alla USJ, qualcosa di terribile era in agguato.

Scacciai quei timori, adesso non c'era tempo per pensarci. Kota aveva la priorità.

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