37 I due cacciatori

Natsu si risvegliò di nuovo nel letto di casa sua; gli faceva un po' male la testa, ma si ricordava tutto quello che era accaduto nelle ultime ore. Stavolta, oltre lui non c'era nessuno; il ragazzo scese dal letto ed uscì di casa, correndo a per di fiato verso la gilda. Quando la raggiunse, la vide distrutta e ammaccata, con i pezzi dei muri e del tetto cadenti; entrato, la vide ancor più rovinata, e i suoi membri che la stavano sistemando come meglio potevano. Non ci poteva credere: come poteva Lucy aver causato quel disastro? Eppure aveva un brutto presentimento, appeso nel cervello come un quadro col chiodo sulla parete.
"Come ha potuto...", mormorò.
"Lucy non era in sé" gli rispose Gray "è stata manipolata".
"Gildarts" il rosato si rivolse all'uomo barbuto "Urrutia ti detto dove la si può trovare?".
"Sì, sul confine tra la foresta e la scogliera, nella cappella di Rachele, a pochi chilometri dal centro di Shirozune".
"Bene. Io vado".
"Senti testa vuota" gli disse Gray "Artemis ti ha quasi ucciso nell'ultimo scontro. Lascia che se ne occupi Gildarts".
"No".
Fu l'uomo barbuto a interromperlo, freddo e lapidario come in poche occasioni.
"Questa non è mai stata la mia battaglia. Io non ho perso niente, ma tu Natsu hai perso la ragazza e la bambina. Miracomando: quando vedi Artemis, ricorda perché stai combattendo contro di lei".
Natsu annuì.
"Non ti deludero' ".
"Prenderai il treno?", gli domandò Erik.
"Temo di sì".
"Se vuoi andare a Shirozune a piedi" gli disse Kinana "ti posso preparare qualcosa".
"Sei un angelo Kinana. Grazie mille".
"Buona fortuna, e porta Lucy a casa".
Lui annuì.

Natsu ci mise due giorni per arrivare a Shirozune, a piedi come un pellegrino: la città era ancora in via di ricostruzione, ma almeno la vita non se ne era andata. Il ragazzo lasciò la città e si addentrò nella foresta; seguendo l'odore di sale marino, trovò la cappella di Rachele dopo circa un quarto d'ora: era una piccola chiesa, situata sulla soglia della scogliera. Era rovinata, piena di piante arrampicanti e di rovi. Natsu entrò: sembrava abbandonata da secoli, ma non sembrava una vera e propria cappella: sì, la pianta era quella e le pareti anche, ma il soffitto era più alto, non c'erano le panche, né le statue dei santi eccetera.  Sull'altare c'era seduta una ragazza che Natsu non avrebbe creduto di rivedere: Urrutia Malkovich. Dopo sette anni era rimasta inalterata, ma per alcuni aspetti non sembrava essere lei: il corpo era più mingherlino, i capelli tagliati a caschetto, gli occhi arrossati e colmi di occhiaie.
"In fondo sapevo che saresti venuto tu", disse lei.
"Cos'è questo posto?", domandò Natsu.
"Questo è il mio rifugio. Ho dovuto narcotizzare Artemis per venire qui a parlarti; per un bel po' non mi cercherà".
"Che cosa sai su di lei? Cos'ha fatto a Lucy? Dové?".
"Vorrei prima di tutto parlarti del suo passato, perché tu comprenda".
Natsu sbuffo'. Si sedette sui gradini che conducevano all'altare e anche Urrutia lo fece, per stare davanti a lui.
"Trent'anni fa, viveva a Zentopia Rachele Niota, la suora più giovane di quei tempi. Nonostante fosse stata cresciuta con quella dottrina, la odiava: secondo lei Zentopia sembrava una gilda di mercenari che la società al servizio di Dio, quindi quando ebbe la possibilità abbandonò Zentopia. L'arcivescovo non la prese bene e ingaggiò un sicario per ucciderla, ma questo invece di farlo la stuprò, rendendola incinta. Dopo qualche anno fondò la gilda oscura God Guild; tre quarti dei membri erano ex frati e suore, e le loro usanze erano molto macabre".
"Tipo ho visto Artemis usare il cilicio nel nostro ultimo scontro".
"Il cilicio è solo la punta dell'iceberg. Tutti i membri accettavano solo le missioni di omicidio e uccidevano le loro vittime con dei rosari fatti di ferro, fatti dalla master stessa. Ognuno, prima di andare in missione, doveva suonare un pezzo all'organo e quando tornava doveva recitare una preghiera-".
"Parlami di Artemis", la interruppe.
Urrutia sospirò.
"Artemis ha cominciato ad uccidere appena l'età glielo permetteva, e oltre ciò suonava l'organo tutte le mattine e le sere, quando si svegliava ed andava a dormire. Da adesso la storia ha due versioni: quella reale, e quella che credeva Artemis anni fa".
"Prima dimmi la seconda".
"Dopo alcuni anni dalla fondazione, God Guild stava fallendo e Rachele fu costretta a chiedere aiuto all'alleanza Balam, ricevendo un aiuto da Oraciòn Seis. Nonostante gli aiuti la gilda fallì comunque con moltissimi debiti da pagare: secondo Artemis, la madre l'avrebbe venduta alla Oraciòn Seis per pagare i debiti, ma il tutto è ben diverso".
"Cioè?".
"Quando God Guild aveva cominciato a fallire e i debiti verso la Oraciòn Seis aumentavano, Brain andò da Rachele e le propose un accordo: avrebbe annullato i debiti in cambio della figlia. Lei rifiutò e Brain l'assassino', portandosi via Artemis; come nome in codice le diede Divina e l'addestro' con la magia della God Slayer, mentendole sulla verità. Quando Oraciòn Seis iniziò a cercare il Nirvana Artemis venne lasciata nel rifugio come ultima carta da giocare".
"Davvero?".
"Sì, e come se non bastasse Brain ordinò lo scioglimento di God Guild, chiamando Fairy Tail per intervenire".
"Fairy Tail? Ma quindi siamo stati noi a distruggere God Guild".
Urrutia annuì. Ora Natsu aveva capito il motivo per cui Artemis li odiava così tanto.
"C'è qualcos'altro che vorresti sapere?", domandò lei.
"Sì. Artemis portava un ciondolo-".
"Con una croce avvolta dal filo spinato? Ora te lo mostro".
Urrutia si alzò in piedi e attivò sul soffitto un sigillo magico, verde smeraldo.
"Arco del Tempo", disse.
Improvvisamente, la cappella iniziò a ricomporsi, con i rovi che sparivano e i rampicanti che morivano; le torce si accesero e le vetrate ricomparvero, col pavimento che diventava sempre più lucido. Alla fine sembrava un altro posto: posta sull'entrata c'era un gigantesco crocifisso fatto di legno, avvolto come un serpente dal filo spinato; nel presbiterio, sopra all'altare dove c'era anche un organo luccicante, c'era il dipinto di una donna, ritratta dalla testa al basso ventre. Era terrificante: portava un velo nero - steso orizzontalmente in testa - con sotto una benda bianca che cingeva una fronte dalla carnagione cadaverica. Un'altra fascia circondava i lati del viso che si estendeva fino al petto in un soggolo, coprendo così lo scollo del saio, nero come la pece. La suora portava le mani giunte e al collo un rosario nero anomalo, dato che sul crocifisso non c'era la statuina di Cristo ma un pezzo di filo spinato che lo avvolgeva, fuso con la croce. Tra le mani portava un pugnale semplice con la lama rivolta verso il basso: il filo era percorso da una scia di sangue, rosso e vivo. Il volto della suora era quello di una ventenne; aveva i muscoli rilassati e non aveva alcuna ruga, né punti neri né nessun'altra imperfezione: era bellissima, e sembrava essere veramente la personificazione della bellezza.
Natsu si sentì attirato da lei, ma c'era qualcosa di maligno che lo faceva indietreggiare; gli occhi sembravano due pozze colme di oro lucente, e le labbra sottilissime - rosse come il sangue - erano immortalate in un ghigno provocatorio. Con quel quadro si riassumeva cos'era God Guild: una gilda di suore e frati che su commissione uccidevano innocenti strozzandoli con un rosario di ferro.
"È lei Rachele?", domandò Natsu, indicando il quadro.
"Sì" gli rispose Urrutia "ora ti voglio mostrare una cosa".
La ragazza condusse Natsu verso una porta a destra rispetto all'altare, portandolo in una scala a chiocciola che andava giù attraverso la roccia. Cominciarono a scendere: le scale andavano giù in un cilindro vuoto, scavato interamente nella roccia; erano profonde, come se fossero le scale per giungere all'inferno. C'era molto freddo e l'aria era ghiacciata, anche pesante e tersa. Quando scesero, si ritrovarono in un lungo corridoio dalle pareti circolari - illuminato da delle torce appese alle pareti a intervalli regolari - pieno di porte da ambo i fianchi. Il tunnel si concluse con una porta e Urrutia l'aprì; era grande e spaziosa, scavata nella roccia come fosse una grotta naturale, illuminata da un lampione appeso sul soffitto. L'aria non era fredda e pesante come nel corridoio, ma solo fresca e piacevolmente leggera, anche profumata. Al centro
c'era un letto, occupato da una figura che dormiva sotto le coperte: Lucy. Riposava pacificamente, con la carnagione rosea e i capelli splendenti. Natsu la affiancò in seduta stante, inginocchiandosi davanti al letto: analizzandola, notò che il ventre era piatto, e non rigonfio.
"Com'è possibile?" domandò guardando Urrutia "Lucy è incinta".
"Non più. Guarda là", indicò un angolo della stanza.
Il rosato lo guardò: lì c'era una culla di legno nero, ricco di ghirigori floreali incisi. Natsu andò a vedere e guardando dentro vide una neonata che dormiva; portava un vestitino rosa confetto, quasi mimetizzato con i capelli lisci e rosei. I lineamenti, la tipologia dei capelli e il fisico erano di Lucy, ma il colore dei capelli era suo, un rosa acceso. Natsu le accarezzò la guancia con la nocca destra: la bambina non si svegliò, ma in compenso afferrò l'indice del padre con decisione, stringendolo a sé come un peluche. Al ragazzo gli sfuggì una lacrima di commozione e diede alla neonata un bacio sulla fronte, riuscendo a liberare l'indice dalla morsa della piccola.
"Una volta nata Artemis l'avrebbe trasformata in una schiava come me" gli disse Urrutia alle spalle "per questo l'ho narcotizzata e, oltre ad aver restituito l'anima a Lucy e all'embrione, l'ho fatta partorire velocizzando la gravidanza con la magia".
"Quindi...Lucy e Nashi sono vive?".
"Sì. Sia l'anima che il corpo sono in questo mondo. Lucy al momento sta solo riposando".
Natsu si voltò a guardarla.
"Perché mi stai aiutando? Insomma, eri di Grimoire Heart-".
"Appunto, ero. Voglio seguire la retta via e quando mi si è presentata l'occasione non ho rifiutato".
"Sei veramente cambiata. Non ti ringraziero' mai abbastanza".
"Non dirlo nemmeno. Non voglio niente in cambio: solo vivere una vita normale, cercando di dimenticare questi ultimi sette anni".
"Non ti voglio mentire: sarà molto complicato, ma sei fortissima e molto coraggiosa. Ce la farai di sicuro".
Urrutia sorrise debolmente.
"Grazie per il sostegno. Ti lascio solo con le tue donne".
Uscì dalla stanza e chiuse lentamente la porta, senza creare alcun rumore; rimasto solo, Natsu prese in braccio la bambina. Come sospettato, era piccola e mingherlina, ma in fondo era quella la corporatura di Lucy, e ciò nonostante era più che sicuro che da grande sarebbe stata una potentissima maga e guerriera.
"Natsu...".
La voce proveniva dal letto, quindi Natsu lo guardò: Lucy era sveglia, con lo sguardo stanco e un sorriso debole.
"Lucy..." mormorò, sedendosi sul letto, affiancandola "sei...sei...".
"Sì, sono viva. Hai visto Nashi?".
"Sì. È bellissima".
"È stata Urrutia ad aiutarmi. Mi ha restituito l'anima con l'Arma Proibita e ha fatto accelerare la gravidanza, assistendomi nel parto".
"Me l'ha detto. Mi ha raccontato delle cose molto interessanti su Artemis".
"Raccontami tutto".
Natsu si mise composto e raccontò tutto quello che gli aveva raccontato Urrutia, impiegandoci non poco tempo.
"Questo è tutto", concluse.
"Wow, è incredibile".
"Già. Roba da non credere".
"Dammi Nashi".
A malincuore, il ragazzo le diede la bambina.
"È bellissima", disse guardandola.
"La bellezza è di suo padre".
"Sì come no. Quindi...Artemis non c'è più?".
"Urrutia l'ha narcotizzata. Per il momento-".
Un'esplosione proveniente dalla cappella fece rimbombare le pareti di roccia, facendo traballare il lampadario e staccare pezzetti di pietra dal soffitto; Nashi si svegliò e iniziò ad urlare disperata, spaventata dal rumore. Lucy la tranquillizzò e assieme a Natsu salirono al piano di sopra; l'entrata alla cappella era esplosa e mostrava una Artemis più incazzata del solito. Urrutia era davanti all'altare in posizione di combattimento.
"Mi hai tradita lurida puttana", ringhio' Artemis, sguainando l'Arma Proibita, sottraendola da Urrutia tramite la terra.
"Natsu" disse Urrutia al ragazzo "con Nashi in braccio Lucy non ce la può fare da sola. Portala alla gilda: penserò io a lei" indicò la nemica.
"È troppo potente per te".
"Lo so, ma se devo morire ho intenzione di farlo sconfiggendo Artemis".
Aveva ragione, e Natsu dovette accettarlo: Lucy non poteva farcela, e comunque Urrutia era una maga potentissima.
"Come vuoi" guardò Lucy "tieni stretta Nashi. Andremmo a Fairy Tail in volo".
La ragazza annuì.

Rimasta sola, Urrutia si vide faccia a faccia con Artemis: le due ragazze si stavano guardando in cagnesco, desiderose di affondare la lama della morte nel petto dell'altra. La ragazza dai capelli lisci doveva usare poca magia, per questo decise di usare la magia del ghiaccio, quella che per lei consumava meno energie magiche.
"Ice-Make: Rosen Krone!".
Rose gigantesche con tanto di stelo e spine di ghiaccio si propagarono per la cappella, circondando Artemis su tutti i fronti; le spine fecero per trafiggerla, ma lei eresse una cupola di protezione su sé stessa fatta di terra, facendo disintegrare prima le spine, poi gli steli ed infine le rose.
"Ghiaccio?" domandò Artemis "Mi prendi in giro?".
Inspirò ed urlò:
"Mano della Dea Terra!".
Dalla bocca sputò una colonna di terra veloce come una saetta, ma quando raggiunse Urrutia, quest'ultima la distrusse mormorando soltanto:
"Restore".
La terra si frantumò e divenne polvere istantaneamente.
"È il tempo il conduttore della vita", disse.
Artemis ghigno'.
"Il tempo? Per Dio il tempo non esiste. Possono passare milioni di anni, ma Dio e gli altri dèi resteranno sempre così".
Fece una pausa, poi urlò:
"Punizione della Dea Terra!".
Dal pavimento di pietra proruppero delle catene che, come animate, mirarono a Urrutia, muovendosi come serpenti; la ragazza le distrusse tutte senza alcuna difficoltà, saltando e scostandosi come niente. Poi, quando credette di averle distrutte tutte, un qualcosa la colpì sul fianco, scaraventandola verso la parete di destra; quando cadde, le catene l'avvolsero e la spinsero con la faccia verso terra. Girò il volto e vide Artemis ricoperta di un'armatura fatta di terra.
"Ho il potere di Dio, e lui mi sta dicendo di punirti".
Anche se aveva la guancia premuta sulla pietra, Urrutia riuscì a parlare.
"Come puoi pensare che Dio voglia questo? Sei pazza e squilibrata".
"Pazza?! Squilibrata?! Ti pentirai di esserti messa contro di me lurida traditrice!".
Alzò la falce e fece per colpirla, ma una gigantesca fiammata la investì in pieno, scaraventando Artemis verso l'organo, distruggendolo. Urrutia si voltò a guardare l'entrata della cappella: stava correndo verso di lei Natsu, spezzando le catene che la tenevano bloccata col Ruggito.
"Ce la facevo benissimo", commentò acidamente la ragazza.
"Ho visto in effetti come la stavi per sconfiggere", disse sarcasticamente il rosato.
"Ti avevo detto di andartene".
"Lucy e Nashi sono al sicuro. Col mio fuoco e la tua magia del tempo ce la faremo".
Le porse la mano e, titubante, la ragazza la strinse, facendosi forza per alzarsi. Artemis si alzò, contemplando con rabbia l'organo completamente distrutto; poteva sopportare tutto, ma non quello, no non poteva vedere un simile cimelio distrutto come fosse un oggetto qualsiasi.
"Voi..." mormorò, poi si voltò, con la rabbia al posto del sangue nelle vene "avete osato distruggere un organo, l'organo di mia madre!".
Natsu e Urrutia si prepararono: entrambi avevano una bruttissima sensazione, ed avevano ragione. Artemis urlò:
"Lost Magic: Servo della Dea Terra! Attivazione Magia del Ricordo!".
La sua furia era imparagonabile con nessun'altra cosa presente sulla Terra; il suo corpo venne avvolto da una fiamma marroncina e mutò. Divenne molto più alta, forse tre metri, con gli arti più lunghi e snelli: la pelle divenne marrone e gli abiti bianchi, con i capelli dorati e gli occhi anche. L'armatura rimase uguale, diventando solo più grande per adattarsi al nuovo fisico; sulla schiena comparvero un paio di mastodontiche ali fatte ad angelo, bianchissime e prive di imperfezioni.
Sulla fronte comparve disegnato di bianco una croce, avvolta dal filo spinato; anche l'Arma Proibita si ingigantì, adattandosi al nuovo fisico di Artemis. La God Slayer guardò Natsu e Urrutia, carica di odio e rimorso.
"Non avrò pietà con voi! Marcirete all'inferno! Abbraccio della Dea Terra!".
La pietra si smosse, sollevandosi in alto come l'onda di uno tsunami; era così alta che spaccò il soffitto, distruggendolo in mille pezzi. La luna era splendente e il cielo colmo di stelle.
"Andate all'inferno!".
L'onda si propagò verso Natsu e Urrutia, ma questi scomparvero, trascinati sotto terra; i due poi ricomparvero fuori dalla cappella, con davanti a loro una ragazza vestita da cameriera con le catene ai polsi.
"Virgo?!" esclamò Natsu "Che ci fai qui? C'è Lucy per caso?".
"Sono comparsa automaticamente appena ho percepito il pericolo. Nessuno mi ha evocato".
La parete ovest della cappella esplose, facendo uscire una Artemis infuriata; attivò la Punizione, e le catene immobilizzarono Natsu e Urrutia in ginocchio.
"Siete alla fine della-".
Una colonna rossa cremisi la colpì in testa, proveniente dall'alto; da terra, Artemis vide Lucy a cavallo di un enorme serpente alato, con le fauci spalancate pronte a colpire di nuovo. Kinana ruggì ancora, ma stavolta puntò a Natsu e Urrutia; il veleno fece corrodere la terra che formava le catene, facendole sbriciolare come cracker. Nel frattempo Lucy evocò Taurus e mentre lo Spirito Stellare combatteva contro Artemis, la ragazza scese a terra, dirigendosi verso Natsu.
"State bene?", domandò.
"Che ci fai qui? Dové Nashi?".
"È al sicuro alla gilda. Sapevo che un altro paio di mani in più potevano servire".
"Vero" commentò Urrutia "nemmeno noi due siamo riusciti a spianarla".
"Chiamerò Erik", disse Kinana, che nel frattempo si era trasformata.
"Sì" le rispose Lucy "con la sua telepatia e il veleno corrosivo ce la faremo".
La viola si trasformò in Cubellios e volò via; Lucy non si accorse che alle sue spalle Artemis aveva alzato la falce su di lei. Natsu la prese e la spinse via, ma la lama aveva cambiato traiettoria e l'aveva colpito sul basso ventre. Incapace di credere ciò che vedeva, Lucy le strappò la falce di mano e la gettò via, ai piedi di Urrutia; con la frusta afferrò Artemis per il collo e la scaraventò verso la cappella. Quando la biondina si concentrò su Natsu, era troppo tardi: gli occhi erano chiusi e la carnagione si era fatta cadaverica, col sangue che aveva cessato di scorrere. Lucy cadde in ginocchio e pianse su di lui, poggiando la fronte sul petto dove si celava un cuore che non avrebbe mai più battuto. Lentamente, la disperazione si trasformò in rabbia e Lucy si alzò in piedi - carica di un'energia nuova - contemplando Artemis mentre creava una spada con la terra. La biondina fece una cosa che non avrebbe ritenuto possibile: evocò Scorpion, e si ritrovò come alleati lui, Virgo e Taurus. Era stanca, ma avrebbe combattuto. E lo fece.

Urrutia era immobilizzata sul posto, indecisa sul da farsi: Natsu era morto, e Lucy stava combattendo una guerra che non avrebbe potuto vincere. Ora poteva scappare e farsi una nuova vita, ma il cadavere del rosato che le aveva salvato la vita la frenava. Ai suoi piedi giaceva l'Arma Proibita, e non sapeva che decisione prendere. Avrebbe ascoltato la ragione o il sentimento?

Taurus, Scorpion e Virgo scomparvero dopo circa mezz'ora; anche Artemis era esausta, ma Lucy lo era ancora di più. Non aveva mai evocato tre spiriti e la conseguenza fu il crollo fisico; la God Slayer sguainò la spada e si avvicinò alla ragazza caduta.
"Stupida puttana, come hai solo pensato che tre Spiriti Stellari potessero sconfiggere una dea?".
Alzò la spada e caricò il colpo, ma la lama si bloccò e Artemis venne scaraventata verso il bordo del precipizio; questa si mise in piedi e con sorpresa vide Natsu vivo e vegeto, metà umano e metà drago, con in mano l'Arma Proibita, che divenne immediatamente una spada. La sua resurrezione doveva essere soltanto per merito di Urrutia. Artemis lo attaccò con tutta la sua ferocia, deviando gli attacchi usando anche le ali, saltando all'indietro e per aria; all'improvviso diede un cazzotto sullo zigomo di Natsu e riuscì a rubargli la spada che immediatamente tornò ad essere una falce. Con una precisione da cecchino, la lanciò puntando verso Lucy, che non si era ancora rialzata; il ragazzo fece per andare da lei, ma fu un'altra persona a salvare la biondina: Urrutia. La mora prese in pieno l'arma nel petto, ma col potere del tempo la distrusse in mille pezzi; anche se l'Arma Proibita era stata distrutta, la ferita c'era ancora.
"Idiota!" le urlò Artemis "Cosa credevi di fare?!".
"Ho fatto qualcosa di utile stavolta..." cadde in ginocchio, sputando sangue "adesso posso morire in pace e raggiungere Meredy, sapendo di aver dato la vita per qualcosa che cambierà in meglio questo mondo...".
Poi cadde di lato, morendo. Lucy vide la morte della sua salvatrice e così ebbe la forza di alzarsi e sguainare la frusta - seppur ancora debole - e attaccò Artemis, affiancata da Natsu; insieme riempirono la nemica di cazzotti e calci, senza mai fermarsi. La mora scaraventò il ragazzo in avanti con un calcio, ma Lucy ne approfittò per rubarle la spada di mano e distruggerle il pettorale; facendo ciò, le trafisse anche il petto, sporcando il proprio volto di sangue.
"La mia armatura era indistruttibile!", urlò Artemis.
"Dimentichi che questa spada è di terra, e soltanto la terra può fermare la terra. Dì la tua preghiera, Artemis Niota".
Lasciò la spada e con un calcio mandò la nemica oltre il burrone.
La mia preghiera...era di suonare l'organo, un'ultima volta...
Dopo tanti anni pianse di nuovo, e chiuse gli occhi, attendendo solo e unicamente la morte.

Lucy si reggeva a malapena in piedi: aveva contemplato Artemis precipitare oltre il baratro, scomparendo attraverso una coltre di nebbia che si era creata.
"Grandissima!" le urlò Natsu affiancandosi a lei, tornato completamente umano "Sei stata fantastica!".
Lucy non ascoltò le sue parole: era stremata e voleva soltanto tornare a casa a riposarsi. Priva di forze, cadde oltre il burrone come un peso morto; Natsu si buttò e la prese, ma aveva consumato tutta la magia e quindi non poté attivare la modalità drago. Poi, improvvisamente, si bloccò, appeso per aria, contemplando sotto di sé il vuoto. Guardò in alto: a bloccargli la caviglia era stato Erik, legato alla coda di Kinana, mentre questa era agganciata alla terra con i denti.
"Kinana aveva fatto bene a chiamarmi a quanto vedo", commentò.

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