Ricordi di un cielo stellato

[Nome Cognome]

Dopo essersi assicurato delle nostre condizioni, Ectoplasm ci scortò dai nostri compagni raggruppati fuori all'ingresso. Non lo diede a vedere, ma ero sicura che fu sorpreso del fatto che nessuno di noi fosse ferito. Come non biasimarlo? Io stessa non riuscivo credere di essere uscita illesa da quella situazione.

Una volta fuori, venimmo messi al corrente di ciò che era successo. Come pensavo anche molti nostri compagni vennero sparpagliati in diversi punti della USJ e costretti a difendersi. Per fortuna sembrava che anche loro non avessero riportato ferite. Ectoplasm non fu l'unico ad arrivare qui, c'erano anche tutti gli altri professori e lo stesso All Might; tutto merito di Iida che riuscì ad uscire dalla USJ e a chiamare i soccorsi. Venimmo infine a sapere che purtroppo il professor Aizawa e Numero 13 furono gravemente feriti durante il combattimento e per questo portati via.

-"Dove è Izuku?" chiesi non vedendolo da nessuna parte.

-"Anche lui è stato portato via." mi rispose Kirishima. -"Si è rotto le ossa delle gambe dopo aver usato la sua Unicità."

"Proprio come il giorno del test di ammissione..." ricordai.

Ad un certo punto ci raggiunse la polizia e insieme a loro i giornalisti. Quest'ultimi iniziarono a fotografarci e a farci delle domande, sperando di ottenere qualche informazione esclusiva. Molte telecamere erano puntate su di noi. Fortunatamente il preside Nezu si fece avanti.

-"Vi chiedo di lasciare in pace gli studenti!" disse gentilmente. -"Sarà meglio lasciare svolgere alla polizia il proprio lavoro."

Detto questo ci accompagnò sul pullman. -"Aspettate il professor Snipe, si occuperà lui di riportarvi a scuola." ci disse. -"La polizia potrebbe aver bisogno di farvi alcune domande, per cui, fino a nuovo ordine, non potrete lasciare la scuola."

Iida si fece avanti. -"Conti su di noi preside!" rispose a nome di tutta la classe.

Salimmo a bordo e una volta seduti, gli altri ripresero a raccontare la propria esperienza.

-"Ehi Ojiro! Sei stato forte anche se eri da solo!" esclamò Hagakure.

-"Ho cercato di non farmi catturare... ho sferrato degli attacchi a sorpresa e ho evitato lo scontro diretto." rispose lui. -"Tu dov'eri?"

-"Nella zona franosa insieme a Todoroki! Avresti dovuto vederlo! Li ha congelati tutti! È fortissimo!"

A quanto pare Ojiro e Todoroki erano riusciti a gestire la situazione nei migliori dei modi anche se erano da soli. Se fosse capitato a me? Cosa sarebbe successo se insieme a me non ci fossero stati né Koda e né Tokoyami? Probabilmente niente di buono. Koda mi aveva fatto capire che ci trovavamo ancora nella USJ e Tokoyami aveva messo al tappeto quei due criminali. Quanto sarei durata senza di loro?

-"[Nome]? Va tutto bene?"

Quella domanda mi riportò alla realtà. Vidi Shoji seduto vicino a me che aspettava una risposta.

-"Come...?"

-"Va tutto bene?" ripetette lui.

-"Sì Mezo, grazie." risposi. -"Tu invece? Sei stato ferito?"

Lui scosse la testa. -"Sono stato tutto il tempo all'ingresso. Non ho dovuto combattere, ma ho aiutato Iida ad uscire."

"Non ha dovuto combattere..." pensai. "Che fortuna!"

-"Sei sicura di stare bene?" mi domandò. -"Mi sembri strana."

-"Certo, tranquillo!" gli risposi sorridendo.

In quel momento arrivò il professor Snipe e mise in moto il pullman. Rimasi in silenzio per tutto il tragitto. Non vedevo l'ora di andarmene da quel posto. Quando arrivammo a scuola, andai subito nella mia stanza e mi chiusi dentro. Finalmente un po' di pace, ma il ricordo di quei momenti non mi diede tregua. Decisi allora di prendere un libro e provare a distrarmi con la lettura. Mi sdraiai sul letto ed iniziai a leggere. La storia narrata era molto interessante e piano piano cominciai a rilassarmi e a concentrarmi interamente su quelle pagine. Improvvisamente sentii il cellulare squillare. Lo afferrai distrattamente e risposi.

-"Pronto?"

-"[Nome]! Oh santo cielo! Come stai!?" gridò mia madre dall'altro lato del telefono.

-"Mamma? Sto bene..."

-"Ho saputo cosa è successo alla USJ! Cosa ti hanno fatto? Sei ferita? Ti prego rispondi!"

-"Tesoro, dalle tempo di rispondere!" cercò di tranquillizzarla mio padre.

-"Vi assicuro che sto bene."

-"Sei sicura? Io e tuo padre possiamo venire a prenderti e portarti a casa!"

-"Non ce n'è bisogno." la rassicurai. -"Inoltre dobbiamo restare qui a disposizione della polizia."

Per un po' mia madre non disse nulla.

-"Va bene... ma per qualsiasi cosa chiamaci!"

-"Certamente." risposi e riagganciai.

Incredibile con quanta velocità questa notizia si fosse diffusa. Mi appoggiai sul cuscino e feci un respiro profondo. Mi sentii un po' in colpa. Non ero fiera di aver mentito ai miei. Avrei tanto voluto dire loro come mi sentivo realmente e mi sarebbe piaciuto poter andare a casa da loro, ma la mamma era così agitata! Non era il caso di farla preoccupare ancora di più.

Quando si fece ora di cena uscii dalla mia stanza. Durante il tragitto trovai un buon motivo per sorridere.

-"Izuku!" esclamai contenta. Fu un gran sollievo vederlo in piedi sulle sue gambe. -"Come stai? Ho saputo cosa ti è successo!"

Lui mi guardò e arrossì. -"Sì sto meglio. Recovery Girl mi ha curato, ma devo ancora rimettermi del tutto."

-"Io stavo andando a mangiare. Vieni anche tu?"

-"V-volentieri."

Ci recammo entrambi in mensa e prendemmo da mangiare. Izuku prese moltissime cose, probabilmente ne aveva proprio bisogno. I nostri compagni erano già lì. La maggior parte di loro era intenta ad ascoltare Kirishima che parlava chissà di che cosa. Ci sedemmo insieme a loro e potemmo sentire una parte del suo discorso.

-"...Bakugo mi ha sorpreso! " disse emozionato. -"Ha dimostrato di avere il sangue freddo! Ha preso in mano la situazione e sapeva sempre quale fosse la cosa giusta da fare. Non credevo che ne fosse capace."

Bakugo non sembrava prestare la minima attenzione alle sue parole, nonostante fossero tutte cose positive.

-"Guardate!" esclamò Kaminari poggiando sul tavolo il suo cellulare. -"C'è una nostra foto in questo articolo! Siamo famosi!"

Invidiai il modo in cui stavano andando avanti. Possibile che ero l'unica che avrebbe tanto voluto dimenticare e lasciare tutto alle spalle? Sembrava proprio di sì. Finii di mangiare e mi alzai da tavola.

-"Vai già a letto?" mi chiese Uraraka sorpresa. -"Non vuoi restare con noi?"

Scossi la testa. -"Ti ringrazio Ochaco, ma sono molto stanca..."

Senza aspettare una risposta mi avviai.

-"Aspetta [Cognome]!" mi chiamò Tokoyami. -"Vengo anch'io."

Aspettai che mi raggiungesse. Lasciammo i nostri compagni ai loro discorsi e salimmo di sopra. Restammo in silenzio per tutto il tragitto, fino ad arrivare di fronte alla sua stanza. Stavo per augurargli la buonanotte, ma lui mi anticipò.

-"Che cos'hai?"

Quella domanda mi colse di sorpresa. -"Niente Toko... davvero." gli risposi, cercando di essere più convincente possibile.

-"Non mentire, si vede che qualcosa ti turba."

Abbassai lo sguardo, non sapendo cosa dirgli.

Lui aprì la porta della sua stanza e mi tese una mano. -"Dai vieni, parliamo un po'."

Non riuscii a dirgli di no. Afferrai la sua mano senza fiatare. Entrammo dentro e andammo a sederci sul suo letto, come ogni volta che lo andavo a trovare. Restammo in silenzio.

-"Allora?" chiese lui di punto in bianco.

Feci un respiro profondo. -"Poteva essere la fine..." iniziai a dire. -"Oggi qualcuno di noi poteva rimetterci la pelle." finalmente tiravo fuori quello che avevo dentro. -"Se fosse successo?"

-"Ma non è successo." mi disse lui. -"Stiamo tutti bene e ormai il peggio è passato."

-"Lo so, ma io..." mi bloccai un momento prima di andare avanti. -"Vorrei tanto che non fosse successo niente. Vorrei tanto poter dimenticare!"

-"Non è giusto quello che dici." mi rimproverò lui senza perdere la sua compostezza. Sembrava molto comprensivo. -"Capisco il tuo punto di vista, ma oggi abbiamo scoperto quello che ci aspetta quando un domani saremo eroi professionisti."

-"Lo so Toko, ma non volevo scoprirlo adesso... non in questo modo..."

-"Questa esperienza ci ha reso più forti." mi disse. -"Adesso abbiamo una maggiore consapevolezza di ciò che ci aspetterà in futuro."

-"Hai perfettamente ragione." dovetti ammettere. -"Mi servirà del tempo per poter elaborare il tutto."

Le sue parole mi risollevarono un po' il morale, ma non del tutto e Tokoyami doveva essersene accorto.

-"C'è qualcosa che potrei fare per farti stare meglio?" mi domandò.

Iniziai a pensare. C'era una cosa che mi sarebbe piaciuta fare.

-"Vorrei poter vedere le stelle..." iniziai a dire quando sentii Tokoyami alzarsi dal letto e subito dopo lo vidi ad aprire le tende. Per la prima volta entrò un minimo di luce in quella stanza. Una volta finito, tornò a sedersi.

-"Sei sicuro Toko?" gli domandai preoccupata. -"Non ti da fastidio?"

-"Non preoccuparti." mi rassicurò. -"La notte mi piace."

Era una sera senza nuvole in cielo. Ammirai le stelle, una cosa che mi era sempre piaciuta fare. In quei momenti dimenticavo tutti i miei problemi e la mia mente iniziava a viaggiare. Era uno spettacolo bellissimo, ma per nulla paragonabile al cielo stellato che vidi nella campagna dei miei zii durante le vacanze. Quella sera erano tantissime e in quell'occasione vidi anche una stella cadente ed espressi il desiderio di incontrare l'amore quando sarei andata al liceo.

"Un momento..." pensai. "Perché mi sta tornando in mente proprio adesso?"

Guardai Tokoyami, intento a guardare le stelle. Il cuore accelerò i suoi battiti e mi sentii stranamente felice. Tutti i timori di poco prima erano svaniti. "Possibile che il desiderio si è realizzato? Ho davvero incontrato l'amore?"

-"Sai Toko?"

-"Cosa c'è?"

-"Durante le vacanze andai alla casa dei miei zii. Loro vivono in campagna e ogni sera hanno la fortuna di poter ammirare un cielo pieno di stelle. Uno spettacolo talmente bello che finito di mangiare andai fuori per vederlo." le parole mi uscirono da sole, non riuscivo a controllarmi. -"In quell'occasione vidi una stella cadente..."

-"Hai espresso un desiderio?"

Arrossii leggermente e mi torsi le dita. -"Sì... incontrare l'amore quando sarei andata al liceo."

Per un po' regnò il silenzio in quella stanza.

-"Si è realizzato?" mi domandò Tokoyami.

Lo guardai dritto negli occhi, posai la mia mano sulla sua ed intrecciai le mie dita con le sue.

-"Io penso proprio di sì." risposi timidamente e mi avvicinai un pochino.

[Tokoyami Fumikage]

[Cognome] mi strinse la mano e si avvicinò leggermente. Che cosa significava tutto ciò? Perché mi aveva raccontato di questo desiderio e subito dopo aveva iniziato a comportarsi così? Stava forse parlando di me?

"È impossibile! Non può essersi innamorata di me!" pensai, ma la situazione che si era creata diceva tutt'altro.

Vidi [Cognome] avvicinarsi ancora un po' e sentii il mio cuore accelerare i propri battiti. Mi sentivo stranamente felice. Una sensazione mai provata prima d'ora. È forse questo ciò che si prova quando si è innamorati?

Si era avvicinata ancora di più, ormai eravamo attaccati. Poggiò la testa sulla mia spalla e continuò a guardare fuori. Le nostre mani erano ancora strette l'una all'altra, davano la sensazione che non si sarebbero separate più. Era un momento magico. Non bisognava parlare, i gesti lo facevano per noi.

Il racconto di [Cognome] sulla stella cadente mi riportò alla mente un episodio analogo che mi capitò durante le vacanze. Era una sera come tante altre e guardavo le stelle fuori dalla finestra. Anche io vidi una stella cadente ed espressi un desiderio: "incontrare l'amore quando sarei andato al liceo. Di incontrare una ragazza che mi apprezza per ciò che sono." Non avrei mai pensato che si sarebbe realizzato.

Avevamo espresso lo stesso desiderio. Forse era destino che noi due ci incontrassimo.

In quel momento [Cognome] si staccò dalla mia spalla e mi guardò dritto negli occhi. Senza dire una parola avvicinò lentamente il suo viso al mio e io mi ritrovai a fare lo stesso.

"Sta veramente accadendo? Proprio a me?"

Ci avvicinammo sempre di più. Ancora non potevo credere che io, Fumikage Tokoyami, mi ero realmente innamorato di una ragazza e che questa ricambiasse i miei sentimenti. Se me lo avessero raccontato tempo fa, non ci avrei mai creduto. La mia mente continuò a viaggiare e a porsi molte domande... anche troppe. Fu infatti in quel momento che mi resi conto di una cosa, che in quegli attimi di magia avevo totalmente rimosso.

Mi tirai indietro e come se non bastasse la allontanai con una spinta. Le nostre mani furono divise e quella magia si spezzò. Nonostante la poca luce vidi chiaramente che [Cognome] mi guardava con un misto di paura e sorpresa.

-"Toko... che succede?"

-"Vai via!" gridai. -"Esci di qui!"

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