Capitolo 12
La regina aveva quel tipo di bellezza senza tempo, immortale e, per quanto si fosse sforzato, Mathias non era riuscito a capire quanti anni potesse avere; Aelsa aveva ovviamente un portamento regale, dal quale il ragazzino si sentiva messo in soggezione.
-Ho qualche domanda da farti, se non ti dispiace.- esordì infine la sovrana degli elfi della luce, camminando lungo un corridoio. -È vero ciò che mi è stato riferito, ovvero che siete venuti qui ad Alfheim con uno scopo apparentemente nobile?
Lui annuì, in parte imbarazzato e in parte intimorito. -Esatto, mia mamma è scomparsa e sembra che la sua sparizione abbia a che fare con un problema di... Maggiore entità.
La regina lo scrutò attentamente, poi incurvò le labbra rosee in un sorriso. -Per essere così giovane, parli piuttosto bene... Deve essere una qualità ereditaria, non c'è dubbio.- affermò lei quasi compiaciuta, ma, quando vide l'espressione confusa di Mathias, si fermò davanti a una porta color avorio, come interdetta, per poi spalancarla e far cenno al suo ospite di entrare.
All'interno dell'enorme stanza, c'era un tavolo rettangolare in un materiale lucido e bianco, con almeno trenta sedie lungo i lati più lunghi. E poi, come una specie di segno distintivo del Gran Palazzo, altre vetrate dai colori sgargianti.
-Questa, come avrai intuito da te, è la sala da pranzo.- fece la regina Aelsa con un gesto esplicativo, notando con piacere che gli occhi del ragazzino erano pieni di meraviglia di fronte a quelle che lei considerava delle vere opere d'arte. -Non sono solo delle decorazioni: servono a raccontare una storia, a dare un insegnamento.
Vedendo che Mathias la ascoltava con attenzione, proseguì:-Non molto tempo fa, gli elfi della luce e quelli delle tenebre si scontrarono, i primi guidati da Amikals e i secondi da Malekith, che mi aveva costretta a sposarlo con l'inganno. Mio maritò riuscì a trovare un compromesso e riuscì a riportarmi ad Alfheim; poco tempo dopo, ci innamorammo... Il resto ti è già noto.
Mathias accennò un sorriso, poi, un po' esitante, chiese:-Vogliate perdonare la mia curiosità, ma posso farvi una domanda, regina Aelsa?-. L'elfa sorrise con fare comprensivo e gli fece segno di andare avanti.
-Cosa vi ha fatto Loki per essere bandito da Alfheim?
Senza bisogno dell'eco, la sua voce risuonò nella sala, che, oltre a loro due, poteva dirsi deserta; poi, il silenzio.
Per un attimo, il ragazzino temette di aver compromesso qualunque possibilità di instaurare un buon rapporto con la sovrana. Invece, lei non diede modo di far trasparire alcun cambiamento di umore; anzi, parve addirittura un po' divertita al pensiero. -Oh, una sciocchezza!- esclamò Aelsa. -In verità, è Amikals a covare ancora del rancore per via di quel vecchio scherzo... Ma non angustiarti invano: convincerò mio marito a lasciarvi consultare la nostra biblioteca e ripartire, a patto di andarvene entro il calar del sole.
Mathias rimase stupito da quell'atto di umanità, di cui, forse per via del loro aspetto, non riteneva capaci gli elfi della luci. -Ve ne sono grato, Vostra Maestà. Siete davvero gentile.- la ringraziò quindi.
La regina gli sorrise di nuovo. -Tua madre deve essere fiera di te: sei giovane, ma anche molto più responsabile di tanti che invece hanno molti anni che pesano sulle loro spalle.- replicò, facendo sospettare al ragazzino che avesse in mente qualcuno in particolare. Che si riferisse a Loki? -E ora, attendi i tuoi due accompagnatori nella sala del trono; nel frattempo, io parlerò con mio marito... Non ci vorrà molto.
Fece per uscire dall'enorme stanza, ma si soffermò accanto alla porta, voltandosi verso di lui per un'ultima volta. -È stato un vero piacere conoscerti. Buona fortuna, Mathias Collins.
Alla fine, per paura che si perdesse nel dedalo di corridoi, una guardia l'aveva aiutato, su richiesta della regina, a ritrovare la sala del trono. Mentre attendeva di rivedere Will e Loki, si ritrovò ad osservare -con più cura, ora che sapeva la storia che vi era dietro- ciò che i disegni delle vetrate raccontavano.
Sperò con tutto se stesso che Ellen, qualunque cosa stesse facendo, stesse bene e si sentì tremendamente in colpa per averle rivolto un pensiero solo in quel momento, a distanza di tempo. Gli mancava molto non potersi confidare con lei, parlarle delle sue preoccupazioni, del suo timore di non riuscire a trovare la madre e arrivare troppo tardi perché questo problema incombente potesse essere risolto. In fondo, erano solo tre persone contro... Contro chiunque ci fosse dietro questa storia: c'era davvero la possibilità che loro avessero la meglio?
-Potresti almeno sforzarti di avere un po' di fiducia in più nelle mie capacità.- esordì una voce familiare alle sue spalle. -Mi ritengo altamente offeso.
Mathias si voltò e vide Loki e il compagno di Emily a pochi metri di distanza da lui, rigorosamente accompagnati da un paio di soldati.
-Oh, ma vuoi tacere per una buona volta?- lo zittì William, che però parve meno irritato del solito dal carattere da primadonna del dio.
Il ragazzino sorrise, andando loro incontro. -Sono così felice di rivedervi!- esclamò e, se fosse stato un amante del contatto fisico, avrebbe abbracciato entrambi senza pensarci due volte. -La regina Aelsa ci ha permesso di usare la biblioteca fino al tramonto. Non è fantastico?
-Il tramonto qui è tra poco più di due ore.- fece notare un elfo in armatura con tono lapidario. -Vi consiglio di sbrigarvi.
-Penso di aver trovato qualcosa...- disse Mathias a un certo punto, richiamando l'attenzione dei due adulti su di sé, che appoggiarono i volumi che avevano in mano su un tavolino e gli si avvicinarono.
Lui mostrò loro un piccolo libro dall'aspetto rovinato e le pagine giallastre. -Ho letto qualcosa qui riguardo le...- si interruppe per dare un'occhiata al testo. -Le Gemme dell'Infinito: all'inizio, esisteva un'entità molto potente, chiamata Nemesis, che però soffriva di solitudine e non aveva altro desiderio se non quello di innamorarsi; passato molto tempo, si arrese e decise di uccidersi. Dalla sua morte, ebbero origine le sei Gemme: quella del Tempo, dello Spazio, del Potere, dell'Anima, della Mente e della Realtà, ciascuna rappresentante una, ehm, parte di Nemesis; poi nel libro viene spiegato che c'è un'ultima Gemma, ovvero quella dell'Ego, detta anche dell'Ombra.
Si fermò di nuovo, Will e Loki che lo ascoltavano attentamente, quasi pendendo dalle sue labbra. -L'ultima che ho elencato... È quella che custodisce mia mamma, giusto?- chiese infine, più per avere un'ulteriore conferma dei suoi sospetti che per vera e propria curiosità.
William si limitò ad annuire; il dio norreno sembrò essere addirittura a disagio... No, Mathias doveva essersi sbagliato: del resto, non era mai stato molto bravo a riconoscere le emozioni delle persone, figurarsi quelle di una divinità!
Ad ogni modo, stava per aggiungere qualcosa in più, ma Loki parlò prima che il ragazzino potesse anche solo aprire bocca. -So chi sta cercando le Gemme.- rivelò, il suo volto improvvisamente più pallido del solito; anzi, appariva proprio sfinito, come se fino a quel momento fosse stato costretto a portare chissà quale fardello. Si guardò intorno, probabilmente per controllare di essere soli, poi pronunciò unvunica parola:-Thanos.
Will sbuffò. -E questo ora chi sarebbe?
-Uno che ha intenzione di trovare le prime sei Gemme e spazzare via metà della popolazione di tutto l'Universo.- snocciolò Loki con finta indifferenza; qualcosa, in Thanos, lo turbava, ma cosa? -Beh, c'è un motivo se viene chiamato il Matto Titano.
Mathias, di tanto in tanto, abbassava lo sguardo verso il volume ancora aperto e, al tempo stesso, continuava ad ascoltare ciò che i due adulti dicevano.
-Molto bene, ma cosa c'entra Emily in tutto questo? La Gemma dell'Ego non gli serve a niente!- sbottò, per poi sospirare e passare una mano tra i capelli, frustrato.
Il dio dell'inganno rimase in silenzio; con ogni probabilità, nemmeno lui aveva la risposta a quella domanda.
-Gli serve perché non vuole correre rischi.- esordì infine Mathias, che cercava di controllare il suo tono di voce affinché non suonasse fin troppo emozionato dalla sua deduzione. -Nel libro, spiega che, se tutte le Gemme dovessero essere riunite, allora Nemesis tornerebbe in vita. A questo punto, il suo piano andrebbe in fumo e Thanos non può permetterlo. Se si è impadronito della Gemma dell'Ombra, è stato solo per sbarazzarsene, così nessuno potrà ostacolarlo... E quale luogo migliore per farlo, se non un'antica grotta magica, dove casualmente c'è un liquido capace di fare proprio questo?
Gli occhi di Will erano pieni di orgoglio e ammirazione per il più giovane. Avrebbe voluto abbracciarlo, sostenerlo in questa situazione tanto delicata, ma sapeva che ormai non c'era tempo nemmeno per quello.
-Ed è qui che entra in scena la regina Angathe...- aggiunse Loki, riflettendo mentre camminava in cerchio. -Credo che sia arrivato il momento di farle una visitina!
Detto questo, fece per prendere qualcosa di invisibile dal suo mantello. Poi, tutti e tre vennero illuminati da una strana luce azzurra: aveva in mano un cubo luminoso e lo maneggiava con estrema cautela, quasi fosse una bomba pronta ad esplodere.
-Sei un incosciente!- esclamò William, non appena lo riconobbe. -Come ti è venuto in mente di portare con te il Tesseract?
***
Avrete capito da voi che gli aggiornamenti sono piuttosto irregolari e mi dispiace avervi fatto false promesse quando, a inizio estate, ero fiduciosa che sarei arrivata a metà di questa storia, anche perché avrei un'altra idea abbastanza carina (sempre con Loki).
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che le vostre vacanze stiano andando bene ^-^
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