I

«QUESTA STORIA NON DEVE ANDARE OLTRE!»sentivo continuamente il suono delle sue luride mani sulla pelle di quella povera donna...è sempre stato così LUI. Un animale, un animale feroce, di quelli di cui non puoi abbassare la guardia un secondo...mi sono stancata.
«M-MA MI HAI TRADITO ANCORA!» piangeva, piangeva ancora...non riuscivo nemmeno io a trattenere le lacrime...sentivo il dolore per lei, sentivo che questa volta non sarei riuscita a trattenermi, lei non meritava...
«HAI CAPITO O NO CHE PER ME NON VALI PIÙ NIENTE?!» LUI continuava, non si fermava, ogni parola che sputava era veleno.
Ma non c'è niente di nuovo, ogni sera era sempre la stessa storia, ogni sera tornava tardi, ogni sera era ubriaco fradicio e puzzava di alcol da far schifo, ogni sera succedevano una serie di botte che non finiva mai...
«SE È COSÌ ALLORA ME NE VADO!»la sentivo piangere e tirare su con il naso...sento un tonfo...un altro ancora...un terzo...e poi il silenzio. Pensavo finalmente sarebbe finito tutto ciò ma mi sbagliavo...sentivo strisciare qualcosa, qualcosa di metallo, simile ad una spranga di ferro...il suono era sempre più vicino...sentivo l'ansia aumentare, trovavo una specie di nascondiglio, tremavo dalla paura.
Correvo dappertutto...prima vicino la finestra ma era troppo alto, dopo nel bagno ma era troppo piccolo...allora entrai nell'armadio, speravo non mi trovasse...
Mi ricordai di una cosa, la pistola, la SUA pistola...uscii piano piano dall'armadio marrone scuro che mi regalò LEI e sbirciai attentamente da fuori la porta, e fu lì che la vidi...distesa a terra, con gli occhi ancora aperti e la sua espressione involto così spaventata ma come se sapesse che sarebbe andata a finire così...le mani appoggiate sopra il petto e le innumerevoli ossa che uscivano da esso, "deve averla colpita li" pensai, sentivo l'odore del sangue fresco che volava da ogni parte del suo corpo, la lucidità della carne umana che mi faceva brillare gli occhi. Vidi anche lui, sulla soglia della porta, stava piangendo, stava implorando pietà, stava chiedendo scusa al corpo della donna che ormai giaceva,su quel pavimento ormai rovinato da anni, privo di vita.
Si girò dalla mia parte ma appena mi vide prese quella grande ormai arma e di avvicino molto velocemente, ma di scatto aprii la porta intenta a cercare la pistola che lui aveva nascosto, non sapeva che io avessi a conoscenza di essa perciò direi che ero molto avvantaggiata, appena mi vide era incredulo, aveva il fiato mozzato, come se avesse paura anche ad inalare aria, come se avesse paura di muovere un solo muscolo, beh aveva ragione.
«perché» dissi calma mentre tenevo la pistola verso la sua direzione
«RISPONDIMI!» urlai così forte da farlo smuovere un pochetto verso il corridoio
«i-io, non l'amavo più..»rispose in modo freddo ma anche spaventato
«e c'era davvero il bisogno di ucciderla? Non credo proprio! Perciò farai la sua stessa fine che dici?» dissi con un ghigno stampato in volto e avvicinandomi a passo lento, con una lentezza straziante, verso di lui.
«mi hai rovinato la vita e adesso io la rovinerò a te» continuavo ad avanzare fin quando non mi fermai davanti a lui e appoggiai l'arma da fuoco sopra la sua tempia sinistra
«n-no ti prego, f-farò tutto q-quello c-che vuoi ma ti prego non farlo..» cadde in ginocchio e mi prese la gamba abbracciandola, supplicava e non smetteva di chiedere scusa, ma a questo non c'è scusa che possa bastare...
«alzati» non lo fece
«ALZATI ORA.» si alzò con il viso di lacrime e gli occhi tristi, non mi trasmetteva nulla così...
«adios» e sparai.

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