35 Terra macchiata di sangue
Il primo gennaio venne con un cielo grigio topo; gli alberi erano secchi, e i loro rami sembravano braccia e mani propense a catturare tutto ciò che si trovava alla loro portata. La neve era sparita del tutto, grazie alle numerevoli piogge che arrivarono dopo Natale; il freddo era un amico che non se ne era andato del tutto, e il vento assieme ad esso infreddoliva tutto quanto.
Fairy Tail era tranquilla; c'era chi stava al bar a sorseggiare qualcosa di caldo e chi andava in missione.
Lucy e Natsu erano proprio davanti alla bacheca per sceglierne una: erano in ritardo coi pagamenti e quindi furono costretti a tornare a lavorare. Il ragazzo voleva andarci da solo, ma aveva paura a lasciare la fidanzata sola a casa - perché potevano accadere le peggiori cose al mondo - e per questo le permise di venire con lui.
"Cosa c'è?", domandò Kinana, spezzando il silenzio della coppia.
"Stiamo cercando una missione" rispose Lucy "dobbiamo pagare l'affitto".
"Beh" disse Erik, affiancandosi alla fidanzata "noi abbiamo accettato una missione che richiederebbe il tuo aiuto Lucy".
"Perché?", chiese Lucy.
Kinana le porse il foglio della missione:
Sono Guillaume de la Croix,
fattore residente nella città di Shirozune.
La mia fattoria, la De la Croix Farm, è infestata dai serpenti e come se non bastasse il canale dove solitamente scorre l'acqua è bloccata da una diga di castori.
Cerco dei maghi che possano sbarazzarsi di quelle bestiacce e che libirino il canale dalla diga.
Ricompensa: 600000 Jewel
"Appero'!" esclamò Lucy "Seicentomila Jewel per mandare via i serpenti e castori".
"Ci divideremo il premio in cinquanta e cinquanta", s'intromise Erik.
"Perfetto" disse Kinana "adesso dobbiamo soltanto prendere il treno".
I due Dragon Slayer sbiancarono a quella notizia.
"Non è così lontano Shirozune" commentò Natsu "possiamo andarci tranquillamente a piedi".
"Non ci pensare Natsu" gli disse Lucy "dobbiamo per forza andare in treno se vogliamo tornare per sera. Mi dispiace per la tua chinetosi".
"Io mi porto via delle pastiglie" commentò Erik "te ne darò quante te ne servono".
"Quindi anche tu soffri i mezzi di trasporto".
"Sì purtroppo".
Il viaggio fu sofferente per i due Dragon Slayer: nonostante le medicine, stavano male come dei cani. Per star bene si sdraiarono sui posti a sedere, mettendo le teste sulle ginocchia delle ragazze, addormentandosi. Per tutta la durata del viaggio il cielo mutò: da grigio topo divenne nero, e per la pioggia non mancava molto.
"Dovremmo lavorare con la pioggia?", commentò Kinana guardando fuori dal finestrino, con aria frustrata.
"A quanto vedo sì" disse Lucy, indicando poi Natsu "sai tra quanto manca? Natsu si è addormentato".
"Non lo so sinceramente. Comunque, anche Erik si è addormentato".
"Lo vedo. Sta comodo?".
"A quanto vedo sì, e non sembra che Natsu stia tanto peggio".
Lucy rise.
"Avete deciso il nome della bambina?", domandò.
"Sì, Kida".
"Bellissimo. La nostra Nashi".
"Bello anche il tuo. Erik ha scoperto che la nostra sarà una maga".
"Davvero? E come fa a saperlo?".
"Ha cominciato a sentire la magia dentro di lei. A quanto mi ha detto, sarà un'Animalis".
"Come la madre insomma".
"Esatto. La tua? Si sa qualcosa?".
"È molto probabile che anche la mia sarà una maga. In questo momento sento anche il suo di potere magico, ma non riesco a capire di che magia si tratti".
"Che cosa senti?".
"Sento uno strano potere...è difficile da spiegare, ma sento che è potente".
"Con due genitori così non potevi pretendere una figlia debole".
Lucy annuì.
Arrivati, i Dragon Slayer ebbero bisogno di qualche minuto per riprendersi dal malessere; anche se la carnagione era tornata normale, non si sentivano del tutto carichi.
"Non voglio mai più salire su un treno", si lamentò Natsu.
"Dici sempre così", disse Lucy.
"Sono d'accordo con lui", commentò Erik "prima finiamo questa missione, prima tornerò a casa".
"Con il canale non sarà un problema" s'intromise Kinana "il vero problema saranno i serpenti".
"Perché lo dici?".
"Perché non so che specie siano, quindi non so se sarò in grado di comunicare con loro".
"Sono pur sempre serpenti" disse Lucy "vedrai che ce la farai".
Natsu stette per parlare, ma un forte terremoto fece scuotere la terra sottostante: sembrava possedere un'anima, e le case ne risentirono. La pietra della strada si frantumò ed esplose, i palazzi cominciarono a tremare come fatti di gelatina e crollarono su loro stessi dopo qualche secondo: i compaesani fuggivano da tutte le parti, terrorizzati dal feroce terremoto che stava colpendo la città. Lentamente, Shirozune si trasformò in un mortorio, con gli unici abitanti i quattro maghi appena arrivati. Guardandosi attorno, Natsu intravide a una decina di metri una figura nera tra la nube di polvere: era nera e slanciata, fin troppo familiare.
"Anni sono passati, vero Natsu?".
La figura alla fine uscì dalla nube e si mostrò. Vederla, fece arrivare la rabbia di Natsu alle stelle, quindi si preparò per la battaglia. Artemis Niota non era cambiata di un niente, neanche dopo sette anni: grandi e vaporosi capelli ricci, gli occhi color ambra, il reggiseno e i leggins sportivi neri...tutto era uguale, tranne per alcuni particolari. La pelle ad esempio era molto meno abbronzata rispetto a sette anni prima, e la fata stilizzata che aveva portato per pochissimo tempo sulla mano era sparita; sul collo, dove c'era ancora tatuato il simbolo della gilda di Oraciòn Seis, c'erano due tagli cicatrizzati che incrociati formavano una X rossastra, fatti apposta per nascondere il tatuaggio. In vita portava una cintura di cuoio con agganciato ad essa il fodero di una spada, da cui spuntava un'elsa lavorata per bene. La ragazza portava al collo una catenina, con come pendolo una croce metallica, avvolta dal filo spinato, anch'esso appartenente al ciondolo, visto che era di metallo; la cosa che stupì di più Natsu fu la presenza di un cilicio sulla coscia sinistra. Era sporco di sangue, e anche il polpaccio dal cilicio verso il basso era rigato di sangue secco.
"Sono passati sette anni" attaccò Artemis "eppure tu e Lucy non siete cambiati. Merito di Mavis, vero?".
"Non nominare il nome della prima master, maledetta!", le urlò Natsu.
"Maledetta a me? Parla quello che ha accettato nella propria gilda due membri di Oraciòn Seis!".
"Senti Artemis" s'intromise Erik "so che sei ancora arrabbiata, ma guarda che Fairy Tail-".
La mora lanciò una grassa risata al cielo, interrompendo in maniera sbruffona il Dragon Slayer Velenoso.
"Oraciòn Seis?" domandò "Credi veramente che mi importi ancora di quella gilda? Quella che credevo la mia famiglia? Allora sei più stupido di quanto credevo".
"Se non ce l'hai con noi" disse Lucy "allora cosa vuoi?".
"Il mio obiettivo è sempre stato sconfiggere Fairy Tail, ma adesso non è più per vendicare Oraciòn Seis".
Strinse ancor di più il cilicio sul polpaccio - creando un altro rivolo di sangue sulla pelle - e sguainò la spada: l'elsa era fatta a quercia, col pomolo fatto a chioma e le radici che affondavano nella lama, di un marrone scuro. La lama era lunga e appuntita, molto semplice rispetto all'elsa. Se era strana, fu più strano quello che accadde dopo: la spada lentamente mutò le proprie forme, trasformandosi in un'enorme falce, molto simile a quella di Eligor.
"Avete fegato per sfidare qualcuno che impugna l'Arma Proibita", disse con un ghigno Artemis.
"Ma non era una spada?", domandò Kinana.
"Spada, falce...l'Arma Proibita si trasforma nell'arma più adatta al suo possessore".
"Va bene. Erik" disse Natsu al compagno "Lucy e Kinana non devono partecipare allo scontro".
"Lo so bene".
"Se ne devono andare".
"Ma Natsu-".
"Vattene!" urlò guardando la fidanzata, visto che era stata lei a parlare "Io e Erik non vogliamo perdervi! Sparite!".
Kinana sospirò.
"Fate però attenzione. Lucy" guardò l'amica "salta su".
Entrò in modalità serpente ed attivò le ali: titubante, la biondina salì a bordo e la viola volò via. Kinana atterrò sul retro di una casa a circa due chilometri dal centro di Shirozune, tornando sotto forma di umana.
"Riportaci là" disse all'improvviso Lucy "dobbiamo aiutare i ragazzi".
"Ma hai sentito quello che ha detto Natsu? Rischiamo di perdere le bambine così!".
"Ma rimanendo qui senza fare niente rischiamo di perdere i nostri ragazzi!".
"Devi ascoltare la tua amica".
Fu una terza voce a parlare, proveniente dall'alto; le ragazze alzarono le teste, vedendo sporgere da fuori la finestra la testa di un uomo incappucciato. Lucy lo riconobbe, e credette di aver avuto un'allucinazione.
"Voi adesso mi spiegate che ci fa Natsu assieme a Cobra".
Natsu, il Dragon Slayer di Fuoco ed Erik - detto Cobra - nonché Dragon Slayer Velenoso, affrontarono Artemis Niota, la God Slayer di Terra. Fu la prima goccia di pioggia a dare il via al combattimento; lo scontro iniziò con un attacco da parte della ragazza.
"Mano della Dea Terra!".
Dalla bocca sputò una gigantesca colonna di terra che aveva come obiettivo Natsu: il rosato contrattaccò col Ruggito, ma le loro forze si equivalevano, quindi non c'era nessuno che potesse prevalere sull'altro. Fu Erik a rivoltare la situazione, attaccando anche lui Artemis col Ruggito; per evitare gli attacchi, la ragazza mollò la presa su Natsu e saltò in aria, evitando anche il veleno di Erik. Dopodiché attaccò con la falce, e lì iniziò lo scontro corpo a corpo; era terribilmente agile, e riusciva tranquillamente ad evitare gli attacchi da parte di due persone contemporaneamente. La sua era una danza, accompagnata dai eleganti movimenti che eseguiva con la falce; Natsu ebbe un'idea, e Erik la prese in pieno. Il rosato si fece da parte e lasciò combattere il compagno; il Dragon Slayer del Veleno evitava ogni singolo pugno e calcio e più di una volta riuscì a colpire Artemis. Dopo una lunga serie di colpi, Erik fece un passo indietro e piegò il busto; Natsu gli saltò sulla schiena dandosi una spinta e col Pugno di Ferro riuscì a colpire lo zigomo della nemica. Non si fermò per così poco, e proseguì a colpirla in pieno volto, senza risparmiarsi; all'improvviso, mentre stava per caricare l'ennesimo cazzotto, non si accorse delle catene che proruppero dal terreno, tenendolo immobilizzato in ginocchio. Natsu cominciò a dimenarsi, ma le catene - seppur di terra - erano durissime e indistruttibili. Erik corse verso di lui, ma anche lui venne attaccato dalle catene: le evitò senza problemi, ma erano così tante che la stanchezza iniziò a farsi sentire, costandogli caro. Tre catene riuscirono a legarlo con le braccia bloccate dietro la schiena, immobilizzandolo anche lui inginocchiato; Artemis si massaggio' il volto dolorante e si avvicinò a Natsu, caricando il colpo con la falce.
"Sei troppo debole per me. Dio e gli altri dèi puniranno te e la tua gilda".
Fece per abbassare la lama, ma non ci riuscì; sentiva le braccia immobilizzate dietro la testa, incapace di finire il colpo. Natsu guardò chi c'era alle spalle della nemica: Lucy. La fidanzata aveva legato i polsi con la frusta e li stava bloccando, impedendo ad Artemis di abbassare la lama.
"Allora non sei una codarda" disse la God Slayer "sei una che ha fegato".
"Non ti permetterò di recare altro danno a Natsu!".
"Davvero? Vorrei vedere".
Un colpo violento al fianco fece scaraventare la mora verso la parete di una casa, separandola dalla falce; quando si alzò, vide affiancato a Lucy un enorme serpente violaceo.
Artemis si alzò e fece per raccogliere l'arma, ma questa improvvisamente si distrusse in tanti piccoli cubi, così dal nulla. Guardò in alto: sul tetto della casa con cui era andata a sbattere, c'era una figura scura - impossibile da identificare - col braccio propenso verso di lei: infuriata, Artemis si rivolse al locale posto alla sua destra, guardando una finestra rotta.
"Renditi utile maledetta! Aggiusta la mia falce!".
I cubi che costituivano l'arma vennero contrassegnati da un sigillo magico, verde come gli occhi di Kinana: lentamente, i pezzi iniziarono a incastrarsi come le tessere di un puzzle e la falce tornò ad essere quella originaria.
"Adesso sì che si ragiona!" urlò tornando a guardare la finestra "Ora insegui il maledetto che ha distrutto l'Arma Proibita!".
Dalla finestra saltò fuori una figura umana, scura per via del mantello, e irriconoscibile.
"Sì signora".
La voce era sconosciuta a tutti; obbedì agli ordini a lei impartiti e saltò sul tetto, inseguendo lo sconosciuto che aveva distrutto la falce. Quando scomparvero dal suo campo visivo, Artemis si concentrò sulle ragazze.
"Che dite? Ci facciamo un bel combattimento tra donne?".
"Ci puoi contare" disse Lucy, guardando poi il serpente "che dici Kinana?".
"Che dici un cazzo!" s'intromise Natsu, infuriato "Voi due non combatterete, punto e basta".
"Non crederai che resteremo in disparte!".
"Kinana, ti prego" supplicò Erik, guardando il serpente "fuggi. Scappa e non guardarti indietro".
La creatura scosse il muso - facendo capire il suo rifiuto - e tornò a guardare Artemis. Lucy evocò Taurus e fu pronta a combattere.
"Volete fare sul serio?" domandò la mora "Come volete".
Chiuse gli occhi e rilassò le spalle: dalla strada di pietra irruppero delle zolle di terra che assunsero delle forme geometriche - di varie dimensioni - che si attaccarono ad alcune parti del corpo, fondendosi tra lori. Quel che venne fuori dopo fu un'armatura, costituita da un pettorale, dei gambali - che però ricoprivano solo le cosce - uno scudo rettangolare e un elmo che copriva tutto il cranio tranne il volto: seppur fatta di terra, era robustissima.
"È l'Armatura della Dea Terra" disse Artemis "vediamo come combattete, Lucy e Cubellios".
Taurus attaccò per primo, ma non durò neanche un secondo: la nemica lo colpì con la falce sul cuoio che teneva su il fodero dell'ascia e il toro scomparve per proteggersi. Non potendo contare sugli Spiriti Stellari, la biondina non ebbe altra scelta se non sguainare la frusta e combattere di persona; corse verso la nemica e attaccò con un colpo dall'alto, ma Artemis parò il colpo proteggendosi istintivamente il volto con l'avambbraccio destro, invece di usare lo scudo. La frusta si legò attorno all'arto come le spire di un serpente, quindi col braccio libero caricò la falce e fece per colpire Lucy; la biondina lasciò la presa e saltò all'indietro. Artemis rigirò la falce lasciando la lama verso il basso, usando quindi l'arma come un bastone; Lucy ebbe difficoltà ad evitare gli attacchi, e in quel momento l'estremità della falce la colpì alla tempia destra, facendola cadere per terra. Artemis tornò ad usare l'arma come una falce e fece per colpire, ma percepì un dolore acuto e lancinante alla caviglia sinistra, quindi la guardò: Kinana gliel'aveva morsa con decisione, affondando le zanne velenifere nella carne. Artemis cominciò a vedere offuscato, ma non demorse: lasciò da parte Lucy e si concentrò sul serpente, che nel frattempo si era messo in posizione di combattimento, lasciando così la caviglia. Cominciò ad eseguire vari affondi e fendenti, ma Kinana si rivelò molto più agile di quanto credesse, evitando i colpi con agilità e parandoli con la coda; dopo qualche minuto l'inizio dello scontro si bloccò e si diede la spinta per mordere la spalla della nemica, ma Artemis ne approfittò per eseguire un fendente da sinistra; il problema era che invece di colpire il fianco con la punta della lama - come aveva previsto - colpì violentemente la tempia del serpente con la parte piatta dell'arma. Kinana andò a sbattere per terra, tornando ad essere una ragazza: sotto alla testa si sviluppò una piccola macchia di sangue, che via via diventava sempre più grande.
"Kinana!", urlò Erik.
La fidanzata aveva la vista offuscata, ma sentì Artemis colpirle la testa con l'estremità della falce assente di lama. Erik provò a percepire i pensieri della bambina; era ancora viva, ma era disperata e moralmente parlando non stava bene. Vedendo Kinana picchiata, il Dragon Slayer sentì emergere un sentimento che di intensità poteva essere paragonata solo alla disperazione più pura: la rabbia. Erik fu in grado di corrodere le catene col veleno che ricopriva le braccia, trasformandosi in zampe di drago color cremisi.
"Se pensi di uscire viva da questo scontro, ti sbagli di grosso".
Attaccò col Ruggito, ma Artemis riuscì a proteggersi con lo scudo dell'armatura; quando lo spostò per vedere il nemico, Erik era a un centimetro da lei ed eseguì la Morsa Esplosiva del Drago Velenoso: afferrò la nemica per le guance con la mano sinistra, creando poi un'esplosione velenosa. A causa dell'onda d'urto, Artemis andò a sbattere alla parete di una casa, ma nonostante il colpo velenifero fu in grado di rialzarsi, seppur debolmente; dalla ferita che si era creata dal cilicio, stava fuoriuscendo oltre al sangue un liquido violaceo, che colava per la gamba verso il piede.
"Urla della Dea Terra!".
Con la falce, Artemis creò una crepa sul terreno, da cui uscirono delle urla spaventose: erano le urla dei dannati condannati all'inferno, di coloro che non erano stati graziati al giudizio di Dio. Erano così potenti che Erik non fu in grado di sopportarle: erano assordanti, peggio del ruggito di Natsu. Si tappò le orecchie ed urlò di dolore, ma fu quello il suo errore: dal terreno comparvero delle catene che lo immobilizzarono di nuovo a terra, poi la crepa scomparve.
"Sai che ti dico Cobra?" disse Artemis "Quasi quasi ti uccido per ultimo, così vedrai la morte del tuo amico".
Le catene si girarono su sé stesse, costringendo ad Erik a voltarsi verso Natsu; Artemis si mise la falce in spalla e andò da Salamander, fermandosi a qualche metro di distanza.
"Siamo a capolinea. Non puoi più fare nulla".
"Se pensi che mi arrendero' così ti sbagli di grosso".
"Cosa vorresti fare? Quelle catene le ho fatte io con la terra che Dio creò in principio".
"Io non mi voglio arrendere".
"Mi dispiace deluderti, ma morirai comunque".
Preparò la lama orizzontalmente, puntando quindi al petto. Natsu chiuse gli occhi - attendendo la lama che lo avrebbe ucciso - ma il colpo non si decise ad arrivare, quindi dovette aprire gli occhi per capire, ma quel che vide gli fece raggelare il sangue: Lucy lo stava abbracciando, con la punta della falce che fuoriusciva dallo sterno. La ferita cominciò a perdere sangue e Natsu ne fu contaminato; Lucy perse colore, ma il sorriso che le illuminava il volto non si spense.
"Perché...?", mormorò il ragazzo.
"Non volevamo perderti".
"Perché non sei scappata?".
"Scappare per salvarmi la vita? Non avrei potuto vederti morire. Volevo stare con te fino alla fine, perché senza di te non vivo".
Le lacrime di Natsu iniziarono a rigargli le guance senza freni.
"Devi continuare a combattere. Non gettare mai la spugna, e sappi che io e Nashi ti staremo sempre accanto".
Sorrise un'ultima volta, poi cadde di lato esanime, con gli occhi che si chiusero lentamente; con rabbia, Natsu vide la lama della falce emettere due bagliori dorati.
"Accidenti" disse Artemis "ho preso due piccioni con una fava. Meglio di così non può andare".
Nella mente di Natsu la rabbia e la disperazione si fusero, trasformandosi in una fiamma che poi si tramutò in un incendio così devastante da poter distruggere tutto il mondo; l'odio e il desiderio di vendetta trascinarono il ragazzo in un baratro così profondo che non era sicuro che sarebbe riuscito a risalire. Il suo corpo si ricoprì di fiamme e le catene esplosero come petardi, ma non fu quello che stupì Artemis. Il rosato si trasformò: la pelle della parte di destra di tutto il suo corpo si ricoprì di scaglie color cremisi, con apposto delle unghie dei giganteschi artigli. Il piede si tramutò in zampa, e in testa comparve un corno; metà del volto si ricoprì di scaglie e la pupilla dell'occhio prescelto assunse una forma rettilinea e verticale. Perfino parte della dentatura mutò, trasformando i denti umani in zanne di drago; sulla scapola poi comparve un'ala. Erik e Artemis impallidirono alla vista di quella trasformazione, impallidirono come alla vista della fossa del creato; Natsu si mise in piedi, col pugno che si ricoprì di fiamme.
"Hai ucciso Lucy..." disse con occhi furenti, guardando la nemica "hai ucciso Gildarts...ti pentirai di esserti messa contro di me!".
Andò all'attacco come un missile, e Artemis non poté fare niente per evitarlo: Natsu le riempì il corpo di cazzotti, calci e fiammate, tutta una sequenza di morte lenta e dolorosa. Quando concluse il tutto, la ragazza cadde a terra priva di forze, con l'armatura completamente distrutta e il corpo gravemente ferito; il Dragon Slayer fece per finirla con un ultimo pugno infuocato, ma Artemis si fuse con la terra e scomparve del tutto, assieme all'Arma Proibita e al cadavere di Lucy.
"Dové?!" urlò Natsu "Dové finita quella maledetta?!".
"È scappata", disse una voce.
Non era di Erik o Kinana, ma di una figura che comparve alla sua destra, quella che aveva distrutto la falce, prima che si fosse riparata. Era alta e mastodontica, ricoperta da un mantello nero che nascondeva tutto del suo corpo muscoloso.
"Chi sei tu?!" gli urlò il ragazzo "Se sai dove si trova quella maledetta ti conviene parlare!".
"Sarà meglio parlarne a casa. Kinana è ferita e voi siete esausti".
"Non mi importa di un fico secco né di me né di lei!".
Erik perse la pazienza: s'intromise nel dialogo dando a Natsu un cazzotto sullo zigomo, furente come poche volte nella sua vita.
"Ti pare il momento di continuare a combattere? Non hai visto come siamo ridotti?".
"E credi che mi importi?".
"Puoi per una volta non pensare a te stesso?".
"Non provocarmi Cobra!".
Caricò un cazzotto, ma l'uomo incappucciato alle sue spalle lo colpì forte sul retro della nuca, facendo svenire sul colpo Natsu.
"Doveva calmarsi in qualche modo", fu il suo unico commento.
Angolo Autore:
Scusate DomenicoFarinella e ghost122289, ma se scrivevo l'arrivo di Gildarts come mi avevate consigliato sarebbe stato uno spoiler visto che mi avete consigliato nei commenti e non in chat privata.
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