«Con sentenza definitiva, dichiariamo e giudichiamo Eileen eretica, sacrilega e malefica; a capo della setta delle Erbolarie e condannata, come persona diabolica, secondo il comando della Sacra Legge Imperiale e dell'Abate Asmodeus, alla pena capitale, con esecuzione immediata. L'Abate Asmodeus e il Capitolo dei 7. Monastero degli Erboristi, anno 1275 dopo la Caduta di Camlost.» In cielo, le nuvole, dello stesso colore della notte, riverberavano come in una tempesta il bagliore di fuochi lontani. Nel villaggio dell'Antica Quercia non tutti dormivano. Dalen si rese subito conto di quel che stava accadendo. Era giunto, alle sue orecchie allungate, il verdetto della sentenza. Sarebbe stata eseguita immediatamente. Tuttavia, nulla faceva supporre che, proprio quella notte, lingue di fuoco avrebbero avvolto e consumato il mio corpo. Con difficoltà, Dalen distolse lo sguardo dalla finestra per posarlo sui volti addormentati di Healer e Ienis. Ignare di quanto stava accadendo, dormivano. I loro sogni si sarebbero interrotti bruscamente, ma non quella notte. Svegliarle, infatti, non avrebbe giovato a nessuno. Stava accadendo di nuovo, come le Terre che in una sola notte, molti anni prima, erano state violentate e private dei loro Signori per mano dell'astuto Asmodeus. Lo stesso demone che, con l'aiuto della Legione di Astrarom, aveva trucidato trecento quattordici erbolari e rinchiuso nelle segrete la Madre. Prima dell'alba, l'Abate Oscuro si era autoproclamato Signore indiscusso del Monastero e delle Terre annesse a esso. Anter, Signore della Terra di Kentrix, aveva trovato la morte per mano di suo fratello Nortox, il traditore. Asmodeus aveva premiato la sua fedeltà trasformandolo in uno spirito per governare meglio quello che sarebbe diventato il Regno di Roccia. Elanor, Signore della Terra di Edhel, avvisato in tempo dalla veggente Afrosynn, aveva richiamato i suoi nel villaggio fortificato di Edhel. Aveva reputato inutile lottare e perdere la vita di uno solo dei suoi per una terra che prima o poi sarebbe tornata nelle mani degli elfi. Al suo posto, Asmodeus aveva messo come reggente Skin e nominato la Terra "Regno dell'Aria". La Terra Kolvun era stata la dimostrazione che Elanor aveva ragione. Fairyn, Signore di Kolvun, aveva perso molti dei suoi soldati in quella notte e tre dei suoi quattro figli. Fairyn era morto in esilio poco dopo. Dorox, il figlio sopravvissuto, era diventato il più giovane consigliere del villaggio ribelle di Kolvun. La Terra era stata rinominata Regno del Fuoco e data in reggenza a Faranhaid, lo spirito dei vulcani. Glawynn, Signore della Terra di Adhair, venne sostituito dal temuto spirito Askut e la Terra aveva cambiato nome in Regno dell'Acqua. I nomi delle Terre erano stati cambiati dall'Abate Oscuro per dimostrare la sua forza. Era nella sua volontà distruggere non solo fisicamente i Regni, ma cancellare dalla memoria il loro nome originario. Due rivoli caldi si fecero strada sulle guance segnate dal tempo, inumidendo la folta barba ramata. Non era da lui piangere, ma una fitta remota gli trafisse il petto in quel momento, ripensando a quando suo padre era morto nella battaglia contro il Regno dell'Aria, per difendere il Villaggio elfico di sua moglie. Dalen, all'epoca, era un giovane e aveva ancora bisogno del suo amore e della sua guida. La vita, però, per alcuni è più crudele che per altri. Come la lama di una spada, perché sia invincibile, va temprata con il fuoco, così la sua esistenza era stata provata duramente in più occasioni. Volse lo sguardo un'ultima volta verso il Monastero e il suo volto si fece duro come la pietra. Il bagliore delle lingue di fuoco non lambiva più le nubi, come lampi di drago. L'Abate si era preso la sua soddisfazione: aveva vinto una battaglia e con essa aveva privato il Villaggio dell'Antica Quercia della Madre, ma non aveva ancora vinto la guerra. L'indomani avrebbe parlato con il Consiglio per decidere il da farsi. Intanto, i suoi pensieri vorticavano tra il rogo nel piazzale del Monastero, suo padre e il destino delle ragazze.
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