Capitolo 3

Mathias aveva buttato frettolosamente nella valigia e nello zaino tutto ciò che gli era capitato a tiro, per poi indossare qualcosa di comodo per la sua missione. Uscì dalla stanza, trascinando dietro di sé la valigia, con il peso dello zaino sulle spalle.
Notò che Will, puntuale come suo solito, lo stava aspettando appoggiato alla porta di casa e stava facendo tintinnare le chiavi. Sembrava impaziente: probabilmente non vedeva l'ora di incontrare quei suoi amici a cui aveva accennato prima.  -Bene.– esordì, scrutandolo rapidamente. -Ma perché ti sei cambiato?
-Avevo freddo, quindi ho messo questa maglietta a maniche lunghe.- gli spiegò​ Mathias, scrollando le spalle e cercando di sostenere lo sguardo di William: in verità, si era dovuto esercitare un paio di volte, ripetendo quella bugia come se fosse parte del suo copione, prima di poter raggiungere un risultato decente. Non era mai stato particolarmente bravo a mentire ed era anche per questa ragione che frequentava il corso di recitazione al Majestic Theatre. A quanto pare, era sembrato sincero, perché Will annuì e, dopo aver preso la valigia, aprì il portone di casa, richiudendolo poi a chiave una volta usciti.
Al pensiero del teatro, si ricordò che, essendo giovedì, sarebbe dovuto essere al Majestic Theatre da almeno mezz'ora; la consapevolezza di essersene completamente dimenticato lo fece sentire quasi in colpa. -Non dovrei essere qui- disse infine Mathias, mentre scendeva le scale.
-Cosa intendi dire?- chiese William con un tono gentile, che stava affrettando il passo per raggiungere la sua auto.
-Dovrei essere al Majestic con la mamma.- spiegò, sedendosi nel sedile anteriore di destra, e sentì la sua voce incrinarsi leggermente.
Dopo aver preso posto, Will mise in moto l'auto e cercò di tranquillizzarlo, dicendogli di aver già avvisato l'insegnante di recitazione. –Ti prometto che tutto tornerà alla normalità.
Mathias si limitò a rimanere in silenzio per tutto il tempo, guardando dritto davanti a sé; nemmeno Will parlò molto, nonostante la sua indole socievole.
Non serviva certo leggere nella mente di entrambi per capire che erano troppo occupati a pensare ad Emily per poter fare conversazione.






Arrivarono davanti alla casa dei Fray alle 18 precise. Mathias aveva sempre invidiato la casa dell'amica: un'enorme villa dall'intonaco chiaro, sempre in netto contrasto con la porta in noce e un giardino verde e curato, il tutto circondato da un'alta siepe con un imponente cancello dai motivi semplici ma d'effetto. Nonostante fosse stato spesso da Ellen, ogni volta non poteva non rimanerne colpito: gli sarebbe piaciuto avere una casa così grande, per non parlare di tutti i comfort di cui disponeva.
Dopo essere scesi dalla macchina e aver suonato il campanello, il cuore di Mathias cominciò ad accelerare i battiti per l'ansia e, senza accorgersene, strinse talmente tanto la presa intorno allo spallaccio dello zaino che le sue dite dicentarono bianche.
-Tutto bene?- domandò Will, preoccupato che il ragazzo potesse compiere gesti impulsivi.
Mathias, seppur poco convinto, annuì e, una volta apertosi il cancello, si diresse verso l'amica, che, nel frattempo, aveva aperto la porta di casa e lo stava aspettando sulla soglia.
-Hai pensato al diversivo?- chiese a bassa voce Mathias, per poi guardare con la coda dell'occhio Will, che stava scaricando in quel momento la valigia.
-Più o meno...- rispose lei, cercando di rimanere sul vago.
-Lo prendo per un "no", quindi- commentò l'amico mentre rideva nervosamente. -Non importa, tanto te la cavi piuttosto bene ad improvvisare.
-Ad improvvisare cosa? Oh, ciao Ellen, i tuoi sono ancora al lavoro?-. Mathias ebbe quasi un infarto nel sentire la voce di Will proprio alle sue spalle e, per un momento, temette che avesse capito tutto, perciò cercò di comportarsi nel modo meno sospetto possibile, soprattutto quando fu preso da parte.
-Mi fido ciecamente di te, quindi non sento il bisogno di farti raccomandazioni inutili, se non di stare tranquillo... So di chiedere molto, ma devi avere fiducia in me, okay?–. William avrebbe voluto dirgli di fare attenzione, perché non avrebbe più potuto coprirgli le spalle, ma si trattenne: l'avrebbe solo spaventato ulteriormente.
-Anch'io mi fido- replicò Mathias, stupido dalla sua prontezza: non credeva che sarebbe stato capace di mentire di nuovo a Will. In realtà, fino a ieri, la sua risposta sarebbe stata sincera, ma la storia degli amici non lo convinceva affatto.
Dopo aver salutato e ringraziato Ellen, William strinse a sé Mathias. –Ci vediamo presto.– gli sussurrò poi e il ragazzo riflettè che forse sarebbe stato davvero così. 
La sua amica gli fece cenno di entrare e il ragazzo non se lo fece ripetere due volte: Ellen avrebbe cercato di distrarre Will con qualche espediente inventato sul momento. Nel frattempo, Mathias stava correndo a perdifiato verso la porta sul retro, riuscendo a fare il giro e a ritrovarsi di fronte a sé la macchina. Con la coda dell'occhio, vide che la ragazza era riuscita nel suo intento, seppur William sembrasse sempre sul punto di correre via.
Il ragazzo decise di sbrigarsi, dunque entrò in auto e si rannicchiò sotto i sedili posteriori, il tutto evitando di fare il minimo rumore. Pochi secondi dopo, sentendo la portiera aprirsi, smise di respirare dalla paura di essere scoperto; per fortuna, Will accese la radio, permettendo a Mathias di tornare a respirare.
A causa della scomoda posizione in cui si trovava, non riuscì a capire dove si stesse dirigendo William; mentre attendeva in silenzio, il ragazzo fece del suo meglio per organizzare la sua prossima mossa, ovvero seguire William senza farsi notare e scoprire l'identità dei suoi amici. Perché erano spuntati fuori solo ora? Il cervello di Mathias cominciò a viaggiare, arrivando alle conclusioni più fantasiose che un ragazzo della sua età potesse elaborare -tra queste, c'era la possibilità che quelle persone facessero parte di una particolare branca dei servizi segreti americani-. Scosse la testa, divertito, chiedendosi poi cosa stesse facendo Ellen e quale scusa avrebbe propinato ai suoi genitori per spiegare la sua assenza. L'importante era capire come avrebbe potuto seguire i movimenti di Will senza dare dell'occhio: fino a prova contraria, non aveva poteri o oggetti magici che lo facessero diventare invisibile, dunque l'unica opzione rimasta era quella di mettere in pratica ciò che aveva imparato dai film.
Quando William spense il motore, Mathias capì che era il momento di agire: attese che fosse sceso dalla macchina, per poi uscire dal lato opposto rispetto a lui. Dopodiché, aspettò che Will si allontanasse abbastanza da non accorgersi della presenza del ragazzo.
Nel muoversi, Mathias sentì un fastidioso formicolio lungo tutto il corpo, che cercò di ignorare. Si guardò cautamente intorno, osservando incuriosito l'enorme edificio pieno di vetrate non molto lontano da dove l'auto era stata parcheggiata; non era certo l'unico presente in quella zona, ma, per qualche ragione, aveva subito catturato la sua attenzione. Senza fermarsi a pensare troppo, iniziò a seguire Will, il quale intanto si stava incamminando verso l'entrata.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top