Capitolo 7
Dopo due mesi di primo anno di superiori Stiles può affermare che nella sua vita non è cambiato nulla. A parte il fatto che quell'estate ha rotto con Malia guadagnandosi gli sguardi psicopatici di suo padre, ma non potevano continuare a stare insieme, non erano più tanto bambini e nessuno dei due voleva continuare quella storia. Era stata una rottura rapida e indolore che Derek aveva definito "Strana", ma vabbè.
Va a scuola con lo stesso spirito di sempre, cioè ignorando tutti tranne Scott, Cora e sua cugina. Sente ridacchiare le persone quando inciampa sui propri piedi e viene preso a spallate da quelli più grossi come l'anno prima.
Quel giorno sta correndo per raggiungere l'aula di chimica perché è in ritardo r il professore già lo odia, ma non vede che qualcuno sta svoltando l'angolo e gli finisce addosso ancora prima di riuscire a frenarsi. Cade rovinosamente su quel qualcuno e lo riconosce dalla voce. È uno dell'ultimo anno, un idiota che si chiama Vincent.
"Stilinski! Non ti basta più fartela col tuo amichetto? Ora salti anche addosso agli altri? Spostati!" e se lo toglie di dosso. Stiles sbatte la faccia contro il pavimento e, mentre fa per alzarsi, vede altre due paia di gambe. Alza lo sguardo e vede un altro tipo di cui non conosce il nome e soprattutto vede Derek che si appoggia contro il muro con la braccia incrociate. Vincent gli si avvicina, impedendogli di alzarsi mettendo un piede sulla sua mano, schiacciandola. Stiles cerca di non genere per il dolore, ma guarda solo il suo amico che non lo sta guardando a sua volta. Derek ha solo la testa alta e lo sguardo fisso sul corridoio, quasi scocciato.
Stiles vorrebbe urlargli contro che solo un mese prima gli ha insegnato a nuotare nella piscina montata a casa Hale e ora non può far finta di non conoscerlo, ma non ce la fa. Strizza gli occhi, poi sente dei passi avvicinarsi di corsa.
"Cosa gli state facendo?! Lascialo stare, idiota!"
Scott li raggiunge e Stiles non lo ringrazierà mai abbastanza. Avrebbe sopportato di essere calpestato, ma non di essere ignorato ancora.
"Oh, ecco il fidanzatino"
"Vieni, Stiles, lasciamo i deficienti tra la loro gente"
Stiles vede come Scott dice quella frase guardando solo Derek, che si scosta dal muro quando il terzo ragazzo si intromette.
"Hale, questo moccioso sta parlando con te? Vuoi che lo pesti?"
Derek gira solo le spalle e si avvia verso un'aula, gli altri due lo seguono poco dopo, non prima di aver dato una spallata a Scott.
"Stai bene, fratello?"
Stiles annuisce, ancora lo sguardo fisso sulla schiena di Derek in lontananza.
"Andiamo, oggi ci tocca una punizione per ritardo"
Stiles non risponde alle chiamate di Derek per due settimane, non lo guarda nei corridoi e non lo fa salire in camera sua le due volte che è andarti fino a casa. Oggi è il suo compleanno e sta tornando a casa da scuola a piedi e da solo perché Scott si è beccato l'influenza, mentre Cora e Malia fanno un'altra strada. Sente un clacson, ma non si gira, sua mamma è sicuramente a casa e suo padre di servizio, non vogliono lui. Si ferma solo quando il clacson è seguito da una voce.
"Ehi! Mi ignori ancora per molto o ti fermi?"
L'auto che gli si avvicina è nera e lucente. La Camaro di Derek. Proprio per questo guarda avanti e continua a camminare.
"Ti seguo fino a casa andando così piano se non ti giri a guardarmi"
Quelle parole lo fanno fermare, magari Derek si sarebbe arreso. Si gira verso l'auto e porta le braccia fino a prendere le bretelle dello zaino tra le mani, ma non parla.
"Stiles Stilinski zitto? Dai, salta su"
"Manco morto" e riprende a camminare. Derek sbuffa e rimette in moto, proseguendo alla velocità del suo passo.
"Volevo darti il mio regalo per il tuo compleanno. Sono quindici, no?"
"E dai, Stiles. Non voglio parlare qui in mezzo alla strada. Se non ti piace il regalo, ti poeto diritto a casa"
Stiles gonfia le guance, si ferma e lo guarda. Derek ha lo sguardo da cane bastonato chr non ha mai avuto e non riesce a non cedere. Senza parlare fa il giro dell'auto, si siede al lato passeggero lanciando lo zaino sui sedili posteriori e si allaccia la cintura. Derek preme sull'acceleratore e sorpassa casa Stilinski in un minuto netto, poi parla.
"So che sei arrabbiato"
"Uh, il regalo è il fatto che sei diventato un genio? Grazie!"
Derek sbuffa di nuovo. "Da quando sei diventato così sarcastico?"
"Da quando ho capito che è l'unica arma per difendermi da quelli come te. Non ho muscoli, ma so parlare"
"Quelli come me, come?"
"Odiosi, bulli, che si credono i re del cazzo!"
Stiles sa che non si è mai rivolto in quel modo con Derek e capisce il suo sussultare quando alza il tono di voce, ma non resiste. Vorrebbe dirgli che il suo Derek non è quello che gira con due deficienti per la scuola, ma quello che gli preparava il pane con la marmellata o che lo aiutava per esercitarsi con la lettura. Vorrebbe dirgli che è un idiota e non il Derek che gli è sempre piaciuto. E vorrebbe pure digli che ha capito di avere una colossale cotta per lui proprio quel giorno in cui non l'ha aiutato a scuola. Tempismo del cazzo.
"Non hai mai parlato così. Sei cambiato"
E Stiles scoppia.
"Oh, Guarda un po', Derek, la gente cambia. Non puoi farlo solo tu"
Derek accosta in un parcheggio vuoto e si gira a fissarlo.
"Non mi hai mai chiamato Derek"
Stiles sa anche quello, l'ha fatto a posta.
"Mi risulta che sia quello il tuo nome"
Derek affloscia le spalle e poggia la testa sul volante.
"Mi dispiace, ok? Mi sono ritrovato immischiato in quel gruppo dalla prima media e non ne sono più uscito. Mentre stavo con Kate li avevo allontanati, stavo solo con lei, ma ora sono in classe con me e ho solo loro"
"Solo loro? Hai Boyd anche se siete in classi diverse, hai i tuoi ex compagni di basket e hai me. Io non sono nulla? Solo perché abbiamo cinque anni di differenza?"
"Non ti toccheranno più. Solo un altro anno e non li rivedrò, manca poco"
Stiles sa che è una lotta persa, quindi fa solo un cenno di assenso, poi si guarda intorno.
"Mi hai portato qui per uccidermi?"
Derek sembra ricordarsi qualcosa solo in quel momento.
"È il tuo regalo"
"Un parcheggio?" dice Stiles stranito.
Derek sorride, poi apre la portiera e lo raggiunge dal suo lato aprendo quella del passeggero.
"Scendi e mettiti al volante, ti faccio guidare"
Stiles quasi scatta dal sedile guardandolo sbalordito.
"Guidare? Questa? Mi fai guidare la tua Camaro?"
"Anche se me ne pentirò, ma si. Muoviti"
Quando si siede e si regola sedile e specchietti, Stiles si gira verso Derek quasi ghignando e lo vede guardarlo oltraggiato.
"Tu...Ragazzino impertinente! Hai già guidato!"
Stiles mette in moto e parte, un gesto fluido, senza staccare gli occhi dalla strada.
"Mi ha portato papà in questo stesso posto tre giorni fa. Dice che potrò guidare la macchina di mamma l'anno prossimo, la Jeep"
"Mi hai mentito!"
"No, non ti ho mica detto che non ho mai guidato, l'ho solo omesso. Non potevo perdere l'occasione di guidare il tuo prezioso amore, Der Der"
Derek allunga un braccio per dargli uno scappellotto, poi si ferma per toccargli i capelli.
"Sembri una palla da bowling"
Stiles frena all'improvviso, girandosi a guardarlo offeso.
"I complimenti sono compresi nel regalo?"
"Mi ripagherai il meccanico se freni di nuovo così!"
Stiles scoppia a ridere e fa altri due giro nello spiazzale. Quando Derek lo riporta a casa si sente solo un po' più leggero. Il peso degli occhi verdi dell'altro che lo incantano è ancora presente alla bocca dello stomaco.
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